giovedì 27 novembre 2014

Cupola appalti Expo, Frigerio e Greganti patteggiano.

Gianstefano Frigerio e Primo Greganti in un frame da una ripresa video effettuata nella fase delle indagini © ANSA

Gianstefano Frigerio e Primo Greganti in un frame da una ripresa video effettuata nella fase delle indagini © ANSA


Tre anni e 4 mesi all'ex Dc, tre anni e risarcimento per il compagno G di Mani Pulite. 


l gup di Milano ha accolto oggi le richieste di patteggiamento avanzate da 6 imputati, e già concordate con i pm, nell'ambito dell'inchiesta sulla 'Cupola degli appalti'. Tra queste, la pena a 3 anni e 4 mesi per l'ex Dc Gianstefano Frigerio, e a 3 anni, oltre a un risarcimento di 10 mila euro, per l'ex Pci Primo Greganti.
l giudice Ambrogio Moccia ha accolto anche le richieste di patteggiamento avanzato dall'ex senatore del Pdl Luigi Grillo,  a 2 anni e 8 mesi di carcere e al risarcimento di 50 mila euro, dell'imprenditore Enrico Maltauro a 2 anni e 10 mesi, dall'ex esponente ligure dell'Udc-Ndc Sergio Catozzo a 3 anni e 2 mesi, e dall'ex manager di Expo Angelo Paris a 2 anni, 6 mesi e 20 giorni e al risarcimento alla stessa Expo 2015 di 100 mila euro. I sei sono accusati di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta, in relazione in particolare ad alcuni appalti legati all'esposizione universale come quello di architettura dei servizi. Uno dei difensori di Grillo, l'avvocato Andrea Corradino, ha spiegato che per il suo assistito, così come per Paris, il gup ha stabilito ''la prevalenza delle attenuanti generiche, il che vuol dire che ha fatto una distinzione dei ruoli'' all'interno della presunta 'Cupola degli appalti'. Il legale ha aggiunto che Grillo ''ha sempre sostenuto di non avere avuto a che fare con Expo. Il patteggiamento di oggi è stata una scelta processuale per chiudere con la vicenda''.

Massimo Gianluca Guarischi condannato a 5 anni. Accusato per viaggi di Formigoni.

Massimo Gianluca Guarischi condannato a 5 anni. Accusato per viaggi di Formigoni

L'ex consigliere regionale di Fi accusato di essere il "grimaldello" di alcune aziende sanitarie per accedere a finanziamenti del Pirellone, anche per forniture oncologiche. Per i pm aveva un rapporto privilegiato con l'allora governatore, indagato in un altro filone.

L’ex consigliere regionale lombardo di Forza Italia Massimo Gianluca Guarischi è stato condannato a 5 anni di reclusione per un presunto giro di tangenti nella sanità. Lo ha deciso il tribunale di Milano che lo ha condannato anche a versare come provvisionale di risarcimento un milione di euro alla Regione Lombardia, parte civile. In un altro filone della stessa inchiesta è indagato per corruzione l’ex governatore Roberto Formigoni, oggi senatore Ncd, al quale Guarischi avrebbe regalato viaggi e vacanze in cambio di un trattamento di favore nei finanziamenti regionali ad aziende sanitarie.
Guarischi, arrestato per corruzione nel marzo 2013, era, secondo l’accusa, una sorta di grimaldello per sbloccare i finanziamenti regionali a favore delle imprese del settore sanitario che versavano tangenti. In particolare, la procura ha contestato a Guarischi di essere riuscito a sbloccare due delibere della Regione Lombardia tra il 2011 e il 2012 che stanziarono finanziamenti per favorire la società Hermex in relazione alla fornitura di una apparecchiatura sanitaria, un cosiddetto acceleratore lineare usato per le malattie oncologiche. In particolare, sempre secondo le indagini dei pm Claudio Gittardi e Antonio d’Alessio, Guarischi avrebbe avuto un rapporto privilegiato con l’allora governatore Formigoni, per il quale avrebbe creato una “struttura di piacere” fatta di viaggi e vacanze. Formigoni, infatti, assieme all’ex assessore lombardo alla sanità Luciano Bresciani, è indagato per corruzione e turbativa d’asta in un filone dell’ inchiesta ancora aperto. Indagine che avrebbe accertato pagamenti di voli privati, per circa 65 mila euro, per una serie di vacanze trascorse da Guarischi, Formigoni e altre persone tra il 2009 e il 2013 in diversi luoghi, tra cui Croazia e Sudafrica.
Oggi la quarta sezione penale (presidente del collegio Oscar Magi) ha condannato Guarischi ad una pena anche più alta di quella chiesta dalla procura, perché i pm avevano chiesto 3 anni e 8 mesi di carcere, tenuto conto della recidiva di Guarischi, già condannato in un procedimento per dissesto idrogeologico. I giudici hanno disposto anche la confisca di 447 mila euro, ritenuti il presunto prezzo della corruzione, e hanno condannato l’ex consigliere al versamento di una provvisionale di un milione di euro a favore della Regione Lombardia, che si è costituita parte civile. I giudici hanno inflitto a Guarischi anche l’interdizione dai pubblici uffici (5 anni) e dalla pubblica amministrazione (2 anni). Inoltre hanno ordinato la trasmissione degli atti alla Procura per indagare sulle testimonianze rese da Luana Cazzato, amica di Formigoni e presente durante le vacanze di gruppo, e da un’altra testimone. L’altro imputato del processo, l’ex manager dell’ospedale di Sondrio Luigi Gianola, è stato assolto, mentre i pm avevano chiesto per lui la condanna a un anno e 6 mesi per turbativa d’asta.
La prova delle tangenti “non c’è mai stata, non è mai emersa”, ha commentato Guarischi. “Non so che cosa dire, mi aspettavo l’assoluzione”. L’ex assessore ha assistito in aula, insieme al suo legale, alla lettura del dispositivo. “È una condanna pesante, molto pesante”, ha commentato il difensore Michele Apicella. “Siamo abbastanza stupiti, non c’è la aspettavamo. Attendiamo di leggere le motivazioni, poi presenteremo ricorso”.

La frittura fa male? Dipende dall’olio che si usa. Ecco la classifica di tutti i tipi sul commercio.

Quali sono gli oli migliori da utilizzare per le nostre fritture? In commercio esistono numerosi tipi di olio, che si differenziano non solo per origine e sapore ma anche per le loro proprietà nutrizionali ed organolettriche. I nutrizionisti consigliano di non esagerare con le fritture perché le alte temperature raggiunte con questo metodo di cottura alterano la struttura molecolare dei grassi producendo dei residui tossici per il nostro organismo. Queste alterazioni si manifestano anche a livello fisico: un olio esposto ad elevate temperature assumerà infatti un colore sempre più scuro, producendo residui schiumosi e aumentando la propria viscosità. Tra i numerosi oli presenti sul mercato ve ne sono alcuni più stabili e resistenti alle alte temperature ed altri che si decompongono più facilmente. 
La formazione di sostanze tossiche dipende da tre principali fattori: 
  • temperatura e tempo di esposizione al calore;
  • concentrazione di acidi grassi polinsaturi
  • punto di fumo dell’olio.
In particolare gli oli contenenti grandi quantità di acidi grassi polinsaturi non vanno utilizzati per le fritture. Insomma, i famosi grassi omega 3 di cui tanto si parla per la loro utilità nellaprevenzione delle malattie cardiovascolari, se sottoposti ad alte temperature diventano instabili producendo residui nocivi per il nostro corpo. Analogo discorso per gli omega-6.
Il punto di fumo corrisponde alla temperatura massima raggiungibile da un olio prima che questo inizi a bruciare e a decomporsi creando le sopraccitate sostanze tossiche. 
Punto di fumo di alcuni oli e grassi *
Olio di girasolemeno di 130 °C
Olio di soia130 °C
Olio di mais160 °C
Olio di arachide180 °C
Olio extravergine di oliva210 °C
Olio di cocco177 °C
Olio di palma raffinato**240 °C
(*) i valori proposti possono variare anche sensibilmente in relazione al grado di raffinazione, alla varietà dei semi, all’andamento stagionale e alle tecniche colturali; per questo motivo in letteratura si possono trovare valori differenti. Il punto di fumo diminuisce – anche notevolmente – se l’olio non è conservato in maniera opportuna (ricordiamo che è necessario ripararlo dalla luce e dal calore) e se è già stato usato nelle precedenti fritture.
(**) gli oli raffinati hanno un punto di fumo superiore rispetto ai non raffinati e sono quindi più adatti alla frittura.
L’olio d’oliva è l’olio ideale per friggere grazie ad un punto di fumo abbastanza elevato.
L’olio di girasole ha un punto di fumo molto basso ed è ricco di acidi grassi polinsaturi; per questi motivi se ne sconsiglia l’impiego. Similmente, anchel’olio di colza e di vinaccioli andrebbero evitati per le fritture. Ciò nonostante, al supermercato è facile imbattersi in oli di vinaccioli raffinati con punti di fumo dichiarati superiori ai 220°C.
L’olio di semi di arachidi ha il suo punto di fumo a 180° e grazie a questa sua buona stabilità alle alte temperature risulta uno degli oli da preferire.
Di seguito sono riportata le linee guida del ministero della sanità per l’utilizzo di oli e grassi per la frittura 
Percentuali di acidi grassi presenti negli oli vegetali 
OLImonoinsaturipolinsaturisaturi
girasole246511
mais276013
arachide503020
soia226315
colza603010
vinacciolo167212
oliva751015

RACCOMANDAZIONI PER L’USO DEGLI OLI E DEl GRASSI PER FRITTURA

  • Utilizzare per la frittura solo gli oli o i grassi alimentari idonei a tale trattamento in quanto più resistenti al calore.
  • Curare una adeguata preparazione degli alimenti da friggere, evitando per quanto possibile ha presenza di acqua e l’aggiunta di sale e spezie che accelerano l’alterazione degli oli e dei grassi. Il sale e le spezie dovrebbero essere aggiunti all’alimento, preferibilmente, dopo la frittura.
  • Evitare tassativamente che la temperatura dell’olio superi i 180°C. Temperature superiori ai 180 °C accelerano infatti l’alterazione degli oli e dei grassi. È opportuno quindi munire ha friggitrice di un termostato.
  • Dopo la frittura è bene agevolare mediante scolatura l’eliminazione dell’eccesso di olio assorbito dall’alimento.
  • Provvedere ad una frequente sostituzione degli oli e dei grassi. Vigilare sulla qualità dell’olio durante la frittura, tenendo presente che un olio molto usato si può già riconoscere dall’imbrunimento, dalla viscosità e dalla tendenza a produrre fumo durante la frittura.
  • Filtrare l’olio usato, se ancora atto alla frittura, su idonei sistemi e/o sostanze inerti (coadiuvanti di filtrazione); pulire a fondo il filtro e la vasca dell’olio. Le croste carbonizzate, i residui oleosi -viscosi o i resti di un olio vecchio accelerano l’alterazione dell’olio.
  • Evitare tassativamente la pratica della ricolmatura (aggiunta di olio fresco all’olio usato). L’olio fresco si altera molto più rapidamente a contatto con l’olio usato.
  • Proteggere gli oli ed i grassi dalla luce.

Il canone Rai in bolletta non si può mettere-. - Alberto Airola




"Buongiorno a tutti i cittadini, mi rivolgo a voi da cittadino prima ancora che da portavoce, perché la questione di cui vi voglio parlare è importante e riguarda in primis noi tutti cittadini italiani.


Questione Rai: riforma e canone in bolletta. 
Facciamo un po' di chiarimenti. 
Attualmente c'è in corso una riforma della Rai. Il magister è sempre Renzie che sta facendo la sua solita propaganda, come quella del canone in bolletta. Una questione molto controversa che già da anni si discute e poi si è sempre accantonata, perché presenta delle difficoltà particolari, si parla di profili di incostituzionalità. In ogni caso i gestori sono moltissimi e non si sa come ripartire su tutti questi gestori l'onere del canone Rai. Ma ancor più grave non si sa come dimostrare chi possiede un televisore e chi no! La Rai così come è non ci piace, in corso c'è una riforma ma non si sa dove va a parare. La prima domanda che ci dobbiamo porre è: ci serve o non ci serve un servizio pubblico? Tutti i Paesi democratici hanno un servizio pubblico di informazione radiotelevisiva. Serve anche all'Italia, ma quello di oggi non funziona! Va finanziato pubblicamente e quindi ecco la necessità di un canone. Possiamo immaginare un canone che le fasce della popolazione più deboli non debbano pagare! Siamo preoccupati, perchè questa riforma non è chiara. Pochi sanno che la Rai ha restituito 150 milioni di euro per finanziare gli 80 euro di Renzie, manovra che probabilmente verrà dichiarata incostituzionale perché non si può prendere i soldi dal canone e usarli altrove! 

[continua a leggere su La Cosa]" Alberto Airola, Vigilanza RAI - capogruppo M5S Senato.

http://www.beppegrillo.it/2014/11/il_canone_rai_in_bolletta_non_si_puo_mettere.html


Ma è naturale che non si possa fare! 

E'. sopra tutto, illegale!

Quando si stipula un contratto entrambi i contraenti, in questo caso erogatore del servizio e fruitore, leggono le clausole in esso contenuto e le firmano per accettazione. 
Se uno dei contraenti cambia anche solo una virgola del contratto, quest'ultimo decade automaticamente. 

Pertanto, se l'azienda erogatrice del servizio in questione decidesse di accettare di introdurre il canone rai in bolletta, dovrebbe ristipulare un nuovo contratto con il fruitore del servizio; e non credo che si sottoporrebbe al rischio di perdere un cliente per prestare un servizio allo Stato che già preleva abbondantemente dalle casso della propria azienda. 
Anche le accise, se aggiunte in corso di contratto, sono illegali. 
Sappiamo, però, che i governi che si sono succeduti in Italia, da circa un trentennio, non tengono in alcun conto la legalità e ciò che è sancito nella Costituzione che, infatti, vorrebbero cambiare.

Godfrey Bloom al Parlamento Europeo cita il filosofo Murray Rothbard.



By franco fonnese

https://www.youtube.com/watch?v=Xh521KCOT1w

mercoledì 26 novembre 2014

Spezie.



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Gli appunti dello 007 Maletti: ecco chi c’era nel Sid parallelo. - Giuseppe Pipitone

Gli appunti dello 007 Maletti:<br>ecco chi c’era nel Sid parallelo
Gianadelio Maletti

L’ex capo del controspionaggio ha ammesso ai pm della Trattativa, andati ad interrogarlo in Sudafrica, di essere l’autore di un manoscritto sequestrato a casa sua negli anni ’80: una ventina di pagine in cui si racconta l’esistenza di un servizio segreto occulto che interveniva per depistare le indagini sui tentativi golpisti.

Un manoscritto in cui si racconta l’esistenza di un servizio segreto parallelo attivo negli anni ’70 dentro al Sid, il servizio informazioni della difesa, l’antenato del Sismi. Un appunto di una ventina di pagine, risalente agli anni di piombo, in cui si rivela l’attività di un Sid parallelo che interveniva per depistare le indagini sui vari tentativi golpisti messi in atto in Italia tra il 1970 e il 1974: primo tra tutti il golpe del principe Junio Valerio Borghese. 
Quelle pagine scritte a penna furono sequestrate negli anni ’80 dall’allora pm di Roma Domenico Sica in casa di Gianadelio Maletti, il generale che guidò l’ufficio D del Sid fino al 1976, interrogato la settimana scorsa in Sudafrica dai pm Vittorio Teresi, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene, che indagano sulla Trattativa Stato-mafia. L’appunto, già contenuto in copia nella rogatoria inviata a Johannesburg dal ministero degli Esteri italiano, è stato per la prima volta riconosciuto da Maletti, che ai pm ha ammesso di essere lui stesso l’autore di quell’approfondita analisi sulla situazione interna ai servizi negli anni ’70.
Il manoscritto top secret, non ancora depositato agli atti dell’inchiesta sulla Trattativa e di cui non si conosce ancora l’esatto contenuto, è una specie di promemoria su un’indagine svolta all’interno del Sid, che aveva individuato gli 007 appartenenti al servizio parallelo: tra questi il generale Mario Mori, imputato davanti la corte d’assise di Palermo per la Trattativa Stato mafia, il colonnello Federico Marzollo, l’uomo che arruolò nell’intelligence il futuro fondatore del Ros, e Gianfranco Ghiron, fonte dei servizi vicino all’estrema destra, fratello di Giorgio, avvocato che anni dopo sarà il legale di Vito Ciancimino. Ma non è l’unico documento che i pm hanno portato con loro in Sudafrica.
A Maletti, infatti, sono stati mostrati una serie di carteggi top secret, provenienti dagli archivi dei servizi, che delineano tutti l’esistenza di un Sid parallelo, organico e attivo all’interno di quello ufficiale, creato con lo scopo di bloccare le indagini sull’estrema destra e sui tentativi di colpo di Stato. Un servizio segreto più ampio rispetto al cosiddetto “gruppo dei sei” a cui fa cenno un altro appunto mostrato a Maletti, redatto dalla fonte Gian, in cui si racconta di come all’interno del Sid, una struttura composta da sei uomini (tra questi sempre Mori, Marzollo e Ghiron), nata per ostacolare le indagini sulla destra eversiva del reparto D, ovvero il controspionaggio guidato negli anni ’70 dal generale latitante in Sudafrica dal 1981.
In passato Maletti aveva già fatto cenno all’esistenza di un Servizio segreto parallelo davanti la commissioni Stragi, volata in Sudafrica per interrogarlo in un’audizione poi secretata. Adesso però è diverso: perché riconoscendo la paternità di quell’appunto, Maletti ha in pratica ammesso di avere compiuto lui stesso un’indagine interna al Sid, scoprendo di fatto la presenza di una struttura d’intelligence parallela. Ed è per questo che nel 1975 chiede e ottiene dal direttore del Sid Mario Casardi l’allontanamento di Mori dal Sid e il divieto di prestare servizio a Roma. “Le inclinazioni politiche di Mori, però, mi erano chiare” ha detto Maletti, riferendosi alla vicinanza del generale con l’estrema destra. Appena trenta giorni dopo l’allontanamento di Mori dal Sid, anche Marzollo viene restituito all’Arma dei Carabinieri, finendo poi coinvolto nel processo sul golpe Borghese.

Interrogato in un’aula del palazzo di giustizia di Johannesburg, Maletti è comparso davanti ai pm accompagnato dal suo avvocato Michele Gentiloni Silveri: sulla testa dell’ex 007 pesa infatti una richiesta di estradizione dell’Italia. Latitante in Sudafrica dal 1981, Paese che gli concede la cittadinanza nello stesso anno, condannato definitivamente per la prima volta nel 1996, per 17 anni Maletti rimane tranquillamente in esilio a Johannesburg: l’ordine di esecuzione pena viene infatti firmato dalla procura di Roma soltanto il 18 marzo del 2013. I poliziotti lo eseguiranno però solo dopo l‘8 maggio del 2013, e cioè poche ore dopo la morte di Giulio Andreotti. Il sette volte presidente del consiglio, il divo custode dei segreti di mezzo secolo, processato a prescritto per concorso esterno a Cosa Nostra, che quando Gentiloni andrà a chiedergli un parere per la richiesta di grazia presentata da Maletti al presidente Giorgio Napolitano, risponderà beffardo: “Avvocato, per me il generale sta bene in Sudafrica”.