Arrivato il primo bonifico europeo al governo dal 24,9 miliardi: tra le priorità gli interventi per scuole, asili nido, ospedali e ferrovie.
Con il trasferimento del bonifico da 24,9 miliardi dell’anticipo Ue (arrivato il 13 agosto), il Pnrr muoverà i suoi primi passi concreti. In un baleno l’attesa messianica per un progetto chiamato a trasformare l’Italia diventerà attenzione scrupolosa per il rispetto dei tempi di attuazione.
I primi a fare i conti con il cronometro saranno i 106 progetti che lo stesso Pnrr indica come il motore della fase uno: dovranno già rendicontare spese concrete entro la fine del 2021. Per questi progetti - elencati tutti nell’infografica sottostante con la spesa 2021 prevista per ciascuno - gli esami cominciano subito. E non sono esami facili: sono stati scelti per spingere il carro del Pnrr nelle prime battute.
Progetti già avviati
Per facilitare l’avvio si è fatto ricorso, in alcuni casi, a progetti già avviati, e non da oggi. Si è utilizzata, cioè, la possibilità data da Bruxelles di usare le risorse Ue per spese già contabilizzate nel 2020.
Vale soprattutto per grandi progetti infrastrutturali come il Terzo valico (398 milioni nel 2020, 532 milioni nel 2021) e la Brescia-Verona-Padova (rispettivamente 152 e 341) o per le spese per il rafforzamento del territorio e l’efficienza energetica dei comuni (450 e 1.150). Partire con la spintarella di progetti che già macinano cassa da anni rassicura rispetto al momento della rendicontazione.
Il rispetto dei tempi.
Qualche preoccupazione nel governo c’è, per questo avvio. Palazzo Chigi, con una lettera del sottosegretario Garofoli ai ministri, ha ricordato piuttosto la necessità di rispettare gli impegni assunti con Bruxelles sull’altro capitolo del piano, quello delle riforme. Sarà il Mef, che da oggi ripartisce ai ministeri le risorse arrivate da Bruxelles, a spingere perché le spese di investimento rispettino i tempi della rendicontazione. Fermo restando i poteri sostitutivi del premier se qualcosa dovesse rallentare.
Dalla scuola alla cybersecurity: le principali priorità.
A leggere i 106 progetti della fase uno si può trovare un ventaglio molto articolato di interventi. Ci sono cose molto concrete per gli italiani come la messa in sicurezza e la riqualificazione delle scuole (700 milioni), la realizzazione di palestre scolastiche (60 milioni) e il progetto di inclusione sportiva e sociale (60 milioni), il piano per gli asili nido (650 milioni).
Ci sono progetti prioritari per il sistema Paese, come la cybesecurity (170 milioni) e il rafforzamento dell’ufficio del processo che accompagna la riforma Cartabia sulla giustizia (402,4 milioni). O i molti stanziamenti per il sistema scolastico e per quello sanitario.
Ci sono progetti fondamentali per la competitività dell’economia e delle imprese nel momento in cui il Paese riparte: gli investimenti di Transizione 4.0 (1.713,5 milioni), il fondo per la competitività delle imprese turistiche (247 milioni), il rifinanziamento del fondo Simest per l’internazionalizzazione delle Pmi (1,2 miliardi).
Non bisogna dimenticare che si tratta di fondi che in alcuni casi sono aggiuntivi, in altri integrano o sostituiscono risorse nazionali già stanziate ma su cui comunque si scommette, considerando la necessità di rispettare i traguardi temporali fissati.
Micro-iniziative.
C’è anche un pulviscolo di iniziative più limitate, di tipo settoriale, della cui strategicità ci si dovrà convincere strada facendo. Agli occhi di Bruxelles, la missione 2, transizione ecologica, che apre con i 250 milioni al Parco agrisolare e dà 5 milioni alla «cultura e consapevolezza delle sfide ambientali», è apparsa la più fragile e in alcune voci generica, ma il ministro Cingolani sta lavorando per raccordarla alle sfide fondamentali della transizione ecologica.
Tra le grandi scommesse che hanno avuto invece il merito di convincere Bruxelles della bontà del piano il grande investimento in mobilità sostenibile e, in particolare, in ferrovie che già nel 2020-21 incassano 2.261 milioni.
Illustrazione di Giorgio De Marinis
IlSole24Ore