giovedì 5 settembre 2019

Alla prova del Fatto.- Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 5 Settembre

L'immagine può contenere: 6 persone, persone che sorridono

Pare un secolo, ma era solo un mese fa: il 5 agosto Salvini strappava la fiducia in Senato sul dl Sicurezza e si apprestava a maramaldeggiare il giorno 7 sui 5Stelle votando alla Camera le mozioni pro Tav col Pd&FI. Poi, l’8, la mossa volpina di rovesciare il governo per andare al voto e governare con “pieni poteri”.

Ora, 27 giorni dopo, si aggira insalutato ospite per la Val Padana ululando alla luna contro il complotto mondiale ai suoi danni, mestamente agghindato di magliette con la scritta “Polizia locale”, che presto cederanno il posto alle divise da metronotte. Intorno a lui, i volti sgomenti dei suoi giannizzeri che un mese fa ingrassavano nei ministeri, con uffici damascati, poltrone in pelle umana, auto blu, scorte, inchini, salamelecchi, tartine, interviste, starlette Rai e tutto il cucuzzaro del potere.

E ora, senza sapere il perché, si ritrovano digiuni e disoccupati, spogli e nudi come mamma li ha fatti (maluccio, se non ricordiamo male). Conte e Di Maio, vittime designate dell’astuto Cazzaro Verde, lo salutano con affettuosi bacioni da Palazzo Chigi e dalla Farnesina.

E il Pd, che l’altroieri ha vinto le sue prime elezioni dopo 13 anni ma tra gl’iscritti a un altro partito, lo ringraziano sentitamente per l’insperato ritorno al governo. Noi, da cittadini democratici e da antichi sostenitori dell’incontro fra un centrosinistra rinnovato e un M5S maturato, gli siamo grati per averlo reso possibile con la sua spettacolare autodistruzione. Ma siamo un giornale libero, cioè critico e rompipalle, e continueremo a esserlo. Quindi tratteremo il Conte-2 come gli altri governi, senza pregiudizi negativi né positivi: applausi se farà bene, fischi se farà male.

La partenza ha luci e ombre: un premier capace e perbene; un programma ambizioso, ma ancora troppo vago; una squadra giovane (la più giovane della storia), incensurata, con novità di eccellenza come la Pisano all’Innovazione, Provenzano al Sud, Patuanelli al Mise, Catalfo al Lavoro; un po’ di usato sicuro come Bonafede alla Giustizia, Costa all’Ambiente e Gentiloni alla Ue; e molte incognite tutte da scoprire, tipo la prefetta Lamorgese all’Interno (perché non Minniti?) e Gualtieri all’Economia (cui non giova l’imbarazzante endorsement di Lady Bce).

Li attendiamo al varco, cioè alla prova dei fatti. Formeremo un governo-ombra del Fatto, con le nostre firme distribuite per competenze sui vari dicasteri, per giudicare i ministri all’opera (oggi Montanari inizia col triste remake di Franceschini al Mibact). Non chiamarsi Salvini, Bongiorno, Fontana, Centinaio, Rixi e Siri aiuta. Ma il meno peggio non basta: alla lunga, apre (o riapre) la strada al peggio.


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Alan Greenspan: ‘E’ solo questione di tempo, tassi negativi arriveranno anche in Usa’. - Laura Naka Antonelli



Focus su tassi Treasuries a 30 anni, che oscillano all’1,95%, dopo essere scivolati nella sessione del 28 agosto fino a 1,907%, minimo record.

L’ex presidente della Federal Reserve Alan Greenspan ne è convinto: è solo questione di tempo prima che i tassi negativi, “fenomeno che avete visto diffondersi quasi ovunque nel mondo, faccia la sua apparizione anche negli Stati Uniti”. Intervistato nel corso della trasmissione “Squawk on the Street” della Cnbc, Greenspan ha consigliato agli investitori di monitorare il trend dei tassi sui Treasuries a 30 anni, che oscillano all’1,95%, dopo essere scivolati nella sessione del 28 agosto fino a 1,907%, minimo record.
Greenspan a parte, c’è da dire inoltre che proprio ieri i tassi sui Treasuries a due anni, che riflettono le aspettative sulle prossime mosse della Federal Reserve, sono scesi i 3 punti base, all’1,436%, capitolando al valore più basso dal settembre del 2017.
I tassi sui Treasuries a 10 anni viaggiano attorno all’1,456% e, secondo diversi analisti, sono destinati a testare il minimo storico pari all’ 1,32% testato alla metà del 2016.
C’è da dire che, rispetto ai bond sovrani con scadenza a 10 anni di Belgio, Germania, Francia e Giapppone, i titoli di stato Usa presentano ancora il segno più di fronte al valore dei rendimenti, confermandosi quasi una eccezione rispetto a quei bond, per un valore di oltre $16 trilioni, che presentano tassi negativi e che sono sparsi in tutto il mondo.
Ma perchè il fenomeno dovrebbe, secondo Alan Greenspan, colpire anche gli Stati Uniti? L’ex timoniere della Fed ha la risposta pronta, facendo notare che è l’invecchiamento della popolazione “il fattore che sta sostenendo la domanda per i bond”.
Ovvero?
“Siamo così abituati all’idea di non avere tassi negativi – ha detto – ma bisogna considerare il cambiamento significativo delle attitudini della popolazione, che conferma l’interesse per i coupon. Il risultato è che c’è una tendenza a snobbare il fatto che c’è un effetto sui tassi di interesse netti percepiti (dai detentori dei bond) “.
L’invecchiamento della popolazione mondiale è anche alla base, secondo il banchiere, del boom delle quotazioni dell’oro, che sono balzate del 21% nel 2019 ai massimi dal 2013. Ciò che vuole questa parte di popolazione è, infatti, un “Hard asset”.
E intanto è il mondo intero che propende per tassi di interesse più bassi. Alla vigilia della riunione della banca centrale russa, 24 su 25 analisti ed economisti intervistati da Reuters, hanno detto di prevedere che l’istituto taglierà i tassi di riferimento di 25 punti base, al 7% , tassi ben superiori a quelli delle economie cosiddette avanzate e, per ora, ancora positivi.
Non è così invece nel caso della Bce, pioniera insieme alla Bank of Japan del fenomeno dei tassi negativi, e che si appresterebbe tra l’altro, nella riunione del prossimo giovedì 12 settembre, a tagliarli ulteriormente, o comunque a dare l’annuncio di un nuovo taglio (tassi sui depositi al momento a -0,40%).
Ad affrontare la questione, nelle ultime ore, è stata Christine Lagarde, in un intervento al Parlamento.L’ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale, nominata dai leader europei presidente della Bce, sostituirà l’attuale numero uno della banca centrale, Mario Draghi, il prossimo 1° novembre. Il Parlamento europeo voterà la sua nomina tra il 16 e il 19 settembre, con quella che viene considerata, comunque, una formalità.

La mafia nigeriana sempre più potente e pericolosa. - Vincenzo Musacchio



I vari studi criminologici sulle mafie nigeriane confermano che dagli anni ’80, il crimine organizzato nigeriano si è ramificato in tutto il mondo. Tra i vari Paesi in cui ha attecchito stabilendo solide radici vi rientra senza dubbio l’Italia. Ci siamo chiesti quindi quali potrebbero essere le motivazioni per l’arrivo del crimine organizzato nigeriano in Italia. Non vi sono dubbi circa il fattore principale: le mafie seguono i flussi di denaro. Questo ha motivato le organizzazioni criminali nigeriane a muoversi verso il nostro Paese e tramite esso invadere anche l’Europa. Il fenomeno migratorio cominciò con la grande crisi degli anni ‘80 che portò la Nigeria verso la corruzione endemica e la più grande depressione economica del Paese. Questi eventi purtroppo hanno significato nuove opportunità di lavoro all’estero e quindi molti nigeriani emigrarono soprattutto avendo come meta il nostro Paese. Ovviamente assieme a tante brave persone nel flusso migratorio si mossero anche molte componenti della criminalità organizzata locale. La Nigeria è il paese più popoloso dell’Africa, quindi, statisticamente, ha anche numero maggiore di persone coinvolte in attività criminali. Molti laureati disoccupati con ottime competenze informatiche hanno approfittato del boom dell’informatica negli anni ’90 e sono diventati specialisti nel settore dei crimini informatici.
La famosissima truffa alla nigeriana è una truffa postale, sia informatica sia tradizionale, tra le più diffuse al mondo, inventata nel 1992 per lettera e nel 1994 per e-mail. Esistono numerose varianti ma in genere si presenta uno sconosciuto che non riesce a sbloccare un conto in banca di milioni di dollari, questi, sarebbe un personaggio noto che avrebbe bisogno di un prestanome che si occupi dell’operazione al suo posto in cambio di una percentuale. L’ammontare del raggiro è molto remunerativo senza che le autorità possano davvero fare qualcosa per fermare il fenomeno. Può sembrare assurdo ma da questa semplicissima truffa ha inizio il crimine transnazionale nigeriano. In Italia, i gruppi criminali nigeriani ormai hanno stabilito partnership con tutte le mafie locali (ndrangheta, camorra, mafia siciliana, mafie pugliesi).
Alcuni membri della mafia nigeriana confermano il dato già noto a noi studiosi della materia che i nigeriani s’ispirano alla struttura e ai metodi operativi delle famiglie mafiose italiane, usando l’intimidazione per gestire le loro attività e cercando di governare sia le imprese legali sia illegali attraverso il sistema delle estorsioni. I gruppi criminali nigeriani hanno avuto un tale successo nel mimare le famigerate famiglie che la polizia italiana ha iniziato a considerarle “mafia”. Possiamo affermare senza timore di smentita che la mafia nigeriana oggi in Italia ha una struttura attiva, partenariati internazionali e una strategia criminale ben pianificata. L’arrivo di un gran numero d’immigranti nigeriani per le mafie autoctone ha significato all’inizio poter appaltare alcune attività criminali meno remunerative. Nel tempo però il crimine organizzato nigeriano si è affermato grazie alla grande richiesta di prostitute nigeriane e ha portato nel mercato italiano cocaina e soprattutto crack. Agli inizi degli anni novanta, i locali notturni iniziarono ad assumere buttafuori nigeriani come sicurezza, sostituendo gli italiani che erano più inclini alla violenza e attiravano l’attenzione indesiderata della polizia. Questo ha dato una risorsa di marketing ai nigeriani coinvolti nella droga, che hanno potuto ampliare il loro mercato vendendo nei locali notturni. Questo ha consentito loro di affermarsi come spacciatori della catena di distribuzione di cocaina e crack.
La mafia nigeriana, prima di stabilirsi in Italia, ha creato sempre accordi di non belligeranza con le mafie autoctone. Per introdurre la droga in Italia, i nigeriani, utilizzano corrieri remunerandoli con circa tremila euro per ogni trasporto andato a buon fine. Si tratta soprattutto di donne, provviste di regolari permessi di soggiorno, che sono utilizzate non più di due o tre volte per evitare che la ripetizione dei visti insospettisca la polizia di frontiera. Ad alcune di queste donne particolarmente fedeli all’organizzazione è conferito il titolo di “maman” per avviarle alla gestione delle prostitute (vere e proprie schiave sessuali) di esclusiva origine nigeriana. Altro settore sotto controllo delle mafie nigeriane è l’accattonaggio. Quando, cedendo al sentimento di umana pietà, regaliamo un euro all’immigrato che ci attende fuori dal supermercato, al semaforo, davanti al ristorante o al bar, è bene sapere che, di quell’euro, forse neppure cinque centesimi gli rimarranno in disponibilità. Il resto finirà all’organizzazione che lo controlla e cioè ai nigeriani.
E’ un settore molto redditizio che va tutto a beneficio della mafia nigeriana. Se si pensa alle molte centinaia di fonti, da cui questo flusso di denaro proviene (parcheggi, questua, prostituzione, spaccio, caporalato), si parla d’ingenti guadagni che nessuna attività legale è in grado di eguagliare. Guadagni che la mafia nigeriana utilizza per acquistare droga, cercare altre rotte di smercio, aprire attività di copertura, come centri interculturali, circoli ricreativi e negozi etnici. In quasi tutte le regioni italiane a organizzare il caporalato sono i mafiosi nigeriani che schiavizzano gli altri clandestini sfruttandoli in condizioni totalmente disumane. Nell’ultima relazione antimafia la DIA conferma che le cosche nigeriane sono radicate in almeno sette regioni: Lazio, Campania, Calabria, Piemonte, Puglia, Sicilia e Veneto, dove trattano da pari a pari con la malavita italiana e ci sono otto città che sono i loro capisaldi: Torino, Verona, Bologna, Roma, Napoli, Palermo, Bari, Caserta. I pentiti e le tante operazioni di polizia rivelano che anche Padova, Macerata, Ferrara e nella piccola regione del Molise sono entrate a far parte di questo elenco e che in Sardegna, a Cagliari in particolare, c’è un forte radicamento dei Supreme Eye, mentre in Lombardia cominciano a farsi vedere anche i cd. colletti bianchi della mafia nigeriana nel bresciano, nell’hinterland milanese e nella bergamasca.
Stando alle ultime indagini la mafia nigeriana avrebbe messo in piedi un altro orribile mercato che riguarda il traffico di esseri umani e di organi. Il mercato è così florido che esiste anche un listino prezzi: un rene varrebbe cinquantamila euro, le cornee ventimila, il midollo ventimila e il cuore, duecentocinquantamila euro. La grande adattabilità della mafia nigeriana è il suo punto di forza e le modalità operative diverse per ogni gruppo fanno sì che agli inquirenti resti incomprensibile e difficile da perseguire la loro attività criminale. Le nostre mafie si nutrono tramite il condizionamento delle attività economiche, passando per la corruzione di politici, pubblici funzionari, imprenditori, appalti ottenuti illegalmente, minacce e intimidazioni, per ottenere il controllo del territorio.
La criminalità nigeriana invece non essendo in grado di agire come le mafie autoctone si dedica a tutto ciò che non interessa direttamente alle mafie locali e gli accordi di non interferenza di conseguenza giocano a favore sia dell’una sia dell’altra organizzazione criminale. Il primo germoglio criminale nasce proprio nei centri di accoglienza, mentre uno dei fattori in grado di alimentare questo giro potrebbe essere anche il flusso degli sbarchi. Dalla Libia sono reclutate e obbligate a imbracarsi giovani donne nigeriane, le quali una volta in Italia sono messe sui marciapiedi, costringendole non solo a prostituirsi ma a diventare schiave nei campi e nelle imprese italiane. I soldi ricavati da prostituzione e droga, pertanto, sono il carburante che tiene in vita le varie cellule africane che sono il vero cordone ombelicale della mafia nigeriana. Secondo il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato alcuni arrestati membri del clan Vikings avevano come base operativa il Cara di Mineo, in provincia di Catania. Pertanto, anche i centri di accoglienza andrebbero maggiormente attenzionati. Questa nuova mafia sta diventando sempre più potente e pericolosa ma giacché è quasi invisibile agli occhi dei più ed è poco conosciuta dall’opinione pubblica e dall’associazionismo antimafia, se ne parla troppo poco. Forse è arrivato il momento di affrontare più seriamente il problema!

Temporale.

L'immagine può contenere: cielo, nuvola e notte

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Ecco le immagini del temporale che, durante la serata di ieri, ha interessato la costa palerminata.
Quello nella prima foto è chiamato fulmine positivo. I positivi sono i fulmini più pericolosi, si sviluppano dal top della nube e arrivano al suolo anche a 20km di distanza dal temporale.
Foto di : Giuly Merlo


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Negli USA una mamma fa causa alla contea per aver dato il permesso al suo figlio minorenne di cambiare sesso senza il suo consenso. - Malachia Paperoga



Mentre i fatti di Bibbiano in Italia lanciano un avvertimento inquietante alle famiglie italiane su cosa può succedere ai bambini se i genitori vengono giudicati “non idonei”, negli Stati Uniti il processo è purtroppo molto più avanzato. I diritti di genitori “idonei” vengono completamente ignorati quando i figli vengono convinti a fare “la cosa giusta™”, come per esempio un’operazione di cambio di sesso quando sono ancora minorenni. 

Di Lisa Bourne, 24 luglio 2019 

Una mamma del Minnesota, il cui figlio è stato convinto a sottoporsi a “cambio di sesso” dai funzionari della sua contea, ha chiesto alla Corte Suprema USA di rivedere il suo caso. Accusa il governo di aver usurpato i suoi diritti genitoriali in quanto un agente governativo ha fornito a suo figlio i servizi transgender e gli stupefacenti contro la volontà della madre.

Mercoledì la Thomas More Society ha presentato una petizione all’Alta Corte  per conto di Anmarie Calgaro, sostenendo che i diritti al giusto processo della Calgaro sono stati “calpestati” quando la contea di St. Louis e i suoi operatori sanitari “hanno posto fine alla sua potestà genitoriale sul figlio minore senza alcuna ordinanza di emancipazione di un tribunale”.

“E’ il peggior incubo di un genitore” ha detto il consigliere speciale Erick Kaardal della Thomas More Society. “Il figlio di Anmarie Calgaro, mentre era minorenne, è stato avviato a un processo permanente di modificazione del corpo fisico, capace di determinare un cambiamento dell’intera vita, che lo ha reso una pedina dell’agenda sociopolitica di qualcun altro, influenzato da persone che non hanno alcun diritto giuridico o morale di usurpare il ruolo di un genitore”.

Nel 2016 la Calgaro ha citato in giudizio le agenzie statali e gli operatori sanitari davanti al tribunale federale per aver posto fine ai suoi diritti parentali senza il necessario processo, in quanto il suo figlio minore ha ricevuto assistenza medica per il cosiddetto “cambio di sesso” senza il consenso della madre o una sentenza legale di emancipazione.

Nella sua causa afferma che le autorità statali hanno deciso autonomamente che il ragazzo allora diciassettenne fosse emancipato.

La dichiarazione della “Thomas More” dice che gli imputati hanno gestito il caso del figlio della Calgaro come se fosse un minore emancipato, anche se non c’era stata alcuna azione giudiziaria in tal senso. Né il distretto scolastico, né la contea, né nessuna delle agenzie mediche indicate nella causa diedero alla Calgaro alcun preavviso o udienza prima di porre fine ai suoi diritti genitoriali sul figlio minore.

Un giudice distrettuale ha respinto la causa della Calgaro nel maggio 2017, ammettendo che il ragazzo non era legalmente emancipato da una sentenza del tribunale, ma ritenendo che tuttavia i diritti genitoriali della Calgaro “erano rimasti intatti”. La Thomas More Society dice che il giudice ha decretato che l’emancipazione de facto del figlio minore della Calgaro da parte della contea, della scuola e degli operatori sanitari non ha costituito una violazione dei diritti genitoriali costituzionalmente garantiti.

Il caso è andato in appello nel luglio 2017 e la sentenza la sentenza del tribunale distrettuale è stata confermata della Corte di Appello dell’8° Circuito nel marzo di quest’anno.

La Contea di St. Louis ha deciso senza alcuna base che il figlio della Calgaro era emancipato e poteva ricevere queste prestazioni sociali, anche se la Calgaro era un “genitore idoneo” non in accordo con le loro azioni, secondo la dichiarazione legale della Corte Suprema.

Secondo Kardaal: “Incredibilmente, lo Statuto del Minnesota autorizza una contea a ritenere un minore “emancipato” e in diritto di ricevere sussidi statali per vivere in proprio e permette agli operatori sanitari di ignorare il parere dei genitori se risulta che il minore vive in un luogo diverso dai genitori e gestisce personalmente le proprie finanze”.

“Ed è prassi corrente del distretto scolastico della contea di St. Louis in Minnesota di impedire a un genitore di essere conivolto nell’istruzione di un ragazzo per più di due anni dopo che il ragazzo è ritenuto, dal preside della scuola e non da una sentenza del tribunale, ‘emancipato’”. “Si tratta di una situazione inaccettabile per qualsiasi genitore e una seria violazione dei diritti genitoriali e del giusto processo”.

I termini dell’emancipazione in Minnesota sono vaghi, e la legge di stato non prevede alcun diritto procedurale per i “genitori idonei”, secondo Kaardal, sebbene li preveda per quelli non idonei.

“Perché non dovrebbe valere lo stesso per i genitori idonei?” ha chiesto.

Kaardal ha detto di essere particolarmente preoccupato per la contraddizione interna alle disposizioni giuridiche del Minnesota.

“La Corte di Appello USA ha ignorato la grande contraddizione nella decisione della Corte Distrettuale, in cui i diritti dei genitori sono ammessi ma non onorati, e la ridicola affermazione che le agenzie hanno violato i diritti della Calgaro, ma non hanno fatto nulla di male”. “La Corte Suprema USA ha ora l’opportunità di scongiurare questo scenario incompatibile e insostenibile; così che i genitori di tutti gli Stati Uniti possano continuare a fare i genitori senza interferenze governative”.

“Secondo la legge federale, il diritto dei genitori è considerato un diritto implicito, protetto dalle interferenze governative dalle Clausole del Giusto Processo del Quinto e Quattordicesimo Emendamento”, ha detto Kaardal. “La ‘garanzia’ delle clausole del Giusto Processo salvaguarda quei diritti sostanziali “così radicati nelle tradizioni e nella coscienza da essere classificati come fondamentali”.

La Corte Suprema USA si riunirà a ottobre.

http://vocidallestero.it/2019/08/27/negli-usa-una-mamma-fa-causa-alla-contea-per-aver-dato-il-permesso-a-suo-figlio-minorenne-di-cambiare-sesso-senza-il-suo-consenso/


Il classico caso del genitore padrone.
I figli non sono cose, sono persone, i loro diritti, le loro espressioni non vanno repressi, vanno scoperti ed accompagnati. Il compito di un genitore è aiutare il proprio figlio a fare emergere la propria essenza, le proprie aspirazioni, le proprie attitudini, non è possedere e cercare di cambiare la natura della persona: quella resterà sempre, anche se celata, ed emergerà in qualsiasi momento della vita con l'aggravante della rabbia repressa. C.

Scienziati americani e giapponesi pensano che le reazioni nucleari a bassa energia siano una cosa seria. - Michael Koziol



Nel modo più assoluto non si tratta di fusione fredda.
Il 2018 è stato un anno speciale per le reazioni nucleari a bassa energia. Le macchine LENR (Low Energy Nuclear Reaction), così come sono conosciute, sono argomento di ricerca di nicchia, ed alcuni fisici pensano si potrebbero spiegare i risultati di un famigerato esperimento tenutosi quasi 30 anni fa che ha partorito l’idea di fusione fredda. Ma quell’idea non ha retto alle verifiche, e solo pochi ricercatori al mondo hanno continuato a cercare di capire la natura misteriosa di quelle strane reazioni generatrici di calore che stavano alla base dell’esperimento.
La loro costanza alla fine potrebbe essere ripagata, dato che alcuni ricercatori in Giappone recentemente sono stati in grado di generare calore in modo costante e ripetibile, e la marina americana adesso sta seguendo da vicino la faccenda.
Lo scorso giugno ricercatori di diversi istituti di ricerca giapponesi avevano pubblicato un articolo nell’ International Journal of Hydrogen Energy nel quale registravano sviluppo di calore dopo avere esposto nanoparticelle di metallo al gas di idrogeno. I risultati sono i più rilevanti nella lunga serie di studi LENR effettuati da istituzioni giapponesi come la Mitsubishi Heavy Industries.
Michael Armand, un fisico chimico della CIC Energigune, un centro di ricerca in Spagna, dice che quei risultati sono difficili da contestare. In passato Armand aveva fatto parte di una squadra di scienziati che non erano stati in grado di spiegare il calore generato dall’esperimento dell’elettrolisi del palladio in acqua pesante, misurazioni che avrebbero potuto essere spiegate dal funzionamento del LENR.
A settembre Proceeding (la rivista della U.S. Naval Institute) pubblicava un articolo sulle macchine LENR intitolato “Questa non è fusione fredda” che gli fece guadagnare il secondo posto nel concorso della rivista sulle tecnologie emergenti.
Quindi cosa succede esattamente? Tutto inizia con il tristemente noto annuncio dei due elettrochimici Martin Fleishmann e Stanley Pons che affermavano di avere notato un aumento di temperatura nel loro apparato sperimentale. Molti fisici di ogni parte del mondo tentarono di riprodurre quei risultati ma senza riuscirci. I due ricercatori furono accusati di frode e la tesi della fusione fredda venne accantonata. Dei pochissimi che riuscirono a riprodurre i risultati di Flieshmann e Pons, alcuni, tra cui Lewis Larsen, cercarono spiegazioni alternative. Larsen è uno degli autori della teoria Widom-Larsen che rappresenta un tentativo di spiegare quei risultati e viene pubblicata per la prima volta nel 2006.

Saturare un metallo come il palladio con idrogeno. Illustrazione: Emily Cooper. 

Quella teoria suggerisce che il calore generato non dipenda dalla fusione degli atomi di idrogeno, così come sostenuto nella fusione fredda, ma che siano protoni ed elettroni a fondersi creando così neutroni.
Eco quello che succede, secondo tale teoria. Si inizia con un metallo (poniamo sia palladio) immerso in acqua. L’elettrolisi spacca le molecole d’acqua, ed il metallo assorbe l’idrogeno come una spugna. Quando il metallo è saturo, i protoni di idrogeno si raccolgono in piccole “isole” sopra alla “pellicola” di elettroni presente sulla superficie del metallo.
E qui c’è la parte più difficile. I protoni sono intrappolati in una trappola quantistica, possiamo immaginare che formino un singolo protone “pesante”. Gli elettroni superficiali si comportano similmente come un elettrone “pesante”. Iniettando energia (può andare bene un laser oppure un fascio di ioni) si offre al protone pesante e all’elettrone pesante abbastanza potenza per obbligare una piccola quantità di elettroni e protoni di fondersi e formare neutroni.
Questi neutroni vengono quindi catturati dagli atomi di metallo circostanti, generando raggi gamma. L’elettrone pesante cattura i raggi gamma ed irradia a sua volta raggi infrarossi, ovvero calore. Questa reazione annichila il luogo dove è fisicamente avvenuta, quindi si forma un minuscolo cratere nel metallo.
La teoria Widom-Larsen non offre l’unica spiegazione per i LENR, ma è stata favorevolmente recensita dal U.S. Department of Defense’s Defense Threat Reduction Agency nel 2010.
Due scienziati indipendenti hanno concluso che si basa su “teorie consolidate” e “spiega le osservazioni di un gran quantità di esperimenti LENR senza ricorrere a new physics [teorie che ricorrono a paradigmi differenti da quelli normalmente usati, NDT] oppure ad un meccanismo ad hoc”. Lamentano comunque come la teoria faccia pochi passi avanti nella direzione di limitare i battibecchi tra i ricercatori LENR ed i sostenitori della fusione fredda.
La teoria offre spunti nello spiegare come mai i risultati siano stati così controversi: creare luoghi a sufficienza per la produzione di una quantità di calore significativa necessita di un controllo nanometrico della forma del metallo. La ricerca sui nanomateriali è arrivava a questo punto solo negli ultimi anni.
Larsen ha fiducia nella sua teoria e nel futuro delle macchine LENR. Oggi, dopo gli eccellenti risultati dei ricercatori ed una maggiore attenzione da istituzioni quali la marina americana, la teoria potrebbe finalmente spiegare i dati sperimentali, primo passo essenziale di una lunga strada che porta ad un uso pratico delle macchine LENR.
L’articolo originale appare per la prima volta nel dicembre 2018 con il titolo “Scientists Reconsider Low-Energy Nuclear Reactions” e viene aggiornato una prima volta il 30 November 2018 e poi il 7 December 2018.

mercoledì 4 settembre 2019

Pallanuoto, l’Italia è campione del mondo: il Settebello travolge la Spagna 10-5 e vince l’oro.

Pallanuoto, l’Italia è campione del mondo: il Settebello travolge la Spagna 10-5 e vince l’oro

Quarto oro nella storia degli azzurri, allenati da Sandro Campagna. A Gwangju il Settebello è riuscito a contenere il superattacco (90 reti nel torneo, quaranta in più dell'Italia) delle Furie Rosse e imposto le proprie capacità difensive, grazie anche alle parate di Del Lungo. Decisivi gli strappi nel secondo e terzo tempo con le reti di Figlioli, Aicardi, Di Fulvio e la doppietta di Dolce.
L’Italia di Sandro Campagna è campione del mondo di pallanuoto. Il Settebello vince l’oro – il quarto della storia – battendo la Spagna per 10-5 in una finale caratterizzata da due strappi degli azzurri nei tempi centrali che hanno tramortito gli iberici. A Gwangju gli azzurri – che schieravano 3 reduci dell’oro del 2011 a Shanghai: Figlioli, Figari e Aicardi – sono riusciti a contenere il superattacco (90 reti nel torneo, quaranta in più dell’Italia) degli avversari e imposto le proprie capacità difensive.
Il Settebello prova subito la fuga, ma Perrone rintuzza le reti di Luongo ed Echeniche e poi è Del Lungo ad evitare il sorpasso spagnolo parando il rigore assegnato per un fallo di Di Toro. Così nel secondo tempino, Figlioli e Dolce piazzano il break: 4-2, allargato poi da Renzuto Iodice che infila la difesa iberica e costringe David Martin Lozano al time out. Ma le Furie Rosse, prima dell’intervallo, riescono solo a segnare su rigore con Munarriz Egana.
Così nella ripresa l’Italia scava ancora le distanze: Aicardi e ancora Dolce imprimono la seconda spinta (7-3) e Di Fulvio mette l’ipoteca con la rete dell’8-3 a metà del terzo tempo. La pezza di Mallarach prima dell’ultima sirena è un fuoco di paglia. Negli ultimi 8 minuti il Settebello resta concentrato, contiene le superiorità numeriche e non permette mai agli spagnoli di segnare quando in acqua si gioca a uomini pari. Anzi Luongo firma il 9-4 del massimo vantaggio, compresso ancora da Mallarach a 2′ dalla fine. Anche per l’attacco della Spagna è troppo tardi: l’Italia è campione del mondo e rifinisce il risultato fissandolo sul 10-5 con Bodegas. Il bronzo è andato alla Croazia che nella finale per il terzo posto ha superato per 10-7 l’Ungheria.