Visualizzazione post con etichetta colon. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta colon. Mostra tutti i post

domenica 2 ottobre 2022

Tumori gastrointestinali, troppe diagnosi in ritardo: poca attenzione ai sintomi e alla prevenzione. - Vera Martinella

 

Colon, stomaco, pancreas, colangiocarcinoma delle vie biliari insieme contano oltre 78mila nuovi casi annui. Un terzo si potrebbe evitare con stili di vita sani.

Dolore addominale persistente, perdita di peso senza causa evidente, nausea, inappetenza, un generale senso di debolezza e stanchezza, sangue nelle feci o diarrea. Sintomi spesso sottovalutati o confusi con quelli di altre patologie, ma che per 78mila italiani ogni anno preannunciano la scoperta di un tumore gastro-intestinale. Tanti sono i nuovi casi diagnosticati ogni anno nel nostro Paese di cancro al colon retto, allo stomaco, al pancreas o alle vie biliari. Malattie che se da un lato vengono troppo spesso individuate tardi, quando sono ormai in fase avanzata, più difficili da curare e con meno probabilità di guarire, d’altro canto possono pure in gran parte essere prevenute con corretti stili di vita. E che è importante siano trattate in centri di riferimento, dove lavorano specialisti di esperienza e che si confrontano in gruppi multidisciplinari. Per questo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) ha deciso di lanciare una nuova campagna informativa, presentata oggi a Roma durante la seconda giornata del congresso nazionale Aiom. «Come sempre in oncologia bisogna puntare sulle diagnosi precoci e le terapie efficaci – ricorda Giordano Beretta, presidente di Fondazione Aiom -. Il tempo è prezioso e individuare una neoplasia ai primi stadi significa poter intervenire in modo meno invasivo, con maggiori possibilità di eradicarla del tutto».   

Colon: 8 su 10 si potrebbero evitare.

Ecco perché è importante non trascurare sintomi, seppur vaghi e parlare con un medico che deciderà se e quali accertamenti fare in base al singolo caso. C’è poi un semplice esame che può salvare la vita: il test del sangue occulto nelle feci (Sof) viene offerto dal Servizio sanitario nazionale a tutti i cittadini fra i 50 e i 70 anni che ricevono, ogni due anni, una lettera da parte della propria Asl con l’invito ad andare nella farmacia più vicina a ritirare un piccolo contenitore nel quale raccogliere un campione di feci, per poi restituirlo e ricevere la lettera con il referto a casa nell’arco di un paio di settimane. «Con 43.700 nuovi casi annui è il secondo tipo di cancro più frequente nel nostro Paese ed è anche il secondo nella poco ambita classifica dei più letali – aggiunge Beretta -: 8.700 casi l’anno sono individuati quando hanno già sviluppato metastasi, ma nove tumori del colon su 10 potrebbero essere evitati individuando adenomi e polipi prima che evolvano in un carcinoma vero e proprio. Ci vogliono anni, ma la metà degli italiani butta l’invito a fare il test Sof nel cestino».  

Stomaco, pancreas, colangiocarcinoma: tante diagnosi in ritardo.

«Per le altre patologie invece non esistono esami di screening da poter fare a tappeto su tutta la popolazione di una certa età – spiega Saverio Cinieri, Presidente Nazionale AIOM. Anzi sono malattie oncologiche silenti e che tendono a comparire con segnali evidenti quando ormai è tardi. Ogni anno in Italia sono 14.500 le diagnosi di tumore allo stomaco, 14.300 quelle al pancreas e 5.400 i colangiocarcinomi, rari tumori delle vie biliari. Sono tutte malattie che ancora troppo spesso vengono individuate in stadio avanzato, non di rado metastatico, quando abbiamo meno trattamenti efficaci a disposizione, anche se negli ultimi anni le cose sono un po’ cambiate e in alcuni casi, grazie alle nuove terapie migliora l’aspettativa di vita dei pazienti, in qualità e quantità». I numeri inquadrano il problema: soltanto il 7% delle neoplasie gastriche è diagnosticato nelle fasi iniziali, così la sopravvivenza dei pazienti a cinque anni è attorno al 30% (rispetto al 65% del colon), per il colangiocarcinoma scende purtroppo al 15% e per il pancreas è di poco superiore al 10%.  

L’importanza dell’esperienza.

«La ricerca scientifica ha messo a punto, nel corso degli ultimi anni, dei trattamenti chemioterapici e farmaci innovativi che stanno migliorando progressivamente le opportunità di cura e aumentando l’aspettativa di vita - dice Nicola Silvestris, membro del consiglio direttivo Aiom -. Vogliamo dare speranza a malati e familiari e sottolineare l’importanza di gestire le quattro neoplasie in stadio avanzato solo in centri di riferimento e che garantiscano un reale approccio multidisciplinare. Sono diverse le figure professionali coinvolte: oncologo, chirurgo, anatomo-patologo, radioterapista, nutrizionista e psicologo. Le strutture sanitarie devono avere le giuste competenze e tecnologie soprattutto per la somministrazione dei trattamenti chirurgici. Sono operazioni difficili e che possono presentare molte complicanze. Emblematico in questo senso è il tumore del pancreas che può essere curato con il bisturi nel 20% dei casi: diverse ricerche, anche italiane, hanno chiaramente dimostrato che la mortalità è più elevata nei centri che operano poco». 

Cibo, sovrappeso, alcol, fumo, sedentarietà: così nasce un terzo dei tumori.

I tumori del tratto gastro-intestinale risentono di stili di vita scorretti a partire dall’alimentazione. «Alla cattiva alimentazione è riconducibile più del 30% di tutti i carcinomi solidi - ricorda Filippo Pietrantonio, membro del Direttivo Aiom – e ciò che mettiamo nel piatto influisce pesantemente anche sulle neoplasie dell’apparato digerente Fattori dietetici quali il consumo di carni rosse e di insaccati, farine e zuccheri raffinati e il consumo di cibi salati, conservati o affumicati fanno salire il pericolo di ammalarsi, come l’eccessivo consumo di bevande alcoliche e il fumo. Le probabilità aumentano anche per chi è sovrappeso, obeso e per chi fa scarsa attività fisica». L’iniziativa informativa Aiom «Qualità di vita nel Paziente con Neoplasia Avanzata nei Tumori Gastro-Intestinali» (resa possibile da un educational grant del Gruppo Servier in Italia) partirà nelle prossime settimane e prevede una campagna social specifica sugli account ufficiali della società scientifica. Verranno poi organizzati quattro webinar a ridosso delle giornate mondiali dedicate alle neoplasie (novembre per pancreas e stomaco; febbraio per colangiocarcinoma e marzo per colon-retto).


https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/22_ottobre_02/tumori-gastrointestinali-troppe-diagnosi-ritardo-poca-attenzione-sintomi-prevenzione-b5b7bc1a-423f-11ed-871a-59e2564d42f3.shtml

domenica 14 agosto 2022

Scoperto vaccino anti-cancro, istruisce le difese.

 

Studio italiano, guida risposta immunità. Test su tumore colon.

Entra in circolo e, come un cavallo di Troia, porta con sé le istruzioni per rendere riconoscibili le cellule tumorali al sistema immunitario.

Attraverso questa azione, potenzia la risposta contro il cancro e anche l'efficacia dei farmaci immunoterapici, contrastando i fenomeni di resistenza a questi trattamenti.

Sono queste le potenzialità del vaccino anti-cancro messo a punto da ricercatori italiani. Le sue caratteristiche sono state illustrate su Science Translational Medicine da ricercatori del laboratorio Armenise-Harvard di immunoregolazione presso l'Italian Institute for Genomic Medicine (Iigm) e della biotech italo-svizzera Nouscom.

Quello dei vaccini terapeutici contro il cancro è un filone in cui la ricerca è impegnata da tempo. Come per i vaccini preventivi usati per le malattie infettive, il loro scopo è istruire il sistema immunitario a riconoscere e combattere il pericolo. In questo caso si tratta del cancro, che viene identificato sulla base di proteine peculiari delle cellule tumorali. Esistono diverse strategie allo studio: una di queste, quella dell'RNA messaggero su cui si fondano alcuni vaccini contro Covid-19, deriva proprio da questo filone di ricerca. In questo caso, il vaccino usa un adenovirus di gorilla, reso innocuo e incaricato di trasportare diversi tratti delle cellule tumorali contro cui indirizzare il sistema immunitario. Il prodotto è stato oggetto di uno studio clinico che ha coinvolto 12 pazienti affetti da un sottotipo di tumore del colon (definito con instabilità dei microsatelliti) in fase metastatica. I pazienti, oltre al vaccino, hanno ricevuto un farmaco immunoterapico appartenente alla famiglia degli inibitori dei checkpoint immunitari e hanno risposto in larga parte al trattamento; l'efficacia in alcuni di loro si è protratta per circa due anni.   

Il team ha scoperto che il vaccino esercita la sua azione aumentando alcune cellule immunitarie che hanno la funzione di identificare e uccidere le cellule infettate da virus o quelle tumorali. Si tratta di una particolare popolazione di linfociti CD8+ con caratteristiche simili alle cellule staminali e che riesce a sfuggire ai meccanismi di esaurimento a cui di solito vanno incontro le cellule immunitarie esposte cronicamente al cancro. Ciò permette di avere una riserva capace di combattere la malattia. "Abbiamo capito qual è il meccanismo di azione che determina l'efficacia del vaccino: grazie a questa aumentata conoscenza possiamo trasformare le nostre analisi sperimentali in terapie mirate più precise per ogni paziente", spiega Luigia Pace, direttrice del laboratorio di immunoregolazione Armenise-Harvard con sede presso l'Irccs Fondazione del Piemonte per l'Oncologia di Candiolo. "Inoltre, considerato che la tecnica per realizzare questi vaccini è decisamente collaudata e che i dati ottenuti nella prima sperimentazione clinica sono molto promettenti, si prospetta la concreta possibilità di creare nuovi vaccini efficaci contro molti altri tipi di cancro", conclude. Il lavoro è stato condotto grazie anche al sostegno di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2022/08/11/scoperto-vaccino-anti-cancro-istruisce-le-difese_132380ac-fbe6-4810-b1a3-7de22942eca3.html

lunedì 8 agosto 2022

Burioni e le cure per il cancro: il caso dei 12 pazienti guariti da un tumore del colon-retto senza chemioterapia e chirurgia.

 

l professore del San Raffaele parla della terapia sperimentale con il farmaco Dostarlimab.

Il professor Roberto Burioni oggi su Repubblica parla delle cure contro il cancro. E racconta della ricerca del Memorial Sloan Kettering Cancer Center (MSK) su dodici pazienti con un tumore del colon-retto localmente avanzato e con un deficit di funzionalità del sistema di riparazione del Dna (MMR). Che ha avuto risultati straordinari: dopo sei mesi di terapia con il farmaco Dostarlimab il cancro è scomparso. Senza chemioterapia, radioterapia o chirurgia. Il professore del San Raffaele avverte che il tumore potrebbe tornare negli anni e le sue alterazioni genetiche lo rendevano più vulnerabile. Ma l’ottimismo c’è lo stesso: «Il farmaco che è stato somministrato impedisce al tumore di bloccare le cellule immunitarie. Non si vede più niente, i pazienti appaiono completamente guariti».

La ricerca.

«Ecco, la scomparsa completa di 12 cancri del retto in 12 pazienti, senza neanche l’intervento chirurgico, è qualcosa che non si era mai visto prima, e che non può non lasciarci a bocca aperta», conclude Burioni. La vicenda è stata raccontata all’ultimo Congresso Mondiale di Oncologia. I ricercatori hanno condotto uno studio su 12 pazienti con età media di 54 anni (il 62% donne). La loro diagnosi era di un adenocarcinoma rettale di stadio 2 e 3 con deficit di riparazione del mismatch. A questi pazienti è stato somministrato un anticorpo monoclonale anti-PD-1, il dostarlimab in monoterapia, ogni tre settimane per sei mesi a cui far seguire poi chemioradioterapia standard o chirurgia.

Tutti i 12 pazienti che hanno iniziato il trattamento hanno ottenuto una risposta clinica completa senza evidenza di tumore dalla risonanza magnetica, dalla PET, dall’endoscopia, dall’esame rettale o dalla biopsia. In Italia vengono diagnosticati ogni anno 44 mila casi di tumore al colon-retto. Colpisce preferibilmente le persone con più di 60 anni. I fattori di rischio sono il fumo, l’obesità, la scarsa attività fisica e il consumo di carni rosse e insaccati. Il 65% dei pazienti sconfigge la malattia, ma quando il tumore è individuato in fase avanzata, le possibilità di batterlo sono limitate.

https://www.open.online/2022/08/08/roberto-burioni-tumore-colon-retto-pazienti-guariti/

mercoledì 6 luglio 2022

Tumore del colon retto: in 12 pazienti scompare del tutto grazie a immunoterapia ablativa. - Irma D'Aria

 

Presentato ad Asco uno studio del Memorial Sloan Kettering Cancer Center che mostra come somministrando un anticorpo monoclonale anti-PD-1 sia stato possibile evitare chirurgia e chemioterapia con una risposta del 100%.

Senza chirurgia, né radio o chemioterapia. Guarire del tutto è stato possibile per 12 giovani pazienti con un tumore del colon retto localmente avanzato e con un deficit di funzionalità del sistema di riparazione del Dna (MMR), una condizione purtroppo associata ad una diminuzione della sopravvivenza e ad una minore risposta alla chemioterapia convenzionale.

Eppure, proprio per questa caratteristica, i pazienti hanno ottenuto una risposta del 100% al trattamento immunoterapico dostarlimab. Risultati straordinari presentati al Congresso mondiale di oncologia (abstract 16) e contemporaneamente pubblicati sul New England Journal of Medicine dai ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center (MSK).

https://www.repubblica.it/salute/dossier/oncoline/2022/06/06/news/tumore_del_colon_retto_in_12_pazienti_scompare_del_tutto_grazie_allimmunoterapia_ablativa_-352742957/?ref=fbpr&fbclid=IwAR2trVsmRNCPlYaPB2wxEh0lJHTG_U1Ordbkq74RKbKvSAU9cGGrcUoDFZU

martedì 11 febbraio 2020

Al Maggiore primo intervento al mondo di asportazione di colon e fegato eseguito con robot „Al Maggiore primo intervento al mondo di asportazione di colon e fegato eseguito con robot.“


Risultato immagini per ospedale maggiore bologna

Al Maggiore primo intervento al mondo di asportazione di colon e fegato eseguito con robot
Ad eseguirlo, Elio Jovine -direttore del Dipartimento Chirurgico dell’Azienda Usl di Bologna- e la sua equipe.
Al Maggiore primo intervento al mondo di asportazione di colon e fegato eseguito con robot

il primo caso al mondo di intervento chirurgico eseguito interamente con il robot, di asportazione contemporanea di colon e fegato con tecnica alpps, ovvero di rimozione della parte malata e ripristino della completa circolazione epatica. Ad eseguirlo, all’Ospedale Maggiore di BolognaElio Jovine, direttore del Dipartimento Chirurgico dell’Azienda Usl di Bologna, e la sua equipe.  
La vicenda ha riguardato una donna di 61 anni con tumore del colon sinistro e metastasi epatiche multiple nella parte destra del fegato, resistenti ai trattamenti chemioterapici. Per evitare l’asportazione di ampie parti di tessuto epatico, compromettendo così la vita della paziente, Jovine e la sua equipe hanno proceduto, invece, con tecniche chirurgiche che consentono la ricrescita del fegato rimanente. Si tratta di tecniche complesse che vanno eseguite con particolare tempestività. Utilizzando il robot, è stato asportato il colon sinistro e separato il lato destro del fegato da quello sinistro, per consentire la più rapida ricrescita possibile del fegato. 
Dopo 5 giorni di degenza post operatoria, la signora è rientrata a casa in buone condizioni di salute per un periodo di circa 2 settimane, necessarie per la ricrescita e il funzionamento del fegato, testimoniate da particolare indagini diagnostiche, radiologiche e scintigrafiche, d’avanguardia.
Rientrata al Maggiore, sempre con tecnica robotica, la signora è stata quindi sottoposta alla asportazione di tutta la parte malata del fegato, la destra. La ricrescita ed il ripreso funzionamento della parte sinistra del fegato hanno scongiurato il rischio di insufficienza epatica post operatoria. 
"Rapido il decorso post operatorio. La signora è rientrata a casa, infatti, dopo soli cinque giorni di ricovero all’Ospedale Maggiore", fanno sapere dal nosocomio, aggiungendo che "si tratta del primo intervento documentato al mondo di questo tipo, eseguito interamente con il robot. In precedenza Jovine e la sua equipe lo avevano già effettuato per via laparoscopica". 


sabato 4 giugno 2016

Curarsi il cancro con 20 euro: la terra del Molise restituisce la speranza


TERMOLI. “La ricerca è partita due anni fa – spiega all’Adnkronos Salute Stefania Meschini, ricercatrice dell’Istituto superiore di sanità che ha testato l’estratto di Prunus – ed è nata da una collaborazione con l’azienda Biogroup. Queste è una pianta italiana che, soprattutto in Molise, ha trovato un habitat particolarmente efficace per sviluppare al meglio le proprietà antiossidanti, ma contiene anche molti flavonoidi. Siamo partiti con la sperimentazione in laboratorio trattando le cellule cancerose di pazienti con cancro al colon, polmone e cervice uterina con l’estratto della pianta. Ma da solo non funzionava pur non essendo tossico. Quindi – prosegue – l’abbiamo addizionato a un particolare complesso a base di aminoacidi, minerali e vitamine, denominato Can

Questo ’mix’ è stato in grado di ridurre la sopravvivenza delle cellule tumorali e di eliminare tra il 70% e il 78% delle cellule cancerose nell’arco di 24 ore”.
Ed è così che il Molise irrompe nelle speranze di tutto il Mondo. La notizia (quanto vi riportiamo è estratto dell’Adnkronos salute) dell’integratore, messo a punto dalla collaborazione tra l’Iss e l’azienda Biogroup, da giugno in vendita in farmacia nella formulazione in pasticche, verrà presentato ufficialmente il 27 giungo all’Expo di Milano è quanto di meglio ci si poteva aspettare. L’antidoto ai tumori starebbe proprio nella più dimenticata regione d’Italia che, per molti, addirittura non “esiste”.
“Sono molte le piante ’antitumorali’ che studiamo all’Iss e che possono aiutare le terapie oncologiche tradizionali – ricorda Meschini – è un settore che potrà offrire ancora molte possibilità, ma servono fondi per studi e ricerche. Senza lasciar fuori da questo discorso le aziende”.
Bello smarco per la nostra Regione ma al di là di tutto, resta la speranza di poter ripartire da questa scoperta per tentare di “sconfiggere” o quantomeno indebolire uno dei mali più incurabili che la storia ricordi.
Lo studio sul Prunus – riporta l’AdnKronos salute – è stato presentato al IV Congresso internazionale di Medicina biointegrata a Roma. “Le qualità di questa pianta sono note nel territorio del Molise – osserva Mastrodonato – dalle bacche, drupe in dialetto, si produce il liquore Trignolino. Quello che abbiamo fatto grazie a questa collaborazione con l’Iss e la Biogroup è stato trovare la giusta formulazione del complesso attivatore nutraceutico, poi brevettato, che ’accende’ l’effetto antitumorale del Prunus. I test in vitro – prosegue Mastrodonato – su linee cellulari umane colpite da cancro a colon, polmone e cervice uterina ne hanno dimostrato l’efficacia. Abbiamo un’arma in più per medici e pazienti – conclude – da aggiungere alle terapie oncologiche tradizionali”.
Torna attuale, quindi, la grande conoscenza dei nonni che, per l’appunto, da generazioni conoscono le proprietà benefiche delle foglie e dei suoi frutti dal colore blu di questa pianta, tanto da utilizzarli per produrci il liquore trignolino.
Ma non solo, le stesse sono anche utilizzate in aggiunta al tabacco della pipa. Adesso al via la sperimentazione … obiettivo “sperare di abbattere questo male”.
In fase di realizzazione del prodotto, quanto viene estratto dal Prunus viene abbinato a un composto studiato e brevettato ad hoc a base di aminoacidi, minerali e vitamine, denominato Can, per poter penetrale sin dentro la cellula.
Infine, il presidente della Società italiana di medicina biointegrata (Simeb), Franco Mastrodonato, ha precisato a Tgcom24 che “per motivi etici abbiamo ottenuto che il prezzo a confezione sia assolutamente accessibile, intorno ai 20 euro, rispetto ad un costo inizialmente stimato come molto più elevato”. In occasione dell’Expo di Milano, poi, “lo studio sulle potenzialità del prugnolo – annuncia l’esperto – sarà presentato, il 25 giugno, alla comunità scientifica internazionale, nell’ambito di un convegno sulle terapie oncologiche integrate”.

mercoledì 13 aprile 2016

Come pulire il colon in modo naturale.




Il colon, anche conosciuto come intestino crasso, si trova alla fine del sistema digerente. Tra le sue funzioni c’è quella di espellere le feci, ma è anche relazionato con il nostro sistema immunitario.
Pulire il colon è molto importante al fine di evitare malattie come cancro colo-rettale, polipi, colite, diverticolite, colon irritabile, ecc. e molte altre che possono derivare da queste. Vi presentiamo gli alimenti più adeguati per mantenerlo in salute.

Alimenti ricchi di fibra

Se pensiamo agli alimenti più salutari per l’intestino, la prima cosa che ci viene in mente è la fibra. Ma non è importante soltanto evitare i prodotti raffinati: dovremmo anche scegliere gli alimenti che la contengono già in natura, evitando quelli in cui la fibra è stata aggiunta artificialmente. Oggi giorno, per esempio, il pane integrale di solito non è realmente prodotto con farina integrale, ma si prepara con farina bianca a cui viene successivamente aggiunta della crusca. Per questo dovreste cercare sempre di scegliere alimenti ricchi di fibra e che abbiano subito meno trasformazioni possibili.
Trovate naturalmente della fibra nei seguenti alimenti di origine vegetale:
  • Frutta fresca e disidratata
  • Verdure e ortaggi
  • Legumi
  • Frutta secca
  • Cereali integrali come riso, miglio, quinoa o granoturco, anche contenuti nel pane e nella pasta.

Acqua

Quando aumentate la quantità di fibra nella vostra dieta, è importante aumentare anche il consumo di acqua tra un pasto e l’altro, perché altrimenti durante i primi giorni potreste soffrire di stitichezza, a causa della mancanza di liquidi.
È consigliabile bere almeno tra i 6 e i 10 bicchieri al giorno, tenendo in conto che la quantità di acqua di cui il vostro corpo necessita dipende dall’età, dall’attività fisica che svolgete e dalla temperatura esterna. Inoltre possono influire anche alcune malattie dei reni o insufficienze cardiache congestizie. In questi casi vi raccomandiamo di consultare il vostro medico.

Calcio

Alcuni studi hanno dimostrato che il calcio ridurrebbe il rischio di cancro del colon e del retto. È buona norma assumerlo attraverso alimenti che lo contengono in modo naturale e, per assimilarlo meglio, evitare tutti quelli che si presentano come “arricchiti di calcio”. Lo troverete nei seguenti alimenti:
  • Sesamo (semi, tahin, olio, gomasio…)
  • Ortaggi a foglia verde (spinaci, bietole, broccoli…)
  • Salmone
  • Sardine
  • Mandorle (anche nelle bibite)

Risultati immagini per Ortaggi a foglia verde (spinaci, bietole, broccoli…)  

Vitamina D

Quando parliamo del calcio facciamo riferimento anche alla vitamina D, visto che questa è imprescindibile per assimilarlo nel modo adeguato. Per di più, è un altro dei modi per prevenire il cancro al colon e al retto.
La vitamina D viene spesso chiamata la vitamina della “luce del sole”, visto che il corpo la produce quando la pelle viene esposta direttamente ai raggi solari. Potete quindi prendere il sole per un breve lasso di tempo e, possibilmente, di prima mattina o nel tardo pomeriggio.
Ci sono anche alcuni alimenti che la contengono:
  • Salmone
  • Sgombro
  • Sardine
  • Uovo
  
Se vivete in una zona poco soleggiata durante tutto l’anno, potete prendere in considerazione l’idea di assumerla attraverso degli integratori per alcuni periodi.

Acido folico

L’acido folico, o vitamina B9, aiuta l’organismo a creare nuove cellule e, oltre ad essere fondamentale durante la gravidanza e ad avere numerose proprietà, riduce anche il rischio di soffrire di cancro al colon. Lo troviamo all’interno di:
  • Ortaggi a foglia verde (bietole, broccoli, spinaci)
  • Asparagi
  • Piselli
  • Lenticchie
  • Ceci
  • Fragole
  • Arance
  • Papaya

Risultati immagini per Ortaggi a foglia verde (bietole, broccoli, spinaci)    

Magnesio

Questo minerale viene impiegato per trattare i disturbi della digestione associati al tratto intestinale, come il colon irritabile, e aiuta anche a ridurre il rischio di cancro. È bene assumere alimenti ricchi di magnesio ogni giorno:
  • Cacao
  • Semi di zucca
  • Semi di lino
  • Semi di girasole
  • Mandorle
  • Anacardi
  • Noci del Brasile
  • Fagioli bianchi di Spagna
  • Piselli
  • Ortaggi a foglia verde
    

È possibile anche assumere un integratore di cloruro di magnesio o citrato di magnesio per due o tre mesi.

Attenzione alla carne rossa e trattata

Per mantenere una buona salute intestinale, dobbiamo anche tener conto di alcuni alimenti che non la beneficiano, poiché, depositandosi nell’intestino, possono putrefarsi e alla lunga arrivare ad intossicare l’organismo. È questo il caso delle carni rosse e trattate. Per questo motivo, è meglio optare per la carne di pollame ecologica, il pesce, le uova, i legumi, ecc. Questi alimenti vi forniranno le proteine e l’energia necessarie per l’organismo.

Attenzione ai latticini

Se soffrite di colon irritabile dovrete evitare, oltre alle carni rosse, anche il latte e i suoi derivati. Potete fare una prova per un mese e poi reinserirli nella vostra dieta. Se non li tollerate bene, il vostro intestino reagirà immediatamente.
Durante questo lasso di tempo, potete sostituire il latte con delle bevande vegetali.

Il kuzu, un regolatore intestinale

Il kuzu, o kudzu, è una radice in polvere che ha delle meravigliose proprietà rigeneranti e regolatrici per il colon. Come potete assumerlo? Diluite un cucchiaio di kuzu tritato in un bicchiere di acqua fredda, evitando di utilizzare un cucchiaio di metallo (meglio in legno o in ceramica). Fate poi bollire il liquido in un pentolino e a fuoco lento, senza dimenticarvi di mescolare costantemente. Dopo un paio di minuti vedrete cambiare la consistenza e il colore del liquido, che diventerà denso e trasparente. Spegnete quindi il fuoco, lasciatelo raffreddare e assumetelo lontano dai pasti. Potete prenderlo una o due volte al giorno, finché non noterete dei miglioramenti.