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martedì 13 giugno 2023

Chiagni e Foti. - Marco Travaglio



La combriccola di “giornalisti” che parla di processi che non conosce ha emesso un’altra sentenza irrevocabile: siccome Claudio Foti, condannato in primo grado a 4 anni, è stato assolto in appello per la vecchia insufficienza di prove (art. 530 comma 2 Cpp) da un solo episodio del caso Bibbiano, sono innocenti pure gli altri 17 imputati tuttora a processo a Reggio Emilia per un centinaio di capi di imputazione, con 155 testi e migliaia di intercettazioni, già avallati da un gup, da 3 giudici del Riesame e da 5 di Cassazione; anzi, a Bibbiano non è successo niente.
Mentana “chiede scusa” a Foti a nome “di tutto il sistema dei mass media” (e parlare per sé?).
La Stampa dice che “il paese esce dall’incubo” (che non sono i bambini strappati alle famiglie con false accuse, ma il processo a chi le fabbricò).
Per il Messaggero “crolla il castello di carta”.
Merlo su Rep straparla di “sciacallaggio” dei “grillini” e dei “soliti giornalisti” (quindi lui non c’entra).
E, tanto per cambiare, dà ragione a Renzi che sul Riformatorio chiede a Meloni, Salvini e Di Maio di scusarsi per una delle poche cose giuste che han detto: cioè che rubare bambini ai genitori con la connivenza delle giunte targate Pd, che in Val d’Elsa affidarono senza gara a Foti&C. le terapie minorili per oltre 200mila euro, fu uno scandalo.
Questo bel quadretto illumina anche la credibilità dei “garantisti” all’italiana, che beatificano lo psicologo per ora assolto (c’è ancora la Cassazione). E fingono di non sapere che nulla è più “giustizialista” del metodo da lui teorizzato e praticato in varie parti d’Italia e proseguito a Bibbiano dai suoi seguaci, fra cui la moglie imputata a Reggio.
Le perizie della sua onlus “Hansel e Gretel” hanno accusato decine di genitori, nonni, zii, maestri di aver violentato, abusato, menato, persino coinvolto in riti satanici un’infinità di bimbi che per questo furono sottratti alle famiglie e affidati ad altre; dopodiché s’è scoperto che non avevano fatto nulla, sono stati assolti e i bambini son tornati in famiglia e a scuola, se intanto genitori e maestri non s’erano suicidati o ammalati.
Bel garantismo.
Ricordate le maestre, la bidella e lo scrittore di Rignano Flaminio, sputtanati come pedofili e poi assolti? C’erano pure le perizie di Foti.
Il sequel fu nella Bassa Modenese, dove però l’inchiesta giornalistica Veleno di Pablo Trincia ruppe il muro di omertà.
I fatti di Bibbiano – in attesa di sapere dalla sentenza principale se furono reati o solo vergogne penalmente irrilevanti – dicono che tutti i bambini dati in affido in base alle perizie dei fotiani sono tornati alle famiglie naturali e tutti i genitori processati per violenze e abusi sono stati assolti.
Siccome ora dovremmo tutti chiedere scusa a Foti, con quei bambini e con quei genitori chi si scusa?
FQ 9 giugno.

mercoledì 1 luglio 2020

Il virus-Bibbiano: “Prove solide, la luce non si spegnerà”. - Selvaggia Lucarelli

Il virus-Bibbiano: “Prove solide, la luce non si spegnerà”

Il Coronavirus ha smesso di occupare ogni piega della cronaca e si torna a parlare di Bibbiano. E succede una cosa strana, ovvero che chi conosce la vicenda, il luogo e il tempo da cui parte, le ramificazioni e gli intrecci di quegli psicologi con i tribunali d’Italia, trova la parola “contagio” aderente anche a questa storia. Perché anche Bibbiano, in fondo, è una malattia che parte da lontano, che si è propagata, che ha scelto il suo paziente zero, il territorio in cui propagarsi silenziosamente, le sue vittime. La Procura di Reggio Emilia ha chiesto il rinvio a giudizio per ben 24 imputati a seguito dell’indagine "Angeli e demoni". Tra questi, ci sono Claudio Foti, il fondatore della onlus Hansel e Gretel, sua moglie Nadia Bolognini, l’ex responsabile dei servizi sociali dell’Unione comunale Federica Anghinolfi (con un numero di capi di imputazione che fa paura) e anche il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, quello a cui secondo Nicola Zingaretti avremmo dovuto chiedere preventivamente scusa, chissà perché. Convocati anche 155 testimoni e tra questi il nome di una persona che è ben più che testimone dei fatti: il giornalista Pablo Trincia. Perché senza il suo lavoro di indagine su “Veleno” e quel che accadde di così simile a Bibbiano nella Bassa Modenese, oggi forse Bibbiano sarebbe solo quell’anonimo comune a sud di Reggio Emilia, in cui nessuno si accorge di quello che accade.
Pablo, sarai nella lista testimoni. Cosa vuol dire?
In un convegno a Mirandola si parlava di Veleno, sul palco qualcuno di noi relatori accennò al fatto che nella Val d’Enza stavano succedendo cose analoghe. Non sapevo delle indagini in corso su Bibbiano. Il giorno dopo la Procura di Reggio mi chiamò per sapere cosa sapessi e perché.
Cosa sapevi?
Ero stato contattato da alcuni genitori coinvolti nei fatti dei Bibbiano. Mi aveva impressionato la somiglianza delle due storie, nonostante i 20 anni tra l’una e l’altra. Bibbiano è un’estensione di Veleno: il mondo dei bambini visto attraverso il filtro del complotto, del satanismo, degli abusi, dei poteri forti.
Lo schema è lo stesso.
Sì, tornano perfino le storie sulle sette sataniche usate per suggestionare, oltre che le pressioni psicologiche sui bambini. Solo che mentre in Veleno c’era pochissimo materiale video e audio per provare le accuse, qui abbiamo letto le intercettazioni, sentito i discorsi di psicologi e assistenti sociali grazie alle cimici, visto le chat in cui dicevano che avevano paura, in cui parlavano di “sistema”.
Sono passati 23 anni dalla prima accusa di un bambino a un genitore nella Bassa Modenese. Qualche bambino di quelli che oggi negano quegli abusi è più entrato in contatto con gli psicologi di Hansel e Gretel?
Uno di loro ha scritto un post su Facebook raccontando che Claudio Foti tempo fa, prima della conclusione delle indagini, lo aveva contattato cercando ancora di convincerlo di aver subito abusi, dicendo che io sono un negazionista.
Perché ci sono voluti 23 anni per smascherare questo sistema?
Tra le altre cose perché è un po’ la giustizia che giudica se stessa. Sono decenni che le procure si avvalgono della consulenza di questi psicologi.
Avresti ritenuto possibile di aprire il giornale una mattina e di scoprire che Foti era finito agli arresti?
Mai. Non ho mai pensato che una procura si sarebbe potuta interessare di abusi non dal lato degli “abusati”, ma da quello di chi raccoglieva le loro testimonianze, degli psicologi, degli operatori, delle suggestioni. Questo processo non ha precedenti nel mondo, è storico.
È il processo a cosa, in sintesi?
A un modo di intendere la psicologia, a un sistema di affidi, alla sottrazione illecita di minori, ai pregiudizi e a un mondo che ha sempre avuto l’appoggio, la fiducia di buona parte della magistratura.
Di tutto quello che hai letto negli atti cosa ti ha colpito di più nell’indagine “Angeli e demoni”?
Un’intercettazione in cui un bambino parla normalmente di un genitore e la psicologa sposta sempre il discorso sul sesso. È un caso da manuale: il bambino non viene ascoltato, ma viene trasformato in arma da utilizzare contro i propri familiari.
Sui social hai accusato il Pd di non essersi occupato abbastanza di Bibbiano.
Il Pd non ha fatto altro che difendersi da attacchi che erano sì strumentali, ma non ha aggiunto altro. Mi sarebbe piaciuto sentire il Pd dire: ce ne occuperemo perché questo progetto di Bibbiano è stato sostenuto da noi e saremo i primi a cercare la verità.
Quando sei stato convocato nella commissione su Bibbiano in Emilia Romagna cosa è successo?
Ho visto una sinistra ostile nei miei confronti, che prendeva le difese di quel mondo. Ebbi uno scambio acceso con Silvia Prodi, la nipote di Prodi, che criticò il mio lavoro su Veleno e parlando con lei lì scoprii che non sapeva quasi nulla degli atti e della vicenda. Era una difesa d’ufficio, con tanto di famiglie affidatarie che furono convocate dal Pd. Le stesse che offendono sui social le famiglie naturali.
Qualcuno dice che il processo finirà in una bolla di sapone.
Attenzione. Un’assistente sociale ha già patteggiato a 1 anno e 8 mesi per aver redatto in modo distorto dei verbali su minori. E non era una delle figure di spicco. Non pensò finirà con condanne lievi, ho letto tutto e il quadro probatorio è corposo, con prove solide. Gli stessi video che Foti ha prodotto per discolparsi, lo hanno messo nei guai. Al di là delle sentenze, comunque, questo processo ha acceso la luce su un tema sempre ignorato. Quando lavoravo su “Veleno” nessuno mi ascoltava, dicevo a tutte le persone coinvolte: ‘Non aspettatevi nulla perché qui non succede mai nulla’. E invece.

domenica 16 febbraio 2020

Bibbiano, la Cassazione: “Non c’erano elementi per la misura” per il sindaco Andrea Carletti (Pd).

Bibbiano, la Cassazione: “Non c’erano elementi per la misura” per il sindaco Andrea Carletti (Pd)
I supremi giudici rilevano "l'inesistenza di concreti comportamenti", ammessa anche dai giudici di merito, di inquinamento probatorio e la mancanza di "elementi concreti" di reiterazione dei reati.

La procura di Reggio Emilia ne aveva chiesto l’arresto, oggi la Cassazione afferma che non esistevano i presupposti neanche per quella che viene considerata la più lieve tra le misure cautelari. Non c’erano gli elementi per disporre la misura dell’obbligo di dimora nei confronti del sindaco di Bibbiano Andrea Carletti nell’ambito delle indagini sugli affidi illeciti in Val d’Enza. I giudici lo scrivono nelle motivazioni del verdetto che il 3 dicembre ha annullato senza rinvio la misura cautelare. I supremi giudici rilevano “l’inesistenza di concreti comportamenti“, ammessa anche dai giudici di merito, di inquinamento probatorio e la mancanza di “elementi concreti” di reiterazione dei reati. Il ricorso sottoposto ai giudici di piazza Cavour era stato presentato dagli avvocati difensori Giovanni Tarquini e Vittorio Manes, contro la decisione del Riesame dello scorso 20 settembre che aveva revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari per Carletti, ma aveva applicato l’obbligo di dimora nella sua casa di Albinea, sempre nel Reggiano. Il primo cittadino, sospeso dal ruolo su decisione del Prefetto e autosospeso dal Pd, è accusato di abuso di ufficio e falso per l’affidamento di alcuni locali per la cura di minori. Carletti, che si era autosospeso anche dal Partito Democratico, era stato arrestato il 27 giugno. Erano stati disposti i domiciliari che non sussistevano.

Sul rischio di inquinamento probatorio, gli ermellini sottolineano che l’ordinanza del riesame di Bologna – che il 20 settembre ha revocato i domiciliari a Carletti imponendo però l’obbligo di dimora – non si è basata su “una prognosi incentrata sul probabile accadimento di una situazione di paventata compromissione delle esigenze di giustizia”. Anzi, il Riesame – prosegue il verdetto – “pur ammettendo l’inesistenza di concreti comportamenti posti in essere dall’indagato, ne ha contraddittoriamente ravvisato una possibile influenza sulle persone a lui vicine nell’ambito politico amministrativo per poi inferirne, astrattamente e in assenza di specifici elementi di collegamento storico-fattuale con la fase procedimentale in atto, il pericolo di possibili ripercussioni sulle indagini”. Tutto “senza spiegare se vi siano, e come in concreto risultino declinabili, le ragioni dell’ipotizzata interferenza con il regolare svolgimento di attività investigative ormai da tempo avviate”. Di “natura meramente congetturale” anche il rischio di reiterazione.

In proposito la Cassazione rileva che “già in sede di applicazione dell’originaria misura cautelare”, ossia gli arresti domiciliari, i giudici di merito a fondamenta delle loro motivazioni si erano serviti di “elementi” messi “in relazione con altro passaggio motivazionale, di non univoca e quanto meno dubbia interpretazione, direttamente tratto dalle dichiarazioni rese da Carletti al Pm”. Interrogato dal magistrato, il sindaco di Bibbiano, sottolinea la Suprema Corte, “genericamente ed in via del tutto ipotetica, si limitò ad affermare che, qualora fosse tornato a rivestire la carica di sindaco, avrebbe potuto prendere in considerazione la proposta, proveniente da un interlocutore serio ed onesto, di un investimento su un terreno privato per la progettazione di una struttura, parallela a quella gestita dalla Asl, per la tutela di minori ed anziani”. Per gli ‘ermellini’ questa considerazione è “meramente congetturale e di per sé non sintomatica della intenzione di commettere ulteriori condotte delittuose dello stesso tipo di quelle per cui si procede”. Pertanto il riesame “ha illogicamente ricollegato la manifestazione di un atteggiamento volitivo orientato a proseguire l’esercizio delle funzioni di sindaco con un metodo d’azione volto alla mera realizzazione di fini politici, indifferente alle regole e alla normativa sottostante”. Carletti era stato sospeso dal prefetto ed era tornato a fare il sindaco dopo il verdetto della Cassazione.

È un grande risultato – commenta l’avvocato di Carletti, Giovanni Tarquini all’AdnKronos -, perché si riconosce che, fin dall’inizio, non c’erano i presupposti e le motivazioni per la misura cautelare. Le misure cautelari sono uno strumento molto forte e di fatto un’anticipazione del giudizio e, in questo caso, erano una forzatura. È un atto forte da parte della Cassazione – prosegue – perché nell’impostazione dell’accusa si riteneva che Carletti potesse condizionare le indagini e questo viene smentito e viene riconosciuto che non c’era una volontà di collusione con il mascheramento di condotte illecite o di non far arrivare alla verità. Infatti è tutto il contrario da parte del mio assistito”.

Il caso Bibbiano scoppia il 27 giugno, quando i carabinieri eseguono 18 misure cautelari in un’inchiesta della Procura di Reggio Emilia su un presunto giro di affidi illeciti nella Val d’Enza reggiana. Nei guai finiscono assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi. Agli atti, secondo i pm, ci sarebbero stati lavaggi del cervello ai bambini per raccontare abusi che non ci sono mai stati, relazioni dei servizi sociali falsate e quindi, questa l’accusa principale, minorenni illegittimamente tolti alle famiglie naturali e riaffidati: un business da migliaia di euro. Nelle carte comparivano anche l’uso di una macchinetta dei ricordi, con impulsi elettromagnetici e elettrodi applicati su mani e piedi dei bimbi: un sistema che serviva per alterare lo stato della memoria in prossimità dei colloqui. Ma anche i regali e le lettere dei genitori naturali nascosti in un magazzino, i disegni dei bambini contraffatti per descrivere molestie mai subite in famiglia.

Si parla subito di caso Bibbiano. Carletti è accusato di abuso d’ufficio e falso e di aver ‘coperto’ i reati. L’inchiesta verte su sei-sette casi e alcune figure, tra cui la dirigente del servizio sociale, Federica Anghinolfi, lo psicoterapeuta Claudio Foti della onlus torinese Hansel & Gretel e la moglie, Nadia Bolognini. Fin da subito pero’ lo scandalo esce dalla Val d’Enza e diventa di rilievo nazionale e terreno di scontro politico. Il ministro Bonafede invia ispettori al tribunale per i minorenni e alla Procura di Reggio. Si annuncia presto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul tema affidi e case famiglie. È in particolare il Movimento 5 Stelle a attaccare il Pd, “il partito di Bibbiano” per il vicepremier Luigi Di Maio. I dem rispondono annunciando querele e chiedendo di non strumentalizzare. Nel paese intanto si tengono manifestazioni e fiaccolate e Giorgia Meloni di FdI è una delle prime a arrivare e a incontrare alcuni genitori, seguita da Matteo Salvini che nei prossimi giorni chiuderà la campagna elettorale delle prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna. Intanto il tribunale per i minorenni, “parte lesa” come detto dal suo presidente Giuseppe Spadaro, avvia un’ampia rivalutazione dei casi seguiti dal servizio sociale incriminato, non solo quelli al centro dell’inchiesta. In alcuni casi, nel frattempo i bambini sono stati già riaffidati alle famiglie naturali.

sabato 3 agosto 2019

Bibbiano, confermati i domiciliari per sindaco Andrea Carletti. Polemiche sulla commissione d’inchiesta regionale: presidenza al Pd.

Bibbiano, confermati i domiciliari per sindaco Andrea Carletti. Polemiche sulla commissione d’inchiesta regionale: presidenza al Pd

L'avvocato difensore del primo cittadino, Giovanni Tarquini, nei giorni scorsi aveva presentato una corposa memoria difensiva chiedendone la liberazione, sostenendo che il suo assistito si fosse rifatto a leggi regionali e avesse agito sempre nella legalità.
Il Giudice per le indagini preliminari di Reggio EmiliaLuca Ramponi, ha confermato gli arresti domiciliari per Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano coinvolto nell’inchiesta Angeli e Demoni sugli affidi illeciti di minori da parte dei servizi sociali della Val d’Enza. La decisione del magistrato arriva dopo che la difesa del primo cittadino aveva chiesto la revoca della misura cautelare.
Carletti, che si è autosospeso dal Partito Democratico, è accusato di abuso d’ufficio e falso ideologico e si trova agli arresti domiciliari dal 27 giugno. Già dopo il lungo interrogatorio di garanzia, per il sindaco erano stati confermati i domiciliari. Il suo avvocato difensore, Giovanni Tarquini, nei giorni scorsi aveva presentato una corposa memoria difensiva chiedendone la liberazione, sostenendo che, per gli incarichi alla Onlus di Torino Hansel e Gretel al centro delle contestazioni, Carletti si fosse rifatto a leggi regionali e avesse agito sempre nella legalità.
Si tratta di uno “stravolgimento della realtà”, ha commentato Tarquini dopo la decisione del gip. “Sono stati del tutto ignorati – ha continuato – gli elementi oggettivi illustrati e documentati in modo esaustivo e articolato nella memoria difensiva a supporto della totale estraneità del mio assistito dai reati contestati e della richiesta di revoca della misura cautelare. C’è in questa vicenda un costante stravolgimento della realtà dei fatti e una palese confusione dei ruoli e delle competenze di amministratori e tecnici”. Secondo il legale “appare evidente un pregiudizio di fondo e una preoccupante mancanza di serenità che si riflette sul percorso dell’accertamento giudiziario e così anche su quest’ultima decisione”.
Intanto, scoppia la polemica politica dopo che venerdì si è insediata la commissione d’inchiesta regionale. Al centro delle proteste che si sono levate dalla destra, il fatto che la presidenza sia stata affidata a Giuseppe Boschini, consigliere del Pd, mentre le due vicepresidenze siano andate a Igor Taruffi di Sinistra Italiana e Raffaella Sensoli del Movimento 5 Stelle. “Il Pd nomina una commissione d’inchiesta in Emilia Romagna sullo scandalo degli affidamenti illeciti di minori assegnandosi la presidenza e dando le due vicepresidenze al M5s e alla Sinistra italiana. Lo stesso Pd che ha i propri esponenti coinvolti nello scandalo e che non voleva si parlasse di Bibbiano. Lo stesso M5S che chiedeva verità, ma a livello locale vanta tra le sue fila un avvocato che ha rinunciato a ogni ruolo istituzionale per difendere una delle principali indagate. Una situazione talmente paradossale che farebbe quasi ridere, se di mezzo non ci fosse il dramma di tante famiglie”, ha scritto su Facebook Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.

mercoledì 17 luglio 2019

L'inferno di Bibbiano. - Gianni John Tirelli

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È spaventoso quel che accade in questo paese marcio, dove la notizia di bambini strappati alle famiglie e plagiati, viene volutamente occultata dai Media per loschi interessi, che non si fatica a definire di “stampo mafioso”. 
Non una testata giornalistica, una che sia una, che abbia sentito il dovere morale, l’obbligo etico-deontologico, di indagare sulla faccenda, di mandare un suo inviato ad intervistare i genitori ai quali avevano sottratto i figli e venduti come merce, così da ricavare un quadro oggettivo di questa inquietante storia dai risvolti demoniaci, dove si faceva cassa sulla vita di piccole creature innocenti e indifese, e che un giorno dovranno fare i conti con il trauma della separazione e delle violenze subite. Non una parola di sdegno, di sgomento, di denuncia dalla voce del “santo” Papa, dal nostro presidente della repubblica, dalle associazioni e organizzazioni che si occupano dell’infanzia, dei minori – non una parola dai centri di volontariato, dagli assistenti sociali…. niente di niente, totale omertà! 
Del resto cosa aspettarsi da una Chiesa che pratica la pedofilia, da una politica direttamente implicata in questo aberrante traffico, e di tutte quelle organizzazioni di finti buoni che rastrellano denaro fresco alla cittadinanza speculando sulla buona fede delle persone e sulle speranze della gente che soffre. 
Non una parola è venuta dagli stessi genitori dei bambini seviziati; genitori a loro volta zittiti dalle promesse e ricompense in denaro per comprarne il loro silenzio. 
Potremmo anche sorvolare sulle omissioni da parte dei giornali e TV su fatti politici e di natura economico-finanziaria, sapendo bene che gli stessi sono da tempo immemore al soldo dei poteri forti, e come cani al guinzaglio obbediscono ad ogni loro ordine senza fiatare. Ma tacere e fingere di sorvolare su un fatto dalla gravità inaudita, storia di perversione e depravazione, rende l’assordante silenzio di questi escrementi pennivendoli un crimine ancora più atroce di quello commesso dagli aguzzini del bambini.
È questa la libertà di informazione nel nostro paese; una libertà trasfigurata in abuso, in licenza, in servilismo, in strumento di mistificazione e di omissione, senza regola alcuna e principio, dove loschi figuri in veste di giornalaidi, di sepolcri imbiancati e di serpi in seno alla democrazia, hanno svenduto la loro anima, la loro dignità e coscienza come seguaci di una setta satanica in adorazione della Bestia.
Non persone dunque, ma involucri, vuoti a perdere, luride baldracche in carriera torturati da lancinanti complessi di inferiorità e dal loro fallimento umano, professionale, etico e spirituale. 
Questa marmaglia umanoide andrebbe deportata nei campi di lavoro forzato a pane acqua e calci nel culo, fino a quando l’oblio li rimuova per sempre dalla memoria degli uomini e dalla clemenza di Dio. 
E forse allora i nostri figli potrebbero ancora sperare in un futuro, in un mondo migliore, giusto, che li protegga dalle grinfie insanguinate di questi personaggi da suburra, frustrati, repressi e depressi che sopravvivono al loro stato vegetativo nutrendosi come vampiri della altrui sofferenza generata dalla malvagità delle loro azioni.


https://www.facebook.com/giannijohn.tirelli/posts/2359494727437149

Scandalo affidi a Reggio, Cavanna: «Fatti disumani, ricordano gli esperimenti dei nazisti»

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Scandalo affidi a Reggio, Cavanna: «Fatti disumani, ricordano gli esperimenti dei nazisti»
Il professor Luigi Cavanna, primario di Oncologia: «Violenze insopportabili su dei bambini indifesi portate avanti da professionisti. Tutte le istituzioni piacentine riflettano anche su quanto è avvenuto nella vicina Reggio Emilia».
Scandalo affidi a Reggio, Cavanna: «Fatti disumani, ricordano gli esperimenti dei nazisti»

«Impulsi elettrici ed altre violenze su bambini per sottrarli alle famiglie. Accade vicino a noi nella nostra Regione, ne possiamo e dobbiamo parlare». Così Luigi Cavanna, professore ed oncologo piacentino, ha scelto di intervenire sulla delicata vicenda che ha coinvolto il territorio reggiano. «Chi scrive è un medico, da anni impegnato, come tanti altri colleghi, nella cura dei malati, e nella ricerca per migliorare la durata e la qualità della vita di chi è malato. Sono rimasto colpito, come credo tanti altri piacentini, di quanto accaduto in questi giorni, e mi riferisco all'arresto dell'ex presidente del Consiglio comunale di Piacenza, per relazioni con la mafia. Come conseguenza di tutto questo, ogni giorno leggiamo, sentiamo e vediamo interventi sui media locali e non solo, ci si chiede come è stato possibile, come si poteva/ doveva evitare e tanto altro ancora. Tutto molto giusto, ma a mio avviso sta passando sotto silenzio nella nostra comunità, un avvenimento, un insieme di fatti, accaduti non all'altro estremo del mondo (manterrebbero la loro gravità), ma accaduti in un comune vicino a noi, nella nostra Regione, nella nostra area vasta, in provincia di Reggio Emilia!»
«Tali avvenimenti sono talmente gravi, talmente inquietanti, talmente disumani, da non sembrare veri. Ho sentito questa notizia alla radio pochi giorni fa, mentre ero in macchina, inizialmente pensavo di aver capito male, ma purtroppo non sembra così. Da una inchiesta della Procura di Reggio Emilia, denominata “Angeli e Demoni”, emerge che professionisti sia pubblici che privati, assistenti sociali, psicologi, altre figure sanitarie, pubblici amministratori, fra cui un sindaco sono implicati a vario modo in questa terribile vicenda. Secondo le indagini della Procura, e secondo quanto riportata dagli organi di informazione, diversi bambini, (almeno 10 bambini) con età fra i 6 e 10 anni, venivano sottoposti a manipolazioni di ogni tipo, con il fine di creare falsi ricordi di abusi, utilizzando anche impulsi elettromagnetici, con elettrodi applicati alle mani ed ai piedi».
«Quest'ultimo fatto mi ricorda gli esperimenti che venivano fatti in periodi bui della storia dell'uomo su poveri bambini inermi, nei campi di concentramento nazisti. Per questi fatti sono state arrestate 18 persone, 6 ai domiciliari, e sono indagate 27 persone. Secondo me fatti così gravi devono essere portati alla conoscenza ed alla discussione anche dei cittadini della nostra città e provincia, per aprire un dibattito, una presa di coscienza, una riflessione. La violenza è sempre grave, deve essere sempre ripudiata e combattuta, ma quando una violenza di questo tipo viene esercitata da professionisti su persone indifese, e fragili come i bambini, la violenza deve diventare insopportabile per tutte le donne e gli uomini, altrimenti sarà la barbarie. Le istituzioni piacentine, il Comune e Provincia di Piacenza, oltre al caso Caruso, dedichino un po' di spazio e tempo ai fatti accaduti a poca distanza da Piacenza».

venerdì 12 luglio 2019

L’inferno e il male a Bibbiano. Ed ora si scoprano tutte le carte. - Davide Stasi



La notizia, nonostante le resistenze di molti media, si sta espandendo a macchia d’olio. Ed è una di quelle notizie che nessuno vorrebbe mai sentire. Nel Reggiano sono più di venti gli indagati per un giro d’affari fatto sulla pelle di bambini sottratti alle famiglie e collocati in case protette. Un giro d’affari di migliaia di euro che avrebbe coinvolto medici, assistenti sociali, professionisti e politici. Ai domiciliari è finito, tra gli altri, proprio il sindaco di Bibbiano, il PD Andrea Carletti. Implicate anche diverse “Onlus”, che è l’eufemismo di “cooperative sociali”, le stesse di cui ho parlato settimana scorsa rispetto alla Casa Arcobaleno voluta dal Comune di Milano. Stessi meccanismi, stessi interessi, probabilmente stessi illeciti.
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Andrea Carletti
Qui però si va oltre. Qui si parla di un sindaco che solo l’anno scorso si vantava con i media del lavoro fatto sulla legalitàqualche mese fa dei suoi servizi sociali, cui erano destinati 2 milioni di euro all’anno, e che ora pare abbia avallato e tratto vantaggio da un sistema criminale fatto di relazioni false e disegni dei bambini modificati con l’aggiunta di connotazioni sessuali per poter avanzare ipotesi di abusi sessuali e dunque portarli via dalle famiglie. Da lì partivano terapie psicologiche inutili, ma ben pagate, e sedute di lavaggio del cervello per indurre i piccoli, a suon di impulsi elettrici, a temere i propri genitori o a elaborare ricordi inesistenti. Roba da Arancia Meccanica, signori, non le solite botte negli asili. Poi c’era anche l’affido dei minori a gente non proprio adeguata: malati psichiatrici o tenutari di sexy shop. Non solo: ai piccoli non venivano recapitati i regali inviati dai genitori. Tutto il materiale spedito come regalo è stato ritrovato accatastato in un magazzino. “Se questo è un uomo”, si chiedeva Primo Levi. Se non è questo il concentrato perfetto dell’inferno e del male, mi chiedo io.
Boy painting
Naturalmente si è tutti innocenti fino a prova contraria, e questo vale anche per coloro che al momento sono soltanto indagati in questa vicenda. Però le cronache parlano di intercettazioni da parte dei Carabinieri, e questo un po’ cambia le cose. Se le prove sono di quel genere pressoché inoppugnabile (sarebbero state registrate le sedute di “lavaggio del cervello” ai bambini), occorre iniziare a concepire che davvero uno dei business da sempre sospettati e denunciati esisteva ed esiste davvero. Ed è inferno e male per una pletora di soggetti, a partire dai più deboli, dai più innocenti, appunto i bambini, fino a includere le loro famiglie d’origine. Si rilegga l’elenco dei comportamenti che sono oggetto di denuncia, o l’elenco delle accuse penali (frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso): davvero si può concepire qualcosa di più orribile?
La domanda è retorica, dunque non è la risposta che interessa. Interessa l’evidenza per cui questa realtà, da lungo tempo denunciata da questo e da tantissimi altri blog, esiste davvero, ed è forse anche peggio di quanto prefigurato. Qui è il sistema case-famiglie per minori, ma il meccanismo dei centri antiviolenza o case protette per donne o case arcobaleno per altro-sessuali, non è diverso. Sempre lo stesso sporchissimo business è. E tendenzialmente sempre gli stessi soggetti politici ed economici ci sono dietro: la sinistra e le cooperative. Proprio quelli che inneggiano al gender, che osteggiano ogni riforma di separazioni e affidi, che parlano di “femminicidio” e violenza sulle donne come se fosse un’emergenza nazionale, che chiedono e ottengono milioni di euro da intascarsi come a Bibbiano o in modi simili. Per esempio una delle “Onlus” implicate pare sia la “Hansel e Gretel”, guarda caso una delle più attive contro la riforma di separazioni e affidi perché, dichiarava, avrebbe “favorito i genitori violenti”. In questa vomitevole e raccapricciante contraddizione sta il centro di tutto il sistema, di tutto l’orrore e il male per i nostri figli.
E, va detto, c’è chi in passato e nel presente ha denunciato, talvolta per vie legali (inutilmente), e sempre tramite l’espressione della propria opinione, questo stato di cose vergognoso e pericoloso. Ottenendo, quando fortunato, una totale assenza di risposte. Quando sfortunato una denuncia per vilipendio alle istituzioni, diffamazione o cose del genere. Piaccia o no, costoro hanno sempre avuto ragione, e ancora ce l’hanno quando parlano di questi fenomeni o di fenomeni simili. I fatti parlano chiaro, e se la vicenda di Bibbiano non andrà in mano a magistrati politicamente schierati o semplicemente timorosi delle pressioni mediatiche, si dovrà andare a fondo e anche al largo. Perché orrori come quello appena scoperto nel reggiano sono a tutti gli effetti come la mazzetta di Mario Chiesa al Pio Albergo Trivulzio. La punta estrema di un iceberg. Sta a uomini e donne di buona volontà far sì che venga messo alla luce tutto il resto. Che si sa, è noto e stranoto. Basta avere il coraggio di cogliere l’occasione, smettere di coprire il peggio del peggio e finalmente scoprire tutte le carte.
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