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lunedì 14 settembre 2020

Speronata dal fratello perché ha una relazione con trans, cade da scooter e muore.

 Maria Paola Gaglione (Da Facebook) © ANSA

Attesa oggi la convalida del arresto di Michele Antonio.

Maria Paola, 18 anni compiuti a luglio, e Ciro, 22 anni e qualche precedente per spaccio, si erano conosciuti in quel mix di dignità e miserie umane che è il Parco Verde di Caivano (Napoli) quando lui era ancora Cira. Il loro amore transgender, mai accettato dalla famiglia di lei, è finito tragicamente nella notte tra venerdì e sabato nel fosso di una stradina di campagna della vicina Acerra dove Maria Paola, in fuga con Ciro sullo scooter, è caduta sbattendo la testa contro una colonnina di cemento che provvede all'irrigazione dei vicini campi agricoli.

Un incidente come tanti se non fosse che a determinarlo, secondo le prime indagini dei carabinieri, sarebbe stato il fratello di lei Michele Antonio, 30 anni, al termine di un inseguimento fatto di calci e tentativi di speronamento. Con la sorella a terra esanime l'uomo, in preda a un raptus di violenza, si sarebbe scagliato sul suo compagno che era sul selciato prima di rendersi conto delle condizioni in cui versava la sorella. Nessuno indossava il casco. Ciro è in ospedale, ma le sue condizioni non preoccupano.

Il post di Ciro su Instagram

"Amore mio..., oggi sono esattamente 3 anni di noi, 3 anni. A prenderci e lasciarsi in continuazione... avevo la mia vita come tu avevi la tua.. ma non abbiamo mai smesso di amarci.. dopo 3 anni ti stavo vivendo ma la vita mi ha tolto l'amore mio più grande la mia piccola. Non posso accettarlo, perché Dio non ha chiamato me? Perché proprio a te amore mio.. non riesco più a immaginare la mia vita senza te.. non ci riesco". Così su Instagram Ciro, con il quale Maria Paola Gaglione aveva una relazione.

La famiglia di Maria Paola 

"Michele era uscito per convincere la sorella Maria Paola a rientrare a casa ma non l' ha speronata, è stato un incidente". È la versione dei fatti fornita dalla famiglia di Maria Paola e Michele Gaglione e riportata dal parroco del Parco Verde di Caivano don Maurizio Patriciello.

"E' una famiglia distrutta e che non si da' pace per una figlia appena maggiorenne. Ma stiamo attenti a dipingerla come una storia di omofobia. Forse non sanno nemmeno cos'è. Quel che e' vero è che non erano preparati e non vedevano di buon occhio la relazione con Ciro ma so che si stavano abituando all'idea. Tuttavia erano preoccupati perché Maria Paola era andata via di casa a soli 18 anni e temevano per un futuro senza lavoro e più che mai incerto", riferisce Don Patricello dopo aver portato il suo conforto a Franco e Pina, i genitori di Maria Paola. Sembra, infatti, che la giovane vivesse la sua storia d'amore con Ciro appoggiandosi presso residenze provvisorie, ora da amici, ora dai parenti di lui. Situazione che non era ben vista dalla famiglia di lei.

La mamma di Ciro: "I figli si accettano"

Su Facebook, subito dopo la tragedia di Caivano, la mamma di Ciro ha gridato tutto il suo dolore, accusando apertamente Michele Antonio "di aver commesso deliberatamente un omicidio perché non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans. I figli si accettano così come vengono. Paola riposa in pace".

I due l'altro ieri sera erano in viaggio da Caivano ad Acerra quando sono stati raggiunti dal giovane, anch'egli a bordo di uno scooter, che ha tamponato con violenza il mezzo provocando la caduta dei due occupanti il mezzo. Maria Paola è morta all'istante mentre il compagno è ferito; ancora a terra è stato picchiato dal ragazzo che gli ha rivolto l'accusa di aver plagiato la sorella.  E' stato portato in una clinica della zona, le sue condizioni non sono gravi.

La versione del fratello

"Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata", ha detto ai carabinieri, secondo quanto riferito, Antonio Gaglione, fermato per la morte della sorella. Inizialmente rispondeva di lesioni personali, morte come conseguenza di un altro delitto e violenza privata, ma la sua posizione si è aggravata ed è finito in cella per omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall'omofobia.

Le reazioni 

Secondo Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, "quanto accaduto, dimostra quanto siano duri i contesti che da tempo denunciamo con il nostro numero verde Gay Help Line 800 713 713. Per questo serve una legge seria contro l'omotransfobia, che prevenga situazioni di questi tipo e che senza dubbi condanni le dichiarazioni che vedono l'omosessualità come una malattia o qualcosa di inferiore, mentre l'emendamento "Salva Opinioni Omofobe", voluto da Costa (ex FI) ed approvato dalla maggioranza, renderebbe queste espressioni lecite. Espressioni e pregiudizi per i quali Paola è stata uccisa. Questo emendamento va cambiato e vanno resi certi i supporti per i centri di protezione, da noi richiesto e previsti dalla legge contro l'omotransfobia, che ora la commissione bilancio sembra che li voglia ulteriormente limitare." "Chiediamo giustizia per Paola, il colpevole non è solo il fratello, ma anche gli altri familiari che la hanno maltrattata ed hanno consentito quanto accaduto senza proteggerla e senza denunciare", conclude Marrazzo.

https://www.ansa.it/campania/notizie/2020/09/13/-speronata-dal-fratello-perche-gaycade-da-scooter-e-muore-_e732c33a-2fc2-4526-a38f-6add43fc1f13.html

Non riuscirò mai a capire perché, anche si non si fa altro che parlare di libertà, nessuno è padrone di essere ciò che è. Chi non si conforma ai canoni di chissà quale status quo viene emarginato o tolto di mezzo.

C.

venerdì 19 agosto 2016

Al fratello della Boschi incarico "rosso" a Bologna. - Franco Grilli


Un incarico da 150mila euro per il fratello del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Consulenza per il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna.
Emanuele Boschi, 33 anni, commercialista, ha ricevuto una ricca consulenza dalla CCC, il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna. A quanto pare quegli incontri segreti di cui aveva già parlato ilGiornale a luglio col fratello della Boschi per salvare le coop, hanno dato vita ad un incarico "rosso" nel capoluogo Emiliano-romagnolo. I dettagli della consulenza però restano per il momento top secret. 
Secondo quanto riporta il Fatto, il fratello della Boschi da un lato si occuperà della due diligence sulle attività della CCC, dall'altro lato seguirà, affiancato da altri quattro professionisti, le problematiche fiscali e tutte le operazioni che hanno dato vita al nuovo Consorzio Integra che sarà composto da 116 soci industriali (tra i quali le maggiori realtà della Legacoop, come Cmc e Camst). La Ccc in questo momento attraversa una profonda crisi. Di fatto Integra nasce dall'idea del presidente Vincenzo Onorato con l'aiuto di tre soci che sono anche i finanziatori. Tra questi spicca Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop alla cui guida c'è Mauro Lusetti.
L'obiettivo dichiarato è quello di salvare tutti gli utili della Ccc. E a questa nuova avventura parteciperà anche Emanuele Boschi con un compenso probabile, come detto, di 150 mila euro.

venerdì 29 luglio 2016

Angelino Alfano, così il fratello del ministro fu assunto da Poste: un click “mirato”. - Marco Lillo

Angelino Alfano, così il fratello del ministro fu assunto da Poste: un click “mirato”

Reclutamento su Linkedin. Per sceglierlo andarono a colpo sicuro: digitarono proprio il suo nome e cognome sul sito dei curriculum.

Non bastavano 160 mila euro? Alessandro Alfano, fratello del ministro Angelino, si sentiva sottopagato? L’uomo scelto da Renzi per risanare le Poste, Francesco Caio, gli ha aumentato lo stipendio fino a 200 mila euro il 16 maggio 2016, appena 2 mesi prima che gli arresti scoperchiassero il calderone (leggi). Non è questa la sola novità che imporrebbe al Ministero dell’economia di chiedere conto al manager della società pubblica. È interessante anche come è stato scelto Alfanino ai tempi del precedente Ad Massimo Sarmi: digitando il suo nome su Linkedin. Così è uscito lui: Alfano jr, laurea triennale a 34 anni in Economia (leggi). Ohibò devono avere pensato alle risorse umane di Postecom quando hanno visto spuntare il suo volto sorridente sul computer: eccolo l’uomo giusto per fare il dirigente a 160 mila euro lordi più bonus e fringe benefits nella controllata di Poste. Niente cacciatori di teste, né bandi per scovare il cervello in fuga di Agrigento.
Miracoli di Linkedin. L’ufficio risorse umane, per mettere le carte a posto, però ha inserito nel fascicolo della ‘selezione’ oltre al curriculum di Alfano Jr, ricercato ad personam, anche una decina di altri curricula tirati giù dal medesimo sito però sulla base dei titoli e non con ricerca nominativa come con il prescelto. Così Poste attua la legge 133 del 2008 che all’art. 18 dispone: “Le società a partecipazione pubblica totale o di controllo adottano, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi, anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicità e imparzialità”. Poste non ha adottato il regolamento accampando la solita scusa delle società pubbliche che vogliono mano libera per assunzioni e stipendi (vedi la Rai) e cioé: ‘abbiamo fatto una quotazione di obbligazioni in borsa e la legge ci permette di fare come ci pare’. Tesi discutibile per Poste ma ancora di più per Postecom che non ha emesso obbligazioni.
Il Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza quando ha acquisito le carte dell’assunzione di Alessandro Alfano, il 10 novembre 2015, nella sede di Poste a Roma, ha scoperto che è stato selezionato nel settembre 2013 con il visto di Massimo Sarmi, allora Ad e poi scelto come amministratore della Serravalle, controllata indiretta della Regione Lombardia. Il faccendiere vicino ad Alfano, Raffaele Pizza (arrestato il 6 luglio) si vanta nelle conversazioni intercettate con Davide Tedesco, collaboratore del ministro Alfano, di avere fatto assumere lui a settembre 2013 Alfano Jr e poi si spende a maggio 2014 per la nomina di Sarmi all’Inps e in altre società pubbliche.
L’amministratore di Poste Francesco Caio, quando sono state pubblicate le intercettazioni ha dichiarato: “Se questo è il quadro, noi rappresentiamo una discontinuità e penso che anche con il nuovo management stiamo dimostrando quanto l’aria sia cambiata”. La prossima volta che dirà una frase simile tutti sono autorizzati a ridergli in faccia. Il 9 gennaio 2015 Pizza dice che Alfano Jr è scontento di guadagnare solo 160 mila euro. Quattro mesi dopo le Poste, già guidate da Caio, il primo maggio 2015 fanno una doppia festa al lavoratore Alfano: Postecom cede il suo contratto a Poste e Tributi come fosse un piccolo Higuain conteso tra le società del gruppo. Così alla faccia della discontinuità per lui scatta il primo aumento da 160 a 180 mila euro. Alfano Jr non è ancora soddisfatto. Cosa si inventa allora? Un contenzioso lavorativo. A marzo del 2016 fa scrivere una lettera al suo avvocato per lamentare di essere stato trattato male. Basta la lettera e Poste accetta una conciliazione.
Caio e i suoi sono evidentemente terrorizzati dalla possibile causa di un laureato con la triennale che guadagna 180 mila euro, solo per sana prudenza e che nessuno si azzardi a ipotizzare moventi di altro tipo. Caio il 16 maggio 2016 non fa una piega quando lo informano del passaggio di Alessandro Alfano a Poste Italiane Spa. Nè obietta nulla sull’aumento ulteriore a 200 mila euro. A Caio abbiamo chiesto se attuerà la discontinuità prendendo provvedimenti e se si vergogna un po’ nei confronti delle centinaia di laureati con 110 e lode che inviano i curriculum a Poste ogni anno. Non ci ha risposto.

venerdì 17 aprile 2015

Riapre il centro per migranti di Lampedusa. A dirigerlo il suocero del fratello di Alfano. - Lorenzo Galeazzi



Lampedusa è con il fiato sospeso: la paura degli isolani è di tornare ad essere la frontiera militarizzata d’Europa. Sì, perché il combinato disposto fra il probabile arretramento della missione di ricerca e soccorso in alto mare Mare Nostrum (o la sua sostituzione con l’europea Frontex plus) e la riapertura del centro per immigrati vuole dire solo una cosa: riportare le lancette dell’orologio a quando l’Isola era il principale punto di accoglienza dei flussi migratori provenienti dall’Africa. Ai tempi a gestire la struttura era la Lampedusa Accoglienza, una cooperativa controllata dal Consorzio Sisifo che ha dovuto fare le valige dopo la diffusione da parte del Tg2, a dicembre 2013, del video choc dei migranti disinfettati con l’idrante all’interno della struttura.
Poi è arrivata Mare Nostrum e gli immigrati, recuperati dalla nostra Marina militare a poche miglia dalle coste della Libia, venivano trasbordati direttamente in Sicilia o in Calabria, così il centro di contrada Imbracola è rimasto praticamente quasi sempre chiuso, eccezion fatta per qualche piccolo sporadico sbarco.
Ora, passate le celebrazioni per la strage del 3 ottobre 2013 e tornati a casa i superstiti di quel terribile naufragio, a Lampedusa si torna a fare sul serio e il centro, dopo un mese di lavori di ristrutturazione, è pronto a riaprire i battenti sotto una nuova gestione: quella della Confederazione nazionale delle Misericordie che si è aggiudicata l’appalto in seguito a una procedura negoziata della Prefettura di Agrigento. A dirigerlo c’è Lorenzo Montana che annuncia l’apertura ufficiale entro fine mese: “Ma già da ora siamo in condizione di accogliere perché abbiamo dei moduli operativi”.
In attesa dei primi ospiti, il nuovo direttore si deve però difendere da una parentela ingombrante: sua figlia è sposata con Alessandro Alfano, fratello del ministro dell’Interno Angelino: “Non sono stato scelto dal capo del Viminale, ma dalla Confederazione Misericordie per le mie qualità personali, umane, professionali e intellettive. E anche perché sono un lampedusano doc”. 
E il ministro? “A lui che interessa? Io ho rapporti con con il prefetto Morcone e col mio prefetto che è il dottor Diomede”. Il primo è Mario Morcone, da giugno capo del dipartimento Immigrazione del Viminale, il secondo, Nicola Diomede, dirige invece la Prefettura di Agrigento, persone a stretto contatto con il fratello del genero di Montana. Ma lui tiene botta: “Sono idoneo a dirigere in questo lembo di terra, che è l’ultimo d’Europa, una struttura così importante come il Cpsa”