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domenica 15 marzo 2015

Costantini: “Piano di intervento dell’ARO approvato. Presenti errori gravi”

Costantini: “Piano di intervento dell’ARO approvato. Presenti errori gravi”

“Pessima gestione della delega. L’Assessore Lo Coco si dimetta”

Monreale, 15  marzo - “In una situazione così critica non sono ammessi errori o incapacità da parte di chi amministra”. 
Fabio Costantini, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Monreale, entra nel merito della questione rifiuti e lancia pesanti critiche sulle competenze dell’assessore al ramo, Giuseppe Lo Coco: “Abbiamo già dimostrato, durante il corso dell’ultimo Consiglio Comunale, come l’Assessore Lo Coco continuasse a sostenere che il Piano d’intervento Aro non fosse stato approvato e che questo causasse l’impossibilità di definire la modalità di gestione del servizio e come questa fosse un’informazione falsa.
Carte alla mano lo abbiamo sbugiardato presentando i documenti ufficiali (che sono stati allegati al verbale) dai quali si evince invece come sia avvenuta l’approvazione del Piano d’intervento Aro di Monreale”.
Secondo Costantini inoltre nel piano presentato vi sarebbero evidenti errori:

“A differenza del Dipartimento Regionale dell’acqua e dei rifiuti che non entra nel merito del piano (ma che ne prescrive semplicemente la conformità a parametri generali come ad es. il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro 31/12/2015), abbiamo analizzato il contenuto del piano e ci siamo resi conto di alcune “stranezze” che compromettono gravemente i risultati ottenuti. Infatti nel computo del costo del servizio risultano esser stati calcolati due stipendi in più (per un ammontare di €85.000) e, cosa ancora più grave, tra i proventi derivanti dalla vendita del materiale differenziato (materie prime post consumo), vi è una differenza nei valori di oltre €930.000!! In sintesi, le risultanze del piano d’intervento risultano maggiorate di oltre 1 Milione di Euro.
Si aggiunga infine come nel computo dei 73 profili operativi (e dei relativi costi) siano stati inclusi soggetti non più in servizio a vario titolo (decessi, pensionamenti, etc.) che si stimano essere intorno alle 9 unità, le cui remunerazioni sono state dunque ricomprese tra i costi del servizio.
Vi sono dunque circa 1,5 Milioni di Euro in più che, sommati al sacrificio delle remunerazioni richieste agli operai (derivante dalle riduzioni delle retribuzioni oggetto di concertazione) danno luogo a margini ampissimi per la riduzione delle tariffe e per un forte recupero di efficienza sul servizio.
Come se non bastasse, apprendiamo dai media come l’Assessore Lo Coco prosegua mendacemente nel fare affermazioni non corrispondenti al vero, infatti il suo nome non figura assolutamente tra gli 11 sottoscrittori richiedenti il Consiglio Comunale aperto nel quale si discuterà della tematica dei rifiuti e che darà modo a tutti i cittadini ed agli operai che lo riterranno, di poter partecipare ed intervenire direttamente in Consiglio Comunale.
Riteniamo a dir poco pessima la gestione di questa delega, ribadiamo come sarebbe opportuno che l’Assessore facesse un passo indietro, nell’interesse degli operai e di tutti i cittadini Monrealesi.

venerdì 25 aprile 2014

Arum italicum, comunemente conosciuto come aro, gichero, gigero, gicaro o anche pan di serpe e calla selvatica.



  



Il nome scientifico del genere (Arum) deriva dal greco Aron (ma anche, secondo altre etimologie, dall'ebraico “ar”); in entrambi i casi questi due termini significano “calore” e si riferisce al fatto che queste piante quando sono in piena fioritura emettono calore (caratteristica particolare del genere)[1]. Il nome specifico (italicum) si riferisce alle località dei primi ritrovamenti.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Arum italicum) è stato proposto dal botanico scozzese Philip Miller (1691 – 1771) nella pubblicazione ”The Gardeners dictionary – Ottava edizione” del 1768[2].

Tutta la pianta è velenosa; solo il contatto con la pelle provoca dermatiti. Si sono verificati casi di avvelenamento mortale in bambini attratti dalle sue bacche rosse, anche se difficilmente vengono ingerite in grande quantità, poiché la loro masticazione crea immediato dolore alla bocca. Il componente velenoso è l'acido ossalico (in particolare i cristalli diossalato di calcio) che però scompare con la cottura; infatti in tempi di carestia le popolazioni contadine mangiano i tuberi dopo averli cotti[22].
La parte ipogea (il rizoma) di questa pianta contiene amido e alcuni principi tossici (in parte eliminabili con l'essiccazione o la cottura). Altre sostanze contenute: grassi e saponine. La pianta ha in genere un sapore acre di pepe. Nella medicina popolare un preparato, polverizzando i tuberi, veniva usato come antielmintico (elimina svariati tipi di vermi o elminti parassiti) e antireumatico (attenua i dolori dovuti all'infiammazione delle articolazioni)[1].


Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Arum_italicum