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domenica 30 giugno 2019

Sea Watch, l’Olanda scarica la capitana Carola: «Ha sbagliato lei.» - Luigi Offeddu e Marta Serafini

Sea Watch, l'Olanda scarica la capitana Carola: «Ha sbagliato lei»

Il colloquio con il segretario di Stato all’immigrazione, Ankie Broekers-Knol: «Poteva andare in Tunisia o in Libia. Non prendiamo più migranti dalle operazioni Sar»

«Caro Collega…». La lettera è stata mandata via mail al Viminale verso le 22 di ieri sera e verrà poi seguita dalla versione ufficiale cartacea il più presto possibile, domani. Destinatario, il ministro dell’interno Matteo Salvini, che anche nelle ultime ore aveva attaccato l’Olanda su Facebook, accusandola di «menefreghismo» sulla questione dei migranti extracomunitari. Mittente, la segretaria di Stato olandese all’immigrazione, Ankie Broekers-Knol. Tema della missiva (qui la versione integrale), la vicenda della nave Sea Watch 3. Toni cortesissimi, come vuole da secoli la diplomazia in tutto il mondo, ma sostanza tosta e netta. Ecco un elenco dei temi affrontati, anche se non in quest’ordine esatto. Primo: il fatto che una nave batta la bandiera di un certo Stato, «non implica un obbligo per quello Stato di imbarcare persone soccorse». Secondo: l’Olanda ha deciso, «in assenza di una prospettiva di cooperazione verso una soluzione concreta e strutturale come quella indicata nelle conclusioni del Consiglio Europeo del giugno 2018, che non parteciperà più oltre agli schemi di sbarco “ad hoc”». Terzo: il governo olandese «ha esplicitamente dichiarato che in principio non prenderà più migranti dalle operazioni Sar (Soccorso in Mare) in un’area ampiamente colpita dalle attività dei trafficanti di esseri umani».

L’Aja, prosegue la lettera della Segretaria di Stato, «è pienamente impegnata a rispettare l’obbligo di salvataggio delle gente in mare imposto dalla legge internazionale. Tuttavia, come lei (Salvini, ndr) giustamente dice, le operazioni della Sea Watch 3 non dovrebbero contribuire alle attività criminali dei trafficanti». Quanto alla capitana tedesca della Sea Watch, l’Olanda dichiara di non condividere, «come lei» (Salvini, ndr), le scelte che ha fatto. Sarebbe potuta andare in Libia, in Tunisia, o anche nel porto olandese di competenza. Ma «contrariamente a quanto Lei dichiara nella sua lettera, non ha mai chiesto di sbarcare in Olanda».

I Paesi Bassi chiedono all’Italia di «lavorare insieme per riformare il sistema europeo di asilo e immigrazione, basato sui principi della solidarietà e responsabilità». E come parte di questa riforma, bisognerà studiare «una procedura obbligatoria europea di espulsione ai confini esterni». «Vorrei anche aggiungere — scrive la segretaria di Stato — che in caso di migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale, il ricollocamento è uno spreco di sforzi e risorse finanziarie dei contribuenti, che dovrebbe essere evitato». La segretaria di Stato all’immigrazione annuncia anche che si recherà a Roma per «colloqui bilaterali» con Salvini.

Fin qui, la lettera di risposta al ministro italiano degli Interni. In un’intervista esclusiva al Corriere della Sera, Ankie Broekers Knol ha poi precisato alcuni altri punti della posizione del suo Paese: «I Paesi Bassi sono acutamente consapevoli della pressione migratoria sull’Italia negli ultimi anni, e particolarmente della pressione sproporzionata sperimentata fino alla metà del 2017. Inoltre, l’Olanda ha sempre riconosciuto l’impegno e la leadership italiana. È anche per questo che ha dimostrato la sua solidarietà in molti modi, per esempio contribuendo allo schema di ricollocamento temporaneo. Grazie allo sforzo dell’Italia e al sostegno degli altri Stati membri fra cui l’Olanda, gli arrivi illegali e le richieste di asilo in Italia sono calati in modo drammatico dalla metà del 2017». Situazione generale in via di risoluzione, dunque? No, risponde la segreteria di Stato olandese, «al contrario noi abbiamo registrato in questo periodo successivo alla crisi migratoria un continuo, alto numero di richiedenti asilo, molti dei quali provenienti dall’Italia. Questi movimenti sono un altro problema che dobbiamo affrontare».

giovedì 4 febbraio 2016

LA PASSIONE DI RENZI PER I BANCHIERI.



GLI ESPERTI DI PALAZZO CHIGI HANNO LAVORATO DI FINO: NEL DECRETO LEGISLATIVO CHE HA INIZIATO L’ITER ALLA CAMERA ARRIVA IL CODICILLO CHE AZZERA LE MULTE PER I BANCHIERI CHE AGGIRANO LE NORME SU RISPARMI E INVESTIMENTI: DOVRANNO SOLO SCUSARSI IN PUBBLICO.

Nel primo provvedimento salva banchieri, che aveva come beneficiario d’eccezione Pier Luigi Boschi, erano state azzerate azioni e obbligazioni subordinate dei quattro istituti sull’orlo del crac: il via libera alla «rivalsa» è stato infatti vincolato all’ok di Bankitalia. Non proprio un cavillo né tantomeno un banale dettaglio procedurale… 

L’ultimo favore del governo alle banche - anzi: in questo caso direttamente ai banchieri - è nascosto tra le pieghe di un decreto legislativo che ieri ha iniziato l’iter parlamentare, alla Camera. Poche righe micidiali, che di fatto sterilizzano le multe per chi aggira le norme su risparmi e investimenti: gli esperti di palazzo Chigi hanno lavorato di fino. Si tratta di una sorta di doppio scudo per i manager degli istituti: ampi poteri discrezionali a Consob e Banca d’Italia nell’accertare le responsabilità dei banchieri; sanzioni pecuniarie sostituite da sostanziali (e ridicole) scuse in pubblico.

Come se non fosse bastato il primo provvedimento salva banchieri, che aveva come beneficiario d’eccezione Pier Luigi Boschi, padre del ministro Maria Elena Boschi ed ex vicepresidente di PopEtruria, una delle quattro banche «risolte » col decreto del 22 novembre scorso. Proprio in quel provvedimento - lo stesso che ha azzerato azioni e obbligazioni subordinate dei quattro istituti sull’orlo del crac - era contenuta una limitazione all’azione dei creditori sociali contro gli ex manager: il via libera alla «rivalsa» è stato infatti vincolato all’ok di Bankitalia. Non proprio un cavillo né tantomeno un banale dettaglio procedurale. Ma tant’è. 

pier luigi boschi  renzi boschi

A distanza di un paio di mesi, ecco un altro clamoroso blitz. Quasi a completare il cerchio e in qualche modo ad assicurare la massima protezione ai banchieri - o, nei casi peggiori, il danno minore - adesso arriva un colpo di spugna sulle multe.

Doppio, dicevamo. Il primo riguarda una serie di violazioni relative alle norme finanziarie e ai servizi di investimento: la norma del governo stabilisce che quando le violazioni sono «connotate da scorsa offensività o pericolosità e l’infrazione contestata sia cessata, Banca d’Italia o Consob, secondo le rispettive competenze, possono applicare, in alternativa alle sanzioni amministrative pecuniarie, una sanzione consistente nella dichiarazione pubblica avente a oggetto la violazione commessa e il soggetto responsabile».

Della serie: ti becco, ma la multa la straccio e se compri uno spazietto su un giornale, dichiarandoti responsabile, e chiedi in qualche modo scusa ai risparmiatori eventualmente traditi, la faccenda è chiusa. Il secondo scudo, come accennato, amplia il raggio d’azione di Consob e Bankitalia, cioè le due autorità competenti in campo finanziario. 

La relazione spiega di che il decreto aggiunge «la valutazione dell’elemento soggettivo del trasgressore» e assegna «all’autorità di vigilanza» il compito» di apprezzare il grado della colpa».Nel dettaglio, il governo vuole che siano le authority a decidere se un banchiere che ha calpestato le regole - a esempio quelle sulla trasparenza,magari truffando migliaia di consumatori - abbia agito solo con colpa o anche con dolo, ipotesi più grave.

Una scelta, quella dell’esecutivo, che attribuisce un enorme prerogativa ai due enti guidati rispettivamente da Giuseppe Vegas e Ignazio Visco. Fatto sta che il decreto delegato prosegue il suo percorso: Camera e Senato devono pronunciarsi per il prescritto parere entro 60 giorni, poi il testo tornerà a palazzo Chigi per il semaforo verde definitivo. Il parere delle commissioni parlamentari non è vincolante, ma non tutti sono disposti a far passare questa norma in silenzio.

ignazio visco  giuseppe vegas

Il doppio scudo, in particolare, è finito sotto la lente di Alternativa Libera -Possibile,pronta a dare battaglia. «Anziché pensare a risolvere i problemi dei banchieri - denunciano i deputati Marco Baldassarre e Andrea Maestri - il governo pensi a inasprire le sanzioni contro chi non rispetta la legge e acceleri i risarcimenti in favore dei risparmiatori danneggiati dai fallimenti bancari». Chi saranno i primi a beneficiare dello scudo? Senza dubbio i vecchi amministratori di Banca Marche, Chieti, Carife e PopEtruria faranno esaminare con attenzione, ai loro avvocati, le carte del governo. 

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/passione-renzi-banchieri-esperti-palazzo-chigi-hanno-117806.htm