Ieri ho guardato le tre interviste di Enrico Mentana a Bersaglio Mobile.
- Renzi.
Debole.
Solitamente bombarolo e retorico, borbottante e sputicchiante.
Insolitamente umile e low profile.
Lo ha fatto per scelta (vuole convincere i moderati con l'ottimismo che "è il profumo della vita") e perché evidentemente i sondaggi che ha devono essere non proprio trionfali.
Ha persino detto che il metro di paragone per valutare l'esito delle Europee è Bersani 2013: ha messo le mani avanti, per poter dire che lui ha vinto anche se ha preso un solo voto più di M5S.
Ma figuriamoci.
Fino a due mesi fa Renzi aveva 12 punti di vantaggio, ha quasi tutta l'informazione spaventosamente a favore e a gennaio sembrava il Nazareno di Rignano sull'Arno.
Non gli basta vincere il 25 maggio, quello è scontato: deve farlo con almeno 6 punti di vantaggio.
Debole anche nelle battute scritte ("La Fiorentina mi ha fatto soffrire, ma anche lei con l'Inter ha goduto po'o Direttore"). Ha ripetuto "dopodiché" 712 volte e al di là di questo mantra eterno degli 80 euro non è riuscito ad andare.
La narrazione di sempre: Io sono il bene e loro il male. Io canto l'inno di Italia e mi commuovo, gli altri sono gufi che rosicano. Che palle.
E' stato bravo sulla politica estera, lì l'ho visto - per l'unica volta - sincero e appassionato, ancor più quando ha parlato dei traumi che lo hanno colpito durante la sua generazione (su tutti Falcone e Borsellino). Un Renzi meno supercazzolico e meno aggressivo: bene. Ma pure (ancor) più retorico e moccia-jovanottiano. E questo è un male: anzitutto per lui.
- Berlusconi.
Sconfortante.
Se non fosse il "politico" che ha devastato il paese, verrebbe voglia di compatirlo.
Un uomo stanco, sfiancato.
Confuso, caricaturale, noiosissimo.
"Il Champagne staMpato", i "clobbe", la "decadonza", "sono stato io a porre fine alla guerra fredda": aiutatelo.
Ormai non mette neanche più rabbia: rompe proprio le palle.
A un certo punto ha parlato lungamente di Putin: se la Crimea lo ha, secondo me si è invasa da sola.
Fare battute su Berlusconi, ormai, è come picchiare un bambino con gli occhiali che caga.
Sunset boulevard.
- Di Battista.
E' partito a handicap, accostando pericolosamente Civati e Cuperlo al concetto di "mafia" politica.
Il senso era chiaro, ce l'aveva non con loro ("brave persone") ma con l'idea di compromesso eterno e colpevole, ma poteva fare mille altri esempi più forti.
Se ne è reso conto e, alla fine, è tornato sull'argomento chiarendo meglio il concetto per fugare i dubbi.
Per il resto, un'intervista ritmata, schietta, appassionata.
La prova della sua efficacia era l'espressione di Mentana, che minuto dopo minuto aveva scritto in volto "Oh cazzo, questo è bravo davvero, ha già fatto il culo a tutti gli altri".
Sostengo da tempo, e vedo che ci stanno arrivando in tanti, che milioni di italiani ormai votino più Di Maio e Di Battista, Morra e Sarti che non Grillo o Casaleggio.
Non so quante persone abbia convinto Yoko dalla Annunziata o Grillo da Vespa: non molte, forse.
Al contrario, la forza comunicativa e contenutistica di Di Battista mi è parsa evidente.
Ha dimostrato una maturità e una sincerità allergiche al politichese che hanno di colpo reso vecchissimi tanto Renzi quanto Berlusconi.
Vi devo sincerità totale, e per questo voglio ricordarvi una volta di più che Alessandro è un amico: un caro amico.
Con voi non ho segreti: ci conosciamo dal giugno 2013 e ci vediamo con una certa regolarità.
Ne ho stima e credo di poter dire serenamente che la cosa è reciproca.
Questo può inficiare la mia analisi, ma non ne sono granché convinto: spesso ci scontriamo su alcune posizioni che io reputo talebane e lui inattaccabili.
Ho visto la puntata con la mia compagna, non certo grillina, e la sensazione è stata quella di avere (finalmente?) ascoltato un giovane politico realmente nuovo, preparato e onesto. Purtroppo M5S non è solo Di Battista: ci sono anche le Fucksia, troppi/e Fucksia, e le magagne - in Parlamento e più ancora nel territorio - non mancano.
Queste magagne devono essere sempre sottolineate, criticate e condannate. Ieri, però, se fosse stata una partita di tennis, sarebbe stato Di Battista-Berlusconi 6-0 6-1 e Di Battista-Renzi 7-5 6-2.
Se i 5 Stelle cominciano a vincere anche mediaticamente, allora per Renzi e le sue ancelle senza arte né parte si fa dura.
Durissima.