Visualizzazione post con etichetta tregua. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta tregua. Mostra tutti i post

mercoledì 18 agosto 2021

Il Fisco riparte dopo la tregua di Ferragosto: 163 scadenze entro fine mese. - Giovanni Parente

 

Illustrazione di Federico Bergonzini/Il Sole 24 Ore

Soggetti Isa e forfettari potranno versare le imposte fino al 15 settembre. Senza una nuova proroga pronti a partire 60 milioni di ruoli e atti della riscossione.

Nel lungo e complesso cammino di uscita dalla situazione emergenziale prodotta dalla pandemia anche il fisco prova a recitare la sua parte. La fine della tradizionale tregua di Ferragosto potrebbe, infatti, assumere una valenza ulteriore se proiettata sulle prossime settimane. Certo, parlare di normalità fiscale può sembrare una sorta di ossimoro in un contesto come quello italiano caratterizzato da adempimenti a pioggia e norme in continuo cambiamento (o interpretazione). Ma le sospensioni adottate per far fronte alla crisi di liquidità prodotte dalla difficile congiuntura economica collegata al Covid stanno progressivamente venendo meno. Ecco che allora la ripresa degli adempimenti fiscali con 163 appuntamenti in calendario da venerdì 20 agosto fino al termine del mese può trasformarsi in una sorta di prologo di quanto avverrà da settembre in poi.

Chi ha diritto alla proroga dei versamenti al 15 settembre.

Prima di tutto, però, occorre ricordare come dalla ripresa sia per il momento esclusa la scadenza più pesante in termini di impatto almeno “finanziario”. Con la proroga introdotta nella conversione del decreto Sostegni bis, poco più di quattro milioni di partite Iva soggette alle pagelle fiscali (gli Isa), collegate o nel regime forfettario avranno tempo fino al 15 settembre per pagare le imposte risultanti dal modello Redditi 2021.

Fatture, esterometro e crediti Iva

Nonostante questo, però, non mancano appuntamenti a cui è necessario che operatori economici e professionisti facciano attenzione. Ad esempio, come indica anche lo scadenzario online dell’agenzia delle Entrate, il 20 agosto è l’ultimo giorno per emettere e registrare le fatture differite relative a beni consegnati o spediti a luglio e risultanti da documento di trasporto o da un altro documento idoneo a identificare i contraenti. Ma c’è anche la deadline per la trasmissione dell’esterometro del secondo trimestre 2021 (da aprile a giugno). O ancora, per restare in ambito Iva, entro venerdì va presentato il modello TR per vedersi riconosciuto il credito Iva relativo sempre al secondo trimestre dell’anno in corso.

La rata della rottamazione ter entro il 31 agosto

Non tutti i versamenti, però, sono rinviati a settembre. La riscrittura del calendario della pace fiscale – arrivato sempre con la conversione del decreto Sostegni bis – ha fissato ben due termini ad agosto per il recupero delle rate nel 2020. Il primo appuntamento del 2 agosto ha riguardato gli importi che originariamente andavano saldati a febbraio e marzo dello scorso anno e che sono stati oggetto di diversi differimenti all’interno di provvedimenti sull’emergenza Covid. Il 31 agosto, invece, va recuperata la rata della rottamazione ter, che avrebbe dovuto essere pagata entro fine maggio 2021. A tal proposito, vanno fatte due considerazioni. Da un lato, si applica sempre la regola dei cinque giorni di tolleranza e quindi ci sarà tempo fino ai primi giorni di settembre. Dall’altro lato, non bisognerà dimenticare che l’eventuale mancato pagamento nei termini comporta la decadenza dalla definizione agevolata.

Senza un altro rinvio arrivano le nuove cartelle

Proprio in vista di settembre il capitolo riscossione è quello che, al momento, potrebbe presentare le maggiori insidie per i contribuenti e i professionisti che li assistono. Dal 1° settembre, infatti, agenzia delle Entrate Riscossione (Ader) potrebbe tornare a notificare oltre 60 milioni tra cartelle e altri atti accumulatisi dall’8 marzo 2020, data da cui è scattato il congelamento su tutto il territorio nazionale per l’emergenza Covid. Ma non solo, perché potrebbe tornare ad attivare ipoteche, fermi amministrative e pignoramenti, compresi quelli di pensioni e stipendi. E chi aveva cartelle già notificate prima della sospensione o piani di dilazione in essere dovrà andare alla cassa entro il 30 settembre.

Alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, la parola passerà a Governo e Parlamento che dovranno decidere se il ritorno alla normalità da subito varrà anche per la riscossione o si troverà l’ennesima soluzione ponte magari con una proroga con effetto retroattivo come già accaduto negli ultimi mesi. Senza dimenticare però che il problema dello «scalone» delle rate arretrate dei piani di dilazione da saldare resta e prima o poi dovrà essere affrontato con qualche meccanismo che, ad esempio, consenta di scaglionare nel tempo i pagamenti dovuti. 

Il Sole24Ore



sabato 24 settembre 2016

SIRIA,ASSAD: FINE TREGUA COLPA DEGLI USA.


aiuti Aleppo, aleppo, cessate il fuoco, cessate il fuoco siria, George Sabra, opposizione Siria, Siria, tregua clinicamente morta, tregua Siria

19.00 Il presidente siriano Assad,intervistato dalla Ap, accusa gli Usa di essere responsabili del fallimento della tregua e afferma che l'attacco di sabato scorso a una base siriana,da parte della coalizione a guida americana, è stato "sicuramente intenzionale". Assad nega che sia stato un raid russosiriano a bombardare un convoglio umanitario vicino ad Aleppo, che ha fatto 21 morti martedì sera. Intanto l'Onu annuncia che arriveranno lunedì gli aiuti umanitari per Aleppo, fermati alla frontiera. 

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-121edc3b-4ba9-4a3e-81b1-ed8dab8134c9.html

mercoledì 16 luglio 2014

Gaza, 4 bambini uccisi in spiaggia Israele: sei ore di tregua umanitaria.



Una bambina palistinese ferita in un ospedale della Striscia di Gaza - 

Ancora raid israeliani sulla Striscia. Il bilancio delle vittime a quota 216.

Quattro bambini sono rimasti uccisi oggi a Gaza, nel corso dei raid israeliani. Le vittime, riferiscono fonti palestinesi, sono state colpite da proiettili provenienti dal mare, probabilmente da una motovedetta, mentre si trovavano in un bar sulla spiaggia.  

Israele è tornato a mettere in guardia la popolazione di Gaza, chiedendo ai 100mila persone di lasciare le proprie case e tornando a minacciare di far entrare i blindati e le ruspe nella Striscia. «Non saremo in grado di garantire un’estate serena ai nostri figli senza un’operazione di terra a Gaza», ha avvertito il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, secondo cui Israele deve impiegare ogni mezzo per garantire la sicurezza dei suoi cittadini. Ma in serata gli israeliani hanno accolto la richiesta dell’emissario dell’Onu per la regione Robert Serry: domani osserverà a Gaza una tregua umanitaria di sei ore. Ancora non è noto se in parallelo anche Hamas sospenderà i lanci di razzi verso Israele. 

Al nono giorno dell’offensiva Margine Protettivo, il bilancio dei morti è arrivato a 216, con oltre 1.550 feriti (in uno degli ultimi raid è morto anche un ragazzino di 10 anni). Nella notte Israele ha bombardate le case di vari capi di Hamas e della Jihad, in gran parte vuote. Dalla Striscia sono partite nuove raffiche di razzi, almeno sei intercettati da Iron Dome nei cieli di Ashkelon. Ma proprio perché evidentemente prevede una più intensa offensiva, Israele nella notte ha intimato agli abitanti del settore orientale e settentrionale di Gaza di lasciare le proprie case con messaggi telefonici e volantini. Un avvertimento in gran parte ignorato, sia perché nessun punto di Gaza è considerato sicuro e sia perché Hamas continua a liquidare gli avvertimenti come «guerra psicologica». E mentre il presidente palestinese, Abu Mazen, vola al Cairo per cercare un soluzione alla crisi, la diplomazia mondiale si muove e chiede la tregua. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, lo ha detto stamane al presidente uscente, Shimon Peres, e lo ha ripetuto ai vari interlocutori della giornata, il presidente designato, Reuven Rivlin, considerato un “falco”; il suo omologo, Lieberman, il ministro della Giustizia, Tzipi Livni, lo stesso premier, Benjamin Netanyahu. 

Secondo un’emittente tv israeliana, Channel 2, Hamas è pronto a un cessate-il-fuoco ma solo se sarà accompagnato da una tregua decennale. Il movimento silamico chiede anche il rilascio dei prigionieri liberati nello scambio per il soldato israeliano, Gilad Shalit, riarrestati recentemente, l’apertura dei valichi di Gaza per far passare beni e persone e la supervisione internazionale del porto di Gaza, attualmente bloccato da Israele. L’ex deputato arabo-israeliano, Azmi Bishara, ha illustrato le condizioni del Movimento di resistenza islamica dagli schermi di Al-Jazira. Bishara, fuggito da Israele nel 2007 perché accusato di aver aiutato Hezbollah, ha ipotizzato che l’escalation durerà ancora un paio di giorni e ha anche accusato Israele di aver accettato brevemente il cessate-il-fuoco mediato dall’Egitto soltanto per poi riprendere con maggiore virulenza gli attacchi.