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venerdì 17 luglio 2015

Il dottore di Crocetta intercettato: la Borsellino va fatta fuori come il padre. Bufera sul governatore.



Le frasi choc di Matteo Tutino al telefono con il presidente della Regione Sicilia. Lui prova a difendersi: non ho sentito, sono sconvolto. La figlia del magistrato: mi vergogno per loro.


«Lucia Borsellino va fermata, fatta fuori. Come suo padre». Come Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992. Sono parole pesantissime, intercettate pochi mesi fa. A pronunciarle non è un boss, ma un medico di successo: Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia arrestato nei giorni scorsi e medico personale di Rosario Crocetta. All’altro capo del telefono c’è proprio il governatore della Sicilia, che ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell’assessore alla Salute della sua giunta (dimessasi qualche giorno fa), scelto come simbolo di legalità in un settore da sempre culla di interessi mafiosi. Lo rivela L’Espresso nel numero in edicola domani, anticipato sul sito on line del settimanale. 

«Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era una zona d’ombra, non so spiegarlo. tant’è che io al telefono non replico. Se avessi sentito quella frase, non so... avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so... sono sconvolto. Provo un orrore profondo», prova a difendersi Crocetta. E replica a chi chiede se ha intenzione di dimettersi: «Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto qualcosa? Il destino della Sicilia può essere legato a una frase, che non ho sentito, pronunciata dal mio medico? Non lo so».  

La stessa Lucia Borsellino ha commentato al giornale radio della Rai: «Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna per loro». Alla domanda su cosa pensi della giustificazione di Crocetta, Lucia Borsellino ha risposto glaciale: «Non spetta a me fare commenti al riguardo». La Borsellino si era dimessa il giorno dopo l’arresto di Tutino, medico personale di Crocetta. Al suo posto il governatore ha nominato assessore il capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi. 

lunedì 29 giugno 2015

Villa Sofia, arrestato il primario Tutino Ecco chi sono gli altri indagati. - Riccardo Lo Verso



Matteo Tutino, primario del reparto di Chirurgia plastica dell'ospedale Villa Sofia di Palermo, si trova agli arresti domiciliari per truffa, peculato, abuso d'ufficio e falso
La nota di Villa Sofia.

PALERMO - I carabinieri del Nas sono andati stamani a notificargli un ordine di arresto. Matteo Tutino, primario del reparto di Chirurgia plastica dell'ospedale Villa Sofia di Palermo, si trova agli arresti domiciliari per truffa, peculato, abuso d'ufficio e falso.

L'inchiesta è la stessa che un anno fa portò alla notifica di un avviso di garanzia non solo per Tutino, ma anche per l'allora commissario straordinario dell'ospedale, Giacomo Sampieri, per il direttore sanitario Maria Concetta Martorana e per Damiano Mazzarese, primario della Rianimazione e per un periodo responsabile delle Chirurgie dell'ospedale palermitano.

Oggi per Tutino, vicino al presidente della Regione Rosario Crocetta di cui è medico personale, il giudice per le indagini preliminari Giovanni Francolini ha disposto gli arresti domiciliari su richiesta del procuratore Francesco Lo Voi, dell'aggiunto Leonardo Agueci e del sostituto Luca Battinieri. Nonostante l'inchiesta risalga alla fine del 2013 il provvedimento è giustificato dalla necessità di garantire le esigenze cautelari.

Tutto partì nel 2012 quando la direzione generale del Policlinico di Palermo raccolse i dati relativi a ventuno interventi chirurgici nell'ambito di un procedimento disciplinare a carico di Tutino. Dati che furono trasmessi alla Procura della Repubblica di Palermo, a quella regionale della Corte dei Conti, all'assessorato regionale alla Salute, ai carabinieri del Nas, alla Finanza e all'Azienda sanitaria di Caltanissetta. Gli interventi chirurgici in questione furono eseguiti fra il 21 aprile 2005 e il 24 agosto 2011 come risulta dai registri operatori e dalle copie delle ricevute fiscali. Secondo gli investigatori, Tutino non avrebbe potuto e dovuto entrare nella sala operatoria nissena perché risultava in servizio al Policlinico. Nell'ospedale universitario palermitano era arrivato nel novembre 1997. Successivamente, dal 10 settembre 2007 e fino al 9 settembre 2009, era stato comandato presso gli ospedali Galeazzi e San Raffaele di Milano. Ed ancora: dal 10 settembre 2009 risultava in aspettativa senza assegni per via di un impegno come consulente del Senato nella Dodicesima Commissione Igiene e Sanità presieduta dal senatore Antonio Tomassini. Infine, dal 4 ottobre 2012 era approdato all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta fino al giorno del trasferimento a Villa Sofia.

Ed è nell'ospedale palermitano che avrebbe commesso altre irregolarità. Il cardine della sanità italiana sono i "Livelli essenziali di assistenza (Lea)". E cioè l'insieme delle attività e delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale eroga a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket, indipendentemente dal reddito e dal luogo di residenza. Nessuno, insomma, può essere escluso dalle cure. L'ipotesi di chi indaga è che Tutino abbia fatto passare per essenziali interventi che, invece, nulla c'entrerebbero con i Lea. Gli investigatori ne avrebbero individuato una decina. Tra questi alcuni interventi di rinoplastica spacciati per settoplastica. La differenza è fondamentale. La rinoplastica è un intervento di chirurgia estetica e serve a rimodellare il naso. La settoplastica, invece, non si occupa di fattori estetici, ma interviene quando ci sono problemi funzionali e solo dopo il parere di un otorinolaringoiatra. Non è tutto. Tra gli interventi eseguiti da Tutino e spacciati per funzionali ce ne sarebbero alcuni di liposuzione e di ginecomastia, cioè di riduzione del seno dell'uomo. Si sarebbe, dunque, trattato di interventi estetici fatti rientrare fra le prestazioni previste dal Servizio sanitario nazionale. Insomma, lo Stato non poteva e doveva rimborsarli. Da qui l'ipotesi di truffa.

Il peculato sarebbe, invece, legato all'utilizzo da parte di Tutino di risorse e strumenti dell'ospedale pubblico. Sembrerebbe, infatti, che sotto i ferri sarebbero finiti pazienti che si erano rivolti al Tutino chirurgo plastico e libero professionista piuttosto che al Tutino medico ospedaliero. Il medico si sarebbe fatto pagare compensi non dovuto dai pazienti, camuffanfoli per prestazioni post operatorie, ad esempio le medicazioni. Gli stessi pazienti, inoltre, grazie alle cartelle compilate da Turino avrebbero ottenuto il rimborso delle prestazioni dal servizio sanitario. Non è ancora chiaro se ci siano sviluppi investigativi sul capitolo che riguarda i titoli presenti nel curriculum di Tutino. In particolare, le attenzioni del militari del Nas si era concentrata su una “sub specialità in Chirurgia cranio-facciale” conseguita fra aprile e settembre 1997 all'Ospedal General Gonzalez di Mexico City. Sulla nomina di Tutino si era aperto un contenzioso al Tar e alla fine il medico era rimasto al suo posto.

Tutino reagì alla notizia dell'avviso di garanzia sostenendo che fosse una risposta alle sue denunce sul malaffare in ospedale. Denunce che nei mesi scorsi il giudice che ha archiviato l'inchiesta su un collega di Tutino ha definito "strampalate". E parlò di invidie per la sua bravura - "sono il numero uno" - spazzando via il sospetto di chi riteneva che il suo arrivo a Palermo fosse stato spinto dalla politica.

Gli altri indagati
Nell'inchiesta che ha portato all'arresto di Matteo Tutino, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Chirurgia Plastica e Maxillo Facciale dell'ospedale Villa Sofia di Palermo sono coinvolti anche Damiano Mazzarese dirigente del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione dell'Azienda Ospedaliera l'ex commissario dell'azienda sanitaria Giacomo Sampieri e il direttore sanitario Maria Concetta Martorana.

La nota di Villa Sofia
"La Direzione strategica dell’Azienda Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello ha appreso dagli organi di stampa la notizia del provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo nei confronti del Responsabile dell’Unità di Chirurgia Plastica e Maxillo facciale, dr. Matteo Tutino, e attende, con il dovuto rispetto che si deve nei confronti di un’indagine così delicata e complessa, gli ulteriori sviluppi della vicenda. La Direzione adotterà gli opportuni provvedimenti che il caso richiede, per assicurare la continuità dell’attività assistenziale e tutelare l’immagine dell’Azienda e dei tanti professionisti che ogni giorno con coscienza e impegno lavorano per offrire all’utenza i migliori servizi sanitari.


http://livesicilia.it/2015/06/29/villa-sofia-arrestato-il-primario-tutino_643318/