venerdì 31 marzo 2023

VIVA I REATI NEGLI APPALTI! - Viviana Vivarelli.

 

Salvini, nuovo Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ha lanciato il nuovo CODICE DEGLI APPALTI.

Se le misure prese in vari campi da questo Governo hanno scontentato la plebe gratificando comunque qualche lobbye di privilegiati, si deve riconoscere che qui il neo Ministro è riuscito a scontentare tutti: lavoratori, padroni, sindacati e frattaglie.
Avanti i lavori illimitatamente e liberatutti! Tutto all'insegna del PRESTO E BENE. Avete mai visto qualcosa che nella pubblica amministrazione vada presto e bene? La parola d'ordine in Italia nella PA è sempre stata: col massimo della lentezza, col massimo del costo finale, col minimo del risultato totale e con la corruzione dall'A alla Z.
Insomma 200 miliardi in balia del peggio!
Come se in 75 anni di Repubblica questo peggio non l'avessimo mai visto, tra appalti truccati, subappalti in anarchia, nepotismi, spartizioni tra compagni di merenda, aste e concorsi di cui si sa prima il vincitore, assegnazioni ad personam, controlli mancanti, precariato a go go, mafia ovunque, salari fasulli, costi gonfiati e chi più ne ha più ne metta.
Si deve dire che Salvini è riuscito ad affrancare anche i pochi angolini rimasti di legittimità nei lavori pubblici.
Se l’irresponsabilità e la corruzione l'hanno sempre fatta da padrone, ora sarà anche peggio!
"Nessun bando, nessuna competizione, nessuno trasparenza nel 98% dei futuri contratti pubblici per forniture, servizi, lavori pubblici... una sorta di “emergenza permanente”, una notte in cui tutte le vacche sono nere. Ma di questo Salvini se ne bea.
Sotto una soglia tra i 150 e i 500mila euro il funzionario pubblico potrà dare i lavori "a chi gli pare". Fino a due anni fa quella soglia era di 40mila euro, tanto che le commissioni più grosse venivano parcellizzate per passare con le assegnazioni ad minchiam. Ma ora: allegria! E' arrivato il citofonista col mojito che dà il liberi tutti!
"Il nuovo codice introduce procedure negoziate senza bando e senza concorrenza – saranno consultate discrezionalmente 5 o 10 imprese – per tutti gli appalti fino a 5,3 milioni di euro; autorizza senza più vincoli il subappalto a cascata (la mafia esulta), estende l’appalto integrato, in cui l’impresa progetta ed esegue l’opera, mentre l’ente pubblico in concreto ostaggio dei privati si limita a staccare l’assegno; reintroduce la revisione prezzi".
In pratica getta in una giugla di illiceità i più elementari principi di concorrenza, trasparenza, efficienza, danneggiando le impre stesse.
Nel 2001 Prodi fu molto criticato per la famigerata 'legge obiettivo' che, per sveltire le pratiche, abolì i controlli, aprendo la strada alla peggior corruzione, mentre l'Italia si riempiva di cattedrali nel deserto, opere inutili, costosissime e rimaste incompiute.
Insomma ora i contratti saranno assegnati per citofono. Altro che la Meloni che dà un Ministero al cognato! E, ovviamente, a fare i lavori non saranno i migliori ma i più apparentati o quelli che pagano la mazzetta più alta al funzionario pubblico.
Va beh, direte, lo facevano anche prima! Sì, però, ora lo si potrà fare per legge!!

Viviana Vivarelli fb 31/3/2023

giovedì 30 marzo 2023

eFuel: cos’è, quanto costa e quali auto lo possono usare. -


Gli eFuel (o e-fuel) sono combustibili sintetici che stanno diventando sempre più importanti nel panorama mediatico italiano ed europeo.

Questi combustibili sostituiscono i combustibili fossili tradizionali, come il petrolio e il gas, e possono essere utilizzati nei veicoli esistenti senza la necessità di costose ristrutturazioni. In questo articolo esploreremo gli efuel e la loro importanza per il futuro dell’energia pulita.

Come si produce l’efuel?

La produzione di eFuel si basa sull’estrazione di idrogeno attraverso un processo di elettrolisi che scompone l’acqua in idrogeno e ossigeno. Successivamente, il CO2 viene estratto dall’aria e combinato con l’idrogeno tramite la sintesi di Fischer-Tropsch per produrre eFuel, una fonte di energia liquida che può sostituire completamente i combustibili fossili, come benzina e diesel.

L’elettricità utilizzata per la produzione di eFuel deriva da fonti rinnovabili, rendendo questa fonte di energia climaticamente neutra. Gli eFuel possono essere utilizzati in tutti i settori in cui vengono attualmente utilizzati i combustibili fossili e possono risolvere i problemi di stoccaggio e trasporto di energie rinnovabili. Grazie alla loro alta densità energetica, possono essere generati facilmente ed economicamente in tutto il mondo e trasportati ovunque siano necessari utilizzando le tecnologie esistenti.

Il processo di produzione utilizza energia elettrica?

Sì, ma l’elettricità è fornita da fonti rinnovabili, rendendo l’intero processo di produzione 100% rinnovabile. Le emissioni di combustibile fossile sono generate per la costruzione dell’impianto, come per tutte le altre soluzioni di energia rinnovabile.

Perché abbiamo bisogno di questi combustibili sintetici?

I combustibili fossili forniscono molta energia con una piccola quantità di carburante, ma producono anidride carbonica che danneggia l’ambiente. Le fonti alternative di energia, come l’elettricità o l’idrogeno, non possono offrire la stessa gamma e prestazioni necessarie per alcune applicazioni, come il trasporto marittimo a lunga percorrenza, il volo commerciale e l’agricoltura. Gli efuel, invece, possono fornire la stessa quantità di energia dei combustibili fossili e possono essere utilizzati nei veicoli esistenti.

Su quali veicoli può essere utilizzato l’e-fuel?

Il carburante sintetico può essere utilizzato da qualsiasi veicolo che funziona attualmente con un classico carburante fossile (benzina, diesel), senza bisogno di alcuna modifica.

Qual è la differenza tra un efuel e la benzina standard?

Gli efuel soddisfano a gli stessi standard dei carburanti presenti nelle pompe di benzina europee. Offrono maggiore potenza e autonomia rispetto ai carburanti E5 o E10 e la stessa potenza e autonomia della benzina tradizionale senza etanolo. Si mescolano, inoltre, senza problemi con qualsiasi carburante fossile rimasto nel serbatoio.

Quanto costa 1 litro di efuel?

Una volta che la produzione sarà scalata, il prezzo previsto per il carburante disponibile in commercio sarà in linea con i prezzi dei combustibili fossili.

https://www.mobilitasostenibile.it/efuel-cose-quanto-costa-e-quali-auto-lo-possono-usare/

Energia, quasi 200 progetti siciliani per impianti rinnovabili “bloccati” dallo Stato. - Vittorio Sangiorgi

 

Legambiente: la Sicilia è la terza regione per numero di procedure in attesa di valutazione in sede nazionale.

Una matassa ingarbugliata e indistricabile di procedure, pareri, autorizzazioni, procedimenti burocratici che blocca il tanto agognato efficientamento energetico e lo sviluppo di fonti alternative. Fotovoltaico, eolico, geotermico, idroelettrico e da bioenergie, in Italia sono numerosissimi gli impianti “fermi ai box” in attesa che le Regioni o la Stato diano il via libera. È questo il quadro a tinte fosche che emerge dal rapporto “Scacco matto alle rinnovabili” redatto da Legambiente e pubblicato nei giorni scorsi. Ne emergono diversi dati che fotografano alla perfezione la situazione. I progetti ancora in lista d’attesa e in fase di valutazione sono ben 1.364, il 76% dei quali si trova tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Ovvero quell’area della nazione che, per caratteristiche naturali e posizionamento geografico potrebbe dare maggior impulso allo sviluppo di energia da fonti rinnovabili.

Il 2022, dal punto di vista delle autorizzazioni, è stato un vero e proprio annus horribilis. Le Regioni, a cui è in capo la maggior parte delle procedure, hanno dato il loro assenso soltanto all’1% dei progetti per impianti fotovoltaici (in netto calo rispetto agli anni precedenti, nel 2019 il dato era del 41%). Ancor peggio è stato fatto per l’eolico off-shore che – sempre negli scorsi 12 mesi – è rimasto fermo al palo con un emblematico 0%.

Ne consegue una forte contrazione del contributo delle rinnovabili al fabbisogno nazionale, pari al 32% nel 2022. A pesare, lo abbiamo accennato, sono i lunghi iter autorizzativi e le lungaggini burocratiche dovute all’intervento di Regioni e Soprintendenze ai Beni culturali. Un contesto ben riassunto dal “mostruoso” apparato legislativo che regola tali procedure: sotto la lente d’ingrandimento di Legambiente almeno quattro normative nazionali e 13 leggi regionali che mettono i bastoni tra le ruote allo sviluppo delle rinnovabili. Una situazione paradossale considerando la costante crescita, tanto dei progetti quanto delle richieste di connessione alla rete elettrica nazionale gestita da Terna, richieste che ad oggi sono ben 4.401.

Una “potenza di fuoco” che genererebbe 303 GW di energia, praticamente il triplo del target al 2030, pari ad 85 GW, in base agli obiettivi fissati dal Repower EU nella tabella di marcia verso la decarbonizzazione. Anche in questo caso a guidare la classifica delle richieste sono le regioni meridionali. Capolista è la Puglia, con un potenziale poco superiore agli 80 GW, seguono Sicilia (73,05), Sardegna (54) e Basilicata (16). E non è dunque casuale che proprio per la Puglia, come sottolinea Legambiente, è dovuto intervenire il Consiglio dei ministri per sbloccare 15 progetti (630 MW di potenza complessiva).

Per capire quanto positivamente inciderebbe questa “energia sospesa” aggiungiamo che, con i ritmi garantiti dall’attuale parco rinnovabili nostrano, l’obiettivo europeo sarebbe raggiunto tra vent’anni. Spulciando le risultanze del rapporto, lo si accennava precedentemente, sono 1.364 i progetti in attesa di Via/Vas* statale. Anche in questo caso è la Puglia ad ottenere il poco invidiabile primato con 462 procedure sospese, seguita da Basilicata (201), Sicilia (194) e Sardegna (177). A fornire un quadro più completo della situazione, specie se incrociati con quelli fin qui esposti, sono i dati relativi alla percentuale di autorizzazioni concessi dalle Regioni, per impianti fotovoltaici ed eolici, nel 2022 e nel periodo 2019-2022. Se per quanto riguarda la Sicilia, in merito ai via libera concessi per impianti fotovoltaici, si registra un sostanziale equilibrio rispetto al numero delle domande, altrettanto non si può dire per la Puglia.

L’Isola, infatti, si piazza al primo posto nel 2022 (31%) e al secondo posto nel quadriennio (27%), mentre il “tacco d’Italia” è relegato in fondo ad entrambe le classifiche nonostante sia – lo abbiamo detto – la regione con il maggior numero di richieste. Va un po’ meglio per ciò che concerne l’eolico on shore, dove la stessa Puglia ottiene due secondi posti (26% e 25%). In questa “categoria” la nostra regione è terza nella graduatoria del 2022 (19%) e prima in quella 2019-2022 (40%). A distinguersi positivamente, proprio nel rapporto tra richieste ed autorizzazioni concesse, sono Lazio e Campania che vantano buone percentuali, rispettivamente, su fotovoltaico ed eolico.

Non si dimentichi, tuttavia, che il quadro generale in Italia non è positivo e che – quindi – anche i dati regionali più “lusinghieri” non devono far gioire. Per concludere si devono e si possono evidenziare gli esempi virtuosi che esistono, incoraggiando e migliorando alle stesso tempo le loro prestazioni con il fine ultimo di raggiungere standard adeguati in tutto il Paese. Facile a dirsi un po’ meno a farsi, visto che sarebbe necessario un serio e risolutivo intervento legislativo. Delle indicazioni, da questo punto di vista, giungono proprio dal rapporto di Legambiente.

L’associazione ambientalista anzitutto evidenzia che, nonostante i Decreti semplificazioni e Pnrr dei governi Draghi e Meloni abbiano permesso dei passi in avanti, c’è ancora tanta strada da fare. Semplificazione ed armonizzazione, queste le parole d’ordine da seguire.

Risulta, quindi, indispensabile un lavoro congiunto tra i ministeri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, delle Imprese e del Made in Italy e della Cultura “con l’obiettivo di pubblicare un Testo unico che semplifichi gli iter di autorizzazione degli impianti, definisca in modo univoco ruoli e competenze dei vari organi dello Stato, dia tempi certi alle procedure. Un testo che dovrà essere in grado di rispondere al nuovo scenario energetico che dovrà evolvere verso la configurazione di nuovi paesaggi energetici risultato dell’inserimento armonioso nel paesaggio degli impianti e delle opere connesse necessarie”. Una simile “rivoluzione” sarebbe il primo tassello di un sistema energetico integrato, basato tanto sulle fonti rinnovabili che sulle altre tecnologie pulite. In questo modo l’Italia, oltre a raggiungere quella indipendenza e quella sovranità energetica la cui assenza oggi sta costando carissima, potrebbe diventare anche una fonte di approvvigionamento per il resto d’Europa.

E altri 200 progetti si trovano negli uffici della Regione siciliana

Questa la situazione sul piano nazionale ma altrettanto interessante è quella specifica della Sicilia. Le attuali normative, infatti, lasciano alle singole Regioni o addirittura ai Comuni tutta la procedura di autorizzazione per progetti di “piccola taglia”. Nel dettaglio per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici in area agricola la soglia regionale è quella compresa tra 1 e 10 MWche sale a 20 MW in area industriale. Per quanto riguarda, invece, l’installazione di pannelli in area idonea (ovvero laddove esistono già impianti simili e non sono necessari interventi di modifica sostanziale) i Comuni si occupano di progetti fino a 10 Mw e le Regioni di quelli fino a 20 Mw. Leggermente diversi i numeri per gli impianti eolici: tra 1 e 30 Mw la competenza è regionale, oltre questa soglia statale.

Ma qual è la situazione attuale nella nostra Regione? Abbiamo detto che, tanto nel 2022 quanto nel quadriennio di riferimento qualcosa si è fatto: segno di un impegno significativo a dispetto dei numerosi ostacoli. I numeri che si possono ricavare dal portale regionale valutazioni ambientali sono comunque significativi. Per quanto concerne il fotovoltaico le procedure concluse sono 173, mentre quella ancora in itinere (tra istruttoria dipartimentale, trasmissione alla Cts e Paur) ammontano a 167. Sono, invece, 33 le procedure concluse per gli impianti eolici e 42 quelli ancora in sospeso.

È evidente, quindi, l’urgenza di un’accelerazione burocratica tanto a livello statale quanto a livello locale. Sono infatti tante le storie siciliane di rinnovabili bloccate, alcune delle quali (più emblematiche) figurano nel già citato rapporto di Legambiente. Come ad esempio i parchi eolici offshore al largo delle Isole Egadi, fermati dalla risoluzione votata (nel febbraio 2022) dalla commissione Cultura dell’Ars o la centrale fotovoltaica da 228,7 milioni e con una potenza solare di 384 Mw bocciata dalla Sovrintendenza dei Beni culturali di Enna. A giustificare questi dinieghi ragioni di “tutela culturale” che, ad un’analisi approfondita, appaiono quantomeno pretestuose. Preservare il patrimonio culturale è certamente importante, ma non può in alcun modo diventare una scusa né tantomeno un ostacolo alla necessaria transizione energetica.

Valutazione Ambientale Strategica (VAS), Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e Valutazione di Incidenza (VI).

https://qds.it/energia-quasi-200-progetti-siciliani-per-impianti-rinnovabili-bloccati-dallo-stato/

martedì 28 marzo 2023

Energie Rinnovabili, cambia tutto entro il 2040: cosa succederà. Claudia Anania

 

Entro il 2040 dovrebbe cambiare ogni cosa sul fronte delle energie rinnovabili, ecco cosa accadrà in particolare.

Non si fermano i pronostici sul futuro dell’energia e soprattutto sul ruolo delle rinnovabili da qui a qualche anno. Una situazione necessaria, dal momento che non solo le attuali fonti si presentano come inquinanti ma anche particolarmente dispendiose – un dato reso più che mai evidente dalla crisi energetica seguita alla guerra in Ucraina.

Proprio per questo è stato necessario iniziare ad accelerare un po’ i tempi e cercare di capire entro quanto avverrà effettivamente il cambiamento e saremo in grado di utilizzare fonti pulite e rinnovabili per arginare sia il problema inquinamento che quella dell’aumento dei prezzi.

Secondo gli esperti ad oggi si pensa che potrebbe cambiare tutto entro il 2040, ma cosa succederà in concreto?

Energie rinnovabili, cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi anni

Come anticipato, sono diversi i fattori che hanno portato ad uno studio ancora più approfondito sulle energie rinnovabili in modo tale da poterli sostituire a quelle oggi utilizzate il prima possibile. L’aumento dei prezzi, il tema dell’inquinamento ma anche la consapevolezza che le energie non rinnovabili si esauriranno presto hanno portato ad un maggior impiego di risorse per cercare di rendere disponibili le fonti rinnovabili prima di quanto avevamo previsto.

Proprio grazie a questa spinta ad oggi si parla della possibilità di ottenere circa il 25% dell’energia mondiale dalle rinnovabili entro il 2035questa soglia salirà al 40% entro il 2040. Tra i maggiori paesi che si sono impegnati a raggiungere questo obiettivo troviamo anche in Italia, che ormai da tempo ha parlato della volontà di riuscire a sostentare la richiesta di energia esclusivamente con fonti rinnovabili entro il 2030.

Energie rinnovabili, quali sono quelle su cui faremo affidamento

Negli ultimi anni si è spesso parlato dei famosi impianti fotovoltaici, che oggi si possono installare perfino sui balconi per riuscire a produrre una parte dell’energia richiesta in casa ogni giorno. Bisogna però tener presente che non si tratta dell’unica soluzione valida che possiamo utilizzare anche nell’ottica di ridurre il problema dell’inquinamento ambientale.

In particolare si potrà fare affidamento (e in parte già accade) sull‘energia eolica – ovvero quella prodotta a partire dal vento – idroelettrica, ad oggi considerata la più efficiente, e infine quella geotermica, prodotta a partire dal nucleo della Terra.

Si parla inoltre anche di bioenergia (prodotta a partire dagli scarti di organismi biologici), mareomotricecinetica (sfruttando dunque il movimento umano) e l’energia delle centrali a idrogeno – in realtà oggi ibrida perché usa fonti sia rinnovabili che non rinnovabili, ma che in futuro produrrà idrogeno soltanto tramite energia solare.

https://www.newsecologia.it/2023/03/24/energie-rinnovabili-cambia-tutto-entro-il-2040-cosa-succedera/

lunedì 27 marzo 2023

IL CARISMA DELLA MELONI . - Gioacchino Musumeci

 

GIORGIA Meloni carismatica e capace, in Europa arriva lei e tutto tace. Credibile come un carnet di assegni scoperti, con uno scoppiettante carretto di debiti a tracolla va a Bruxelles sperando che il clamore passi inosservato. Quatta quatta chiede che l'Europa difenda i confini italiani ma torna spernacchIata e spettinata.
Dico la verità, un po' rimpiango le sue possessioni, come premier davanti ai suoi colleghi europei non se le può permettere, nel circo equestre parlamentare italiano si.
Lei che si professava meglio dell'avvocato con la pochette. Quello sfigato incapace, il vuoto pneumatico su cui i giornali all'epoca della trattativa per i fondi Recovery avevano anzitempo recitato il De Profundis. Giornalisti con in mano il rosario dei bugiardi trucidi paventavano la sconfitta di Conte che poi sarebbe stata quella dell'Italia, i patrioti...
Ma si sa, so ragazzi i depositari delle verità su carta igienica stampata. Capaci di tifare per la nazionale di calcio gonfiata dall'effetto Draghi inventato di sanissima pianta, e affossare chi invece, al contrario della sorcina con la fiamma, tornò a casa con gli accordi che hanno fatto bello prima Draghi magnus e poi il governo di cotiche e fagioli Meloniani sostenuti dei neosfascimma italiani e mmerricani..😁😁
Cioè diciamo le cose come stanno: l'autorevolezza di Giorgia in Europa è la stessa di un piccione con l'influenza aviaria...Ma sono i successi all'incontrario, le gesta allucinate dei più bravi "de ogni" che rendono il presidente Pentastellato gigantesco. Con tutti i difetti possibili reali e non, l'avvocato ha fatto cose che voi umani meloniani non potete immaginare. Comunque va detto, Meloni è un insuccesso su tutti i fronti e quasi quasi bellicosi dato che tra poco Roma dichiarerà guerra a Mosca se continuiamo così. Anche le pulci hanno la tosse? Ebbene si. Dalla legge di bilancio che assolve i ladri di Rdc, all'evasione “pe necessità” la Meloni è la regina indiscussa dei quaraquaquà.
A ridatece Conte ve prego...

Gioacchino Musumeci 

https://www.facebook.com/photo?fbid=906470307355910&set=a.104436357559313

sabato 25 marzo 2023

OMOSESSUALITÀ E NATURA - Viviana Vivarelli.

 

L’argomento principe degli omofobi è che si devono fare leggi punitive degli omosessuali (matrimonio, diritti e doveri reciproci dei due partner, adozione ecc.) perché essi agiscono "contro Natura".
La destra, nella sua follia, è arrivata a comandare che i figli adottati o avuti mediante fecondazione artificiale o utero in affitto non vengano iscritti all'anagrafe, il che è come dire che questi bambini non esistono, non potranno avere documenti, saranno espulsi dal vivere civile. Devono essere penalizzati per una "colpa" non loro.
Questo comportamento è di una ferocia inaudita nei riguardi di bambini che non sono colpevoli di nulla e che, secondo loro, non potrebbero nemmeno iscriversi a un asilo. In pratica questa legge spietata li renderebbe dei paria, degli invisibili.
Ovviamente, l'Unione Europea si è fatta immediatamente sentire, sentenziando che una tale legge è del tutto estranea al diritto europeo e deve essere annullata.
Il Regolamento Ue dà un riconoscimento automatico a tutti i figli, anche di genitori dello stesso sesso, in vista di un certificato europeo di filiazione (in pratica rende possibile che il riconoscimento di un figlio di una coppia omosessuale, avvenuto in un paese più liberale, possa valere anche nel nostro).
Ma il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi della Lega ha richiamato con una circolare i sindaci a considerare all'anagrafe i figli di coppie omosessuali, registrando come genitore solo il padre biologico, che ha donato il seme in una maternità surrogata, e non il partner, salvo che questi non voglia intraprendere, in attesa di una legge che regoli questo caso, il percorso dell’adozione che è molto difficile e complicato.
Il tutto si rifà ad una sentenza della Cassazione contro la “maternità surrogata” (o “utero in affitto”), vietata nel nostro ordinamento dalla legge n. 40/2004 sulla procreazione assistita e a cui, però, di fatto ricorrono all’estero le coppie omosessuali maschili oltre alle coppie eterosessuali sterili per soddisfare il loro desiderio di avere un figlio.
A questo punto si è scatenata la bagarre di quelli che rifiutano una legge tanto aberrante da punire dei bambini innocenti, in nome di un rapporto, ritenuto dalla Chiesa cattolica, peccaminoso in quanto "contro natura", mentre, dietro questo schermo fittizio, abbiamo una posizione omofoba anche peggiore della maternità surrogata, posizione, che rientra in un quadro più vasto di "dominio della sessualità", che ha portato, per es., nelle Regioni a guida leghista, alla chiusura dei consultori e al divieto (persistente nei comandi della Chiesa) dei contraccettivi e del controllo delle nascite.
Il deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone ha dichiarato in tv che "l'utero in affitto è più grave della pedofilia»!
Precisiamo ancora una volta che in Italia la pratica dell'utero in affitto è vietata per legge e che nessun partito, finora, si è mai messo in mente di legalizzarla. Ma dietro all'attacco all'utero in affitto c'è tutto un attacco all'omosessualità ', attacco che è di matrice iper-cattolica e rientra, comunque nell'attacco agli omosessuali, in quanto persone che vivono "contro natura", .
Il fatto è che qui di "natura" c'è molto poco e solo una posizione ignorante, bigotta e malvagia dentro può arrivare a queste efferatezze.
Qualunque studioso del mondo animale potrebbe dirvi che l’omosessualità è la cosa più diffusa in Natura. Tra le specie domestiche è sufficiente anche qualche banale osservazione sul comportamento di cani e gatti.
L’omosessualità animale (vedi il libro di Giorgio Celli “L’omosessualità animale”) è stata studiata su 1.500 specie, è molto diffusa e “perfettamente conforme” a Natura, semmai sono certe ideologie ad essere contro-Natura, per il semplice motivo che il controllo “politico” della sessualità fa parte degli strumenti che il Potere si è inventato per dominare meglio l’uomo. Ma qui il discorso riguardo le perversioni del Potere che sono molto "innaturali"!
In molte specie, i maschi vivono tutto l’anno in gruppi maschili dove praticano tranquillamente l’omosessualità (non essendoci preti, imam o fascisti a impedirglielo) e, solo nel periodo di calore della femmina, si uniscono a lei, per cui è, semmai, l’unione eterosessuale che fa eccezione, e in Natura ci sono molte più unioni omosex che etero e la maggior parte di tali unioni, come del resto gran parte degli accoppiamenti umani, non è finalizzata alla riproduzione, "perché la natura ha voluto così".
L’animale più omosex è il bisonte. Ci sono animali che sono solo omosex e altri che sono bisex.
La natura ha voluto l’unione eterosessuale per la riproduzione ma “ha voluto” l’unione omosessuale per altri fini nobilissimi e naturali: è una fonte di piacere innocua e pacifica, una occupazione piacevole che non fa male a nessuno, uno sfogo di istinti sessuali naturali che non moltiplica le nascite rendendo il territorio sovrappopolato e invivibile, un modo per regolare l’aggressività, visto che l’aggressività cresce quando la sessualità viene repressa, e costituisce anche un consolidamento dei legami sociali nel gruppo.
Nulla di più lodevole!
Per quelli poi che considerano gli omosessuali persone capaci solo di sesso e non di amore, li pregherei di svegliarsi e di uscire da quella caverna oscura di ottusità e pregiudizio in cui sono rinchiusi, perché gli omosessuali sono persone come tutte le altre, capaci di amore e di innamoramento come tutti gli altri, capaci di creare unioni stabili e felici e in grado di educare bene i loro figli, come accade in Inghilterra, o Svezia, o Germania o Norvegia o qualsiasi altro paese civile del mondo.
..
Molti popoli antichi hanno copiato la natura e ne hanno tratto delle regole etiche sociali rendendo l’omosessualità addirittura obbligatoria, come gli antichi Greci (vedi l’Atene di Pericle, Platone Socrate..), che noi tanto ammiriamo per i loro frutti artistici, filosofici e politici, e che la praticavano tra adulti e adolescenti. Anzi c’era tutta una formalizzazione di questi rapporti che era importantissima nella vita della città.

Studiare e lavorare all’estero,


"Studiare e lavorare all’estero, la guida completa per scegliere il Paese giusto nel 2023. State pensando di studiare all’estero? Dalle superiori fino all’università, le opportunità non mancano: Erasmus, scambi internazionali, università straniere. Tutte le informazioni utili per scegliere la destinazione giusta nella guida di 80 pagine che si può scaricare all’interno di questo articolo." (IlSole24Ore)

Quanti di noi hanno figli che lavorano all'estero? Siamo tantissimi, ormai.
E una volta varcato il confine non fanno più ritorno se non per le vacanze estive.
E non hanno torto, fuori da questo guazzabuglio che è diventato l'Italia, tutto è diverso, è come vivere in un altro mondo: un mondo dove il lavoro c'è e viene retribuito adeguatamente, dove tutto funziona quasi alla perfezione, dove hanno anche il tempo e la possibilità di godere dei frutti del lavoro svolto, perché è chiaro che non si può vivere solo di lavoro ma anche di tempo libero.
Qui non c'è neanche quello, il lavoro, e se c'è è mal retribuito;
tanto tempo fa a lavorare ci andavano solo i capofamiglia e si viveva discretamente, poi un solo introito non bastò più perchè il costo della vita era aumentato a dismisura, e a lavorare bisognava essere in due.
Fortunatamente il lavoro c'era, si trovava ed era retribuito quasi adeguatamente, ma sorgevano altre spese, ad esempio quelle di asili nido o di babysitteraggio, quindi, parte degli introiti femminili finivano li', in altri termini funzionò come il gatto che si morde la coda. Si parlò di aiuti alle donne con asili nido in seno all'azienda in cui lavoravano, ma, come sempre succede, se ne parla e basta, quindi, non se ne fece mai nulla.
Poi si paventò un aiuto alle aziende e il parlamento legiferò producendo la famigerata legge Biagi che stravolgeva il mondo del lavoro.
Da li' in poi fu il caos.

cetta