sabato 2 novembre 2019

Venite ad ammalarvi in Sicilia dove il pronto soccorso diventa un’esperienza mistica. - Totò Burrafato - 28.10.2019



Tempi di attesa a volte superiori alle 10 ore. 

Ammalarsi in Sicilia è conveniente. In una regione dove la gente è allo stremo delle risorse economiche e morali, un problema di salute può diventare la via della catastrofe in tanti casi. Se dovesse essere necessario il ricorso a una visita specialistica la strada è quella del tombolone del Cup, con mesi e mesi di attesa per aver fissato un esame specialistico.
Così, chi può mette mano al portafoglio e si rivolge alla sanità privata. Chi non può, o direttamente rinuncia a curarsi e si affida alla preghiera, oppure – come viene correttamente riportato dall’ultimo “Rapporto annuale Ospedali e salute” – ricorre al Pronto Soccorso “quale strada alternativa di accesso ai servizi ospedalieri”. Così il sistema esplode.
A leggere le statistiche dell’osservatorio regionale, che da oltre due anni tiene sotto costante monitoraggio le attività dei Pronto soccorso siciliani, la gravità della situazione non emerge in tutta la sua drammaticità. Quel report sostiene che i tempi di attesa non sono così lunghi come la narrativa mediatica suol raccontare: “la percentuale di pazienti che ha atteso più di un’ora nei piccoli PS è pari al 7.2% e raggiunge il 33.5% nei grandi PS”.
E’ la classica statistica dei due polli divisi tra quattro persone. C’è chi ne mangia uno e mezzo e gli altri sono costretti a sbranarsi per le briciole. Eppure quello stesso report fa chiarezza sui dati di insoddisfazione, che superano spesso il 50% dei pazienti. Quei locali che dovrebbero offrire soccorso, sono spesso e volentieri sporchi ed angusti, tanto da far apparire spesso il termine “inaccettabile”, nella casella dei risultati legati ai risultati legati alla pulizia ed all’ospitalità. Anche la voce ufficiale di Mamma Regione non può del tutto chiudere gli occhi di fronte alla statistica.
Per capire l’effetto che fa, basta recarsi in uno dei tanti pronto soccorso delle grandi città siciliane. Sono presi d’assalto da vecchi e giovaniI tempi di attesa, soprattutto nel weekend, possono arrivare a superare anche le 10 ore, prima di essere accettati al triage.
Sui tabelloni luminescenti, oltre alla graduatoria dei tempi d’attesa, in basso c’è una riga che segnala i pazienti in cura. Spesso indica un cospicuo numero di pazienti in codice rosso e giallo sotto trattamento. Quella riga è il segnale che certifica il fallimento del sistema. Perché, e non temo smentita, molto spesso quei pazienti indicati sotto terapia, faranno parte di quella riga in giallo per due, tre o quattro giorni. Si tratta di un ricovero camuffato: i tagli dei posti letto negli ospedali (che parecchi mascalzoni nel tempo ci hanno propinato come “razionalizzazione”) hanno causato questo ingorgo. Uomini e donne rimangono negli stanzoni del pronto soccorso per essere curati lì, senza avere la possibilità di accesso al reparto specialistico in tempi decenti.
Da qui un’idea stravagante si fa strada: perché non candidare proprio la Sicilia a diventare il più grande ed efficiente centro nazionale per l’eutanasia? Un obiettivo, oggettivamente, alla nostra portata. Per la prima volta partiamo da dati incoraggianti. E soprattutto potremmo già utilizzare, in via sperimentale, i vari pronto soccorso dell’isola che agevolmente potrebbero essere riconvertiti alle nuove finalità d’uso.
Ora – al di là dei maldestri tentativi di sdrammatizzare – dovreste chiedermi, il perché ritengo che l’ammalarsi in Sicilia sia conveniente. Dovete assolutamente vivere una giornata al pronto soccorso, mangiare i pasti che consumano i pazienti, con pazienti dall’età, dal sesso e dalle patologie più disparate e spesso contagiose, tutti ammucchiati negli stanzoni, gettati nelle barelle, in attesa di una terapia. Esperienza mistica, che pone la Sicilia all’avanguardia di quella statistica che immagina la riduzione della specie umana nel numero di tre o quattro miliardi nei prossimi anni. In Sicilia ci stiamo portando avanti col lavoro.
Nota a margine uno: ho omesso di parlare delle aggressioni a medici e infermieri. Quello è un fenomeno criminale, punto e basta.
Nota a margine due: di solito, propongo delle soluzioni. Questa volta no. Lo sfascio della sanità siciliana è soltanto colpa nostra. Se per decenni abbiamo votato coi piedi, è persino normale che adesso la politica ci prenda a calci in faccia.

https://www.blogsicilia.it/palermo/venite-ad-ammalarvi-in-sicilia-dove-il-pronto-soccorso-diventa-unesperienza-mistica/503592/#4GUotlWlKdPf4Jq0.99

venerdì 1 novembre 2019

Abolire i 5Stelle. - Marco Travaglio




Interpretando un sentimento largamente diffuso nei partiti, nei giornaloni, nei grandi gruppi e nelle case degli italiani più furbi, vorrei lanciare un appello ai 5Stelle: uccidetevi. Scomparite. Scioglietevi. Estinguetevi. Come quelle sette religiose americane che si danno convegno in radure appartate e si ammazzano in massa. Tutti vi danno per morti? Anticipateli con un bel suicidio assistito collettivo. Ora si vota in nove regioni? Non candidatevi. Avete dei sindaci, tipo Raggi a Roma e Appendino a Torino? Fatele sloggiare subito. Siete maggioranza in Parlamento? Fate dimettere tutti i vostri 310 deputati e senatori. Avete Conte premier, 9 ministri, 6 viceministri e 16 sottosegretari? Via, tutti a casa. Dopo dieci anni d’inferno, l’Italia potrà finalmente chiudere quest’orrenda parentesi di antipolitica, populismo, giustizialismo e incompetenza. E tornare alla buona politica di un tempo, la politica di quelli bravi, colti e capaci. Salvini vincerà le elezioni, diventerà premier, avrà finalmente i pieni poteri, nominerà Savoini agli Esteri, Berlusconi alla Giustizia, Arata agli Interni e Siri alle Finanze, trasferirà Palazzo Chigi al Papeete, varerà la Flat Tax e il condono per chi non la paga, ripristinerà la prescrizione, i vitalizi e i 945 parlamentari, depenalizzerà la corruzione internazionale, il peculato, il finanziamento illecito, il razzismo e le altre specialità della casa, cancellerà il dl Dignità (non gli piace il nome) e il Reddito di cittadinanza (come dicono i salviniani di sinistra, “non funziona”, soprattutto per loro che uno stipendio ce l’hanno).

A destra saranno tutti contenti. E a sinistra pure, perché potranno gridare al fascismo un giorno sì e l’altro pure senza nemmeno il fastidio di governare o di proporre qualcosa. Un paradiso: mica come ai tempi di quel delinquente di Conte, che prima di fare il premier era avvocato e aveva addirittura dei clienti; poi, da capo del governo, voleva addirittura punire gli evasori fiscali e si permetteva financo di governare senza chiedere il permesso alla Fiat e a Caltagirone e di non spifferare i decreti in anteprima a De Benedetti, il che lo rendeva inviso ai giornaloni. Nelle regioni e nelle città tornerà il buongoverno della destra e della sinistra, che a turno le avevano così bene amministrate prima della calata dei barbari. Dall’Alpi alla Scilla, l’Italia del Sì sarà un gran festival di nuovi Tav, nuovi Tap, nuovi Mose, nuovi Expo, nuove Olimpiadi, nuovi Mondiali, nuovi inceneritori e nuove retate. Poi, un bel mattino, un bambino si sveglierà nella sua cameretta, aprirà la finestra e domanderà ai genitori: “Cos’è questa puzza di merda?”. E quelli: “Piccino, si stava meglio quando si stava peggio”.

https://infosannio.wordpress.com/2019/11/01/abolire-i-5stelle/?fbclid=IwAR34KitxKr9fC7HOsBCSwWResYfDEmG9ORcfOPEHNelTTVT3RvCYuWfoLfE

Sulla cometa Borisov c'è acqua, e la nostra conoscenza dello spazio migliora.



C‘è acqua sulla cometa interstellare Borisov.  Si tratta di una scoperta molto importante che documenta la presenza di acqua nel nostro Sistema Solare proveniente dall’esterno di esso. La Cometa Borisov infatti è il secondo oggetto documentato che proviene dallo spazio esterno al nostro Sistema Solare e ora si scopre essere ricca d’acqua. A scoprirlo un gruppo di ricercatori guidato da Adam McKay, un astronomo del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland, che ha riportato la scoperta il 28 ottobre sul server di prestampa arXiv. 

"C'è acqua, è bello, è fantastico", afferma Olivier Hainaut, astronomo all'Osservatorio europeo meridionale di Garching, in Germania. La scoperta non è sorprendente, dice, perché la maggior parte delle comete contiene molta acqua. Ma confermare la sua presenza in una cometa interstellare è un passo importante verso la comprensione di come l'acqua potrebbe viaggiare tra le stelle.

Gli astronomi seguono avidamente  la Cometa Borisov sin dalla sua scoperta il 30 agosto perché la sua traiettoria mostra che proviene dallo spazio profondo, non dal sistema solare esterno, come fanno la maggior parte delle comete. Borisov si sarebbe formata attorno a una stella distante e sconosciuta. Miliardi di anni fa qualcosa doveva averla espulsa dall'orbita e averla mandata qui. È il secondo oggetto interstellare mai scoperto, dopo Oumuamua del 2017.

La Cometa Borisov sorvolerà il Sole all'inizio di dicembre. Mentre si avvicina, il calore del Sole riscalda la cometa e fa schizzare il suo nucleo ghiacciato di gas e polvere. Gli astronomi si aspettano di vedere più segni di acqua e altre molecole che ne escono nelle prossime settimane.

https://www.msn.com/it-it/notizie/other/sulla-cometa-borisov-c%C3%A8-acqua-e-la-nostra-conoscenza-dello-spazio-migliora/ar-AAJFPQd?li=BBqg6Qc

Nel Sistema Solare le tracce della prima acqua aliena.


La cometa 21/Borisov (fonte: GEMINI OBSERVATORY/NSF/AURA)

Arrivate con la cometa interstellare.


Potrebbero essere tracce di acqua aliena, le prime provenienti da un altro sistema planetario, quelle che sprizzano dalla cometa interstellare 2I/Borisovla nuova 'intrusa' del Sistema Solare individuata lo scorso 30 agosto e sotto stretta osservazione degli astronomi. Se la scoperta venisse confermata, dimostrerebbe che la cometa è molto simile a quelle di 'casa nostra' e aiuterebbe anche a capire meglio come l'acqua viaggia fra le stelle. A indicarlo è il gruppo di astronomi del Goddard Space Flight Center della Nasa guidato da Adam McKay nello studio in via di pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters e comparso su ArXiv, il sito che traccia gli articoli scientifici prima della revisione in vista della pubblicazione ufficiale.
I ricercatori hanno utilizzato un telescopio da 3,5 metri dell'Osservatorio di Apache Point, in Nuovo Messico, per analizzare la luce solare riflessa dalla cometa Borisov. Lo scorso 11 ottobre hanno così individuato nello spettro luminoso quella che sembra essere la 'firma' dell'ossigeno.
Sebbene le comete possano produrre ossigeno in modi differenti, gli astronomi sostengono che la spiegazione più plausibile sia che l'ossigeno derivi dalla scissione dell'acqua in idrogeno e ossigeno. L'acqua stimata sulla cometa sarebbe presente insieme al cianuro (precedentemente identificato) secondo le stesse proporzioni osservate nelle comete del Sistema solare.
Gli astronomi si aspettano di poter osservare tracce più evidenti di acqua nelle prossime settimane, quando la cometa 2I/Borisov si avvicinerà ulteriormente al Sole: il calore aumenterà lo scioglimento del suo nucleo ghiacciato e di conseguenza l'emissione di gas e polveri.

A 6 anni non dormiva da mesi per un tumore, ora sta bene

 © ANSA

(ANSA) - PADOVA, 31 OTT - Non riusciva a prendere sonno dallo scorso ferragosto a causa di un tumore benigno ed ora, dopo un intervento all'ospedale di Monselice, è guarita e può congiungersi con Morfeo. Protagonista una bambina di 6 anni, affetta da osteoma osteoide, che le impediva appunto di prendere sonno da oltre due mesi: i dolori molto forti insorgevano maggiormente la notte rendendo impossibile il riposo. Così è stata sottoposta a un intervento di termoablazione a radiofrequenza Tc-guidata e quel tumore che la teneva sempre sveglia è stato agganciato con un ago, bruciato a 80 gradi e annientato. La piccola, ora guarita, e non lamentandosi più dei dolori, ha ripreso a dormire. L'operazione, durata circa 45 minuti, emettendo una quota di radiazioni molto bassa, è stata eseguita da Gianluca Bisinella, direttore Unità operativa complessa di Ortopedia e Traumatologia e dal radiologo interventista Matteo Todisco. L'origine di questa forma di tumore è ancora sconosciuta.

http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2019/10/31/a-6-anni-non-dormiva-da-mesi-per-un-tumore-ora-sta-bene_fa20f1c2-0dda-407e-b173-4a21270f310b.html

Alzheimer, farmaco fa scomparire placche al cervello in un anno.


Research for new treatment of Alzheimer disease [ARCHIVE MATERIAL 20110831 ]

Studio preliminare ma 'incoraggiante',rallenta declino cognitivo.


Un farmaco, nei test preliminari sull'uomo, ha mostrato la capacità di diminuire la quantità di placche amiloidi, l'accumulo di proteine nel cervello che è considerata la causa dell'Alzheimer. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Nature, secondo cui ci sarebbero nei pazienti anche segni di rallentamento del declino cognitivo.

Il farmaco aducanumab, un anticorpo monoclonale che 'insegna' al sistema immunitario a riconoscere le placche, è stato testato su un gruppo di 165 persone con Alzheimer moderato, metà delle quali ha ricevuto una infusione settimanale, mentre gli altri hanno avuto un placebo. Chi ha ricevuto il principio attivo ha mostrato una progressiva riduzione delle placche, spiegano gli autori. "Dopo un anno - sottolinea Roger Nitsch dell'università di Zurigo, che definisce i risultati 'incoraggianti' - le placche sono quasi completamente scomparse".

Samhain, la vera storia di Halloween -

Samhain, la vera storia di Halloween

Scopriamo insieme le origini celtiche della festa di Halloween, meglio conosciuta con il nome di Samhain dalle origini antichissime rintracciabili proprio in Irlanda.

Forse non tutti sanno che la festa di Halloween non nasce in America ma ha origini antichissime rintracciabili in Irlanda, quando la verde Erin era dominata dai Celti. Halloween corrisponde infatti a Samhain, il capodanno celtico. Dall’Irlanda, la tradizione è stata poi esportata negli Stati Uniti dagli emigranti, che, spinti dalla terribile carestia dell’800, si diressero numerosi nella nuova terra. Ma affrontiamo insieme nel dettaglio il viaggio dall’Irlanda dei Celti fino ai giorni nostri, osservando cosa è successo e come, attraverso i secoli, sono cambiate le cose. 

Halloween: etimologia del nome Il nome Halloween (in irlandese Hallow E’en), deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa Santo: la vigilia di tutti i Santi, quindi. Ognissanti, invece, in inglese è All Hallows’ Day. L’importanza che, tuttavia, viene data alla vigilia si deduce dal valore della cosmologia celtica: questa concezione del tempo, seppur soltanto formalmente e linguisticamente parlando, è molto presente nei paesi anglofoni, in cui diverse feste sono accompagnate dalla parole “Eve”, tra cui la stessa notte di Capodanno, “New Year’s Eve”, o la notte di Natale “Christmas Eve”. I Celti e i festeggiamenti di Samhain I Celti erano prevalentemente un popolo di pastori, a differenza di altre culture europee, come quelle del bacino del Mediterraneo. I ritmi della loro vita erano, dunque, scanditi dai tempi che l’allevamento del bestiame imponeva, tempi diversi da quelli dei campi. Alla fine della stagione estiva, i pastori riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e all’inizio del nuovo anno. Per i Celti, infatti, l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio come per noi oggi, bensì il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo, il tempo in cui ci si chiudeva in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende. Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti, lo Samhain (pronunciato sow-in, dove sow fa rima con cow), che deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. In Irlanda la festa era nota come Samhein, o La Samon, la festa del Sole, ma il concetto è lo stesso. In quel periodo dell’anno i frutti dei campi (che pur non essendo la principale attività dei celti, venivano comunque coltivati) erano assicurati, il bestiame era stato ben nutrito dell’aria fresca e dei pascoli dei monti e le scorte per l’inverno erano state preparate. La comunità, quindi, poteva riposarsi e ringraziare gli Dei per la loro generosità. Ciò avveniva tramite lo Samhain, che, inoltre, serviva ad esorcizzare l’arrivo dell’inverno e dei suoi pericoli, unendo e rafforzando la comunità grazie ad un rito di passaggio che propiziasse la benevolenza delle divinità. L’importanza che la popolazione celta attribuiva a Samhain risiede nella loro concezione del tempo, visto come un cerchio suddiviso in cicli: il termine di ogni ciclo era considerato molto importante e carico di magia. Insieme a Samhain (31 ottobre, appunto) si festeggiavano Lughnasadh (1 agosto), Beltane (30 aprile o 1 maggio), Imbolc (1-2 febbraio), Yule (21 dicembre), Ostara (21 marzo), Litha (21 giugno) e Mabon (21 settembre). L’avvento del Cristianesimo non ha del tutto cancellato queste festività, ma in molti casi si è sovrapposto ad esse conferendo loro contenuti e significati diversi da quelli originari. La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento dello Samhain al culto dei morti. I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge, e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi e permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra. Samhain era, dunque, una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti. In Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi. 

L’avvento del Cristianesimo. Attraverso le conquiste romane, Cristiani e Celti vennero a contatto. L’evangelizzazione delle Isole Britanniche portò con sé un nuovo concetto della vita, molto distante da quello celtico e durante tale periodo la Chiesa tentò di sradicare i culti pagani, ma non sempre vi riuscì. Halloween non fu completamente cancellata, ma fu in qualche modo cristianizzata, tramite l’istituzione del giorno di Ognissanti il 1° Novembre e, in seguito, della commemorazione dei defunti il 2 Novembre. Fu Odilone di Cluny, nel 998 d.C., a dare l’avvio a quella che sarebbe stata una nuova e longeva tradizione delle società occidentali. Allora egli diede disposizione affinché i monasteri dipendenti dall’abbazia celebrassero il rito dei defunti a partire dal vespro del 1° Novembre. Il giorno seguente era invece disposto che fosse commemorato con un’Eucarestia offerta al Signore, pro requie omnium defunctorum. Un’usanza che si diffuse ben presto in tutta l’Europa cristiana, per giungere a Roma più tardi. La Festa di Ognissanti, infatti, fu celebrata per la prima volta a Roma il 13 Maggio del 609 d.C., in occasione della consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria. Successivamente, Papa Gregorio III stabilì che la Festa di Ognissanti fosse celebrata non più il 13 Maggio, bensì il 1° Novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Fu circa nel IX secolo d.C. che la Festa di Ognissanti venne ufficialmente istituzionalizzata e quindi estesa a tutta la Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV. Fanno eccezione i cristiani Ortodossi, che coerentemente con le prime celebrazioni, ancora oggi festeggiano Ognissanti in primavera, la Domenica successiva alla Pentecoste. L’influenza del culto di Samhain non fu, tuttavia, sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X secolo, una nuova festa: il 2 Novembre, Giorno dei Morti, dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi. Dall’Irlanda agli Stati Uniti Verso la metà del XIX secolo, l’Irlanda fu investita da una terribile carestia, ancor oggi ricordata con grande partecipazione dagli irlandesi. In quel periodo per sfuggire alla povertà, molte persone decisero di abbandonare l’isola e di tentar fortuna negli Stati Uniti, dove crearono, come molte altre nazionalità, una forte comunità. All’interno di essa venivano mantenute vive le tradizioni ed i costumi della loro patria, e tra di essi il 31 Ottobre veniva celebrato Halloween. Ben presto, questa usanza si diffuse in tutto il popolo americano, diventando quasi una festa nazionale. Più recentemente, gli Stati Uniti grazie al cinema ed alla televisione hanno esportato in tutto il mondo i festeggiamenti di Halloween, contagiando anche quella parte dell’Europa che ne era rimasta estranea. In moltissimi film e telefilm spesso appaiono la famosa zucca ed i bambini mascherati che bussano alle porte. E molti, infine, sono i libri ed i racconti horror che prendono Halloween come sfondo o come spunto delle loro trame. Negli Stati Uniti Halloween ha perso i suoi significati religiosi e rituali, ed è diventata un’occasione per divertirsi e organizzare costosi e allegri festeggiamenti. Pare che ogni anno gli Americani spendano due milioni e mezzo di dollari in costumi, addobbi e feste per il 31 ottobre!  

https://www.irlandando.it/halloween/storia/?fbclid=IwAR1rOBqiO9B3dzTijQdHGtt_Ek9pRsHvaSPUxqFYC3cS138y6K36wf5PpgY