domenica 18 agosto 2024

IPOCRITI! - Giuseppe Salamone

 

Fiumi di inchiostro e indignazione a reti unificate per quanto successo a Stefania Battistini: "giornalista" Rai insignita qualche tempo fa da Zelensky con una medaglia al valore per il suo enorme contributo alla causa ucraina, che è andata a fare un servizio in territorio Russo guidata dall'esercito di Zelensky e adesso rischia un procedimento penale per “attraversamento illegale del confine di Stato”.
Possono scrivere e dire cosa vogliono, ma anche per fare giornalismo ci sono delle regole. Se vuoi andare in un Paese devi chiedere l'accredito come giornalista. Una volta rilasciato entri in quel paese e fai il giornalista. Se ne sei capace. Altro discorso sarebbe se il visto non venisse rilasciato, cosa che con cadenza giornaliera fanno soprattutto i paladini occidentali e difensori della "democrazia" Zelensky e Netanyahu. Ma qui nessuna indignazione, sono "democratici e partigiani" loro.
Sostanzialmente, piaccia o meno, Battistini ha attraversato illegalmente la frontiera e ha girato un servizio di propaganda ucraina spudorata senza che portasse la scritta "Press". Anche questo la dice lunga. Addirittura si è spinta a pronunciare le seguenti parole: "Non c'è nessuna casa distrutta a Sudzha, questa è la differenza fra noi e i russi". Cosa assolutamente falsa, visto che di case distrutte ce ne sono una caterva e sono stati uccisi diversi civili tra cui Nina, ragazza Russa di 24 anni incinta crivellata di colpi davanti al marito e al figlio piccolo. Ma per la Battistini queste cose non sono mai avvenute.
In ogni caso questa vicenda è indicativa per capire il livello di propaganda raggiunto dal servizio pubblico, che ormai è diventato spudoratamente e senza alcuna preoccupazione di nasconderlo il portavoce di Zelensky in Italia. E ho il diritto di oppormi a tutto ciò in quanto annualmente mi vengono estorti dei soldi per fare propaganda di guerra, non giornalismo!
A proposito: quelli che oggi si stracciano le vesti davanti alle conseguenze legali di un atto decisamente avventato, sono gli stessi che non hanno detto mezza parola per la carneficina di Giornalisti che avviene quotidianamente a Gaza per mano del criminale di guerra Netanyahu.
IPOCRITI!

LA PIETRA DI PALERMO.

 

Mentre la Stele di Rosetta è famosa per aver decifrato i geroglifici egizi, la Pietra di Palermo è un reperto cruciale per la storia antica dell'Egitto. Questa stele di basalto del V secolo a.C., un frammento della quale si trova nel Museo Archeologico di Palermo in Sicilia, rivela dettagli sui primi re d'Egitto, sovrani mitici, cerimonie di culto, tasse e molto altro.

Originariamente lunga circa 2,1 metri e larga 0,6 metri, oggi restano solo frammenti della Pietra di Palermo, con pezzi più piccoli conservati al Cairo e a Londra. È uno dei più antichi documenti della storia egizia, coprendo il Regno Antico e i periodi predinastici, e elencando i governanti dal dio Horus fino a Menes e oltre.

La pietra contiene informazioni su eventi annuali, probabilmente riferiti a censimenti biennali del bestiame. Inoltre, menziona la costruzione di Men-netjeret, forse il precursore della Piramide a Gradoni di Djoser, e documenta la prima fusione del rame, divinità come Min e Heryshef, e le campagne militari di Sneferu.

Questo antico manufatto offre preziose informazioni sullo sviluppo dell'Egitto, dalle prime imprese architettoniche fino alle estese attività militari.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=843730527963891&set=a.512947661042181

Giza, deserto, scala misteriosa, scavata nel calcare..

 

Questa scala misteriosa, scoperta nel deserto vicino all'altopiano di Giza, solleva domande intriganti. Scolpita in profondità nel calcare, la scala si immerge per diversi metri nel terreno, rivelando un aspetto affascinante, ma in gran parte inesplorato, di questo antico sito. Il taglio preciso e dritto attraverso il calcare suggerisce abilità ingegneristiche avanzate, e la connessione della scala con il più ampio altopiano di Giza implica che quest'area possa contenere molti più segreti sotto la sabbia.
Mentre la destinazione finale della scala rimane sconosciuta, le scansioni preliminari suggeriscono che potrebbe scendere molto al di sotto della superficie visibile, probabilmente raggiungendo in profondità le acque sotterranee. Lo scavo di questo sito appare recente, con la struttura probabilmente sepolta sotto sabbia fino a quando non è stata riscoperta. La grande domanda ora è: chi ha intrapreso questi scavi e cosa si trova in fondo a questa enigmatica scala? Questa scoperta aggiunge un nuovo strato di mistero a un paesaggio antico e già sorprendente.

“Sta facendo una mossa suicida” L’attacco alla Russia voluto dal burattino spiegato come sempre alla perfezione dal professor Alessandro Orsini .

 

Kiev ha perso ovunque: a Kursk può finire male

Di Alessandro Orsini per Il Fatto quotidiano

Kursk non sta funzionando. L’idea di invadere la Russia per costringere Putin a spostare truppe dal Donbass, almeno finora, non ha dato i risultati sperati. Da quando gli ucraini sono entrati a Kursk, il 6 agosto scorso, i russi non hanno fatto altro che conquistare nuovi territori in Donbass. Mentre scrivo, Zelensky ordina l’evacuazione a Pokrovsk.

La strategia di Putin a Kursk si basa su tre mosse:
1) arrestare l’avanzata degli ucraini;
2) lasciare che si accomodino;
3) falcidiarli con gli aerei. Le probabilità che la sortita di Zelensky a Kursk si concluda in un nuovo disastro sono alte giacché il record negativo del presidente ucraino è strabiliante.
Dall’inizio della controffensiva, il 5 giugno 2023, fino alla sua conclusione agli inizi di ottobre, tutto ciò che Zelensky ha ideato contro i russi è stato un fallimento.
Tant’è vero che, terminata la controffensiva, l’esercito ucraino si è ritrovato dissanguato mentre quello russo ha addirittura invaso Kharkiv.
La controffensiva ucraina, concepita da Zelensky per conquistare nuovi territori, si è conclusa con la perdita di molti altri territori e la richiesta immediata di arruolare un numero enorme di civili, 500 mila, sufficienti a costruire un nuovo esercito.
Il tutto accompagnato da un urlo disperato: “Ho terminato armi e munizioni!”. Zelensky ha avviato l’amministrazione militare dei territori occupati. La domanda sorge spontanea: come crede di poterli mantenere senza la superiorità aerea?
I cieli sono russi. Zelensky chiede agli alleati di autorizzarlo a usare i missili a lunga gittata. Per averla vinta, ricorre alla nota strategia di metterli davanti al fatto compiuto piegando la loro riluttanza con il consueto: “Non vedete che i russi stanno uccidendo tutti gli ucraini a Kursk? Autorizzatemi, altrimenti siete corresponsabili”. Oggi chiede l’autorizzazione per distruggere la Russia; domani la invocherà per non essere distrutto.
Zelensky si è giocato il tutto per tutto.
Se Putin arresta l’avanzata in Donbass per spostare i soldati a Kursk, è fatta. Se non li sposta, gli ucraini a Kursk dovranno parare le Fab-3000 con le mani.
I Patriot e i Samp-T in quella terra avrebbero vita breve. Gli ucraini controllano pochi chilometri quadrati che i russi conoscono come le loro tasche. Il primo missile lanciato da un Samp-T sarebbe quasi certamente l’ultimo.

Ricorriamo all’immaginazione e immaginiamo che Kursk finisca nell’ennesimo disastro. Che cosa accadrebbe a Zelensky? Secondo alcuni analisti, rischierebbe di essere rovesciato.
Ma i golpisti dovrebbero prima assicurarsi il consenso della Casa Bianca, senza i cui soldi cadrebbero in poco tempo.
Biden difenderebbe Zelensky con tutte le sue forze.
Gli ucraini devono resistere a Kursk fino al voto di novembre per la Casa Bianca. Trump è pronto ad attribuire a Kamala Harris le colpe di tutte le disfatte.
Quella di Kursk sarebbe la più grande perché costruita sui 75,1 miliardi di dollari sborsati da Biden, cui bisogna aggiungere 23,3 miliardi di dollari recentemente deliberati dal Congresso.
Dall’inizio della guerra a oggi, l’Ue e altri Paesi europei hanno dato a Zelensky 110,2 miliardi di euro.
All’ultimo vertice sul bilancio comunitario sono stati promessi ulteriori 77 miliardi. Sommando i dollari americani agli euro dell’Europa, la cifra è esorbitante. Questa cifra da capogiro rischia di essere bruciata in una mano a poker.
Il grande giocatore di poker vince senza carte in mano contro avversari carichi di punti. Ma il bluff richiede che le carte siano ignote ai giocatori. In questo caso, tutti conoscono le carte di Putin e di Zelensky.
La Russia ha i soldati per aprire nuovi fronti e l’Ucraina no. L’organico delle forze armate russe consta di 2.210.000 persone circa, di cui almeno 1.320.000 militari.
L’Ucraina sta finendo i soldati e molti Paesi dell’Unione Europea stanno finendo i soldi con la Germania in recessione. Tra non molto, le carte potrebbe darle Trump.

https://www.dcnews.it/2024/08/18/sta-facendo-una-mossa-suicida-lattacco-alla-russia-voluto-dal-burattino-spiegato-come-sempre-alla-perfezione-dal-professor-alessandro-orsini/?fbclid=IwY2xjawEujm1leHRuA2FlbQIxMAABHSwwYRassQJBCQigAYtS0sveoIdwkuRRsNIJJ-IrnkmT0dIY0pPRzTFHUg_aem_ZvQ1xY3BGQibHmHyWKL3bQ

venerdì 16 agosto 2024

la grotta dei Templari.

 

Spada di 700 anni trovata dentro la grotta dei Cavalieri Templari.
in un piccolo bosco sul terreno privato di una villa nascosta sotto un albero, si presume sia una grotta dei Cavalieri Templari dove gli esperti dicono che è stata scoperta una spada vecchia di 700 anni del XIII secolo. Nel 1312 molti dei cavalieri furono arrestati, torturati facendo false confessioni e bruciati sul rogo. Alcune persone credono che questa grotta non abbia nulla a che fare con i cavalieri ed in realtà sia qualcosa di molto più sinistro e forse usato per rituali e sacrifici di magia nera.






Peccato che non esistano riferimenti relativi a  dove sia situata la grotta. c.

Guerra Ucraina. - Giuseppe Salamone

 

Era il 14 giugno scorso quando Putin apertamente parlò, per l'ennesima volta, di negoziati mettendo come punto di partenza gli accordi di Istanbul fatti saltare da Usa e UK. Era sostenuto dal piano di pace proposto dalla Cina il quale aveva ottenuto un buon sostegno a livello internazionale soprattutto dopo il flop che si prospettava per la conferenza di pace farlocca organizzata dall'occidente in Svizzera.
In quell'occasione, seppur in modo sterile, anche in occidente si avviò un mini dibattito tornando a parlare di possibili trattative. Troppo pericoloso però per chi con la guerra ci campa assistere a un dibattito sulle proposte di Putin per due semplici motivi: il primo perché significava che le condizioni le stava dettando il Cremlino (ovviamente da sempre le condizioni le detta chi vince sul campo), secondo perché non era ancora arrivato il momento di mettere la parola fine alla guerra per procura per chi controlla le marionette della Casa Bianca.
Sostanzialmente bisognava tornare a un punto teso dove poter allontanare ogni tipo di diplomazia anche perché, lo scambio di prigionieri avvenuto sia con gli Usa sia con l'Ucraina aveva frantumato la narrazione propagandista occidentale del "con Putin non si negozia perché non vuole negoziare". Serviva qualcosa di abbastanza eclatante che mandasse all'aria ogni piccolo spiraglio di negoziato e, stranamente, eccolo arrivato. Sto parlando della sortita di Zelensky in Russia. Un'azione, come già detto, senza alcun senso sia dal punto di vista militare sia dal punto di vista strategico. Ma una sortita che, giustamente, imbarazza il Cremlino sia agli occhi del mondo sia agli occhi della stessa popolazione Russa e pertanto va spenta quanto prima.
Ed è quello che farà la Russia perché militarmente ha la forza, il tempo e la pazienza per farlo. Oggi Putin ha pronunciato parole pesanti e per la prima volta dal febbraio 2022 ha dichiarato di non essere disposto a negoziare almeno fino a quando non sistemeranno la questione nella Regione di Kursk: "È chiaro il motivo per cui il regime di Kiev ha rifiutato le nostre proposte di ritorno ad un piano di soluzione pacifica, così come le proposte dei mediatori interessati e neutrali. A quanto pare, il nemico, con l’aiuto dei padroni occidentali, sta portando avanti la loro volontà."
Ma qui arriva il punto secondo me fondamentale: "Ma di che tipo di negoziati possiamo parlare con persone che attaccano indiscriminatamente i civili, le infrastrutture civili o cercano di creare una minaccia per gli impianti di energia nucleare?". Ora, piaccia o meno, non trovo una sola contraddizione nelle parole di Putin. Ha aperto in passato ai negoziati? Si, l'ha fatto parecchie volte sia lui sia Lavrov. Quel buffone di Zelensky, forte del sostegno dei padroni occidentali, anziché accogliere le proposte diplomatiche ha preferito attaccare la Russia massacrando civili e lanciando droni sulle centrali nucleari? Si, l'ha fatto e lo abbiamo visto tutti.
Quindi di che stiamo a parlare? Stiamo a parlare di una parte che fino ad adesso si è mostrata disponibile al dialogo (a dirla tutta sono decenni che la Russia cerca di parlare con gli Usa a causa dell'espansione della Nato) e di una parte che ogni volta che sembra ci possa essere una minima soluzione, manda tutto all'aria perché deve continuare a oltranza la guerra contro la Russia. Ora datemi pure della spia del Cremlino, ma questa è la realtà. Il resto, come sempre, è pura, becera e criminale propaganda.
A proposito: credete ancora, come la propaganda di regime continua a narrare, che l'azione terroristica di Zelensky in Russia sia stata fatta a insaputa degli Usa e dei suoi vassalli? Siete sicuri che abbiano fatto una sortita con militari che parlano un inglese impeccabile ed equipaggiati con armi Nato fino ai denti all'insaputa degli Usa e dei suoi vassalli? Se la risposta è si, allora i frutti di Hollywood stanno fiorendo alla grande. Poveri noi...

giovedì 15 agosto 2024

Gli atlantonti di Marco Travaglio.

 

Per capire in quale trappola diabolica s’è cacciata l’Europa, basta unire i puntini delle ultime notizie, che sembrano fatte apposta per gli atlantonti che non vogliono vedere.

1) La Germania, mentre imbottisce l’Ucraina di armi e miliardi, spicca un mandato di cattura per l’incursore ucraino che due anni fa fece esplodere, su mandato di Kiev e con la copertura Nato, i gasdotti Nord Stream 1 e 2, costati 21 miliardi, che portavano il gas russo in Germania e di lì in tutta Europa e che Biden aveva già minacciato di distruggere. Risultato: ora compriamo più gas liquido e scadente dagli Usa, che ce lo vendono a prezzi quadrupli e ci tocca pure rigassificarlo; la Germania in recessione trascina nel baratro l’intera Ue, mentre l’economia americana (come quella russa) va come un treno.

2) Ora che Biden sta per diventare ex presidente, vengono desecretati gli atti sul figlio criminale Hunter che nel 2016, sotto il governo Renzi, chiese aiuto all’ambasciatore a Roma per procacciare affari nella Toscana pidina al colosso energetico ucraino Burisma, di cui era amministratore. Insomma, quello dei Biden per Kiev è un amore disinteressato: platonico.

3) Il più fanatico fra i consiglieri di Zelensky, Podolyak, spiega che l’invasione ucraina della regione russa di Kursk serve a ricattare i Paesi più prudenti della Nato per avere mano libera sull’uso delle nostre armi in Russia. Paesi tipo l’Italia, che ripudia la guerra per Costituzione, come ricorda financo Crosetto (subito linciato dai pretoriani Nato Mieli&Sallusti, che chiamano la Costituzione “ipocrisia” e “odio per l’Occidente”).

Il copione è fisso: il regime ucraino e i retrostanti Usa ricattano l’Europa con menzogne sempre più spudorate, ma i nostri sgovernanti sono ben felici di bersele mettendo mano al (nostro) portafogli e scavalcando le linee rosse che avevano tracciato.
Ora Kiev, dopo aver finto di voler negoziare con Mosca per paura di Trump, scatena un blitz militarmente inutile, anzi suicida, che la priva dei reparti migliori condannati allo sterminio, sguarnisce il Donbass dove i russi avanzano vieppiù, al solo scopo di bruciare il tavolo dell’eventuale trattativa. E pretende di farlo coi nostri missili e il nostro permesso.
Ma, siccome l’ultima linea rossa è sempre la penultima, dobbiamo prepararci alla prossima: quando i russi completeranno la conquista del Donbass e annienteranno i reparti ucraini a Kursk, Zelensky piagnucolerà che ha finito i soldati e vuole i nostri. I giovani ucraini fuggono all’estero, affogano nel Dnepr, si spaccano le tibie a martellate pur di non arruolarsi. Ma Repubblica canta l’epopea dei “soldati ucraini ‘felici di guidare un tank in Russia’”. È così che si precipita nella Terza guerra mondiale senza neppure accorgersene.

https://www.dcnews.it/2024/08/15/se-unisci-i-puntini-ci-arrivi-anche-tu-ucraina-un-impeccabile-marco-travaglio-demolisce-definitivamente-la-stucchevole-narrazione-che-politicanti-e-pennivendoli-ci-propinano-da-due-anni/