giovedì 23 aprile 2015

Se la fine d'Atene è la fine dell'euro. - Adriana Cerretelli



Gli alibi inconsistenti dietro i quali si nasconde la volontà di strangolare la Grecia di Tspiras. Ma a chi giova, in prospettiva?  nè all'euro nè all'Europa Un invito alla Realpolitik dal giornale degli industriali italiani. Il Sole 24ore, 23aprile 2015

Prima, a distrarre l’attenzione generale, era la crisi russo-ucraina all’apice della sua violenza. Ora è la crisi dell’immigrazione incontrollata che si rovescia sulle coste europee. Nessuno contesta gravità e pericoli di entrambe per la futura stabilità dell’Europa. Piano piano e senza fracasso, però, la terza crisi del momento, quella greca, potenzialmente la più devastante nell’immediato, scivola verso l’abisso. 

Ormai a Bruxelles e dintorni se ne parla come di un fatto acquisito, una strada senza uscita. «Il quadro giuridico non permette di soccorrere la Grecia» afferma un negoziatore. Forse che c’era, quel quadro, ai tempi dei precedenti salvataggi di Atene? I Trattati Ue li vietavano. Eppure alla fine il Fondo salva-Stati fu fatto e la Bce si mosse per soffocare l’incendio speculativo che divorava l'euro.

Oggi si respira rassegnazione. Come se volesse dissociarsi da una decisione che, se ci sarà, sarà tutta e soltanto sua, l’Europa si mette in lutto preventivo. Aspettando il peggio, i funerali di Atene. «I greci non sono seri, il governo Tsipras non offre niente di concreto. Impossibile aiutarli», si insiste. Ma proprio lunedì il governo ha approvato il decreto per rastrellare fondi dalle casse di comuni ed enti locali, più di 1,5 miliardi, per pagare stipendi, pensioni e creditori. Si fa così anche in Olanda, l’avrebbero rassicurato i “mentori” Ue. Ma la Grecia è in piazza per gridare di nuovo «basta austerità».

Basta? La vulgata vuole che il Paese abbia incassato gli aiuti senza pagarne lo scotto. Le cifre smentiscono.Tra il 2008 e il 2013 il Pil greco è sceso del 27%, la spesa pubblica reale del 35%, i disoccupati sono arrivati al 28%. Il deficit strutturale è calato del 20% del Pil tra 2009 e 2014, il bilancio primario del 12%, come il disavanzo dei conti correnti. Sforzo irrilevante? Ancora insufficiente? Tutto positivo, visto il raddoppio del debito malgrado la parziale ristrutturazione?

Altro leitmotiv. Non si possono fare sconti alla Grecia che non collabora: sarebbe un regalo ai partiti populisti e uno schiaffo ai governi dei sacrifici.

Allora perché la Francia è stata appena risparmiata da una multa da circa 4 miliardi che avrebbe dovuto pagare per non aver rispettato il tetto del 3% di deficit negli ultimi otto anni, gli stessi del calvario greco? Nonostante la grazia ricevuta, Parigi ora rifiuta di fare i tagli strutturali richiesti, li riduce quasi a metà «per non compromettere la ripresa». In questo caso nessuno insorge né richiama l’intangibilità delle regole Ue, i patti da rispettare.

Come si fa a chiudere gli occhi davanti a un Paese grande ricco e arrogante e a infierire su uno povero e allo stremo anche per l’eccesso di sacrifici che gli è stato imposto? Come si giustifica la Caienna delle regole per alcuni e la flessibilità per altri?

La Grecia è testardamente indisciplinata, si ripete. La Francia no? Eppure continua a godere di spread e tassi “tedeschi” che non merita. Sì, ma se crolla la Francia crollano l’euro e l’Europa, se cade la Grecia non succederà quasi niente, Grecia esclusa. Questa l'ultima verità rivelata ma niente lo prova. Al contrario. Dopo 13 anni di vita, la gracilità politica e di consensi dell’euro potrebbe riservare pessime sorprese a democrazie in balia dei sondaggi quotidiani, prive di cultura e sensibilità europee, guidate da leader nazionali incapaci di guardare oltre gli ostacoli, se non fa loro comodo. Ampiamente dotati però del coraggio dell’irresponsabilità collegiale.

A loro difesa sventolano l'alibi dell'irresponsabilità della Grecia insolvente. La Grecia, 2$del Pil dell'euro e 3 % del debito, non è mai stata un mostro di virtù pubbliche. Lo si da da sempre. Come si sa che è stata salvata per salvare gli investimenti delle banche tedesche e francesi. Come si sa che, rigore o no, non potrà ripagare i debiti. Se abbandonata al suo destino, affonderà dunque nel marasma più nero. Ma prima o poi, complice l'interdipendenza, quell'atto d'incoscienza collettiva ricadrà si euro e Europa. Non sarebbe meglio una Realpolitik, meno costosa per tutti?

Primo ritratto 'dal vero' di un mondo alieno.

Rappresentazione artistica del pianeta 51 Pegasi b, (fonte: ESO/M. Kornmesser/Nick Risinger (skysurvey.org)Rappresentazione artistica del pianeta 51 Pegasi b, (fonte: ESO/M. Kornmesser/Nick Risinger (skysurvey.org)

E' del pianeta 51 Pegasi b, distante 50 anni luce dalla Terra.


Ha l'atmosfera molto riflettente e sembra essere un pianeta 'gonfio' ossia meno denso del nostro Giove: è il primo ritratto 'dal vero' di un mondo alieno, cioè esterno al Sistema Solare. Ricostruisce il 'volto' di 51 Pegasi b che dista 50 anni luce da noi ed è il primo pianeta extrasolare ad essere scoperto, esattamente 20 anni fa.

Pubblicato sulla rivista Astronomy and Astrophysics, il risultato si deve ai ricercatori guidati da Jorge Martins dell'Istituto portoghese di Astrofisica e Spazio e dell'università di Porto. Finora era possibile vedere questi pianeti che risiedono in altri sistemi solari solo in modo indiretto ma adesso grazie alla nuova tecnica di osservazione hanno un 'volto' e soprattutto diventa possibile raccogliere molte informazioni sulla loro composizione.

I ricercatori hanno osservato direttamente la luce riflessa dal pianeta grazie allo strumento Harps sul telescopio dell'Osservatorio La Silla (del diametro di 3,5 metri) in Cile dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso). ''È un risultato importante e non facile da ottenere'', rileva Isabella Pagano dell'Osservatorio di Catania dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). L'analisi del segnale è molto complessa e inoltre, aggiunge, è stato usato un telescopio di piccole dimensioni. Per questo sono promettenti le attese di usare la tecnica con telescopi più grandi come l'E-Elt, (del diametro di 39 metri) che l'Eso sta costruendo in Cile.

Le informazioni sulla luce riflessa dal pianeta possono essere usate per dedurre la composizione della sua superficie o della sua atmosfera, da cui dipende il modo in cui il pianeta riflette la luce della stella 'madre'. In questo caso è stato scoperto che 51 Pegasi b ha una massa circa la metà di quella di Giove e un'inclinazione di circa nove gradi sul suo asse. Il pianeta è molto riflettente e sembra avere il diametro maggiore di quello di Giove. ''Questo ci dice - conclude Pagano - che il pianeta potrebbe essere 'inflated', ossia gonfio, vuol dire che è meno denso di Giove''

mercoledì 22 aprile 2015

De Luca, motivazioni della condanna: “Nominò il suo uomo per dargli più soldi”. - Vincenzo Iurillo

De Luca, motivazioni della condanna: “Nominò il suo uomo per dargli più soldi”

All'epoca della sentenza che gli infliggeva un anno di reclusione (pena sospesa) per aver promosso "in totale assenza di motivazione" il suo braccio destro Alberto Di Lorenzo, il sindaco commentò: "Condanna demenziale, per aver usato l'espressione project manager invece di coordinatore". Ma i giudici del Tribunale di Salerno sottolineano che lo scopo del primo cittadino era "attribuirgli una inventata posizione apicale, con conseguente riconoscimento di una più sostanziosa retribuzione". 

“Condanna demenziale, per aver usato l’espressione project manager invece di coordinatore“, commentò il sindaco all’epoca della condanna, lo scorso gennaio. Ma secondo i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno che hanno condannato Vincenzo De Luca, la promozione di Alberto Di Lorenzo aveva come unico scopo quello di “attribuirgli una inventata posizione apicale, con conseguente riconoscimento di una più sostanziosa retribuzione“. La realizzazione del termovalorizzatore di Salerno, infatti, non poteva prevedere la figura del project manager, che peraltro non è contemplata dal codice degli appalti. E’ scritto nelle circa 140 pagine delle motivazioni della condanna per abuso d’ufficio a un anno di reclusione (pena sospesa) dell’ex sindaco di Salerno e candidato Pd alla Regione Campania. Le motivazioni sono state depositate stamane dalla seconda sezione penale del Tribunale di Salerno e sono state rese note dal M5S. De Luca è stato condannato in qualità di ex commissario straordinario di governo per la costruzione di un impianto di termodistruzione durante l’emergenza rifiuti in Campania. L’opera non è stata poi compiuta. Tra gli elementi di censura del collegio dei giudici (presidente Ubaldo Perrotta, giudici estensori Antonio Cantillo e Mariano Sorrentino), l’inutilità di nominare un project manager in presenza di un Responsabile Unico del Procedimento, sottolineata in aula dal pm Roberto Penna durante il dibattimento, che parlò di inutile duplicazione delle stesse funzioni.
In uno dei passaggi chiave delle motivazioni, i magistrati giudicanti sottolineano che “l’inesistenza della figura della nomina del project manager, la totale assenza di motivazione circa la necessità della nomina e la scelta della persona nominata; l’accertata falsità delle giustificazioni postume; la particolare qualificazione dei protagonisti della vicenda, i rapporti interpersonali strettissimi tra nominante e nominato Alberto Di Lorenzo, il capo staff dell’ex sindaco, geometra con laurea triennale in Scienza di Governo, anche lui condannato a un anno ndr); il successivo occultamento sul sito web,la presenza, all’interno del gruppo, di persone astrattamente più qualificate; la circostanza che l’opera svolta non risulta essersi concretizzata in attività di particolare complessità ed importanza; il fatto che Di Lorenzo, in prospettiva, avrebbe potuto guadagnare una somma ben maggiore di quella liquidatagli con il provvedimento del marzo del 2009 (circa 8000 euro al netto delle ritenute, ndr) sono tutti elementi dimostrativi del fatto che la nomina in contestazione, lungi dall’essere finalizzata a perseguire esclusivamente una finalità pubblica, aveva l’unico scopo di svincolare Di Lorenzo dal gruppo di lavoro e attribuirgli una inventata posizione apicale, con conseguente riconoscimento di una più sostanziosa retribuzione“.
De Luca, dopo 24 ore di silenzio, ha deciso di pubblicare la sentenza sul suo sito internet “in nome della trasparenza” e ha ripetuto la sua difesa: “Una sentenza che ribadisce che l’abuso d’ufficio consiste in un reato ‘linguistico’, cioè nell’aver nominato anziché un coordinatore del gruppo di lavoro un project manager, figura non presente nella normativa generale in materia di appalti”.


“Il Tribunale di Salerno, che lo ha condannato per abuso d’ufficio, ha detto chiaramente che la figura del project manager non è prevista nel codice degli appalti. Adesso il sindaco decaduto di Salerno, Vincenzo De Luca, la smetterà di parlare di reato linguistico”. A dirlo i parlamentari pentastellati Isabella AdinolfiAndrea CioffiSilvia GiordanoGirolamo Pisano ed Angelo Tofalo. “La motivazione della sentenza – rimarcano – finalmente smaschera venti anni di amministrazione ‘deluchiana’ improntata su leggi e norme completamente inventate per accrescere il consenso elettorale. Oggi è stato dimostrato che a Salerno non esiste la legge De Luca. Esiste la legge degli appalti che il candidato governatore del Pd non ha rispettato. Esiste la legge Severino che, sulla scia del patetico e fantomatico reato linguistico, Vincenzo De Luca e il Pd continuano a snobbare. Ed esiste il M5S che è riuscito a far rispettare la legge sull’incompatibilità del doppio incarico facendolo decadere da sindaco. Noi siamo per la legalità. Il folklore e le invenzioni linguistiche le lasciamo agli showman come De Luca”. “Queste motivazioni – spiega il legale dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, Oreste Agosto – dimostrano dal punto di vista legale, l’illegalità dell’agire dell’amministrazione comunale e rafforza ancora di più il nostro pensiero giuridico sulla chiara incandidabilità di De Luca a governatore della Regione Campania”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/21/de-luca-motivazioni-condanna-nomino-braccio-destro-per-dargli-soldi/1610995/

Fratelli d’Itaglia: la bandiera dell’ipocrisia di un paese guerrafondaio che parla di pace. - Sergio Di Cori Modigliani


Com’erano contenti, il 20 Marzo del 2011, i nostri politici! Come una pasqua annunciata.
Com’erano contenti quando i primi tornado dell’aeronautica militare italiana, la notte tra il 20 e il 21, all’alba della primavera, partirono per andare a bombardare l’intero sistema idrico e di infrastrutture legate all’erogazione dell’acqua e dell’elettricità, nel sud della Libia, condannando la popolazione del Mali, centinaia di tribù di beduini e gli abitanti di almeno 200 piccole città alla sete perfida, al buio, alla fame e allo sterminio.
Erano felici e gongolanti, perché si trattava di un grosso business, iniziato con un atto di pirateria internazionale partito dalla city di Londra e attivato alla Borsa di Milano che è proprietà del London Stock Exchange: senza alcun avvertimento, violando ogni rispetto della Legge e facendo applicare il codice militare sulla base “di uno stato di guerra dichiarato” il governo di Londra, Washington e Roma, prosciugarono 146 conti correnti intestati a Gheddafi e a membri del suo governo per un controvalore corrispondente a circa 60 miliardi di euro. Si pagarono le spese militari in anticipo. Fatti i calcoli alla fine della guerra, all’Italia sono andati circa 14 miliardi di profitto netto di cui il paese aveva urgente bisogno per andare a coprire la falla spaventosa nei conti pubblici, provocata dalle politiche nefaste di Berlusconi e Tremonti, l’accoppiata che aveva messo in ginocchio il paese senza che la gente (ancora) si fosse accorta di ciò che stava accadendo. E i partiti hanno preso la loro quota parte, d’accordo con il sistema bancario nazionale, attraverso un altro meccanismo di pirateria legale: 1250 aziende statali libiche che operavano in Italia in joint venture con imprenditori italiani, sono state cancellate pigiando un pulsante sulla tastiera del computer. Quelle banche si sono presi i soldi che sono stati poi distribuiti dagli amministratori responsabili ai loro politici di riferimento. In totale si trattava di circa 12 miliardi di euro. Soprattutto nel Veneto, dove la Lega Nord aveva messo in piedi un centinaio di società miste finanziate da Gheddafi, per devastare i terreni agricoli, senza alcun rispetto per le condizioni idro-geologiche del territorio e costruire giganteschi centri commerciali nelle periferie di Vicenza, Verona, Padova con un aumento della cementificazione che, tra il 2001 e il 2011, è risultato superiore del 450% rispetto a quello tra il 1991 e il 2001.
Che bel business che è stato.
Che meraviglia, la guerra per gli italiani. Come la sanno far bene e quanto piace a questo paese andare in giro per il mondo a far la guerra. C’è ancora gente che osa prendersela quotidianamente con Obama o con Putin -a seconda della propria appartenenza politico-ideologica- denunciando il loro imperialismo militare, senza mai neppure menzionare quello nostrano, il peggiore in assoluto: perché è ipocrita, clandestino, nascosto, celato. Come del resto in Siria, dato che aziende italiane lombarde hanno avuto l’appalto per la gestione di tutti i sistemi di sicurezza e intelligence di Assad, e dopo la Russia, l’Italia è il più importante fornitore d’armi della Siria. Nei tre anni di guerra civile siriana che hanno provocato la morte di circa 250.000 persone (per lo più civili innocenti) e provocato la genesi di circa 2 milioni di profughi da quel paese, l’Italia ha incassato diverse decine di miliardi di euro.
Come nazione abbiamo sulla coscienza la vita di circa 2 milioni di persone, residenti nella zona meridionale della Libia, nel territorio di confine con il Niger e il Ciad, esseri umani che sono morti di sete in pochi mesi, perché i bombardamenti dei nostri aerei hanno completamente distrutto l’intero sistema di irrigazione e di fogne condannando la popolazione locale alla morte. Oltre ad aver distrutto l’intera produzione agricola di ben quattro paesi africani che godevano di acqua grazie a quelle infrastrutture. Adesso ci sono i francesi e l’Eni a lavorare per rimettere in piede la situazione. E tutti quei morti innocenti?
E’ bene sapere chi si è e che cosa si è fatto.
A differenza degli Usa, della Russia, della Gran Bretagna e della Francia, nazioni che quando decidono e scelgono di flettere i muscoli lo fanno, lo dicono, ed esibiscono pubblicamente il loro orgoglio macho, l’Italia, da sempre, finge di essere innocente o, ancora peggio, pacifista o comunque sia vittima inconsapevole di un sistema prodotto da altri, la Nato (per quelli anti-americani della sinistra stracciona) o Putin che era un loro alleato (per la cosiddetta destra liberale anti-russofila).
Non è così.
E l’unità che oggi viene chiesta a gran voce dall’intera classe politica dirigente, con la scusa del dover affrontare una crisi umanitaria, nel nome di un’idea nazione che non esiste, non è altro che l’anticamera per andare a fare un’altra guerra come la Repubblica Italiana sta facendo dal 2003 senza aver mai modificato di un millimetro la propria politica estera: siamo una nazione guerrafondaia, imperialista, dedita al banditismo internazionale.
L’importante è saperlo.
Cerchiamo di evolverci e di sottrarci all’ipocrisia di Stato di tutte le componenti politiche.
NO ALLA GUERRA!
russell

Migranti, Di Battista (M5S): "Da Renzi luoghi comuni. Lasci fare a chi ha onestà".



Grande DiBa!

martedì 21 aprile 2015

WASHINGTON CI UCCIDERA' TUTTI ? - Paul Craig Roberts



Lo sapevate che Washington possiede 450 ICBMs (InterContinental Ballistic Missile) in una situazione di “Hair-Trigger Allert” (cioè che i missili sono pronti per il lancio immediato in caso di allarme)?
Pensano che questo ci renda più sicuri. La ragione, se si può chiamare ragione, è che essendo capaci di lanciare missili in pochi minuti, nessuno cercherà di attaccare gli Stati Uniti con armi nucleari.

I missili statunitensi sono in grado di entrare in orbita prima che quelli dei nemici possano raggiungere gli Stati Uniti per distruggerli. Se questo vi fa sentire più sicuri, dovrete leggere il libro di Eric Schlosser “Command and Control”.

Il problema con il sistema “Hair-Trigger” è che commette dei lanci erronei, accidentali, non autorizzati con più probabilità rispetto ad altri missili.
Schlosser ci fornisce la storia di “quasi lanci” che avrebbero potuto portare l’Armageddon sulla terra.

In “Catalyst”, una pubblicazione dell’ “Union of Concerned Scientists”, Elliott Negins racconta la storia del Colonnello sovietico Stanislav Petrov. Appena dopo mezzanotte nel 1983 il sistema satellitare di allerta precoce sovietico fece partire  l’allarme riguardo al lancio di 5 ICBM degli USA indirizzati verso l’Unione Sovietica.

Il Colonnello Petrov avrebbe dovuto informare il leader sovietico, il quale avrebbe avuto 8-10 minuti per decidere se autorizzare un lancio di rappresaglia. Nessuno sa cosa avrebbe deciso, in quanto il Colonnello usò il proprio giudizio.

Non c’era ragione da parte degli USA di attaccare l’URSS, ed inoltre ragionò sul fatto che, se avessero voluto attaccare, avrebbero usato centinaia se non migliaia di ICBM; controllò dunque se il radar posto a terra avesse individuato degli ICBM in arrivo, ma non fu cosi. Dunque Petrov capì che si trattava di un falso allarme e lasciò perdere. Dopo poco venne fuori che il sistema di rilevamento precoce aveva confuso come missili un riflesso dei raggi solari sulle nuvole.
Negin riporta che “un errore nei chip del computer e un’installazione impropria della scheda di circuito” sono i colpevoli che possono iniziare una guerra nucleare. In poche parole, le fonti di falsi allarmi sono numerose.
Andando avanti veloce fino ad oggi, immagina un ufficiale degli Stati Uniti che sta monitorando il sistema di rilevamento precoce: questo ufficiale ha assistito a 15 anni di propaganda di guerra accompagnata dalle invasioni e i bombardamenti di ben 8 Paesi. Gli allarmi terroristici e gli avvisi di sicurezza abbondano, come richiamato dalla politica di USA e Israele per bombardare l’Iran; i media lo hanno convinto che la Russia abbia invaso l’Ucraina e sia sul punto di farlo con le Repubbliche Baltiche e la Polonia; i carri armati statunitensi e le truppe sono stati trasportati al confine con la Russia; si parla di armare l’Ucraina; Putin è pericoloso e sta minacciando di avviare una guerra nucleare, portando i suoi bombardieri strategici vicini ai confini americani e continuando a compiere esercitazioni nucleari.
L’ufficiale americano ha assistito ad un programma di Fox News che esponeva la volontà di uccidere i russi. I Repubblicani lo hanno convinto che Obama stia svendendo l’America all’Iran, con il senatore Tom Cotton che avverte riguardo alla possibilità di una guerra nucleare come conseguenza, “saremo tutti uccisi perché c’è un musulmano nella Casa Bianca”.
“Perché nessuno si alza in piedi per l’America?” si chiede l’ufficiale patriottico quando l’allarme arriva: ICBM in arrivo: sono russi o iraniani? Dopo tutto Israele aveva ragione? Si tratta di un programma nucleare iraniano segreto? O Putin ha forse deciso che gli Stati Uniti sono un ostacolo alla ricostruzione dell’ Impero sovietico, che i media americani affermano sia il suo scopo?
Non c’è spazio per il giudizio nella mente dell’ufficiale, essa è stata posta in uno stato di allerta a causa dell’ incessante propaganda che gli americani chiamano “notizie”.
Dunque egli trasmette l’allarme al Presidente: i membri neocon del National Security Advisor di Obama stanno urlando
“Non puoi permettere che Putin faccia questo” “Può essere un falso allarme” risponde il nervoso e agitato Presidente.
“Stupido liberale, non lo sai che Putin è pericoloso?! Premi il bottone!”

E in questo modo il mondo finisce.

Considerando l’estrema russofobia creata tra gli americani  dal Ministero della Propaganda, la demonizzazione di Vladimir Putin – considerato il “nuovo Hitler” o “Vlad l’Impalatore”  – la propagandistica creazione della “minaccia russa”, il folle desiderio neocon per l’egemonia mondiale degli Stati Uniti, l’odio verso la Russia e la Cina in quanto rivali capaci di esercitare politiche indipendenti, la perdita  dell’ unipolarismo statunitense e della relativa capacità di agire unilateralmente.
Nel mezzo di queste emozioni e pensieri dimostrati non dai fatti ma dalla propaganda, dall’ insolenza e dall’ideologia, c’è una grande possibilità che la risposta di Washington ad un falso allarme possa portare all’estinzione della vita sulla Terra.
Quanta fiducia riponete nel Governo degli Stati Uniti? Quante volte Washington – specialmente i folli neocon – erano in errore? 


Ricordate la “passeggiata” di 3 settimane in Iraq costata 70 miliardi di dollari che sarebbe stata pagata dai ricavi del petrolio iracheno? 
Ora il costo è di 3000 miliardi di dollari e cresce, e dopo 12 anni i radicali dello “Stato Islamico” controllano metà del Paese.

Per finanziare le guerre i Repubblicani vogliono privatizzare, vale a dire togliere di mezzo la previdenza sociale e il sistema sanitario statale. 

Ricordate “Missione Compiuta” in Afghanistan? 12 anni dopo i talebani controllano nuovamente il territorio e l’esercito USA (dopo aver ucciso donne, bambini, anziani dei villaggi durante i funerali, matrimoni,  …) è stato cacciato da poche migliaia di talebani armati in maniera leggera.
La frustrazione di queste sconfitte è montata a Washington e nell’esercito. Il mito a cui si ricorre è quello secondo il quale non hanno utilizzato tutta la loro potenza a causa dell’intimidazione dell’opinione pubblica, delle proteste dei “dannati studenti”, oppure a causa di un Presidente senza fegato e descritto come un “gattino liberale”: per l’ala destra del Congresso la rabbia è una ragione di vita.
I neocon’s sono fermamente convinti del fatto che la Storia li abbia designati come padroni del mondo e invece vengono sconfitti da guerriglieri vietnamiti, tribali afghani, fondamentalisti islamici e ora Putin ha mandato i suoi missili a finire il lavoro. Chiunque sia lo stolto che guida la Casa Bianca, spingerebbe quel bottone.

La situazione sta peggiorando, non migliorando: i russi, sperando in qualche segno di intelligenza in Europa, contraddicono le bugie russofobiche di Washington che ha ordinato al “Broadcasting Board Governors” (un’agenzia degli Stati Uniti guidata da Andrew Lack, ex presidente di NBC news) di neutralizzare un presunto, ma inesistente, esercito di “troll della rete” del Cremlino che sta silurando le prostitute occidentali e perpetuando il dialogo pro-Russia su internet.
Nel caso non ve lo ricordiate, Lack è quell’idiota che dichiarò che RT (Russia Today) è un’organizzazione terroristica; in poche parole, chi racconta i fatti reali è, secondo Andrew Lack, un terrorista.

Lack incarna bene il punto di vista di Washington per quanto riguarda il riportare la verità: se non serve alla propaganda USA, si tratta di terrorismo!
Per agire contro una Russia revanscista e il suo esercito di “Internet Trollers”, l’amministrazione Obama ha stanziato un budget di 15.400.000$ al folle Lack, da usare per screditare ogni sentenza veritiera che emerge dalla versione in lingua inglese del portale russo.
Questa quantità, certamente, crescerà drammaticamente: presto si tradurrà in miliardi di dollari, mentre i cittadini americani saranno sfrattati dalle loro case o mandati in prigione per i loro debiti. Lack (il quale sembra non avere alcun segno di umanità, intelligenza, integrità, e moralità) giustifica la richiesta, che sarà concessa, di avere il denaro (ottenuto con il duro lavoro dei cittadini, che hanno uno standard di vita sempre più basso) con la furiosa affermazione che la Russia “minaccia i suoi vicini e per estensione gli Stati Uniti e gli alleati occidentali”.
Lack promette di fare molto altro: “i media internazionali degli Stati Uniti sono in questo momento posti a confutare la propaganda russa e la sua influenza nelle menti dei russi e dei russofoni nei territori della ex Unione Sovietica, dell’ Europa e in qualsiasi parte della Terra”. In poche parole Lack sta iniziando a fare propaganda contro la Russia all’interno della Russia stessa!
Certamente, le organizzazioni della CIA – il NED (National Endowment for Democracy), Radio Free Europe e Radio Liberty – saranno arricchite da queste campagne di propaganda anti-Russia e le supporteranno con tutto il cuore.
Dunque una risposta positiva alla richiesta dell’ “Union of Concerned Scientists” di collaborare con la Russia in modo da eliminare il sistema “Hair-Trigger” togliendo gli ICBM è improbabile che si verifichi. Come possono affievolirsi le tensioni nucleari quando Washington sta costruendo tensioni il più velocemente possibile?  

Il Ministero della Propaganda sta dipingendo Putin come il nuovo Osama Bin Laden, il nuovo Saddam Hussein, figure demonizzate, spauracchi che evocano paura nelle menti delle pecore americane che hanno subito il lavaggio del cervello. La Russia viene trasformata in al-Qaeda, bramando di attaccare nuovamente il Wolrd Trade Center e di far scorrazzare l’Armata Rossa (molti americani credono che la Russia sia ancora comunista) per tutta l’Europa.

Gorbachev era un trucco, ha illuso il vecchio attore di film. Gli americani ingannati sono bersagli, e qui entrano in gioco gli ICBM; il folle punto di vista dei politici, militari e del popolo statunitense non è in grado di comprendere la verità o di riconoscere la realtà. I media propagandistici made in USA e i pazzi “neoconservatori” stanno portando l’umanità nella via della distruzione.
L’ “Union of Concerned Scientists”, della quale io faccio parte, hanno bisogno della ragione: è impossibile lavorare per una riduzione nella mincaccia nucleare dal momento in cui una delle due parti cerca di demonizzare l’altra. La demonizzazione della Russia e del suo leader da parte del New York Times, Washington Post, CNN, Fox News e il resto del Ministero della Propaganda USA, da parte della quasi totalità del Senato e del Congresso americano e della Casa Bianca, rende la riduzione della minaccia nucleare una cosa impensabile.
Il popolo americano e la gente di tutto il mondo devono capire che la minaccia alla vita sulla Terra risiede a Washington e che fino a che Washington non sarà totalmente e fondamentalmente cambiata a partire dalle sue radici, questa minaccia rimarrà tale da essere la peggiore minaccia della vita sulla Terra. Il riscaldamento globale può scomparire istantaneamente in un “Inverno nucleare”.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14944