Il presidente della Repubblica risponde ad alcuni studenti in visita al Quirinale sul tema di chi non paga il fisco: “I servizi comuni, la vita comune è regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano.”
“Una cosa davvero indecente” legata anche a un “poblema di norme, di interventi, di verifiche” ma soprattutto “di cultura e mentalità“. È in questo modo che Sergio Mattarella definisce uno dei mali atavici del sistema Italia, cioè l’evasione fiscale. Il presidente della Repubblica ha spiegato come la pensa su chi non paga le tasse rispondendo a una domanda posta da alcuni studenti ospiti del Quirinale. “Presidente, perché in Italia è così difficile combattere la piaga dell’evasione fiscale?”, ha chiesto un alunno, secondo la nota pubblicata sul sito della presidente della Repubblica.
Il capo dello Stato ha replicato con una risposta articolata e netta. “L’evasione fiscale è l’esaltazione della chiusura in sé stessi, dell’individualismo esasperato. È un problema serio in molti Paesi. Lo è nel nostro. Vi sono Paesi in cui è molto più grave, vi sono Paesi in cui invece il senso civico di ciascuno lo ha quasi azzerato”, ha detto Mattarella. “È un problema grave – ha continuato – perché significa ignorare che si vive insieme e che la convivenza significa contribuire tutti insieme – come dice la Costituzione, secondo le proprie possibilità – alla vita comune”. Per il presidente “chi evade cerca invece di sottrarsi a questo dovere, di sfruttare le tasse che pagano gli altri per i servizi di cui si avvale”. E questa, ha continuato il capo dello Stato “è una cosa, a rifletterci, davvero indecente, perché i servizi comuni, la vita comune è regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano. E questa è una cosa di particolare gravità”.
Ma non solo. Approfittando dell’incontro con gli studenti di quattordici scuole superiori, provenienti da tutta Italia (da Catania a Milano, passando per Roma, Siena e Portici, in provincia di Napoli), il capo dello Stato ha anche ricordato quanto pesano gli evasori sulle casse dello Stato: “L’evasione fiscale – ha detto- è calcolata nell’ultimo documento ufficiale dell’anno passato circa 119 miliardi di euro: una somma enorme. Se scomparisse, le possibilità di aumentare pensioni, di aumentare stipendi, di abbassare le tasse per chi le paga, e così via, sarebbero di molto aumentate”. Quindi ha concluso con quello che sembra un vero e proprio messaggio alla classe politica: “Per questo, anche lì il problema è di norme, di interventi, di controlli, di verifiche – che stanno dando qualche risultato – ma è soprattutto di cultura e di mentalità, di capire che in un’associazione, in una società, in una convivenza, tutti devono contribuire allo sforzo comune. C’è chi lo fa con onestà e c’è chi lo fa sfruttando quanto gli altri fanno: e questo non è giusto”.
A essere ricevuti da Mattarella sono stati gli studenti della Istituto Caterina da Siena e dell’Itas Giulio Natta di Milano, del Montauti Delfico di Teramo, del liceo Artistico Preziotti Licini di Fermo – Porto San Giorgio, del liceo Classico Dante Alighieri di Roma, del Liceo Amaldi di Roma, del liceo Scientifico Filippo Silvestri di Portici, del Piria di Rosarno (Rc), del Convitto Cutelli di Catania e le delegazioni dei licei Albertelli, Keplero, Kennedy e Visconti di Roma.