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giovedì 27 dicembre 2012

Elezioni, nel Pdl spunta la Lega Sud per “salvare” Cosentino e Dell’Utri. - Giuseppe Pipitone


Marcello Dell'Utri


L'ipotesi di creare una "scatola" elettorale per gli impresentabili gravati da seri guai giudiziari è confermata da fonti interne al partito, anche se arrivano le smentite ufficiali. L'operazione ruoterebbe intorno a Gianfranco Miccichè, leader di Grande Sud in Sicilia rimasto legato a Berlusconi. Il senatore a ilfattoquotidiano.it: "Buona idea, io mi candido comunque per legittima difesa".

“Non sarebbe una cosa negativa: ce pinsari (ci devo pensare n.d.a.)”. Così Marcello Dell’Utri commenta da Santo Domingo a ilfattoquotidiano.it la carta a sorpresa che Silvio Berlusconi potrebbe estrarre dalla manica per le prossime elezioni politiche. Ovvero un’unica grande Lega del Sud, guidata da due politici già noti alle procure di mezza Italia, per recuperare consensi e frenare lo spappolamento del Pdl nel meridione. Alla guida della costola meridionale del Pdl, Berlusconi piazzerebbe due fedelissimi con un curriculum giudiziario di tutto rispetto: lo stesso Dell’Utri, già condannato in primo e secondo grado per concorso esterno alla mafia e considerato dalla procura di Palermo “l’uomo cerniera” che condusse a Berlusconi “le richieste di Cosa Nostra” nel 1994, è l’uomo che condurrebbe l’operazione in Sicilia, mentre l’ex sottosegretario considerato vicino agli ambienti della Camorra Nicola Cosentino guiderebbe il partito indipendentista di matrice berlusconiana nella sua Campania. Un’indiscrezione lanciata oggi da La Stampa e confermata a ilfattoquotidiano.it dai vertici romani del Pdl. 
“Io mi candido certamente al Senato per legittima difesa, per difendermi da queste operazioni che ora si sono viste essere di natura politica”, spiega Dell’Utri. “Certo quest’ipotesi che mi prospettate è tutta da pensare, io stesso ci dovrei pensare, ma è tutt’altro che negativa”.
Un’operazione, quella della Lega del Sud, che nascerebbe sulla strada già tracciata da Gianfranco Miccichè, l’ex luogotenente di Berlusconi in Sicilia, che da qualche tempo ha deciso di “mettersi in proprio”. Solo a pomeriggio inoltrato Miccichè si è preoccupato di smentire l’indiscrezione: ”Non sono a conoscenza di progetti simili. Smentisco pertanto le indiscrezioni pubblicate oggi da ‘La Stampa’”. Ma che l’ipotesi sia almeno allo studio trova conferme non ufficiale nel partito. 
 Già nel 2009 Gianfranco Miccichè, ex manager di Publitalia, aveva dato vita al Pdl Sicilia, una fronda interna al “partito del predellino”, nata per continuare ad appoggiare l’allora governatore Raffaele Lombardo. L’operazione fallì in meno di un anno e i rapporti tra Miccichè e dirigenti meridionali del Pdl si deteriorarono definitivamente. Nacque così Forza del Sud, poi diventata Grande Sud, il secondo partito indipendentista siciliano, che in poco tempo riuscì a sottrarre consensi al Pdl. Tra Berlusconi e Miccichè i rapporti rimasero però ottimi, tanto che per le ultime elezioni regionali in Sicilia l’ex presidente del consiglio avrebbe voluto proprio il suo ex delfino come candidato governatore di tutto il centrodestra. Il segretario del Pdl Angelino Alfano, però, si mise di traverso e alla fine Miccichè dovette correre da solo, contro lo stesso partito di B.
I contatti tra Arcore e il leader di Grande Sud però sono continuati, garantiti da un trait d’union d’eccezione: lo stesso Dell’Utri, al quale molti accreditano il ruolo di eminenza grigia di Grande Sud, la stessa posizione occupata nei primi anni ’90 quando fu tra gli inventori di Forza Italia. Fraterno amico di Miccichè, che gli affiderebbe “le chiavi di casa e i miei figli”, sarebbe stato Dell’Utri a fornire i consigli strategici necessari a creare Grande Sud, costola del Pdl siciliano con una robusta iniezione di indipendentismo. Una ricetta che fino adesso ha funzionato, garantendo al partito di Miccichè una forte presenza nei quartieri popolari palermitani. Ed è proprio in vista delle elezioni politiche che Berlusconi non si è mai opposto alle strategie di Miccichè, che finora gli ha solo sottratto voti in turni elettorali importanti come le amministrative di maggio e le ultime elezioni regionali in Sicilia.
L’idea adesso sarebbe quella di confederare il partito di Miccichè, con un movimento che in Campania sarebbe appunto guidato da Nicola Cosentino: una sorta di Lega  del Sud, costola del Pdl, per recuperare terreno nei confronti del Pd, cominciando proprio dai quartieri popolari, dove Grande Sud ha finora dimostrato di essere molto presente.
L’idea di una lega meridionale non è però esattamente originale. Nei primi anni ’90 il boss Leoluca Bagarella spinse per la creazione di Sicilia Libera, un partito di forte spinta indipendentista che avrebbe dovuto incarnare gli interessi di Cosa Nostra. Nel 2001, nella richiesta di archiviazione dell’indagine sui “Sistemi Criminali”, la procura di Palermo scriveva che “nei primi anni ’90 i nuovi soggetti politici, consistenti in varie leghe meridionali da aggregarsi poi in un’unica Lega meridionale avrebbero dovuto agire in sinergia con la Lega Nord, movimento allora emergente e in grande crescita, che perseguiva da anni un autonomo progetto politico accentuatosi in quella fase storica in direzione del secessionismo di alcune regioni del settentrione.  La creazione di uno Stato autonomo nel Sud con prerogative di sovranità avrebbe consentito di monopolizzare la gestione politica degli interessi economici leciti e illeciti, trasformando questa parte del paese in una sorta di zona franca, governata da soggetti espressione del sistema criminale”.

mercoledì 12 dicembre 2012

Il M5S NON DEVE partecipare alle elezioni!

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Fate attenzione ai tempi
Giovedì 6 dicembre il M5S, dopo le votazioni on line, riesce a predisporre le liste per il Parlamento in tutta Italia e può iniziare il processo di raccolta delle firme nelle diverse circoscrizioni. 
Nella stessa settimana la Commissione Affari Costituzionali alza bandiera bianca per modificare la legge elettorale attuale e ridurre il peso del M5S, o addirittura eliminarlo con regole ad hoc (come l'esistenza obbligatoria di uno Statuto a immagine e somiglianza di quello dei partiti). 
Esiste ancora un modo però per bloccare il M5S: il tempo. Va quindi in onda la manfrina del pdl contro la politica del governo appoggiata a 90 gradi per più di un anno, dall'IMU, all'aumento dell'IVA, all'aumento delle tasse. 
Rigor Mortis, offeso, si dimette da solo, senza essere sfiduciato dalle Camere, in modo assolutamente irrituale (forse anche incostituzionale). 
Invece di andare in Parlamento va da Napolitano. 
La data delle elezioni deve essere quindi fissata il più presto possibile per evitare l'innalzamento dello spread (?!). 

Al voto, al voto! 

All'inizio si anticipa a marzo, poi, perso ogni senso del pudore, a febbraio. 
Per la prima volta l'Italia va a votare anticipatamente senza che il governo in carica sia stato sfiduciato dal Parlamento e ci va sotto la neve, come per centomila gavette di ghiaccio, come se fossimo in guerra. 
Il tempo per raccogliere le firme diventa così per il M5S quasi impossibile. Pochissime settimane per decine di migliaia di firme. 
Per i partiti il problema non si pone. Loro, in quanto già in Parlamento, non devono autenticarne neppure una di firma e le liste dei candidati le faranno come sempre a tavolino, in un paio d'ore, tra un marsala e un caffè. 
Alla faccia della democrazia. Io non mi arrendo, ma ho bisogno di tutto l'aiuto possibile per organizzare nei due prossimi fine settimana dei "Firma day" in tutta Italia. Abbiamo il dovere di provarci. Se poi non ci riusciremo e resteremo fuori dal Parlamento, la responsabilità sarà dei partiti, del Governo, delle Istituzioni. 
Dovranno assumersi ogni responsabilità di aver impedito con un colpo di mano la partecipazione del M5S e aver fatto eleggere un Parlamento totalmente delegittimato con un'astensione superiore al 60%. 
Ci vediamo in Parlamento, o dentro o fuori. Sarà un piacere.

http://www.beppegrillo.it/2012/12/il_m5s_non_deve_partecipare_alle_elezioni.html