venerdì 11 settembre 2020

Primo ok al proporzionale. C’è il testo base della legge elettorale. Regge il patto tra il Pd e i Cinque Stelle. I renziani si astengono insieme a Leu. - Laura Tecce

 GIUSEPPE BRESCIA

Il primo sì alla riforma della legge elettorale, conditio sine qua non posta dai vertici Pd in direzione nazionale lunedì scorso per dare la propria benedizione al taglio dei parlamentari, è arrivato ieri dalla Camera. La commissione Affari costituzionali, nonostante i tentativi di ostruzionismo da parte del centrodestra e l’astensione di Italia Viva, ha adottato il testo base – il cosiddetto Brescellum, dal nome del deputato pentastellato Giuseppe Bescia (nella foto) -, un proporzionale con soglia di sbarramento al 5% e diritto di tribuna per i piccoli partiti.

I voti favorevoli sono arrivati dai due principali partiti di maggioranza, il M5s e il Pd: “Quando ero capogruppo M5S alla Camera avevamo raggiunto l’intesa sul taglio dei parlamentari, ma anche sulla legge elettorale. Bene, la nostra promessa è stata mantenuta, noi del Movimento siamo persone responsabili e non veniamo meno alla parola data”, ha commentato il deputato questore della Camera Francesco D’Uva, mentre il segretario dem Nicola Zingaretti ha sottolineato come si sia passati in un mese “dal nulla all’adozione del testo base”.

In ogni caso il cammino non è privo di ostacoli, dopo la pausa per il referendum ci sarà un ufficio di presidenza per stabilire il termine per la presentazione degli emendamenti e, nonostante l’approdo in Aula a Montecitorio sia calendarizzato il 28 settembre, è lo stesso presidente della commissione Brescia a vedere la strada in salita: “Sarà molto difficile – ammette – probabilmente ci sarà un rinvio proprio per andare incontro alle richieste delle opposizioni”. Le quali hanno tentato fino all’ultimo di far slittare il voto sul testo base, chiedendo approfondimenti tecnici al governo. Approfondimenti che, ha garantito lo stesso Brescia, saranno svolti nelle prossime sedute, prima di avviare l’esame della riforma nel merito.

Ma la protesta del centrodestra è proseguita, con attimi di tensione e la scelta di Forza Italia, Lega e FdI di abbandonare i lavori della commissione al momento del voto: “Non saremo complici di questo scempio”, ha detto l’azzurro Francesco Paolo Sisto. Il centrodestra compatto è pronto dunque a dare battaglia in Aula, forte anche delle divisioni in seno alla maggioranza, con i renziani che rilanciano sul maggioritario, insistono per ottenere l’inserimento della sfiducia costruttiva, l’eliminazione del bicameralismo paritario e per un maggior coinvolgimento delle opposizioni.

Su quest’ultimo punto, peraltro, da segnalare anche la posizione del ministro e capodelegazione Pd al governo Dario Franceschini, che ha avanzato l’idea, dopo il referendum, di dar vita a un patto sulle riforme con le opposizioni. Intanto, dal voto in commissione ieri si sono astenuti anche gli esponenti di Liberi e Uguali, da sempre contrari alla soglia di sbarramento al 5% che “non consentirebbe la rappresentanza di 1,5/1,6 milioni di elettori”. E c’è anche l’aspetto, non secondario, delle liste: saranno corte, lunghe, bloccate o si reintrodurranno le preferenze, come chiede il M5s? Insomma, i nodi da sciogliere ci sono e in ogni caso il percorso della riforma elettorale sarà inevitabilmente condizionato dall’esito delle imminenti elezioni regionali e del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Due appuntamenti con le urne che potrebbero modificare gli equilibri interni alla maggioranza giallorossa.

https://www.lanotiziagiornale.it/primo-ok-al-proporzionale-ce-il-testo-base-della-legge-elettorale-regge-il-patto-tra-il-pd-e-i-cinque-stelle/

E’ il momento di reinventare l’Italia. Conte: “Il lockdown ha rappresentato una prova ardua e difficile. Ora possiamo dedicarci alla ripartenza del Paese”.

 GIUSEPPE CONTE

“Serve coraggio, questo è il momento di reinventare l’Italia, per affrontare le sfide che ci attendono”. E’ quanto ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo alla presentazione del rapporto annuale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. “Senza dubbio – ha aggiunto -, il lockdown ha rappresentato una prova particolarmente ardua, difficile anche dal punto di vista psicologico per tutti i cittadini, per l’intero settore della produzione e del commercio, per la pubblica amministrazione. Oggi però, pur continuando ovviamente a vigilare e a mantenere alta la guardia, grazie al sistema di monitoraggio nazionale e alle regole precauzionali di distanziamento, possiamo con fiducia attendere all’opera di ricostruzione e di rilancio del Paese”.

“Il lavoro straordinario – svolto presso porti, aeroporti e valichi terrestri – ha permesso a questo Paese – ha detto ancora il presidente del Consiglio – di fronteggiare in maniera più efficace l’epidemia. Siamo rimasti sorpresi da questa pandemia, ci siamo scoperti vulnerabilissimi senza adeguate attrezzature, dispositivi di protezione individuale. E voi avete lavorato perché fossero tempestivamente resi disponibili alle nostre strutture sanitarie, ai nostri cittadini. Questo sforzo ha garantito a tutti gli italiani, alle strutture ospedaliere, alla Protezione Civile, alle Forze dell’Ordine e alle imprese di disporre degli strumenti necessari per affrontare l’emergenza epidemiologica”.

“Anche in questa fase di ripartenza – ha sottolineato il premier – l’Agenzia può ricoprire un ruolo fondamentale favorendo la crescita, elementi qualificanti su cui investire per ridurre il divario di crescita le dogane rappresentano una porta primaria per l’accesso al paese. E’ necessario coraggio, questo è il momento di reinventare l’Italia, approfittare di questa occasione per renderlo più inclusivo”.

“Il presidio del commercio internazionale – ha detto ancora il premier – è decisivo per prevenire gli illeciti, come il contrabbando e la contraffazione. L’attuale contesto geopolitico implica, da parte dell’Agenzia delle Dogane, una maggiore attenzione per gli effetti distorsivi che possono generare dazi, e regimi nazionali fiscali differenti anche all’interno dell’Ue. Dobbiamo fare sistema, e l’Agenzia è parte integrante dell’Italia come presidio della sicurezza nazionale”.

“Nei mesi a venire – ha detto il presidente del consiglio -, il nostro Paese è chiamato ad affrontare sfide complesse, ma appunto abbiamo questa opportunità senza precedenti, abbiamo questo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, vedo qui la Presidente del Senato – dobbiamo avviare un dialogo con il Parlamento – ieri lo abbiamo anticipato, troveremo le modalità più efficaci per rendere questo piano un Piano Nazionale condiviso innanzitutto da tutte le forze politiche e anche di opposizione coinvolgente anche tutte le forze economico, sociali, culturali del Paese”.

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Lotta al contante e cashback, escluse dal rimborso solo le spese online. - Marco Mobili e Laura Serafini

 Quanto costano i POS per i negozi: lo studio di SosTariffe.it »  SosTariffe.it

Esteso a tutti i pagamenti il “premio” per le transazioni elettroniche, a eccezione di quelle effettuate in Rete.

Una procedura semplice e il più capillare possibile per modificare i comportamenti dei cittadini e ridurre progressivamente l’uso del contante. Per centrare l’obiettivo il Governo cambia in corsa le regole del cashback e punta ad estendere a tutte le spese effettuate con moneta elettronica o altre forme di pagamento tracciato il meccanismo premiale che entrerà in vigore dal prossimo 1° dicembre . Le sole spese escluse saranno quelle effettuate online, dove l’uso della moneta elettronica è il solo metodo di pagamento.

Il cambio di rotta del governo.

L’estensione a tutte le spese e le prestazioni di servizio è un cambio di rotta rispetto alle ipotesi iniziali del Governo, secondo cui la restituzione di una quota delle spese effettuate nell’anno avrebbe dovuto riguardare solo determinate tipologie di transazioni ritenute a più alto rischio di evasione. Sulla falsa riga di quanto già fatto in Portogallo inizialmente si era parlato di applicare meccanismi di cashback sulle spese per barbieri, parrucchieri o per la cura della persona, ricambi auto, ristoratori e albergatori. Tutti settori, però, dove ora la perdita di fatturato da Covid-19 e da lockdown è andata in molti casi ben oltre i due terzi.          

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha rilanciato il Piano cashless per l’Italia al suo arrivo a Beirut ricordando il confronto operativo «molto positivo» avuto lunedì con gli operatori dei servizi di pagamento elettronico . «Anche loro - ha sottolineato Conte - si rendono tutti conto dell’importanza per il Paese perché questo significherà, evidentemente incentivare tutti ai pagamenti digitali, significherà non solo beneficiare e rendere più efficiente il sistema dei pagamenti, più spedito trasparente e tracciabile: in prospettiva significa anche porre le basi per recuperare un’economia sommersa, per disincentivare i pagamenti in nero»

L’incognita della riduzione del contante.

Su quanto sarà possibile ridurre l’uso del contante con un meccanismo che premia chi utilizza pagamenti digitali è difficile stabilirlo. Come aveva ricordato la Banca D’Italia nel corso delle audizioni sull’ultima legge di bilancio, il cliente è sensibile a incentivi monetari simili a quelli prefigurati dal Governo (premi, sconti, punti) e per questo ci si potrebbe attendere, «come effetto congiunto dei provvedimenti di incentivo previsti dal Governo, un aumento delle transazioni elettroniche dell’ordine del 10 per cento».

L’obiettivo resta, dunque, quello di far decollare il cashback dal prossimo 1° dicembre prevedendo, se saranno confermate le anticipazioni arrivate dagli operatori di settore, un premio del 10% per più spese fino a 3.000 euro (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

https://www.ilsole24ore.com/art/lotta-contante-e-cashback-escluse-rimborso-solo-spese-online-ADtL72n

Omicidio Willy, i magistrati valutano l’accusa di omicidio volontario per gli arrestati. I testimoni: “A terra con le convulsioni”. - Vincenzo Bisbiglia

 Omicidio Willy, i magistrati valutano l’accusa di omicidio volontario per gli arrestati. I testimoni: “A terra con le convulsioni”

Belleggia, i fratelli Bianchi e Pincarelli

Serviranno 60 giorni prima che gli esami istologici possano confermare le cause del decesso, al quale ha contribuito la frattura delle ossa dello sterno. "Ci sono lesioni importanti di natura traumatica", spiegano fonti inquirenti a Ilfattoquotidiano.it.

“Dopo il calcio Willy era a terra rantolante”. “Aveva degli spasmi, tipo convulsioni”. “Perdeva sangue dalla bocca, era inerme”. Le testimonianze ci sono tutte e vanno oltre quelle contenute nell’ordinanza di convalida degli arresti per i fatti avvenuti la notte fra il 5 e il 6 settembre a Colleferro, in provincia di Roma. Ma serviranno 60 giorni prima che gli esami istologici possano confermare i sospetti fondati dei magistrati di Velletri, che stanno valutando se indagare i presunti assassini di Willy Monteiro Duarte per un omicidio “volontario” e non più “preterintenzionale”.

A rafforzare questo sospetto, il racconto dei presenti, che hanno descritto i colpi sferrati da uno dei fratelli Bianchi, Marco e Gabriele (a quanto pare, non entrambi) come una mossa di arti marziali. Disciplina di cui i “gemelli” – come vengono definiti per la loro somiglianza fisica – sono entrambi esperti.

Il pm Luigi Paoletti non ha alcuna fretta. I Bianchi e Mario Pincarelli sono in carcere e ci resteranno almeno fino ad una eventuale udienza al tribunale del Riesame, che tuttavia non è stata ancora richiesta. Nei prossimi giorni, il magistrato sentirà i testimoni portati dalla difesa, che hanno già registrato la loro deposizione di fronte agli avvocati Massimiliano e Mario Pica. Poi attenderà gli esami istologici e i “ragionamenti” messi nero su bianco da Saverio Potenza, il medico legale di Tor Vergata perito della procura.

“Ci sono lesioni importanti di natura traumatica, va approfondito, ma abbiamo un quadro chiaro di quale sia stata la causa della morte”, spiegano fonti inquirenti a Ilfattoquotidiano.it. Un decesso al quale ha contribuito la frattura delle ossa dello sterno. In base alle testimonianze, possono essere due gli eventi che lo hanno provocato: un calcio forte, diretto e mirato al busto – dunque frutto di un colpo di arti marziali – oppure l’accanimento sul corpo del ragazzo a terra, che viene invece attribuito a Pincarelli e (ma questo va verificato) forse anche a qualcun altro del “branco” fra le persone non arrestate.

E proprio il “gruppo di Artena” è sotto i riflettori degli inquirenti in queste ore. In particolare Michele Cerquozzi, al momento non iscritto nel registro degli indagati, nominato dai fratelli Bianchi come colui che li avrebbe chiamati in soccorso di Pincarelli e Francesco Belleggia. Sui social network Cerquozzi mostra una forte vicinanza alla famiglia Bianchi e sembra essere molto amico anche di Alessandro, il terzo fratello, ristoratore, alla cui compagna apparteneva l’Audi QZ presa da Marco e Gabriele per intervenire nella disputa di piazza Santa Caterina. Cosa ha detto Cerquozzi di così “allarmante” da far precipitare i Bianchi sul posto e da dare il là al pestaggio “alla cieca”? Soprattutto, Cerquozzi ha partecipato alla rissa? E con lui l’altro passeggero dell’Audi, Omar Shabani, di cui si sa poco? Fatto sta che alcuni testimoni affermano che “quattro o cinque ragazzi si sono accaniti su Willy”. Determinante potrebbe essere la testimonianza di Matteo Bucci, un ottavo arteniese intervenuto, secondo tutti, per fare da paciere e placare la furia dei fratelli Bianchi.

Come detto, si sta muovendo anche la difesa dei ragazzi in carcere. L’avvocato Mario Pica ha denunciato “un accanimento mai visto da parte dei media” e la “presenza di parecchi mitomani che stanno parlando a vanvera in televisione”. La difesa dei Bianchi conferma che non sono stati avviati esami tossicologici sui ragazzi in carcere: “I due sono astemi e non fanno uso di droghe”, ha spiegato ancora Pica. Diverso il discorso per Pincarelli, il cui padre ieri all’AdnKronos ha detto che “quando esce beve e non capisce più niente”: dai suoi apprezzamenti a una ragazza è scaturito il tragico sabato sera di Colleferro. È stato lui, secondo la testimonianza di Belleggia, ad aver “colpito a terra Willy”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/09/11/omicidio-willy-i-magistrati-valutano-laccusa-di-omicidio-volontario-per-gli-arrestati-i-testimoni-a-terra-con-le-convulsioni/5928234/

Delitto Willy omicidio volontario? Importanti le abitudini degli indiziati.

 Il dolore per la morte di Willy

Gentile Fatto, non sono un giurista. Sono un cittadino come tanti. E tuttavia io penso che se più persone picchiano in modo brutale un ragazzo, con calci e pugni, in faccia, in testa e in altre parti del corpo, ripetutamente anche col ragazzo ormai a terra, fino a provocargli la morte quasi immediata, il reato di cui gli assassini dovrebbero essere accusati è “omicidio volontario” e non “omicidio preterintenzionale” (non volevamo ucciderlo). Come semplice cittadino attendo il processo. Povero ragazzo e povera famiglia. Tutta la mia solidarietà. Cordiali saluti.

Prof. Luigi Roselli

Gentile professore, è verosimile che la questione da lei sollevata se la porranno, sviluppando l’indagine, anche i magistrati competenti. Come sempre, si tratta di applicare le norme generali sull’omicidio adattandole al caso specifico, cioè alla ricostruzione del fatto materiale commesso. Stando alle brutali modalità con le quali è stata provocata la morte del giovane Willy Monteiro Duarte (che lei ha ben riassunto in base alle cronache), sarebbe assurda ogni ipotesi di semplice imprudenza, negligenza o imperizia e quindi di omicidio colposo. L’alternativa principale è fra omicidio preterintenzionale (quando si colpisce a morte qualcuno che però non si voleva uccidere) e omicidio volontario o doloso , che si ha quando si colpisce per uccidere. C’è però un’altra possibilità, quella dell’omicidio volontario con dolo cosiddetto eventuale o indiretto. Nella graduazione dell’intensità del dolo in relazione alla rappresentazione volitivo-conoscitiva del soggetto, dottrina e giurisprudenza hanno individuato la fattispecie della “accettazione del rischio”. Vale a dire che quando si accerta che il soggetto si è rappresentato seriamente la possibilità che si verifichi l’evento morte e tuttavia ha deciso di agire lo stesso, accettando tale rischio, l’omicidio può ritenersi doloso e quindi volontario, ma con dolo – appunto – eventuale. Un peso nelle valutazioni dei magistrati potrà indubbiamente avere anche la circostanza che due degli indiziati sono esperti praticanti di una disciplina “sportiva” etichettata come MMA: un mix di calci , pugni , colpi di karate e arti marziali assortite, che poco si confà con il ruolo di pacieri che i due si sono ritagliati nel primo interrogatorio. Sta di fatto che l’immenso sdegno e il ribrezzo suscitati dalla vicenda sono sacrosanti. E tuttavia persino nel tremendo e orribile caso cui si riferisce la lettera, è giocoforza ricordare – tecnicamente – la presunzione di non colpevolezza.

Gian Carlo Caselli

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/11/delitto-willy-omicidio-volontario-importanti-le-abitudini-degli-indiziati/5927880/

La Sinistra per Salvini. - Marco Travaglio

Cos'è di destra? Cos'è di sinistra?

Dopo il “va’ a cagare” di Roberto Saviano a Nicola Zingaretti perché il Pd (con 188 voti a 13) osa tenere posizione del Pci-Pds-Ulivo-Ds-Pd degli ultimi 40 anni sul taglio dei parlamentari, si sono ufficialmente aperte le iscrizioni al nuovo partito “Sinistra per Salvini a sua insaputa” (di Salvini, ma anche della Sinistra medesima). Il tesseramento sarà però riservato ai soli meritevoli, previa rigorosa selezione dei requisiti, di cui anticipiamo qui un breve manuale-decalogo di istruzioni.

1. Al solo sentir nominare Giuseppe Conte, assumere un’espressione infastidita, malmostosa e sarcastica da “Che ci tocca vedere e come siamo caduti in basso, signora mia!”. Praticamente la stessa di Salvini, Maglie e Capezzone.

2. Sul referendum per il taglio dei parlamentari, annunciare un No a prescindere e poi restare sul vago: il problema è un altro, ci serve ben altro, c’è modo e modo, risparmiare è una vergogna (e poi si risparmia poco), con tutto quel che succede nel mondo, quel taglio non aiuta i poveri e i disoccupati e i malati di Sla, insomma non se ne può più. Alla mala parata, buttare lì parole come “populismo”, “antipolitica”, “antiparlamentarismo” e “rappresentanza”, che si portano su tutto. Omaggiare i Padri costituenti del 1948, sperando che nessuno si ricordi che i 945 parlamentari li decise la Dc nel ’63 per moltiplicare le poltrone. E, alle obiezioni di Carlassare, Zagrebelsky, Onida, De Siervo, Zaccaria e altre scartine, opporre i solidi argomenti dell’ultimo giureconsulto reclutato da Repubblica: Billy Costacurta.

3. Rimuovere dai propri scaffali libracci come La Casta di Stella e Rizzo (2007), non sia mai che si notino sullo sfondo nelle dirette tivù. Se interrogati sul punto, negare di averli mai letti e, tanto meno, condivisi. Il silenzio sul referendum dei due autori aiuterà prima o poi a credere che non siano mai stati neppure scritti.

4. Ricordare che Grillo, con i suoi Vaffa contro i condannati in Parlamento, è volgare e violento, mentre Saviano, col suo “va’ a cagare” all’incensurato Zingaretti, è elegante e delicato.

5. Ripetere che i 5Stelle sono di destra come la Lega, Di Maio è uguale a Salvini e il Pd, alleandosi col M5S, è diventato di destra: invece prima, con l’Innominabile, il Jobs Act, la Buona scuola, i tagli alla sanità, le leggi pro-evasori, l’Italicum, il Rosatellum e la Costituzione Boschi- Verdini, era terzinternazionalista. In caso di obiezioni, citare i dl Sicurezza (senza dire che Salvini li ha copiati dai compagni socialisti spagnoli) ed evitare di menzionare Reddito di cittadinanza, dl Dignità, Anticorruzione, blocca-prescrizione, manette agli evasori, rimborsi ai truffati dalle banche, bonus ai bisognosi, cacciata dei Benetton.

Sennò poi la gente pensa che abbiano fatto più cose di sinistra i 5Stelle in 2 anni che la sinistra in 40.

6. Leggere e memorizzare gli editoriali di Molinari, di Giannini, di Damilano, di De Angelis, di Folli, di Franco, di Cassese, dei due Merlo e di due Feltri su tre. Poi, se restano dubbi, usare come bussole Orfini, Zanda, Casini e Violante e Finocchiaro, che portano sempre buono.

7. Nei momenti di perplessità, ripetere alcuni mantra auto-rassicuranti perché auto-avveranti: “Le scuole non riapriranno mai più perché la Azzolina è un’incapace”, “Il Recovery Plan non verrà mai presentato e perderemo tutti e 209 i miliardi del Recovery Fund perché Conte è un cialtrone”, “I boss non li scarcerano i giudici di sorveglianza, ma quel mafioso di Bonafede che ha fatto la vera trattativa Stato-mafia: l’ha detto quel programma dove urlano tutti”, “La Lamorgese è peggio di Salvini”, “Il Pd deve tornare a sinistra con Gori o Bonaccini, così magari rientrano pure i renziani e Calenda, e Bonomi si iscrive”, “I 5 Stelle sono morti”, “Salvini, comunque la si pensi, è un grande politico”, “Di Maio faceva il bibitaro”, “De Benedetti è di sinistra”, “Con Forza Italia si deve dialogare perché è piena di competenti”, “La classe dirigente della Lega al Nord è piena di amministratori validi”, “Il governo ha gestito benino il lockdown, ma era facile”, “I Dpcm sono eversivi”, “Ci hanno nascosto i piani pandemici”, “Le discoteche le ha riaperte il governo”, “Basta bonus a pioggia”, “Vietare i licenziamenti è incostituzionale e danneggia la ripresa”, “Aspettiamoci i forconi, le sommosse, le rivolte sociali e i moti di piazza a settembre, massimo a ottobre”, “Conte cade la sera del 21 settembre, anzi domani”.

8. Nel tempo libero, come hobby, elogiare Draghi e la Cartabia, senza dimenticare Amato, Cassese, Cottarelli e Bertolaso, come “riserve della Repubblica”, pronunciandone i nomi con aria estasiata, occhi trasognati, mani giunte e un filo di bavetta alla bocca. Così la gente penserà che, se cade Conte, tutti si precipiteranno in massa a votare le riserve della Repubblica anziché i titolari Salvini, Meloni&C.

9. Non domandarsi mai come si fa a combattere le destre avendo gli stessi nemici, cioè sparando sullo stesso premier e lo stesso governo su cui sparano anche Salvini e la Meloni: potrebbe affacciarsi qualche dubbio sul concetto di combattere Salvini e la Meloni.

10. Non domandarsi come mai, se questo governo è nemico della sinistra, lo è pure di Confindustria e dei gruppi Fiat-Fca, Berlusconi, De Benedetti, Caltagirone, Riffeser, Angelucci, Romeo e dei loro house organ: potrebbe sopraggiungere qualche dubbio sul concetto di sinistra. E pure di destra.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/11/la-sinistra-per-salvini/5927848/

giovedì 10 settembre 2020

La fogna web: non aprite quei tombini. - Antonio Padellaro

 Tombini come arieti per la spaccata, il video - Il Populista

L’altra sera nel suo tg, Enrico Mentana, dopo aver mandato il video di quel Di Folco che vomita insulti contro il povero Willy, si chiedeva come sia possibile che roba del genere continui a circolare sul web senza che nessuno intervenga. Qualche giorno prima, anche Carlo Verdone ha detto qualcosa che andava detto, a proposito dell’esasperazione del politically correct che – soprattutto nel mondo dell’arte – “è una patologia fortemente limitante della libertà d’espressione”.

Il rapporto tra le due affermazioni mi sembra chiaro. Per cui se Verdone mostra nel suo ultimo film il fondoschiena di sua figlia con gli slip, ecco i soliti critici occhiuti saltare su col ditino alzato. Una forma di censura, ci avverte, che in qualche modo può “incatenare” registi e sceneggiatori inducendoli all’autocensura (“avremo meno battute, non si potrà dire nulla, faremo meno ridere”). Mentre quell’altra feccia umana che si firma Gabriele Bianchi può tranquillamente congratularsi in Rete con gli assassini di Colleferro, tra gli applausi della fogna (“come godo che avete tolto di mezzo quello scimpanzé, siete degli eroi”). Una differenza di trattamento abbastanza evidente. Poiché i sacerdoti del politicamente corretto, esercitano una forma d’ipocrisia distruttiva, ricattatrice e dunque antieconomica e fuori mercato. Come del resto accade a ogni genere di spettacolo che giunga al pubblico stravolto, mutilato, castrato nella sua creatività.

Mentre i Di Folco & compari agiscono nel libero mercato globale dell’orrore, dove a prevalere è sempre la merce più infame e disgustosa. Tanto che spesso sembrano obbedire, come in certe pellicole porno, a copioni predefiniti dove l’accanimento razziale e l’oltraggio di genere (donne, gay) si accompagna al tipico insulto politico: “Buonisti di merda”. Più questi snuff movie appariranno osceni e disumani, e più clic faranno. E (non giriamoci intorno) più contatti generano mercato in Rete, e dunque più pubblicità, e dunque più quattrini (e grossi titoli-spot sui giornali).

È un particolare genere d’intrattenimento difficile da sanzionare. Uno, perché coperto quasi sempre dall’anonimato. Due, perché il sorcio che finisce in trappola provvede subito a piagnucolare sincero pentimento (o la superpanzana di qualcuno che gli ha smerdato lo smartphone a sua insaputa). Con un buon avvocato rischia al massimo una multa. Perciò (e con Mentana sfondo una porta aperta), la sola, efficace difesa contro i miasmi della cloaca web e degli odiatori di mestiere sono dei robusti tombini che non andrebbero mai sollevati. Mentre, caro Verdone, l’unico rimedio contro i bigotti della correttezza è farli incazzare ancora di più, con le tue strepitose e scorrettissime battute.

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