La notizia, nonostante le resistenze di molti media, si sta espandendo a macchia d’olio. Ed è una di quelle notizie che nessuno vorrebbe mai sentire. Nel Reggiano sono più di venti gli indagati per un giro d’affari fatto sulla pelle di bambini sottratti alle famiglie e collocati in case protette. Un giro d’affari di migliaia di euro che avrebbe coinvolto medici, assistenti sociali, professionisti e politici. Ai domiciliari è finito, tra gli altri, proprio il sindaco di Bibbiano, il PD Andrea Carletti. Implicate anche diverse “Onlus”, che è l’eufemismo di “cooperative sociali”, le stesse di cui ho parlato settimana scorsa rispetto alla Casa Arcobaleno voluta dal Comune di Milano. Stessi meccanismi, stessi interessi, probabilmente stessi illeciti.
Andrea Carletti
Qui però si va oltre. Qui si parla di un sindaco che solo l’anno scorso si vantava con i media del lavoro fatto sulla legalità, qualche mese fa dei suoi servizi sociali, cui erano destinati 2 milioni di euro all’anno, e che ora pare abbia avallato e tratto vantaggio da un sistema criminale fatto di relazioni false e disegni dei bambini modificati con l’aggiunta di connotazioni sessuali per poter avanzare ipotesi di abusi sessuali e dunque portarli via dalle famiglie. Da lì partivano terapie psicologiche inutili, ma ben pagate, e sedute di lavaggio del cervello per indurre i piccoli, a suon di impulsi elettrici, a temere i propri genitori o a elaborare ricordi inesistenti. Roba da Arancia Meccanica, signori, non le solite botte negli asili. Poi c’era anche l’affido dei minori a gente non proprio adeguata: malati psichiatrici o tenutari di sexy shop. Non solo: ai piccoli non venivano recapitati i regali inviati dai genitori. Tutto il materiale spedito come regalo è stato ritrovato accatastato in un magazzino. “Se questo è un uomo”, si chiedeva Primo Levi. Se non è questo il concentrato perfetto dell’inferno e del male, mi chiedo io.
Naturalmente si è tutti innocenti fino a prova contraria, e questo vale anche per coloro che al momento sono soltanto indagati in questa vicenda. Però le cronache parlano di intercettazioni da parte dei Carabinieri, e questo un po’ cambia le cose. Se le prove sono di quel genere pressoché inoppugnabile (sarebbero state registrate le sedute di “lavaggio del cervello” ai bambini), occorre iniziare a concepire che davvero uno dei business da sempre sospettati e denunciati esisteva ed esiste davvero. Ed è inferno e male per una pletora di soggetti, a partire dai più deboli, dai più innocenti, appunto i bambini, fino a includere le loro famiglie d’origine. Si rilegga l’elenco dei comportamenti che sono oggetto di denuncia, o l’elenco delle accuse penali (frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso): davvero si può concepire qualcosa di più orribile?
La domanda è retorica, dunque non è la risposta che interessa. Interessa l’evidenza per cui questa realtà, da lungo tempo denunciata da questo e da tantissimi altri blog, esiste davvero, ed è forse anche peggio di quanto prefigurato. Qui è il sistema case-famiglie per minori, ma il meccanismo dei centri antiviolenza o case protette per donne o case arcobaleno per altro-sessuali, non è diverso. Sempre lo stesso sporchissimo business è. E tendenzialmente sempre gli stessi soggetti politici ed economici ci sono dietro: la sinistra e le cooperative. Proprio quelli che inneggiano al gender, che osteggiano ogni riforma di separazioni e affidi, che parlano di “femminicidio” e violenza sulle donne come se fosse un’emergenza nazionale, che chiedono e ottengono milioni di euro da intascarsi come a Bibbiano o in modi simili. Per esempio una delle “Onlus” implicate pare sia la “Hansel e Gretel”, guarda caso una delle più attive contro la riforma di separazioni e affidi perché, dichiarava, avrebbe “favorito i genitori violenti”. In questa vomitevole e raccapricciante contraddizione sta il centro di tutto il sistema, di tutto l’orrore e il male per i nostri figli.
E, va detto, c’è chi in passato e nel presente ha denunciato, talvolta per vie legali (inutilmente), e sempre tramite l’espressione della propria opinione, questo stato di cose vergognoso e pericoloso. Ottenendo, quando fortunato, una totale assenza di risposte. Quando sfortunato una denuncia per vilipendio alle istituzioni, diffamazione o cose del genere. Piaccia o no, costoro hanno sempre avuto ragione, e ancora ce l’hanno quando parlano di questi fenomeni o di fenomeni simili. I fatti parlano chiaro, e se la vicenda di Bibbiano non andrà in mano a magistrati politicamente schierati o semplicemente timorosi delle pressioni mediatiche, si dovrà andare a fondo e anche al largo. Perché orrori come quello appena scoperto nel reggiano sono a tutti gli effetti come la mazzetta di Mario Chiesa al Pio Albergo Trivulzio. La punta estrema di un iceberg. Sta a uomini e donne di buona volontà far sì che venga messo alla luce tutto il resto. Che si sa, è noto e stranoto. Basta avere il coraggio di cogliere l’occasione, smettere di coprire il peggio del peggio e finalmente scoprire tutte le carte.
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