venerdì 23 giugno 2023

Giuseppe Salamone - 22.6.2023 Telegram

 

Se qualcuno oggi mi chiedesse cosa significa "non conoscere la vergogna", racconterei esattamente questa storia per spiegarglielo senza correre il rischio di non essere esaustivo.

Non bastano mai i sacrifici che ci chiedono, ci trascinano in guerra contro ogni nostra volontà, portano avanti una politica fatta di sanzioni che stanno affamando i popoli europei, pensano al riarmo e a stanziare soldi a gogò per la guerra e allo stesso tempo impongono politiche di austerità le quali costringono gli stati membri a tagliare sulle spese sociali.
Come se non bastasse si girano dall'altra parte quando si parla di salari e diritti della classe lavoratrice e per chiudere il cerchio consentono alle multinazionali di fare ciò che vogliono facendole pagare tasse ridicole. Tutto questo, evidentemente, non era abbastanza sufficiente.
Serviva quel qualcosa in più per dire senza dirlo "vi facciamo la pipì in testa e ve lo diciamo pure, tanto vi siete talmente rincretiniti al punto da non accorgervi che vi trattiamo come degli imbecilli!". Eccolo arrivato il messaggio, forte, chiaro e inequivocabile.
La Commissione Europea ha deciso di aumentare gli stipendi dei commissari del 28,3%, una cifra mostruosa se proporzionata agli stipendi che già percepiscono. Non ci fosse nulla di male se solo non ci fosse gente che è stata messa in condizioni, a causa delle loro politiche scellerate, di non poter fare due pasti completi al giorno o costretta a scegliere se curarsi o fare la spesa.
A loro tutto questo non interessa, se ne fottono altamente. L'importante che a pagare la crisi non siano loro, che quando vogliono sanno come si alzano gli stipendi. Ecco un altro tassello per mettere in evidenza i "valori Europei" rigorosamente custoditi nel "giardino occidentale". E anche per oggi è tutto. Si, tutto uno schifo...
Giuseppe Salamone

giovedì 22 giugno 2023

I promessi sposi? Meglio eliminarli dai programmi scolastici! - ProfessorX - G.Middei

 

Pochi giorni fa è uscito l’ennesimo articolo (stavolta su Repubblica) contro la letteratura italiana. Vi ricordate di Susanna Tamaro e della sua polemica contro Verga? E di Galimberti che disse che leggere I promessi sposi è nocivo per i giovani? Stavolta l’autore dell’articolo (un altro scrittore tra parentesi) ha tirato in ballo il femminismo per criticare Manzoni.

Secondo l’autore Lucia è un’eroina antiquata «che subisce e basta». Ma è anche «pericolosa» perché rappresenta un modello femminile troppo sottomesso. Vi confesso che la superficialità disarmante di queste parole a me fa spavento. Perché non è vero! Ecco, immaginatevi questo: c’è quest’uomo ricco, arrogante, un uomo che tutti temono e che nessuno osa contraddire. Nessuno ha il coraggio di dirgli di «no». E poi c’è questa ragazza semplice, di umili origini che rifiuta le avance dell’uomo potente, che dice «no!»

Ed è la forza d’animo di Lucia, la sua pazienza, la sua perseveranza, la sua volontà di non arrendersi «anche quando tutto è e pare perduto» che alla fine trionfano. Secondo voi è un messaggio pericoloso da dare ai giovani? Ma è comunque un libro ambientato in un’epoca diversa dalla nostra, obietteranno alcuni. E sapete una cosa? Hanno ragione! Perché sì nei Promessi sposi si parla di fede e di onore, vi sono concetti e idee che appartengono alla mentalità ottocentesca. Ed è assurdo pretendere che non sia così. Come è assurdo pretendere che i ragazzi si confrontino soltanto con ciò che è «familiare».

Vedete, gli antichi greci avevano una parolina curiosa per chiamare queste persone: «idiotes» (da cui deriva la parola idiota). L’idiotes era l’uomo che pensava soltanto al suo orticello. Non gli importa nulla di conoscere il mondo, di guardare oltre il palmo del proprio naso. Disprezza ciò che non conosce, teme ciò che non gli è famigliare. E la vera domanda è questa: vogliamo che i giovani conoscano il mondo, che sappiano dialogare e confrontarsi anche con chi non la pensa come loro, o che siano limitati, degli «idiotes» appunto?

G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #letteratura #cultura #istruzione #scuola

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Certi illustri personaggi farebbero meglio a tacere, ma siamo in democrazia e abbiamo il dovere sacrosanto di concedere loro "il libero arbitrio" di dire ciò che pensano, anche se lo usano male. Ai giovani moderni, leggere Verga e Manzoni potrebbe solo aprire la mente e costringerli a "ragionare" verbo in disuso quasi totale al giorno d'oggi.
cetta


mercoledì 21 giugno 2023

Semplicemente: Herman Hesse

 


Uno dei classici più belli del Novecento? - G.Middei - Professor X

 

Quando mi domandano, c’è un libro che consiglieresti ad occhi chiusi? Un classico scritto in modo semplice, toccante e profondo al tempo stesso? A me viene subito in mente Il vecchio e il mare di Hemingway. Di cosa parla? Di un uomo che prende la sua barca e va a pesca, una semplicissima battuta di pesca. Non vi sembra una trama terribilmente banale? Ma la magia di questo libro non sta nella trama.

Hemingway riesce a trasformare una semplice battuta di pesca in un viaggio incredibile; e al termine della lettura scopri che questo libricino di appena cento pagine, ecco ti ha cambiato. C’è quest’uomo che fissa il mare e un cielo altrettanto immenso e infinito che sta sopra di lui; c’è la lotta per la sopravvivenza, c’è il bene, la solitudine, la bellezza e il male.

Vedete, ci sono momenti nella vostra vita in cui vorrete vedere con i vostri occhi ciò che ha visto chi si è arrampicato sulla montagna più alta del mondo; vi saranno momenti in cui avrete sete di poesia, «d’infinito» e sentirete in voi l’urgenza di dare un nome a quelle terribili domande che sentite dentro di voi, e in questi momenti sarete pronti per la musica de Il vecchio e il mare.

Un altro motivo per leggere Hemingway è che pochi scrittori sanno scrivere in modo tanto semplice e tanto bello al tempo stesso. Non farete alcuna fatica a leggerlo. Leggere Hemingway ti dà piacere, ti lascia un gusto dolcissimo in bocca; gli aggettivi che usa hanno un sapore unico. Perché un buon libro provoca innanzitutto uno sconvolgimento fisico. Ti fa avvampare, ti fa tremare, e c’è persino chi leggendo certe frasi avverte l’acquolina in bocca.

Vi ho incuriosito? Avete mai letto Hemingway?

G.Middei,anche se voi mi conoscete come Professor X #istruzione #letteratura #cultura

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Non conoscevo Manuel. - Simone Terreni

 

Cioè insomma, è successo quella roba lì.
E da quando è successo non penso ad altro. Fai le cose come se nulla fosse, ma non è così. Un magone allo stomaco, quasi un bruciore, un senso di angoscia.

Non conoscevo Manuel.
Ma il mio pensiero va continuamente a lui.
Come nel 2021 quando una bimba di Palermo di 11 anni morì in un’altra challenge di TikTok, una sfida fatta sui social.
Eh io cosa feci? Non lo accettai.
Invece di condannare i social e la tecnologia, come il coro dei perbenisti boomer benpensanti, mi dissi che dovevo fare qualcosa.
Invece di criticarli i ragazzi, mi dissi, proviamo a parlare il loro linguaggio.
Invece di criminalizzare i Social proviamo a riempirli di cose belle.

Così decisi di portare Dante su TikTok.
Tutta la Divina Commedia. E i ragazzi arrivarono e apprezzarono. E da allora mi sono impegnato come non mai. Libri, conferenze, incontri nelle scuole. Tanta tanta, cultura e divulgazione. Ci ho messo l’anima sempre gratis, sempre pensando di lasciare loro qualcosa.
La bellezza salverà il mondo, mi dicevo.

Poi, cioè insomma, succede quella roba lì.
Quando muore un bambino si blocca tutto. E mica ti rendi conto. Dici che non è possibile. Ed è inutile darti da fare, creare contenuti di qualità. È inutile dire che sotto i 13 anni si dovrebbero vietare i social, che servirebbe il Patentino Obbligatorio per lo Smartphone, che servono ore di Educazione Digitale obbligatoria nelle scuole, che è sempre una questione di EDUCAZIONE, che i primi a essere educati dovrebbero essere i genitori, che ogni like, OGNI SINGOLO LIKE che metti anche tu sui social, è importante.

Ma poi alla fine i ragazzi restano soli.
Preferiscono seguire e condividere le bravate web pericolose, fatte per monetizzare. E a te passa la voglia di fare tutto. Di arrenderti, di smettere. Capisci che hai perso. Perché a 5 anni davanti hai TUTTO. E tu non sai che cacchio sia questo “tutto”. Ma senti che era giusto che l’avesse questo cacchio di tutto.
Quando muore un bimbo non muore solo una persona.
Cioè insomma, succede quella roba lì.
Muore la possibilità per una nazione di essere migliore.

#fattinonfosteavivercomebruti

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La morte di Manuel provoca dolore, chi ha commesso il disastro provoca pena. Pena per chi non ha cervello, coscienza, perchè non pensa, non ha rispetto degli altri. Sono gli stessi che bullizzano chi la vita la ama, perchè loro la disprezzano. Sono frustrati in cerca di riscatto, lo stesso riscatto che loro negano a chi ha la sfortuna di incontrarli durante l'arco della vita. Di chi la colpa? Ardua sentenza, poichè, ahimè, credo che sia da addebitare ai tanti fattori che hanno come base di vita l'ignoranza... e ce n'è tanta in giro al giorno d'oggi. 
cetta

martedì 20 giugno 2023

Giuseppe Conte - Manifestazione #BastaVitePrecarie.

 

Ventimila persone sfilano a Roma con il Movimento 5 Stelle per gridare #BastaVitePrecarie. Ventimila protagonisti, ventimila cittadini provenienti da ogni angolo di Italia che hanno ascoltato la voce di chi non arriva a fine mese, di chi vive di precarietà nella totale indifferenza del Governo.
Eppure, non si è voluto dare credito a questa straordinaria mobilitazione, a questa gente che ha portato in piazza la prima, vera manifestazione contro il Governo Meloni.
I media mainstream hanno provato a ignorare la piazza di Roma - strumentalizzando una frase del discorso tenuto da Beppe Grillo sul palco di chiusura.
Una frase estrapolata dal suo contesto e criminalizzata perché, accarezzando il gusto del paradosso, incitava i presenti a indossare il “passamontagna” per compiere non già azioni violente, bensì pacifiche e utili per la propria comunità.
E così un omaggio al lavoro socialmente utile di tanti cittadini attivi, che si prendono cura in prima persona del proprio quartiere, del verde pubblico che hanno sotto casa, delle strade che attraversano ogni giorno - sostituendosi troppo spesso ad uno Stato troppo assente - ha originato un ridicolo coro di indignazione.
Ovviamente in questo coro si distinguono anche gli esponenti della falsa opposizione.
Ma cosa pensano, di intimorirci con questi comunicati allarmati?
O forse mirano a coprire con questi giochetti il grido che si è levato oggi dalla piazza romana?
Non ci riusciranno.
Come diceva Fabrizio De André, “voi non avete fermato il vento, gli avete fatto perdere tempo”.


UNA BRUTTA STORIA ITALIANA. - Roberto Vallasciani

 

Stamattina una mia amica mi ha segnalato questo post.
Ho scritto una chiosa finale perché credo che quanto avvenuto sia tanto grave quanto emblematico.

"Sono Pasquale Tridico figlio di un padre analfabeta che, come cantava De Gregori, faceva il guardiano di mucche, non sapeva né leggere e né scrivere e che per buona parte della sua vita è stato sordomuto. Nel paese della Calabria dove siamo nati veniva considerato un ritardato.

Mentre studio, mia sorella scopre che la sindrome di mio padre è curabile, e che la mutua poteva passargli (addirittura gratis!) un apparecchio acustico. Papà ottiene la sua protesi e questo gli cambia la vita: recupera l’udito e persino la parola, anche se, per tutta la vita, parlerà come un bambino.

Ma non è finita: Un altro mio fratello, il secondo, va a studiare a Torino, dove scopre che c’è possibilità del ‘collocamento obbligatorio’ per le persone come lui; convince papà a fare domanda da bidello in una scuola di Torino. La presenta lui e papà viene assunto! Ci trasferiamo tutti.

Dai miei 15 anni, 4 mesi all’anno ho fatto vacanze-lavoro in Germania; ho fatto il lavapiatti, il lavapadelle, il cameriere, animatore e coordinatore nelle colonie estive.

Se non avessi avuto questa vita di lavoro alle spalle non mi sarei messo a studiare il reddito, non avrei desiderato realizzarlo con tanta forza. Se quando pubblicai il primo saggio scientifico, nel 2014, qualcuno mi avesse detto che cinque anni più tardi sarei stato a capo del soggetto che erogava il reddito avrei chiamato l’ambulanza per farlo ricoverare.
Sono figlio del welfare; senza stato sociale laverei le padelle in Germania!”
#PasqualeTridico

Pasquale Tridico è dal 2019 Presidente dell’INPS. La sua gestione in questi anni è stata virtuosa: la produttività è aumentata del 20% ed i tempi di liquidazione delle prestazioni si sono ridotti del 15%. E mai come adesso l’Istituto ha goduto di autonomia ed indipendenza.
Bene.
Qualche giorno fa il governo Meloni ha commissariato l’INPS ed ha deciso di sostituire Tridico con un uomo di propria fiducia. La colpa di Tridico…? Essere stato messo in quel posto nel 2019 dal governo presieduto da Giuseppe Conte, oggi leader del M5S.

Non essendo io mai stato un elettore grillino posso dirlo con molta serenità: Tridico è stato cacciato perché è un bravo professionista, favorevole al salario minimo, senza padrini né padroni. E, soprattutto, è una mente libera. Forse per la Meloni & co questo è un problema.

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