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mercoledì 11 giugno 2014

Usura, indagati vertici Bnl, Unicredit, Mps. Ci sono anche Tarantola e Saccomanni.

Usura, indagati vertici Bnl, Unicredit, Mps. Ci sono anche Tarantola e Saccomanni

L'inchiesta è stata chiusa dalla Procura di Trani. Tra le 62 persone alle quali la Guardia di Finanza di Bari sta notificando l’avviso di fine indagine ci sono l'attuale presidente della Rai, all'epoca dei fatti capo della Vigilanza di Bankitalia, e l'ex ministro dell'Economia, allora dg di via Nazionale. La lista comprende anche Luigi Abete, Alessandro Profumo, Federico Ghizzoni, Giuseppe Mussari, Francesco Gaetano Caltagirone.
I tassi applicati erano più alti di quelli concordati. Per questo la procura di Trani contesta ai vertici di alcuni importanti istituti di credito italiani il reato che di solito si applica alla criminalità comune o anche organizzata: l’usuraNella fattispecie si tratta però di concorso in usura bancaria: quella che consiste nell’applicare tassi di interesse sui prestiti superiori rispetto alle soglie fissate ogni tre mesi dalla Banca d’Italia. Così nel registro degli indagati della piccola procura pugliese – già protagonista di inchieste clamorose come quelle sulle agenzie di rating –  sono finiti non solo i vertici (in alcuni casi ex) di Bnl, Unicredit, Mps e Banca popolare di Bari (Bpb), ma anche il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, in qualità di ex capo della Vigilanza di Bankitalia, e il ministro dell’Economia del governo Letta Fabrizio Saccomanni, ex dg di via Nazionale. Sessantadue, in tutto, i destinatari dell’avviso di fine indagine.
Nel registro degli indagati i vertici di Bnl, Mps, Unicredit. Hanno ricevuto l’avviso di fine indagine per usura il presidente del cda di Bnl Luigi Abete, l’ad Fabio Gallia, l’ex vicepresidente Piero Sergio Erede e il presidente del collegio sindacale Pier Paolo Piccinelli. Per quanto riguarda Unicredit sono sotto inchiesta l’ex ad Alessandro Profumo, ora presidente di Mps, l’attuale ad Federico Ghizzoni, il vicepresidente vicario Candido Fois, l’ex presidente Dieter Rampl e il dg Roberto Nicastro. Coinvolti anche Paolo Savona, ex presidente del cda di Unicredit Banca di Roma, Mario Fertonani, ex presidente di Unicredit Banca d’Impresa, e Piergiorgio Peluso, figlio dell’ex Guardasigilli Anna Maria Cancellieri, nella sua precedente qualità di ad di Unicredit Banca d’Impresa. Per Mps sono indagati l’ex presidente Giuseppe Mussari e il suo vice Francesco Gaetano Caltagirone, per la Banca Popolare di Bari l’attuale presidente del cda e ad, Marco Jacobini, l’ex presidente Fulvio Saroli e il dg Pasquale Lorusso.
Per il ruolo avuto in Bankitalia sono indagati anche l’ex direttore generale Vincenzo Desario e gli ex capi della Vigilanza succedutisi nel tempo: Francesco Maria Frasca, Giovanni Carosio, Stefano Mieli e Luigi Federico Signorini. Per il ministero dell’Economia è indagato Giuseppe Maresca, a capo della quinta direzione del dipartimento del Tesoro. A loro, oltre che a Tarantola e Saccomanni, viene contestato di avere – tra il 2005 e il 2012 – adottato consapevolmente determinazioni amministrative in contrasto con la legge sull’usura fornendo un “contributo morale necessario” ai fatti-reati di usura “materialmente commessi dalle banche”.
Vittime dei tassi usurai imprenditori del barese. Il reato di usura (bancaria) continuata ed aggravata sarebbe stato commesso dalle banche ai danni di alcuni imprenditori del barese nell’ambito di finanziamenti concessi prevalentemente sotto forma di anticipazioni su conto corrente. Per il pm inquirente, Michele Ruggiero, il reato di usura è stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche con il concorso morale degli ex vertici di Bankitalia e del dirigente del ministero del Tesoro Maresca. Secondo l’accusa questi ultimi, contravvenendo alle disposizioni della legge sull’usura, prescrivevano alle banche di calcolare gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito ‘accordato’ anziché (come richiesto dalla legge) a quello effettivamente ‘erogato/utilizzato’ dal cliente. Queste indicazioni – su cui del resto anche la Corte di Cassazione si è espressa, nel 2013, smentendo le circolari di via Nazionale – permettevano alle banche di elaborare tassi effettivi globali (i cosiddetti Teg) falsati. Cioè più bassi di quelli effettivamente praticati. Di conseguenza, stando alle indagini della Guardia di Finanza, gli interessi applicati dalla banche alla clientela per determinate categorie di finanziamenti (in forma di anticipazioni su conto corrente) risultavano sempre entro i limiti dei ‘tassi soglia’  pur essendo in concreto superiori e, come tali, usurari. Bnl, secondo i conteggi della pubblica accusa, avrebbe lucrato in questo modo oltre 53mila euro, il gruppo Unicredit più di 15mila, Mps circa 27mila euro mentre la Banca Popolare di Bari solo 296 euro.
Unicredit: “Infondato l’impianto accusatorio”. 
“Unicredit ritiene infondato l’impianto accusatorio“. Così l’istituto di credito replica al provvedimento della Procura di Trani che vede tra gli indagati per usura anche il suo amministratore delegato Federico Ghizzoni. La banca sottolinea quindi di riporre “piena fiducia nell’operato dell’organo giudicante e confida che, come è avvenuto in casi analoghi che hanno interessato e interessano l’intero settore bancario, venga riconosciuta l’assoluta correttezza dell’operato”.

domenica 18 novembre 2012

Il delitto di usura - Emidio Orsini.


("Gli Usurai" di Quentin Metsys)
Viviamo in bancocrazia, il naturale sviluppo capitalistico della democrazia affidata alle banche che hanno persino il potere di nominare i loro premier. Il blog ospita l'intervento di Emidio Orsini, segretario del "Il delitto di Usura" un foro informatico, senza scopo di lucro, costituito esclusivamente da vittime di usura ed estorsione bancaria e criminale, nonché da sostenitori anche anonimi.
Intervento di Emidio Orsini, Segretario nazionale del movimento "Il delitto di Usura"
"Saluti a tutti, sono Emidio Orsini, segretario nazionale di un movimento apartitico, che è “Il delitto di usura”. Quando parliamo di usura bancaria qualcuno mi chiede: “Ma come fanno le banche a applicare i tassi usurari?”. Perché le banche sull’assunto che delle circolari della Banca d’ Italia li hanno indotte in errore, non hanno mai conteggiato nel costo del denaro le commissioni di massimo scoperto, quindi applicando gli interessi sono sempre qualche centesimo di percentuale sotto al tasso soglia, quello applicato trimestralmente sulla gazzetta ufficiale. Poi lo hanno superato, naturalmente, aggiungendo le commissioni e le spese non dovute che superano di gran lunga i tassi soglia, che diventano tasso da usurario.
Vorrei parlare dei tanti privilegi delle banche, perché oltre a applicare l’usura, le banche detengono privilegi immensi. Tra questi ne voglio indicare due: la possibilità, solo per esse, di segnalare il modo discrezionale, unilaterale alla Centrale Rischi il cattivo pagatore o il presunto debitore. Il più delle volte questo presunto debitore alla fine di lunghi e costosi procedimenti civili, magari si dimostra che non è debitore di ciò che crede la banca o, addirittura, è creditore della banca, però gli viene sbarrata la porta di accesso a qualsiasi credito legale, viene emarginato dalla società e considerato come un appestato in quanto segnalato come cattivo pagatore nella centrale rischi della Banca d’ Italia e delle CRIF.
L’altro grande privilegio che hanno le banche è la possibilità, ai sensi dell’articolo 50 del Testo unico bancario, con una dichiarazione estesa da un proprio funzionario (non da un soggetto terzo) che attesta che il credito richiesto è certo, liquido e esigibile. Il giudice a occhi chiusi concede i decreti ingiuntivi provvisoriamente esecutivi, poi nelle more dei lunghi e costosi procedimenti civili le banche espropriano la vittima, l’utente, di ogni proprietà, con aste giudiziarie. Dopo vent’anni arriva la sentenza che asserisce che quel credito non era vero o esigibile.
Sono anni che stiamo facendo una battaglia per ristabilire quanto meno la pari dignità, altrimenti è un confronto impari quando un utente vessato dalle banche deve confrontarsi con soggetti che hanno tempi illimitati e soldi a non finire, che si definiscono imprenditori, ma non possono essere definiti tali, perché di imprenditori non hanno nulla! L’imprenditore rischia, fallisce, le banche non rischiano nulla, prendono i soldi all’1% e li rivendono allo Stato al 5 % o 6% quando va bene! Ai privati a oltre il 10%! Non falliscono mai! L’esempio del Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca del mondo. Se fosse stata veramente una azienda privata sarebbe fallita da tanti anni, invece è lì e resiste con i soldi degli utenti, dei cittadini italiani, e il suo ex Presidente oggi è Presidente dell’ABI, Mussari,
Sarebbe opportuno ridurre le contrapposizioni e le ostilità tra i consumatori e le banche, i fallimenti, i contenziosi, decongestionare gli uffici giudiziari. Porto l’esempio della Spagna: l’Associazione bancaria spagnola due giorni fa ha deciso di venire in contro ai proprietari di case in difficoltà con le rate del mutuo, e i partiti spagnoli stanno per varare una legge ad hoc. In pratica l’associazione bancaria spagnola ha congelato ogni azione esecutiva, loro li chiamano gli sfratti immobiliari, per due anni, per tutti i soggetti che non possono più pagare le rate puntualmente. Questa sarebbe una bella boccata d’ossigeno per gli italiani, ridotti alla fame. È una battaglia che noi come “Il delitto di usura” conduciamo da anni, in tutte le sedi istituzionali, politiche e partitiche e di governo, ma non siamo ascoltati. Io spero che veramente accada qualche cosa su questi rapporti, perché non è più possibile tenere un popolo schiavo di istituti di credito, allora sarebbe meglio nazionalizzarli! "