lunedì 7 novembre 2016

Enorme 'occhio cosmico' nato dallo scontro fra galassie.

L'enorme 'occhio cosmico' nella galassia IC 2163 (fonte: M. Kaufman; B. Saxton - NRAO/AUI/NSF; ALMA - ESO/NAOJ/NRAO; NASA/ESA Hubble Space Telescope)

Le 'palpebre' sono disegnate da uno tsunami di stelle e gas.


Un gigantesco 'occhio cosmico' ci osserva da una distanza di 114 milioni di anni luce: le sue 'palpebre' sono disegnate da uno tsunami di stelle e gas, generato dall'incontro ravvicinato tra due galassie a spirale che si sono appena sfiorate. Le suggestive immagini di questo rendez vous, catturate dal telescopio Alma in Cile, sono pubblicate su Astrophysical Journal dal gruppo di ricerca coordinato dall'astronoma Michele Kaufman, dell'Università dell'Ohio.

''Sebbene questo genere di collisione non sia raro, si conoscono poche galassie dotate di simili strutture a forma di occhio'', spiega la ricercatrice. ''Le palpebre galattiche durano solo alcune decine di milioni di anni: pochissimo se consideriamo l'intera vita di una galassia. Trovarne di appena formate - precisa Kaufman - è una grande opportunità per studiare quello che accade quando due galassie si sfiorano''.

I ricercatori hanno colto al volo questa occasione mettendo nel mirino di Alma l'occhio nella galassia IC 2163, formato dallo scontro con la sua vicina NGC 2207. In questo modo hanno ottenuto misurazioni ultra precise dei movimenti del monossido di carbonio, che fa da tracciante marcando il gas molecolare che funge da 'combustibile' per la formazione di nuove stelle.

I dati raccolti indicano che il gas presente nella porzione più esterna dell'occhio si sposta verso l'interno con una velocità superiore a 100 chilometri al secondo, per poi decelerare e muoversi in modo più caotico, seguendo la rotazione della galassia. Queste misure dirette, spiegano i ricercatori, dimostrano che l'incontro fra due galassie induce il gas ad accumularsi, genera nuovi ammassi di stelle e forma queste curiose strutture a occhio, proprio come previsto dai modelli teorici.

sabato 5 novembre 2016

Uccellini.

Decreto fiscale, gli emendamenti: fino a 20 rate per chi rottama una cartella Equitalia e dimezzamento delle sanzioni.

Decreto fiscale, gli emendamenti: fino a 20 rate per chi rottama una cartella Equitalia e dimezzamento delle sanzioni

Oltre mille le proposte di modifica presentate nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. In testa il Pd, che sulle sanzioni vuole "promuovere una riflessione". L'M5S chiede la cancellazione della voluntary disclosure bis e fino a 20 rate per pagare il dovuto aderendo al condono deciso dal governo: "Quattro non possono andar bene a chi ha problemi veri di liquidità". Scelta civica vuole il "superamento dell'onere di riscossione".


Dall’aumento del numero di rate previsto per la “rottamazione” delle cartelle Equitalia al dimezzamento strutturale delle sanzioni dopo il passaggio delle funzioni alla nuova Agenzia delle Entrate – Riscossione. E’ il contenuto di alcuni dei 1.043 emendamenti presentati nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera al decreto Fisco, collegato alla manovra e dalle cui misure il governo conta di ricavare oltre 4 miliardi di coperture. La maggior parte delle proposte di modifica (313) è stato presentato dal Pd, che chiede tra l’altro la riduzione delle sanzioni. Seguono Forza Italia e il Movimento 5 Stelle, con quest’ultimo che auspica per prima cosa “una vera abolizione di Equitalia” invece del “maquillage superficiale” previsto dal governo ma chiede anche “la cancellazione tout court del condono ai furbi che loro chiamano voluntary disclosure bis” e lo stop agli smisurati poteri di accesso alle banche dati concessi al braccio della riscossione.
Dalla maggioranza “emendamenti bandiera” su aggi e sanzioni – Per Area popolare occorre fissare un tetto in modo che aggi e sanzioni non possano “superare il 50% della somma dovuta”. Il Pd punta invece, con un emendamento firmato da tutto il gruppo in commissione Finanze, al dimezzamento delle sanzioni, che oggi vanno dal 90 al 360%. Secondo il capogruppo Michele Pelillo l’emendamento “vuole promuovere una riflessione sul tema. E’ una proposta aperta a qualunque soluzione. L’essenziale è che si apra questo capitolo”. Anche Ap parla di “un ‘emendamento bandiera‘ per aprire il dibattito”. Pare di capire, dunque, che la maggioranza punta a cambiare nel profondo i contenuti del testo. A partire dalle regole entro cui dovrà muoversi il nuovo ente pubblico che prenderà il posto di Equitalia.
Se non cambia il quadro normativo, infatti, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione si comporterà esattamente come il predecessore, continuando per esempio a chiedere al contribuente oneri di riscossione (il vecchio aggio) pari al 6% dell’importo dovuto. Misura fissata dal governo Renzi in uno dei decreti attuativi della delega fiscale, quello su “Misure per la semplificazione e razionalizzazione delle norme in materia di riscossione” pubblicato in Gazzetta ufficiale il 24 settembre 2015. Del resto lo stesso capogruppo Pd della commissione Bilancio, Francesco Boccia, due giorni fa ha detto che “è necessario superare in maniera definitiva il pagamento dell’aggio, oggettivamente troppo oneroso alle attuali condizioni”. Eliminarlo significa però dover trovare i circa 500 milioni annui che ne derivano: l’alternativa è caricarli sulla fiscalità generale, come ha fatto notare la direttrice delle Entrate Rossella Orlandi
“Giù gli interessi in modo strutturale e cancellazione della voluntary bis” – I deputati M5S chiedono che le funzioni di Equitalia tornino “in seno all’Agenzia delle entrate, come accade in tutti i maggiori Paesi Ue. Il governo invece si limita a un maquillage superficiale, un cambio di etichetta sulla carcassa del carrozzone che vessa gli italiani onesti”. Per quanto riguarda le norme della riscossione, “chiediamo di introdurre le migliorie della legge Sibilia: da un rafforzamento dell’autotutela a misure contro le cosiddette ‘cartelle pazze’, da un alleggerimento strutturale degli interessi allo stop ai ruoli per cifre molto basse”. In più il M5s dice “no ai nuovi, smisurati poteri di accesso alle banche dati” e chiede. E chiediamo la cancellazione tout court del condono ai furbi che loro chiamano voluntary disclosure bis”. Da cui il governo però punta a ricavare 1,6 miliardi.
“Quattro rate non bastano a chi ha problemi veri di liquidità” – Per quanto riguarda la rottamazione delle cartelle i pentastellati chiedono che, al posto delle attuali quattro, “si arrivi a 20 rate per le violazioni meno gravi” perché “quattro rate appena, con l’ultima da coprire entro il 15 marzo 2018, non possono andar bene a chi ha problemi veri di liquidità“. E vogliono che “lo Stato restituisca la quota corrispondente alle sanzioni, versata nell’ambito di una rateazione ordinaria delle cartelle Equitalia, in favore di chi punta adesso ad accedere alla definizione agevolata del pagamento dei ruoli”, proseguono. Il governo, invece, “cancella sì le sanzioni e gli interessi di mora, ma si tiene quanto già pagato nel piano di ammortamento precedentemente attivato. Il M5S chiede quindi di compensare la quota sanzioni già versata con il capitale da saldare nell’ambito della sanatoria”. Infine,in merito alla trasmissione telematica trimestrale delle fatture suggeriamo al governo di tutelare le imprese a fronte di questo nuovo onere, prevedendo l’esclusione dagli accertamenti presuntivi semplici. Una fattura passiva comunicata alle Entrate, infatti, non può essere contestata perché il soggetto fornitore non l’ha comunicata a sua volta tra le sue fatture attive, come avverrebbe senza la nostra previsione”.
Scelta Civica – Ala: “Superare il modello basato sull’onere di riscossione” – Scelta civica – Ala, con un emendamento a prima firma del capogruppo Giulio Sottanelli, chiede il “definitivo superamento dell’attuale modello di finanziamento basato sull’onere di riscossione a carico dei destinatari degli atti di riscossione”, con la finalità di “esplicitare in modo inequivoco l’indirizzo programmatico volto al superamento dell’attuale modello basato sull’addebito dell’aggio al debitore, in coerenza alla trasformazione dell’ente riscossore da società per azioni ad ente pubblico economico”. Il gruppo ha presentato anche proposte “per includere nella rottamazione delle cartelle l’anno 2016, per abolire gli interessi di mora e sostituirli con gli interessi legali e per allungare il periodo di pagamento del debito residuo per chi accede alla definizione agevolata”.

venerdì 28 ottobre 2016

La storia geologica d'Italia e dei suoi oceani.



I continenti si muovono da sempre, lentamente, inesorabilmente, in modo impercettibile ai sensi umani, spinti dalle potenti  forze interne del pianeta generate dai moti convettivi del mantello terrestre.
Nel corso di decine o centinaia di milioni di anni queste forze hanno cambiato più volte la geografia del nostro pianeta. Se potessimo viaggiare nel passato, procedendo verso le epoche più remote, ci stupiremmo nel trovare un pianeta tanto diverso da quello attuale.
L'Italia non è certo sfuggita all'evoluzione geologica: contesa e poi schiacciata tra Africa ed Europa, ha visto nascere e morire mari e oceani che hanno lasciato tracce nelle rocce della penisola.

Dalle testimonianze degli antichi  mari e oceani partiremo per ricostruire la storia geologica della penisola e la formazione delle Alpi e degli Appennini, in un viaggio che è durato 250 milioni di anni e che iniziò quando l’Italia non c’era.


Prologo:i grandi cambiamenti del Triassico.

Pangea Triassica


  • PERMIANO-TRIASSICO 300-250 Ma
  •  
  • scala del tempo.
La geografia del Permiano (300 Ma) è incredibilmente semplice: un unico super continente che costituirà il prologo alla storia geologica del pianeta.
Imponenti movimenti e scontri continentali avevano "assemblato" il megacontinente Pangea, attorno al quale si estendeva un grande oceano, la Pantalassa, che formava ad est il grande golfo della Tetide. Il clima interno era caldo e arido dato che il mare non poteva penetrarvi con la sua azione mitigatrice.
Il Triassico (250 Ma) che cominciò con una grande estinzione di massa, fu l’epoca nella quale si avviarono i grandi cambiamenti geografici ed evolutivi  del pianeta terra: iniziò l’era dei rettili e la disintegrazione della Pangea.
Circa 228 milioni di anni fa (Triassico sup.)  il centro della Pangea si lacerò (rift continentale) e venne invaso dalle acque oceaniche. Due supercontinenti, Gondwana (alla quale apparteneva l'odierna Africa) ed Eurasia ( della quale facevano parte Europa e Asia), cominciarono a separarsi.


Proprio lungo la linea di separazione della Pangea iniziò la storia della futura Italia. E’ qui che si trovava Adria,  una propaggine del Nord Africa occupata interamente dalla Tetide che sarà teatro della nascita del mediteranno e della penisola italiana.

La Tetide: quando l'Italia non c'era.

Italia nel Triassico

Ecco un dettaglio del golfo della Tetide con in evidenza l'Adria, all' epoca nella quale si trovava a contatto con l'Europa e l'Asia.
L' Italia, o meglio ciò che diverrà il nostro territorio, si trovava su Adria e sui suoi margini a contatto con la zolla africana ed europea. Era sommersa da un mare epicontinentale, cioè un mare basso, contornato da basse piane costiere periodicamente invase dalle maree.
Si possono scorgere i profili della Sicilia, e del blocco Sardo-Corso evidenziati in verde.
Le uniche zone emerse, con aride pianure e brulli rilievi, erano una piccola parte della Toscana e la Sardegna che si trovava sulla costa del continente europeo, per il resto scogliere e atolli corallini, piane di marea, paludi salmastre.
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Per saperne di più:

mercoledì 26 ottobre 2016

Costituzione, art. 1



Risultati immagini per politici corrotti

Ripetiamo in coro:
l'Italia è una repubblica oligarchica fondata sulla corruzione. La sovranita` appartiene a pochi elementi senza scrupoli che la esercitano al di fuori delle forme e dei limiti della Costituzione da loro disattesa e variata in conformità ai loro interessi.

Cetta

Corruzione in Grandi Opere e Terzo Valico, decine di arresti in tutta Italia.



Operazione dei Carabinieri di Roma in varie regioni nei confronti di 21 persone per le Grandi Opere. In un'altra inchiesta, ma collegata alla prima, 14 ordinanze cautelari per la costruzione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano.


Decine di arresti in tutta Italia  per corruzione in due distinte inchieste sulle Grandi Opere e sul Terzo Valico ferroviario. Quattro le persone arrestate che legano le due operazioni rispettivamente quella dei Carabinieri di Roma e quella della Guardia di Finanza di Genova. L'indagine dei Carabinieri nasce da uno stralcio dell'inchiesta su Mafia Capitale e riguarda appunto anche quattro soggetti che avrebbero avuto a che fare con i lavori del Tav ligure e che sono anche destinatari del provvedimento della procura di Genova nell'inchiesta sul Terzo valico. 
La consegna di una tangente è stata documentata dagli investigatori della Guardia di Finanza all'interno di alcuni uffici del Consorzio Cociv, un colosso di cui fanno parte Salini Impregilo, Condotte e Civ che sta realizzando i sei lotti della linea ad Alta Velocità Genova-Milano. Lo scambio della 'bustarella' avviene tra un dirigente generale del Consorzio e un imprenditore: le immagini delle telecamere nascoste posizionate dagli uomini della Guardia di Finanza riprendono infatti in un primo momento un soggetto che oscura l'ufficio abbassando le tapparella; successivamente si vede una seconda persona che consegna la 'bustarella'. I due parlano per qualche minuto dopodiché, secondo gli investigatori, il secondo soggetto si allontana e il primo conta il denaro contenuto all'interno della
L'OPERAZIONE DELLA GDF SUL TERZO VALICO - La Guardia di Finanza sta eseguendo 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e dirigenti, coinvolti nei lavori per la costruzione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, concussione e turbativa d'asta.
La linea ad alta velocità denominata "Terzo Valico di Giovi" è stata definita di "interesse strategico nazionale": collegherà Genova a Milano e dovrebbe essere pronta per il 2021. Il Tav ligure è un'opera che vale 6,2 miliardi e ha l'obiettivo di potenziare i collegamenti del sistema portuale della Liguria con le principali linee ferroviarie del nord Italia e il resto d'Europa. Si sviluppa lungo 53 chilometri, di cui 37 in galleria. Il Cipe ha fissato un limite di spesa di 6,2 miliardi per il consorzio Cociv - un colosso di cui fanno parte Salini Impregilo, Condotte e Civ - che dovrà realizzare i sei lotti.
Oltre alle misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Genova, gli uomini della Guardia di Finanza stanno eseguendo alcune decine di perquisizioni in diverse regioni italiane. Complessivamente, secondo quanto si apprende, sarebbero oltre 20 gli indagati.
Gli indagati nell'inchiesta, nei vari ruoli ricoperti negli anni, avrebbero compiuto una serie di atti di corruzione, concussione e turbativa d'asta in relazione all'aggiudicazione di commesse per un valore di 324 milioni.
Nei mesi scorsi, l'indagine di Genova si è incrociata con un'analoga attività avviata dai Carabinieri del comando provinciale di Roma su input della procura della Capitale: l'inchiesta è così proseguita con una collaborazione sia a livello investigativo che giudiziario. E dall'attività investigativa è emerso che ad alcuni dirigenti cui spettava seguire lo svolgimento delle gare indette dal general contractor, per pilotare l'assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte 'anomale' divenissero regolari e, in altri, hanno utilizzato dei 'concorrenti di comodo' che in realtà non erano minimamente interessati all'aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l'assegnazione all'unico concorrente interessato. Almeno in occasione di una turbativa, gli investigatori della Guardia di Finanza hanno documentato il pagamento di una tangente. I militari delle Fiamme Gialle stanno eseguendo una serie di perquisizioni finalizzate all'acquisizione di diversa documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania.
L'OPERAZIONE DEI CARABINIERI SUGLI APPALTI NELLE GRANDI OPERE - I carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo misure cautelari in diverse regioni nei confronti di 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione. Gli investigatori ipotizzano un'associazione per delinquere che ha compiuto condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nei lavori di una tratta della TAV Milano-Genova; 6° Macrolotto dell'A3 Salerno-Reggio Calabria e della PEOPLE MOVER di Pisa. 
L'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma, è denominata "Amalgama" e ha fatto scattare arresti nel Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria. L'indagine avrebbe ricostruito condotte illecite di un gruppo di persone costituito, organizzato e promosso dalla persona che, fino al 2015, è stato il direttore dei lavori nell'ambito delle tre opere pubbliche interessate e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese del ramo delle costruzioni stradali, che si è avvalso del contributo di altre 9 persone, tra le quali anche alcuni funzionari del consorzio COCIV. Gli investigatori ipotizzano un'associazione a delinquere finalizzata a compiere condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nell'ambito dei lavori per la realizzazione della tratta TAV "A.V./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi" (Alta Velocità Milano-Genova); 6° Macrolotto dell'Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e della PEOPLE MOVER di Pisa.