Visualizzazione post con etichetta lampedusa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta lampedusa. Mostra tutti i post

mercoledì 21 agosto 2019

Svolta Open Arms, la Procura sequestra la nave e ordina lo sbarco.



Svolta nella vicenda Open Arms. La Procura di Agrigento ha disposto il sequestro dell’imbarcazione ferma al largo di Lampedusa da 19 giorni e lo sbarco immediato delle persone a bordo. I migranti hanno raggiunto la costa di Lampedusa nella tarda serata di martedì.
Il sequestro della nave Open Arms disposto dalla Procura di Agrigento è un sequestro preventivo. Secondo quanto si apprende, oltre all'inchiesta per sequestro di persona avviata nei giorni scorsi sulla base di esposti della ong spagnola, i magistrati hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti per omissione e rifiuto di atti d'ufficio. 
Il reato, previsto dall'articolo 328 del Codice penale, punisce «il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni». E così il sequestro è stato disposto «per evitare che il reato sia portato a ulteriori conseguenze».
I magistrati ora stanno ricostruendo la catena di comando per risalire a chi ha impedito lo sbarco dei profughi. Ma il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, non ci sta. E, allontanandosi dall'aula del Senato, in un video su Fb attacca: «Il sequestro impone lo sbarco degli immigrati: ricordo che non c’era allarme sanitario, finti malati e finti minorenni. Qualcuno si sta portando avanti già nel nome del governo dell'inciucio che vuole riaprire i porti. Finché campo è mio dovere difendere i confini e la sovranità del Paese». E ancora: «Molto probabilmente mi arriverà una denuncia dalla stessa Procura che mi indagò per sequestro di persona, reato che prevede 15 anni di carcere: stavolta il reato è omissione di atti d'ufficio. Io non mollo»
La svolta è arrivata un'ora dopo che dalla base di Rota, a Cadice, era partita la nave militare, inviata dal governo spagnolo di Sanchez, che in tre giorni di navigazione sarebbe arrivata a Lampedusa per recuperare i naufraghi e portarli a Maiorca.
In capitaneria Patronaggio ha sentito il fondatore e il presidente di Open Arms, Oscar Camps e Riccardo Gatti, che all’uscita si sono precipitati sulla nave per dare la notizia.
«Finalmente l'incubo finisce, le persone rimaste riceveranno assistenza immediata in terra». ha scritto Open Arms su twitter.

https://www.ilsole24ore.com/art/open-arms-molti-naufraghi-si-gettano-mare-spagna-soluzione-prossime-ore-AC67LOf


Forse questa è la strada migliore da seguire in situazioni simili. C.

sabato 29 giugno 2019

Sea Watch, a bordo sono tutti pagati. Non ci sono più i radical chic di una volta. - Massimiliano Sfregola

Sea Watch, a bordo sono tutti pagati. Non ci sono più i radical chic di una volta

Oggi ho scoperto qualcosa di sensazionale grazie a Panorama (e già è una notizia che Panorama pubblichi qualcosa degno di nota). Reggetevi forte e ingoiate una compressa di Xamamina: la crew di Sea Watch sarebbe pagata. Già, avete capito tutti: pa-ga-ta. Non sono fichetti radical chic che spendono i soldi delle famiglie per fare i missionari come pensavate, ma veri e propri dipendenti di una Organizzazione non governativa che la stampa buonista continua a chiamare “volontari”. Ma quale volontariato! Pensate un po’: percepirebbero fino a 2000 euro al mese per stare a bordo e questo scoop spiegherebbe tante cose.
Pensateci: chi non andrebbe a farsi strizzare le budella dal mare grosso per due o tre settimane di fila, a gestire una delle situazioni più borderline che la psiche umana possa concepire, per 1500-2000 euro? Ovvio che la Ong organizza missioni continue: a questa cifra, ci sarà certamente la fila. D’altronde, parliamoci chiaro: quale preparazione ci vorrà mai per prendersi cura a 45 gradi di donne incinte, bambini, donne stuprate, uomini trattati come bestie per mesi o anni nello spazio calpestabile di una cantina o per tenere la calma laddove anche Cristo in persona cercherebbe una scialuppa per fuggire? Ma nessuna, è ovvio. Eppure prendono più di un animatore in crociera, per stare in mare giusto qualche settimana, si lamentano con frasi buoniste del tipo “siamo allo stremo”. Roba allucinante.
Se un odiatore qualsiasi, o un amplificatore editoriale di odio qualsiasi, si disperano per il cane che ha commosso il web (quello con il carrellino al posto delle zampe posteriori, presente no? Abbiamo una clip per ogni specie) e schiumano di rabbia per il salvataggio di un essere umano è semplicemente buonsenso. Così come è buonsenso che non esistano samaritani e chiunque là fuori faccia qualcosa non potrà che farlo per un doppio fine: in questi casi un lauto stipendio a tre zeri.
E non parliamo di quanto si può fare in Olanda, stato di bandiera di Sea Watch, con 1500 euro: niente. Millecinquecento è quanto si prende con il bijstand, il reddito di cittadinanza olandese. O da cassiere junior ad Albert Heijn, la catena nazionale di supermercati. Badate bene, junior perché sopra i 23 anni prenderebbero di più. Così questi pseudo-mercenari avrebbero trovato l’America (anzi, l’Italia) prendendo somme che ad Amsterdam non sarebbero sufficienti neanche per pagare un affitto (lasciamo stare per vivere) da una organizzazione no profit. Chi non farebbe la fila per imbarcarsi?
Volete mettere i radical chic di una volta, quelli con “l’attico con vista centro storico (mettete città a piacere) a spendere i soldi di papà”? Questi nordici, da buoni calvinisti, invece, fanno come si fa in quelle nazioni con una cultura delle Ong: l’organizzazione si rende solida economicamente e lo staff si paga per consentirgli di svolgere l’attività di interesse generale a tempo pieno (e senza morire di fame). E non c’è mica solo lo staff di bordo: ci sono addetti stampa, ricercatori, lobbisti – già, perché Sea Watch si propone di cambiare l’approccio alle migrazioni e di promuovere una legislazione umana. Ma per farlo ha bisogno di chi cura i rapporti con la politica – e c’è tutta la struttura che deve tenere in piedi un’organizzazione di questo tipo.
I conti, naturalmente, sono opachi per Panorama – figuriamoci – perché evidentemente loro non hanno a che fare con il fenomeno delle donazioni, più difficili da gestire del meteo in Olanda: fare piani sulla base di donazioni è molto complesso, molto più complesso, per esempio, che per quelle testate con i conti in rosso ma con un editore sempre pronto a staccare assegni (ovviamente non parliamo di Panorama). Ecco, per una Ong, se i soldi non ci sono, la geometria delle attività cambia.
Oggi, insomma, grazie a Panorama ho capito quanto poco abbiamo capito della Sea Watch e di quanti salvano vite a pagamento (anche se, con quel pagamento, nei Paesi Bassi non si copre neanche l’affitto).
Leggi anche:

domenica 19 marzo 2017

Torturava e violentava migranti in Libia: rischia linciaggio dalle sue vittime a Lampedusa. - Alessandra Ziniti

Torturava e violentava migranti in Libia: rischia linciaggio dalle sue vittime a Lampedusa
Nel riquadro l'arrestato Eric Sam Ackom 

I racconti dei testimoni: "Scariche elettriche e ustioni con acqua bollente". Ghanese individuato e arrestato dalla polizia, dopo la denuncia degli immigrati.

La peggiore delle torture. Telefonare a casa, ai propri cari, urlando di dolore e supplicando di mandare altri soldi ai trafficanti di uomini. “Ogni volta che dovevo telefonare a casa, lui mi legava e mi faceva sdraiare per terra con i piedi in sospensione e cosi, immobilizzato, mi colpiva ripetutamente e violentemente con un tubo di gomma in tutte le parti del corpo e in special modo nelle piante dei piedi tanto da rendermi poi impossibile camminare".

E ancora elettrodi collegati alla lingua per scuotere con scariche elettriche, pentole di acqua bollente tali da provocare ustioni gravissime e naturalmente stupri di gruppo. Un campionario dell’orrore quello che la Procura di Palermo contesta ad un ventenne ghanese sbarcato nei giorni scorsi a Lampedusa e arrestato dopo che alcune delle vittime da lui torturate in Libia prima della partenza si sono fatte coraggio, lo hanno riconosciuto e accusato alla polizia di Agrigento che lo ha arrestato. I poliziotti della squadra mobile di Agrigento, diretta da Giovanni Minardi, lo hanno sottratto ad un vero e proprio linciaggio nel centro di accoglienza di Lampedusa.

Associazione per delinquere finalizzata alla tratta, sequestro di persona, violenza sessuale, omicidio aggravato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina i reati contestati.
Agghiaccianti le testimonianze raccolte dagli agenti della Mobile di Agrigento: “Spesso collegava degli elettrodi alla mia lingua per farmi scaricare addosso la corrente elettrica” o “Porto ancora addosso i segni delle violenze fisiche subite, in particolare delle ustioni dovute a dell’acqua bollente che mi veniva versata addosso”.

"Ricordo le torture subite da tutti i miei carcerieri e, in maniera particolare, quelle che mi furono inflitte dal ghanese 'Fanti' che era quello che, in maniera spregiudicata e imperterrita, picchiava più degli altri carcerieri". Inizia così il racconto di Vadro, nigeriano di 21 anni, una delle vittime torturate mentre i familiari ascoltavano al telefono. "Ho anche assistito ad analoghe torture poste da Fanti ad altri migranti - racconta ancora l'uomo - Ho, inoltre, visto trattamenti anche peggiori, come le torture esplicitate mediante utilizzo di cavi alimentati con la corrente elettrica. Tale trattamento, però, veniva riservati ai migranti ritenuti ribelli". Ma non solo torture. "Durante la mia permanenza - spiega il testimone - ho sentito che l'uomo che si faceva chiamare 'Rambo' ha ucciso un migrante. So che mio cugino e altri hanno provato a scappare e che sono stati ripresi e ridotti in fin di vita, a causa delle sevizie cui sono stati sottoposti. Temo che anche lui sia stato ucciso". Alcune volte, per intimorire, i poveri migranti, i loro torturatori usavano anche le armi "sparavano in aria per farci intimorire", raccontano.

Un altro migrante, Victory, giovane nigeriano, anche lui vittima di 'Fanti', sentito dai pm Gery Ferrara e Giorgia Spiri, racconta della casa-ghetto: "Eravamo in mezzo al deserto, era una grande struttura, recintata con dei grossi e alti muri in pietra, che era costantemente vigilata da diverse persone, di varie etnie, armati di fucili e pistole". E parlando di Fanti, l'arrestato, racconta: "Era uno che spesso, in modo sistematico picchiava e torturava noi migranti. Fanti era membro di questa organizzazione di trafficanti al cui vertice c'era Alì, il libico". Anche Victory ha dovuto pagare dei soldi per essere rilasciato e proseguire la sua rotta verso l'Italia. "Ogni giorno telefonavano alla mia famiglia - racconta tra le lacrime - e mentre avanzavano a mio fratello le loro richieste estorsive, consistenti nella richiesta di denaro, mi torturavano e mi seviziavano, in maniera tale da fargli sentire le mie urla strazianti. Dopo cinque mesi di lunga prigionia e sistematiche violenze subite , mio fratello gli fece pervenire 200 mila cfa (la moneta del posto) a fronte delle 300 mila richieste".


http://palermo.repubblica.it/cronaca/2017/03/18/news/torturava_e_violentava_migranti_in_libia_rischia_linciaggio_dalle_sue_vittime_a_lampedusa-160819522/

venerdì 17 aprile 2015

Riapre il centro per migranti di Lampedusa. A dirigerlo il suocero del fratello di Alfano. - Lorenzo Galeazzi



Lampedusa è con il fiato sospeso: la paura degli isolani è di tornare ad essere la frontiera militarizzata d’Europa. Sì, perché il combinato disposto fra il probabile arretramento della missione di ricerca e soccorso in alto mare Mare Nostrum (o la sua sostituzione con l’europea Frontex plus) e la riapertura del centro per immigrati vuole dire solo una cosa: riportare le lancette dell’orologio a quando l’Isola era il principale punto di accoglienza dei flussi migratori provenienti dall’Africa. Ai tempi a gestire la struttura era la Lampedusa Accoglienza, una cooperativa controllata dal Consorzio Sisifo che ha dovuto fare le valige dopo la diffusione da parte del Tg2, a dicembre 2013, del video choc dei migranti disinfettati con l’idrante all’interno della struttura.
Poi è arrivata Mare Nostrum e gli immigrati, recuperati dalla nostra Marina militare a poche miglia dalle coste della Libia, venivano trasbordati direttamente in Sicilia o in Calabria, così il centro di contrada Imbracola è rimasto praticamente quasi sempre chiuso, eccezion fatta per qualche piccolo sporadico sbarco.
Ora, passate le celebrazioni per la strage del 3 ottobre 2013 e tornati a casa i superstiti di quel terribile naufragio, a Lampedusa si torna a fare sul serio e il centro, dopo un mese di lavori di ristrutturazione, è pronto a riaprire i battenti sotto una nuova gestione: quella della Confederazione nazionale delle Misericordie che si è aggiudicata l’appalto in seguito a una procedura negoziata della Prefettura di Agrigento. A dirigerlo c’è Lorenzo Montana che annuncia l’apertura ufficiale entro fine mese: “Ma già da ora siamo in condizione di accogliere perché abbiamo dei moduli operativi”.
In attesa dei primi ospiti, il nuovo direttore si deve però difendere da una parentela ingombrante: sua figlia è sposata con Alessandro Alfano, fratello del ministro dell’Interno Angelino: “Non sono stato scelto dal capo del Viminale, ma dalla Confederazione Misericordie per le mie qualità personali, umane, professionali e intellettive. E anche perché sono un lampedusano doc”. 
E il ministro? “A lui che interessa? Io ho rapporti con con il prefetto Morcone e col mio prefetto che è il dottor Diomede”. Il primo è Mario Morcone, da giugno capo del dipartimento Immigrazione del Viminale, il secondo, Nicola Diomede, dirige invece la Prefettura di Agrigento, persone a stretto contatto con il fratello del genero di Montana. Ma lui tiene botta: “Sono idoneo a dirigere in questo lembo di terra, che è l’ultimo d’Europa, una struttura così importante come il Cpsa”  

mercoledì 18 dicembre 2013

Lampedusa, esclusiva Tg2: “Centro di accoglienza come lager”.



Il telegiornale della seconda rete Rai ha mandato in onda le immagini delle condizioni in cui sono costretti a vivere gli immigrati trattenuti nel centro di prima accoglienza dell’isola siciliana. Nel filmato vengono mostrati gli immigrati in fila e nudi per essere sottoposti alla disinfestazione contro la scabbia tramite degli spruzzatori. Il sindaco Giusi Nicolini (ai microfoni di Valerio Cataldi): “L’Italia si deve vergognare, questi fatti accadono a due mesi dai naufragi”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/12/17/lampedusa-centro-di-accoglienza-come-lager-video-esclusivo-del-tg2/258464/

giovedì 3 ottobre 2013

Strage di immigrati a Lampedusa: centinaia di morti.



(ASCA) - Roma, 3 ott - 
E' destinato a diventare una delle piu' gravi tragedie della storia recente dell'immigrazione via mare il naufragio del barcone con almeno 500 persone a bordo avvenuto alle prime ore del mattino, a mezzo miglio dell'Isola dei conigli, a Lampedusa. 
Si aggrava di minuto in minuto il bilancio provvisorio delle vittime recuperate e trasportate sulla banchina dell'isola che gia' supera le 80 persone, tra le quali 2 bambini e una donna incinta. 
Ma sono ancora circa 250 i dispersi, con molti cadaveri ancora in mare. 
I migranti tratti in salvo e visitate sono, invece, poco oltre 140: nessuno presenta particolari problemi. 
Questi i numeri, del tutto provvisori, forniti da Antonio Candela, Commissario straordinario dell'assistenza sanitaria di Palermo. 
''E' una tragedia immensa, un orrore'', ha commentato sconvolta il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, riferendo che ''uno scafista e' stato arrestato''. 
In base alle prime ricostruzioni dell'accaduto fornite dalle forze dell'ordine e dai testimoni oculari il barcone perdeva carburante e i migranti, non riuscendo a dare l'allarme via telefono, avrebbero avvistato 3 pescherecci e acceso dei fuochi per chiedere aiuto. 
Ne e' scaturito un incendio e relativo ribaltamento dell'imbarcazione sovraccarica di gente, circostanza che avrebbe contribuito a rendere l'evento fatale, nonostante tutto sia accaduto a un pugno di metri dalla costa. 
Attratti dalle urla i primi ad accorgersi della tragedia sarebbero stati proprio i turisti a bordo delle barche attraccate nei pressi della riva. Sono stati loro a fornire i primissimi soccorsi, di fronte alla scena agghiacciante di decine e decine di corpi galleggianti in acqua. '
'Una tragedia immane'' per il presidente del Consiglio, Letta, che inviera' in giornata a Lampedusa il ministro dell'Interno, Alfano. ''Impegno per evitare il ripetersi di tragedie che vedono protagonisti i nuovi migranti'' e' stato chiesto anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al Direttore generale della Fondazione Migrantes, Mons. Giancarlo Perego. 
Al momento della stesura del messaggio il capo di Stato non era ancora a conoscenza della tragedia di Lampedusa e ha fatto esplicito riferimento all'altro dramma di pochi giorni fa, quando 13 migranti hanno perso la vita a Scicli. Anche per il ministro dei Trasporti, Lupi, quanto avvenuto a Lampedusa ''non e' umanamente sopportabile''. stt/cam

http://www.asca.it/news-Immigrati__500_persone_naufraghe_a_Lampedusa__decine_i_morti-1320639-ATT.html

Ognuno dice la sua, ma, alla fine, sono proprio loro i responsabili di queste stragi. 
Il pesce, si sa, puzza sempre dalla testa.
Se i capi delle nazioni governassero degnamente, nessuno sentirebbe la necessità di emigrare, se non ci fossero le guerre, nessuno scapperebbe dalla propria patria.

venerdì 12 aprile 2013

Incarichi inutili al Comune: De Rubeis rimborserà 380 mila euro.

sindaco


L’ex sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, è stato condannato dalla Corte dei conti a rimborsare oltre 380mila euro al Comune. Secondo l’accusa De Rubeis e, in misura minore, il vicesindaco Giovanni Sparma (condannato a rimborsare 8mila euro), avrebbero causato un danno erariale all’amministrazione con il conferimento di incarichi nel Comune di Lampedusa-Linosa.
Il procedimento nasce da un esposto del gruppo consiliare del Partito democratico su presunte irregolarità nella nomina dei componenti dell’ufficio di gabinetto del sindaco. Come ha evidenziato il procuratore, De Rubeis con una determinazione ha costituito nel 2007 l’ufficio “per supportare le funzioni di indirizzo e controllo” che era composto da una sola persona; poi lo ha potenziato nel 2008 con due persone e poi con altre dodici fino ad arrivare a 27 dipendenti di categorie comprese tra la A e la D.
Secondo la tesi dell’accusa, accolta dalla corte, le nomine e le proroghe dei soggetti esterni operate dal sindaco e, in un caso, dal vicesindaco, sarebbero state illegittime e inutili. Il collegio osserva che “la violazione dei criteri di economicità e buona amministrazione, nonchè dei limiti legislativi imposti in materia di assunzione di personale presso gli enti locali, sia sufficiente a configurare quanto meno la colpa grave”.

Leggi anche: