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sabato 24 luglio 2021

Luca Bernardo, la denuncia: “Il medico candidato col centrodestra a Milano gira armato in ospedale”. Lui: “Di notte, mai in corsia. Querelo”.

 

Il consigliere regionale lombardo di + Europa - Radicali a Repubblica: "Non è un pettegolezzo: è una cosa nota nel mondo della pediatria milanese". L'interessato prima smentisce poi, interpellato dai giornalisti, cambia versione: "Se la notte rimango in ospedale, visto che sono stato minacciato, mi è capitato di portarla".

“Un candidato sindaco che va in giro armato non mi sembra un dettaglio insignificante. Aggiungerei: il candidato sindaco di una città di 1,4 milioni di abitanti. Io credo che Bernardo abbia il diritto e il dovere di chiarire”. Sono accuse pesanti quelle che Michele Usuelli neonatologo e consigliere regionale lombardo di + Europa – Radicali ha mosso a Luca Bernardo, primario di pediatria all’ospedale Fatebenefratelli ed esperto di bullismo in corsa per la poltrona di primo cittadino di Milano per il centrodestra, dalle colonne di Repubblica.

Accuse che però l’interessato respinge al mittente, minacciando querele. Anche se sulla questione ha dato due versioni diverse. “Ho il porto d’armi da 10 anni come tutti i medici”, ha dichiarato. E se in un primo momento, interpellato dall’Adnkronos ha smentito di essere “mai entrato in corsia con un’arma” e di averla “mai portata addosso”, intervenendo a margine di un evento a Milano, ha ammesso: “La pistola non l’ho mai portata in corsia in mezzo ai bambini. Sono sicuro al 100%. Se qualcuno mi ha visto vada in procura con le fotografie. Io sono entrato con l’arma in ospedale, l’ho avuta addosso, ma mai in corsia e mai quando giro o sono dentro con i pazienti. Ci mancherebbe altro. Significa che se la notte rimango in ospedale, visto che sono stato minacciato, mi è capitato di portarla, ma mai in corsia ne mai succederà. La tengo addosso, rimango nel mio studio e non visito”. L’ultima volta che ha portato la pistola in ospedale, risale a “diversi mesi fa”, ha detto. “Sinceramente non ricordo, non è la mia compagna di vita, la mia compagna di vita è mia moglie. Attualmente è in cassaforte da tanto tempo, anche perché al momento non ho necessità di portarla. L’arma è in cassaforte e lì rimane”. Il porto d’armi, ha ribadito Bernardo, “l’ho fatto perché, come alcuni altri medici, ho avuto problemi con alcuni pazienti che a volte possono essere instabili e alcuni miei colleghi sono stati uccisi da pazienti. Per fortuna io sono qui vivo, vegeto e candidato al Comune”.

A sollevare il caso è stato appunto il consigliere regionale di +Europa. “Gira con la pistola. Anche in ospedale, anche in reparto”, ha dichiarato a Repubblica. Aggiungendo che “non è un pettegolezzo: è una cosa nota nel mondo della pediatria milanese. Quando un primario entra in reparto ha addosso gli occhi di tutti”. Usuelli ha quindi chiesto spiegazioni e rassicurazioni a Bernardo, con il quale ha ricordato di aver lavorato insieme in gioventù: “È il più giovane primario che abbia mai conosciuto. Quando diventi primario così giovane i casi sono due: o sei un genio o hai costruito rapporti che ti hanno aiutato. Di Bernardo conosco pregi e limiti”. Quindi ne ha sottolineato la capacità di tessere relazioni che lo avrebbero aiutato con i finanziamenti per l’ammodernamento del suo reparto.

Ma la vicenda – soprattutto dopo che l’assessore leghista alla Sicurezza Massimo Adriatici a Voghera ha sparato e ucciso con la pistola che portava con sé in piazza Youns El Boussetaoui – ha scatenato commenti e scambio di accuse fra centrodestra e centrosinistra. Tra le prime a commentare c’è stata la deputata lombarda del Pd Lia Quartapelle: “La destra spieghi subito perché un medico che entra armato in ospedale renderebbe Milano più sicura”. Mentre il senatore di Leu Francesco Laforgia ha aggiunto: “Come potrebbe rendere ‘Milano più sicura’ un candidato sindaco, medico pediatra, che gira armato in ospedale?”. Mentre su Facebook è intervenuto l’eurodeputato dem Pierfrancesco Majorino: “Senza parole”, ha scritto. Poco dopo l’assessore milanese Paolo Limonta e Elena Lattuada di Milano unita hanno dichiarato: “E’ impensabile che un medico giri armato considerata la delicatezza del suo lavoro, tanto più in un reparto ospedaliero dove ci sono bambini”. Difende Bernardo invece il deputato Fdi Marco Osnato: “A Usuelli dico che anche lui ha bisogno del porto d’armi visto che le spara così grosse”. Così come l’assessore regionale alla sicurezza di Fdi Riccardo De Corato che parla di “diffamazione elettorale”, e l’azzurro Gianmarco Comazzi che rincara accusando Usuelli di “squallido attacco personale”.

ILFQ

Girano armati, ma non sanno che già questa situazione, nel caso gli capitasse di sparare e uccidere, costituirebbe prova a suo discapito perché insinuerebbe il sospetto di preventiva intenzionalità di uccidere?
Il porto d'armi ne legalizza il possesso, ma non che si possa andare in giro con l'arma in tasca.
Può girare armato solo chi rischia di essere vittima di furti, sequestri o ritorsioni, come nel caso degli Ufficiali giudiziari, ai parenti dei mafiosi pentiti, a chi è sotto scorta, ai tabaccai e gioiellieri, a imprenditori che, per motivi di lavoro, trasportano ingenti somme di denaro o beni di lusso.
E' da esaltati portarla ovunque si vada e denota anche una forte paura motivata dalla coscienza sporca per aver agito male in una qualsiasi situazione.
cetta.

giovedì 23 luglio 2015

"Titolo falso per fare il primario" Tutino, s'indaga per danno erariale. - Riccardo Lo Verso

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Dopo la Procura ordinaria si muove anche quella regionale della Corte dei Conti. L'ipotesi è che l'azienda ospedaliera Villa Sofia abbia provocato un danno erariale, assegnando al chirurgo plastico il ruolo di primario senza che ne avesse i titoli.

PALERMO - La Procura regionale della Corte dei Conti irrompe nel caso Tutino. I pubblici ministeri contabili ipotizzano che l'azienda ospedaliera Villa Sofia abbia provocato un danno erariale assegnando al chirurgo plastico il ruolo e di conseguenza lo stipendio di primario senza che ne avesse i titoli.

Negli uffici di via Filippo Codova sono iniziati gli interrogatori. L'impressione è che i pm contabili abbiano atteso gli esiti delle indagini della Procura ordinaria - Tutino è finito ai domiciliari e sotto inchiesta c'è pure l'ex commissario dell'azienda ospedaliera Giacomo Sampieri - prima di attivarsi.

Si parte dal tanto contestato curriculum del medico personale del governatore Rosario Crocetta che Sampieri volle accanto a sé, chiamandolo in comando da Caltanissetta dove si erano conosciuti quando era direttore sanitario del Sant'Elia. Poi, fu bandito il concorso per primario di Chirurgia plastica e maxillo facciale. Tutino vinse la concorrenza di altri candidati che fecero ricorso al Tar, sostenendo che il collega  non avesse i titoli. Il Tribunale amministrativo, però, dichiarò il ricorso inammissibile senza entrare nel merito.

Infine è arrivata l'inchiesta dei pubblici ministeri ordinari che contestano a Tutino il reato di falso. Avrebbe, infatti, omesso di avere riportato una condanna penale. Un precedente giudiziario che avrebbe bloccato la sua nomina, così come il procedimento disciplinare per alcuni interventi eseguiti senza autorizzazione a Caltanissetta. Il procedimento fu trasmesso a Palermo dove rimase, secondo l'accusa dolosamente, nel cassetto di Sampieri, fino a fare scadere i termini.

Agli atti dell'inchiesta c'è il parere che l'azienda sanitaria chiese al ministero dell'Istruzione sul “titolo conseguito da Tutino all'Albert Einstein College of Medicine” di New York. “Trattandosi di titolo conseguito a seguito di un percorso formativo della durata di cinque mesi - scrissero dal Miur - non può trovare corrispondenza con titoli accademici rilasciati da università italiane e pertanto non può essere oggetto di riconoscimento”. Insomma, non poteva essere utilizzato in Italia anche perché l'eventuale riconoscimento doveva passare dal ministero della Salute. Da qui l'inchiesta per il presunto danno erariale avviata ora dalla Procura regionale della Corte dei Conti.


http://livesicilia.it/2015/07/22/matteo-tutino-primario-falso-titolo-inchiesta-palermo-ospedale-villa-sofia-danno-erariale_649961/

venerdì 17 luglio 2015

Il dottore di Crocetta intercettato: la Borsellino va fatta fuori come il padre. Bufera sul governatore.



Le frasi choc di Matteo Tutino al telefono con il presidente della Regione Sicilia. Lui prova a difendersi: non ho sentito, sono sconvolto. La figlia del magistrato: mi vergogno per loro.


«Lucia Borsellino va fermata, fatta fuori. Come suo padre». Come Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992. Sono parole pesantissime, intercettate pochi mesi fa. A pronunciarle non è un boss, ma un medico di successo: Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia arrestato nei giorni scorsi e medico personale di Rosario Crocetta. All’altro capo del telefono c’è proprio il governatore della Sicilia, che ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell’assessore alla Salute della sua giunta (dimessasi qualche giorno fa), scelto come simbolo di legalità in un settore da sempre culla di interessi mafiosi. Lo rivela L’Espresso nel numero in edicola domani, anticipato sul sito on line del settimanale. 

«Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era una zona d’ombra, non so spiegarlo. tant’è che io al telefono non replico. Se avessi sentito quella frase, non so... avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so... sono sconvolto. Provo un orrore profondo», prova a difendersi Crocetta. E replica a chi chiede se ha intenzione di dimettersi: «Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto qualcosa? Il destino della Sicilia può essere legato a una frase, che non ho sentito, pronunciata dal mio medico? Non lo so».  

La stessa Lucia Borsellino ha commentato al giornale radio della Rai: «Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna per loro». Alla domanda su cosa pensi della giustificazione di Crocetta, Lucia Borsellino ha risposto glaciale: «Non spetta a me fare commenti al riguardo». La Borsellino si era dimessa il giorno dopo l’arresto di Tutino, medico personale di Crocetta. Al suo posto il governatore ha nominato assessore il capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi.