mercoledì 30 luglio 2014

GLI ANTICHI E MISTERIOSI MANUFATTI DI SANXINGDUI CHE RISCRIVONO LA STORIA CINESE.

maschere-Sanxingdui
Nella primavera del 1929, un contadino del villaggio di Sanxingdui, Cina, stava scavando un pozzo, quando si è imbattuto in una grande collezione di manufatti di giada.
Quello fu solo il primo indizio della straordinaria scoperta che ha riportato alla luce una misteriosa cultura risalente a 3,5 mila anni fa e che ha costretto a riscrivere la storia della civiltà cinese.
Il sito, infatti, fu dimenticato per quasi 60 anni. Generazioni di archeologi cinesi hanno cercato la zona senza successo fino al 1986, quando accidentalmente venne trovata una scatola contenente migliaia di reperti che erano stati rotti, bruciati e poi accuratamente sepolti.
Presto gli archeologi scavarono due pozzi sacrificali giganti, nei quali sono stati rinvenuti migliaia di manufatti in oro, bronzo, giada, avorio e ceramica. I manufatti erano così insoliti e diversi da qualsiasi altra cosa mai trovata in Cina che gli archeologi subito si resero conto dell’importanza della scoperta.
Tra i manufatti vi sono incluse sculture di animali e maschere con le orecchie di drago, la bocca aperta e denti ghignati. Nella collezione, inoltre, fu trovata la più grande e meglio conservata figura umana eretta in bronzo al mondo, la quale misura 2,62 metri di altezza.
Come spiega Ancient Origins, i risultati della datazione al radiocarbonio fanno risalire i manufatti intorno al 12° secolo a.C. Essi sono stati prodotti con una tecnologia di fusione del bronzo particolarmente avanzata, capace di creare una sostanza più resistenze che permetteva la creazione di oggetti notevolmente più grandi e più pesanti.
Alcune maschere hanno dimensioni davvero impressionanti, fino a 1,32 metri di larghezza e 0,72 metri di altezza, una delle più grandi maschere in bronzo mai trovate. Certamente lo stile inedito dei manufatti ha lasciato molto sorpresi i ricercatori, i quali si sono trovati di fronte ad uno stile artistico completamente sconosciuto.
La scoperta a Sanxingdui ha trasformato la regione di Sichuan in un punto focale nello studio dell’antica Cina. Come riportato su kimbellart.org, i due pozzi risalgono al tempo della dinastia Shang, fine del 2° millennio a.C. Nessun ritrovamento simile è stato rinvenuto altrove e non esistono iscrizioni che possano far luce sulla misteriosa cultura dell’età del bronzo che ha prodotto i manufatti.
Certamente, la scoperta ha costretto ad un ripensamento fondamentale sul percorso culturale della Cina del nord, suggerendo l’esistenza di molteplici tradizioni culturali, tra cui la Cultura Sanxingdui.
“A giudicare dalle numerose immagini umane in bronzo e oggetti funerari, la cultura Sanxingdui doveva aver unificato e governato il popolo attraverso la religione primordiale. Essi adoravano la natura, i totem e i loro antenati”, spiega Ao Tianzhao del Museo Sanxingdui, il quale ritiene che il grand numero di reperti indica che il sito fosse utilizzato come meta importante di pellegrinaggi.
  
La scoperta ha attirato l’interesse di numerose istituzioni culturali e museali internazionali, come il British Museum, la National Gallery of Art di Washington, l’Art Gallery of New South Wales a Sydney e il Losanna Olympic Museum in Svizzera. Una selezione di manufatti è ora esposta al Museo Bowersa Santa Ana, in California, dove dal 19 ottobre 2014 al 15 marzo 2015 si terrà la mostra intitolata “La civiltà perduta della Cina: il Mistero di Sanxingdui”.

martedì 29 luglio 2014

I pistacchi? Aiutano a combattere il diabete.


Pistacchi contro diabete di tipo 2: arrivano nuove conferme dall’EuropeanCongress on Obesity che si è tenuto a Sofia, in Bulgaria, dal 28 al 31 Maggio. Una ricerca presentata nel corso del convegno e promossa da American Pistachio Growers, l’associazione che rappresenta i coltivatori di pistacchio USA, suggerisce che il consumo di pistacchi potrebbe migliorare la resistenza all'insulina e quindi proteggere contro il diabete di tipo 2. Lo studio è stato condotto dalla Dott.ssa Mònica Bulló , Human Nutrition Unit, Faculty of Medicine and Health Sciences, Pere Virgili Institute for Investigating Health, Rovira i Virgili University, Reus, Spain, e dai suoi colleghi.
“Questa ricerca costituisce un’ulteriore e utile indicazione di come i pistacchi possano inserirsi vantaggiosamente nell’alimentazione quotidiana.” – afferma il professor Giorgio Doneganipresidente della Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare – “Non soltanto per i conosciuti effetti antiossidanti e protettivi verso le malattie cardiocircolatorie, ma anche per la prevenzione di una patologia in preoccupante crescita come il diabete, spesso associata a uno stile di vita poco sano, sia per quanto riguarda l’alimentazione sia per ciò che concerne la scarsa attività fisica.“
Il consumo di frutta secca a guscio avrebbe così un effetto benefico su patologie come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari. La frutta secca a guscio è infatti ricca di acidi grassi insaturi che sono stati associati a un minor rischio di malattie croniche, come i disturbi cardiovascolari. Inoltre, contiene altri composti bioattivi con proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti che sono benefici per la salute.
Alcune evidenze ad oggi suggeriscono che il consumo di pistacchi può migliorare il metabolismo del glucosio, ma non ci sono studi che al momento valutino l'effetto della frutta secca a guscio sulla progressione del prediabete, uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di diabete vero e proprio. In questo studio, i ricercatori avevano lo scopo di valutare l'effetto del consumo frequente di pistacchi sul metabolismo del glucosio e la resistenza all’insulina nei soggetti pre-diabetici.
Afferma la dott.ssa Bullò : "La nostra ricerca suggerisce che il consumo regolare di pistacchi ha un effetto importante nel ridurre l’insulina e il glucosio, e potrebbe anche aiutare a contrastare alcune conseguenze metaboliche negative del pre-diabete".
Lo studio 
54 persone sono state destinate a seguire per 4 mesi una dieta di controllo (CD) o una dieta ricca di pistacchi (PD, con 57g di pistacchi al giorno). Lo studio ha previsto 4 mesi di intervento per ciascuna dieta, con un periodo di riposo di due settimane: i partecipanti sono stati sottoposti a una delle due diete CD o PD per quattro mesi, con una pausa di due settimane, per poi sperimentare l’altra nei  4 mesi successivi. Le diete sono state adeguate per calorie e non differivano nella quantità di acidi grassi saturi e colesterolo. All’inizio e mensilmente, sono stati valutati parametri come le misure corporee, la pressione arteriosa, le abitudini alimentari e l'attività fisica. I campioni di sangue sono stati raccolti prima, all'inizio e alla fine di ogni periodo di intervento.
I ricercatori hanno scoperto che non si sono verificate variazioni statisticamente significative nel BMI (indice di massa corporea) tra i periodi di osservazione. Il livello di glucosio a digiuno, l’insulina e i marcatori di insulino resistenza sono diminuiti  significativamente dopo la dieta con pistacchio rispetto alla dieta di controllo. Rispetto ai partecipanti al gruppo CD , quelli del gruppo PD hanno mostrato una non statisticamente significativa diminuzione dei valori dell'emoglobina glicosilata (HbA1c), e una più alta ma non significativa riduzione nei livelli di colesterolo cattivo LDL , che è  diventata però significativa quando alcuni partecipanti sono stati esclusi dalle analisi (5 partecipanti hanno abbandonato lo studio per motivi personali). Altri marker di rischio metabolico come fibrinogeno, GLP - 1, LDL ossidato e fattore  piastrinico hanno mostrato tutti una riduzione statisticamente significativa dopo la dieta con pistacchio rispetto alla dieta controllo.
Gli autori concludono: "Il consumo regolare di pistacchi potrebbe diminuire la resistenza all'insulina suggerendo un potenziale ruolo protettivo del pistacchio contro lo sviluppo del diabete di tipo 2 ."

In ricordo di un eroe presto dimenticato: Giuseppe Girolamo.


ROMA – Giuseppe Girolamo cedette il suo posto nella scialuppa di salvataggio della Costa Concordia ad un bambino. Il batterista è morto da eroe nel naufragio del 13 gennaio scorso. Non solo un eroe, ma l’unico eroe in 300 anni di storie di naufragi. La conferma arriva da una ricerca svedese-americana della Uppsala University e della California University di Berkeley. La ricerca ha evidenziato che il “prima le donne e i bambini” non vale e in caso di pericolo tra i passeggeri scatta la regola “ognuno per sé”.
Analizzando i dati di 18 naufragi avvenuti negli ultimi 3 secoli i ricercatori hanno valutato i comportamenti di passeggeri e equipaggio mentre la nave colava a picco. Lo studio ha tenuto conto anche del tempo di affondamento in modo da tenere in considerazione anche le eventuali influenze dettate dalle interazioni tra passeggeri prima del naufragio.  Tenendo conto poi di età, sesso, stato sociale, nazionalità e modo di viaggiare, sia esso da solo o con la famiglia, i ricercatori hanno scoperto che su un campione di 15mila persone di 30 Paesi vige il motto “ognuno per sé”.
Un capitano non abbandona mai la sua nave? Solo nei film ad alto tasso di coraggio e commozione. La ricerca ha mostrato che il capitano e l’equipaggio hanno indici di sopravvivenza maggiori rispetto ai passeggeri. Su 16 capitano solo 9 non hanno abbandonato la nave. Prima le donne e i bambini? Falso anche questo, gli uomini sopravvivono il doppio delle donne, soprattutto sulle navi che battono bandiera inglese.
I bambini sono poi la categoria più a rischio durante i naufragi e dal Titanic, che colò a picco il 15 aprile 1912, fino alla Concordia l’unica vera storia di coraggio ed eroismo che si può raccontare è quella di Girolamo. Solo il batterista ha contrastato l’ognuno per sé insito nella natura umana e vinto gli istinti, donando la sua vita per salvare quella di un bambino.

Norman G. Finkelstein.




Norman Finkelstein : per rispetto dei miei genitori sterminati nei lager nazisti non starò in silenzio sui crimini d'Israele verso i Palestinesi .

Norman G. Finkelstein, ebreo scienziato politico americano e autore, specializzato in questioni legate al conflitto israelo-palestinese. 

Milano: agenti in assetto antisommossa che proteggono la bandiera israeliana. - Barbara Anna Franzot



Non posso credere che sia vero! E', senza dubbio, una bufala!

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La città dove la disoccupazione è allo 0% e l’affitto costa 15 euro.

La città dove la disoccupazione è allo 0% e l’affitto costa 15 euro
Nel cuore dell’Andalusia, a Marinaleda, sorge una piccola comunità rurale che è riuscita a sconfiggere la piaga dei senza lavoro. Un esempio unico nell’Europa colpita dalla crisi e dalla recessione creato dallo storico sindaco della cittadina. Juan Manuel Sànchez Gordillo ha fondato la politica economica e sociale su un principio che ha avuto successo: non più copetività ma cooperazione. Ispirandosi ai valori del socialismo ha costruito nell’arco di 30 anni un sistema che garantisce la sussistenza all’intera comunità agricola. Il risultato è la piena occupazione e un sogno che resiste: l’utopia di un sistema di convivenza e produttivo diverso. Dal 1979, con le prime elezioni democratiche del post franchismo, a Marinaleda la giunta è guidata dallo storico Alcalde, Juan Manuel Sánchez Gordillo.
Questo piccolo comune, ispirandosi agli ideali del socialismo storico, ha costruito nell’arco di 30 anni un sistema economico e sociale che garantisce la sussistenza dell’intera comunità e che ha permesso alla cittadina di reggere ai colpi della crisi economica che proprio in Andalusia ha prodotto negli ultimi anni gli effetti più devastanti.
Esperanza del Rosario Saavedra Martin – la vice di Gordillo – racconta che oggi, grazie alla cooperativa Humar, il 70% della popolazione residente ha un reddito sufficiente prodotto dal lavoro nei campi e dall’industria della trasformazione. Il resto della popolazione lavora in piccoli esercizi commerciali con qualche impiego pubblico in scuole e uffici.
A Marinaleda si producono, conservano ed esportano peperoni, carciofi, legumi, olio d’oliva. La disoccupazione è allo 0% contro il 30% di media nazionale e il 21% della provincia di Siviglia. Il salario è lo stesso per tutti. Nei loro campi si coltivano fagioli, carciofi, peperoni rossi (pipas) e olio extravergine di oliva, controllati dai lavoratori in tutte le fasi della produzione. Il terreno, che si trova nella Vega Genil, di proprietà della “comunità”, e hanno anche una fabbrica di conserve, un mulino, serre, strutture di allevamento e un negozio. I salari di tutti i lavoratori, non importa quale sia la loro posizione, è di 47 euro al giorno, sei giorni alla settimana, al ritmo di 1.128 euro al mese per 35 ore settimanali.
Il sistema di welfare messo su negli anni permette ai cittadini di costruirsi una casa di 90 metri quadri con un anticipo di 15 euro. Basta mettere a disposizione la propria forza lavoro. Nessun mutuo e nessun interesse da versare ad istituti di credito: il terreno e il progetto li mette il Municipio, il denaro lo presta a tasso zero il governo andaluso e la quota mensile da versare per l’acquisto la decidono in assemblea gli stessi cittadini autocostruttori.
Anche i servizi alla cittadinanza hanno un costo simbolico: la mensa scolastica costa 12 euro al mese, la piscina 3 euro per tutta l’estate. E la cura degli spazi comuni compete a tutti i cittadini: durante le cosiddette “domeniche rosse” ci si rimbocca le maniche dedicandosi a pulire strade, aiuole e giardini. La Polizia Locale non esiste e, manco a dirlo, non esiste la criminalità. Come la disoccupazione.
I pilastri su cui poggia il modello economico Marinaleda sono l’uguaglianza e la partecipazione del popolo. E questi principi sono estesi a tutti i settori della vita, anche politica. Non esiste la polizia e le decisioni politiche vengono prese in una riunione in cui tutti i residenti sono tenuti a partecipare. [Tzetze.it]

lunedì 28 luglio 2014

Enigmi alieni - Strutture inspiegabili NationalGeographic












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