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martedì 16 febbraio 2021

ALLA FRANGIA DEI MALPANCISTI GRILLINI. - Roberta Labonia

 

Cosa vi aspettavate di diverso? Forse non vi è ancora chiaro che, con o senza i 5 Stelle, vista la corsa in massa che c è stata alla chiamata del messia Draghi, i numeri per fare un governo ce li avrebbe avuti lo stesso? Con la differenza che, con i 5 Stelle fuori, Lega e FI si sarebbero smezzati altri 4 ministeri (di cui 2 con portafoglio e 1 senza ma strategico) e i 2 super ministeri della transizione ecologica e tecnologica non li avremmo mai visti. Perchè, come ha detto brutalmente Beppe Grillo, sull'Ambiente la Lega non ci capisce una mazza e, aggiungo io, non gliene frega una mazza (e men che meno a Forza Italia). Anzi, tutto questo sbattersi per l'Ambiente da parte del MoVimento, alla destra è sempre andato per traverso. La Lega, a colloquio con Draghi, ha chiesto INCENERITORI! Loro sono quelli che hanno voluto strenuamente la Tav e che sponsorizzano le trivelle. O ve lo siete dimenticati? Salvini e Meloni, riguardo al super ministero voluto da Grillo, oggi non si sono tenuti : "ok tutelare l'ambiente ma no derive ideologiche". Capita l'antifona?
Voi che vi sentite grillini doc, ve lo ricordate o no che la seconda stella del MoVimento sta per AMBIENTE? Cazzo!
c è un ministero della Transizione ecologica, ottenuto da Grillo, dove transiteranno 70 miliardi del Recovery fund. E sarà certo Roberto Cingolani a guidarlo, quello che Beppe ha indicato a Draghi. Quello che stava nella task force voluta da Giuseppe Conte. Se non ci stessimo, in questo Governo, saremmo dei pazzi.

Chi dice come i vari Scanzi e ci metto pure Travaglio, che entrare nel governo Draghi sarà il suicidio dei 5 Stelle, forse non ne ha chiaro lo spirito, che è sempre stato quello di contrastare il degrado di certa politica, di mettere al primo posto la tutela e l'interesse della collettività, anche a scapito dei consensi (come purtroppo dimostrano i sondaggi).
Ma se ci sei, in un Governo di cosidetta "Salvezza Nazionale", devi mettere in conto che ci puoi trovare personaggi irricevibili come Brunetta e Gelmini.
Se stai dentro puoi sempre decidere, a mali estremi, di chiamarti fuori, ma se scegli di star fuori a priori ti precludi di poter influire sulle scelte di governo, sbatacchi pentole ma rimani spettatore. Salvo il tuo fine non sia solo quello di puntare a guadagnar consensi (Meloni docet)

Ho la netta sensazione che la linea dibattistiana del "stavolta proprio non ce la faccio" sia proprio quella: ritornare alla piazza, ricominciare a sbatacchiare pentole e tentare la risalita dei consensi. Tutto mentre alla guida del Paese, proprio quando c'è da spendere roba come 209 miliardi per tentare di risalire dal baratro che ci attende, sai che ci staranno tutti i noti maneggioni. Meno i 5 Stelle, gli unici che fino ad oggi hanno sempre dimostrato di agire nell'interesse della collettività. Sagace il nostro Alessandro.

Se oggi Luigi Di Maio, da ragazzo perbene quale è, ha speso parole d'affetto e ha difeso Di Battista, io non sono altrettanto diplomatica. Alessandro Di Battista lo sta destabilizzando il MoVimento e da tempo. Ieri ha compiuto l'ultima scena madre. Come suo solito a parlare è stata la sua pancia. Che è stata la sua forza e quella dei suoi compagni quando era il momento della piazza, quando c'era da fare opposizione. Ma io non dimentico che s'e' tirato indietro quando s'è trattato di governare. Perché ha avuto paura di sporcarsi le mani. Meglio, molto meglio stare fuori e pontificare sull'operato dei suoi compagni che, diversamente da lui, non hanno avuto paura di rimboccarsi le maniche, scendere nella fossa dei leoni e guadagnarsi metro dopo metro il loro spazio. Anche se a volte al prezzo di scendere a compromessi.

Ha sempre saputo, Di Battista, che trovarsi gioco forza a dover governare con chi si era combattuto fino al giorno prima, sarebbe stato molto, ma molto più difficile che parlare alle pance degli elettori ed infuocarne gli animi. Ma è l'unica cosa che sa fare, il Dibba, tanto che ora l'opposizione la sta facendo ai suoi compagni (pardon, ex compagni). Il suo istinto rimane quello di eccitare gli animi: chiamiamoci fuori e facciamo casino, è stato il suo messaggio implicito di ieri alla base grillina. Perchè, alla fine della fiera, le priorità di Alessandro Di Battista, non sono le stesse dei suoi ex compagni "governativi", lui rivuole la claque, rivuole la piazza e pur di ottenerla riconsegnerebbe il Paese agli stessi che dice di voler combattere.

Malpancisti fatevela una domanda, la vostra non sarà solo voglia di piazza? 

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lunedì 1 aprile 2019

COME PARLARE SEMPRE MALE DEI 5 STELLE E VIVERE FELICI (SOPRATTUTTO IN TIVÙ). - Andrea Scanzi

L'immagine può contenere: testo

Ti hanno invitato a un dibattito? A cena si parla del governo? Al bar non ti danno il cappuccino se prima non dici come la pensi su Paola Taverna? Niente paura: corri in edicola e acquista “Come parlare sempre male dei 5 Stelle anche se in realtà stai parlando di filosofia teoretica”. Autori vari, EdizioniCarofiglio Umile, costo 180 euro (però ben spese). E’ un libro irrinunciabile, che parte dall’unico assioma della politica attuale: i 5 Stelle hanno torto anche quando hanno ragione. Oppure, se preferite, “i grillini ci hanno la rogna”. E’ un po’ la versione nostrana del noto paradosso di Edward Lorenz: "Può, il batter d'ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?". Oggi la frase è diventata così: “Può un ruttino di Mario Giarrusso provocare la Terza Guerra Mondiale?”. La risposta è “sì”, perché l’unica certezza nella vita è che i 5 Stelle sono il Male e il Pd il Bene. Ce lo ha ricordato due giorni fa a Otto e mezzo anche Alessandro De Angelis, autoproclamatosi “quirinalista” per mancanza di prove, che mentre si parlava di quel troiaio del Congresso delle Famiglie di Verona (su cui la pensa come i 5 Stelle, ma non può dirlo), ha buttato la palla in tribuna dicendo che “però il M5S ha appoggiato il Dl Salvini e la legge sulla legittima difesa, quindi sta uccidendo i diritti”. Tutte cose che in quel momento non c’entravano nulla, e dunque per De Angelis andavano benissimo. Raggiungere il talento dei “sermonisti” catodici oggi di moda non è facile, ma il libro vi aiuterà a muovervi nell’agorà politica con esempi concreti. Eccone tre.

Sessismo e Toninelli. I 5 Stelle si stanno battendo per aumentare le pene sul femminicidio, varare una legge ad hoc sul revenge porn e contrastare i troppi Gandolfini. Però non si può dire, perché i grillini sono - per antonomasia – omofobi e sessisti: garantiscono Cirinnà e Costantino della Gherardesca. Quindi, se qualche odioso Travaglio vi sta ricordando alcune mosse in apparenza condivisibili dei 5 Stelle, voi non fidatevi. E spostate subito a caso il tema del dibattito. Tipo: “Sì, però diciotto anni fa mi han detto che Toninelli guardò il culo di un ragazza mentre faceva la fila per comprare due etti di migliaccio in una macelleria di Crema, quindi è sessista. C’era anche Severgnini che può confermare”. Se lo direte, non mancherà una Marianna Aprile ad applaudirvi, per aggiungere poi che (testuale) “i 5 Stelle hanno un’idea ancillare della donna”.

Povertà e Di Maio. Non conta nulla che i 5 Stelle abbiano varato Decreto Dignità, reddito di cittadinanza e (si spera) salario minimo, tutte cose che se le avesse fatte Zingaretti oggi Giannini lo paragonerebbe come minimo a Bordiga. Non conta: i grillini restano – per antonomasia – fascisti e schiavisti. Quindi, anche qui, dovete spostare l’attenzione. Per esempio: “Queste sono armi di distrazioni di massa della propaganda grillina. La verità è che Di Maio, quando faceva il bibitaro, una volta rubò una Zigulì allo stadio ed è stato proprio il mancato gettito di quell’acquisto a provocare la crisi mondiale”. Se poi aggiungerete che a 17 anni Di Maio trafugò pure un UniPosca in una tabaccheria di Afragola “ed è per questo che oggi mancano le coperture”, Giannini vi erigerà una statua equestre.

Corruzione e Bonafede. La Spazzacorrotti è (più o meno) quella legge che milioni di elettori avrebbero voluto dal centrosinistra nell’infinito lasso di tempo intercorso tra il 1994 e il 2018, ma anche questo non si può dire. Quindi confutate tutto, possibilmente senza argomenti. Tipo: “La deriva giacobino-grillina è un pericolo per le libertà faticosamente conseguite col sangue dei nostri avi”. Pausa. Poi (con l’aria di un Augias che ti rivela il senso della vita): “Mio nonno era partigiano con Pertini. Fu proprio Sandro, durante i lunghi anni della prigionia, a dirgli che il problema del Paese non era il fascismo bensì Bonafede. Che non era ancora nato, ma già rompeva i coglioni”.
Cosa aspettate? Comprate il libro e, nel dubbio, date sempre la colpa ai 5 Stelle: i tanti Zucconi, nel senso di Vittorio (ma forse non solo), ve ne saranno grati.

https://www.facebook.com/TutticonMarcoTravaglioForever/photos/a.438282739515247/2445417132135121/?type=3&theater

venerdì 5 aprile 2013

Crocetta denuncia le consulenze d’oro di Serit: “10 milioni all’anno”. - Claudio Porcasi

crocetta serit e social trinacria


A sorpresa, nel primo pomeriggio di oggi, Rosario Crocetta convoca una conferenza stampa relativa a “comunicazioni importanti” su Serit Sicilia e Social Trinacria.
Il governatore, che incontra i giornalisti nella Sala degli Specchi di Palazzo d’Orléans, esordisce commentando l’approvazione della legge sulla doppia preferenza. “Non si può gridare all’inciucio dopo l’esito del voto di ieri – puntualizza Crocetta -. I grillini hanno perso un’occasione. Il modello Sicilia è questo. Vogliamo essere la prima Regione d’Italia a introdurre il voto elettronico dopo quello sulla doppia preferenza di genere per eliminare il problema del controllo dei voti di preferenza”.
Poi, si passa alla ‘difficile’ situazione di Serit.
Serit – dichiara il governatore – ha uno scoperto bancario di 160 milioni di euro con Monte dei Paschi. La Serit, da quando Montepaschi è uscita dalla società di riscossione siciliana, paga un mutuo con un rateo annuo di 20 milioni alla banca toscana. Mi ha colpito, scorrendo le carte, notare che Serit ha inoltre affidato 400 incarichi per 10 milioni all’anno a soli tre professionisti. Come se non bastasse per 15 anni è stati erogati circa 1 milione e 300mila euro di euro all’anno per consulenze legali a uno studio di Palermo. Inoltre il servizio di riscossione costa alla Serit 12 milioni all’anno. Un fiume di denaro ingiustificato”.
In merito a Social Trinacria Onlus, Crocetta non le manda certo ‘a dire’ e presenta la sua visione di una piena emergenza lavorativa che coinvolge oltre 3.000 persone: “I lavoratori di Social Trinacria – dice il presidente della Regione – sono gli auto flagellanti, che percorrono in corteo spesso le vie di Palermo. La situazione attuale è che sono pagati regolarmente. Prendono il doppio di quanto dovrebbero, dal momento che a loro spetterebbe solo un sussidio di disoccupazione. Non c’è nessuna traccia formale del legame tra Social Trinacria e la Regione. Non vi è traccia del patrocinio. Motivo per cui si potrebbe configurare il reato di millantato credito. E ancora: “La legge prevedeva un sussidio invece di fatto una Onlus pagata dalla Regione ha assunto 3500 persone senza un criterio. Non sappiamo nemmeno cosa fanno questi lavoratori della Social Trinacria. Sia chiaro che per me ci sono i poveri e basta. Non quelli che fanno comodo alla politica per far vincere le elezioni”.
Il presidente annuncia poi di aver presentato, sia per Social Trinacria che per Serit, un esposto alla Procura della Corte dei Conti e alla Procura antimafia.
In merito alla notizia, circolata ieri, di una probabile offerta di Crocetta ad Antonio Ingroia della poltrona di dirigente dell’ufficio di Presidenza della Regione siciliana a Roma, il governatore chiarisce: “Con Ingroia beviamo tanti caffè e basta”.
Crocetta, infine, a margine della conferenza stampa, rivolge invece parole rassicuranti nei confronti dei lavoratori dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese e dell’indotto industriale che hanno manifestato oggi per le vie di Palermo insieme ai dipendenti della Keller di Carini e anche davanti alla presidenza della Regione. “Stiamo lavorando per trovare una soluzione sia per i lavoratori dell’ex stabilimento Fiat si per quelli della Keller – spiega il governatore. – Certo l’assenza di un governo nazionale stabile con cui confrontarsi non rende agevole il nostro lavoro”.
Intanto il presidente Crocetta sta per ricevere i lavoratori ex Pip e Social Trinacria con una delegazione sindacale. I sindacati chiedono chiarezza sulle accuse mosse dal governatore nel corso della conferenza stampa e sul futuro dei lavoratori.