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mercoledì 27 settembre 2017

Residenze spostate da Roma ad Amatrice per incassare bonus fino a 900 euro al mese: 120 indagati a Rieti.

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Trasferimenti a ridosso del terremoto, considerati da subito sospetti, per ottenere l'erogazione dei contributi Cas.


Sono 120 gli indagati della Procura di Rieti che indaga sulle erogazioni del Contributo di Autonoma Sistemazione (Cas). Secondo le ipotesi dei magistrati, i beneficiari non avevano né i requisiti né il diritto di percepire l'indennità economica a sostegno dei residenti nei Comuni devastati dal terremoto del 2016. In pratica questi 120 soggetti avrebbero trasferito la residenza ad Amatrice per ottenere il bonus.
Le indagini dei magistrati si erano da subito concentrate su un incremento dei cambi di residenza nei Comuni di Amatrice e Accumoli a ridosso del terremoto, considerati da subito "sospetti". Cambi operati da cittadini residenti in altri territori (prevalentemente a Roma) i quali, secondo l'ipotesi degli investigatori, avrebbero tentato di spostare la residenza nei due Municipi devastati dal sisma proprio per poter percepire i contributi economici stanziati dallo Stato in sostegno delle popolazioni residenti.
La Procura ha vagliato le tante domande di accesso al sostegno economico - da un minimo di 400 euro al mese, per i nuclei familiari composti da una sola persona, a un massimo di 900 per le famiglie numerose - anche con il supporto dei sindaci dei Comuni interessati, riscontrando centinaia di anomalie. Nomi per i quali, ora, potrebbe scattare l'accusa di truffa e falso da parte della Procura di Rieti.

martedì 26 settembre 2017

Terremoto: procuratore Rieti, fondi sms? Una bolla di sapone.

Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi © AP
Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi

Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi è in Procura a Rieti.

"Secondo quanto abbiamo appreso dai giornali si va, secondo me, verso l'insussistenza della notizia di reato perché, se i fondi raccolti sono confluiti nelle casse della Protezione Civile, il fatto si rivelerà una grossa bolla di sapone". Così al Tg regionale del Lazio della Rai il procuratore di Rieti Giuseppe Saieva sul caso dei fondi raccolti per Amatrice e Accumoli con gli sms solidali. "Abbiamo aperto un fascicolo modello 45 nell'ambito del quale possiamo fare una ricerca della notizia criminis", ha detto Saieva che sentirà il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi - secondo il quale i fondi non sono mai arrivati a destinazione -, convocato come persona informata sui fatti. 
Sindaco Amatrice, ora mi aspetto contraerea  - "Sabato ad Atreju ho fatto un discorso molto più ampio e ho detto che era stata tradita la volontà degli italiani perché in quei giorni facendo quel numero intendevano dare i soldi alle popolazioni che hanno avuto la distruzione. Poi le scelte sono state altre e secondo me non si è tenuto conto della volontà popolare. Punto". 
E' quanto afferma, in un'intervista a Intelligonews.it in merito alla vicenda degli sms solidali, il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. "Adesso io mi aspetto la contraerea. Basterebbe dire - aggiunge Pirozzi - 'abbiamo utilizzato i soldi per altri comuni', non c'è niente di male. Poi si vuol fare passare che è stata fatta la consulta dei sindaci, ma così non è. La Regione Lazio ha inserito la ristrutturazione di una scuola di un Comune che non è inserito nel cratere, che è Collevecchio. Con tutto il rispetto per Collevecchio che è un comune che ho nel cuore e ha dato anche i natali a un campione del mondo come Alessandro Nesta. E' chiaro - conclude il sindaco di Amatrice - che adesso mi aspetto il fuoco".

venerdì 25 agosto 2017

Ricostruzione dopo il terremoto, una storia troppo italiana. - Lucia Annunziata


Un vigile del fuoco cammina su Corso Umberto I. Amatrice.

E' un anno esatto, e sulle condizioni delle aree devastate dal terremoto del 23/ 24 agosto nel paese circola una opinione, per una volta, condivisa: la ricostruzione è stata un fallimento. C'è del resto poco spazio per contendere in ragionevolezza con i numeri. Sappiamo che le casette consegnate sono meno del 15 % di quelle necessarie, che il 90 per cento delle macerie è ancora in strada, che solo 33 stalle sulle 1400 attese sono stata fornite al determinante settore dell'agricoltura (10mila animali sono morti), che nonostante 35 milioni di sostegno alle attività commerciali 120 di questi esercizi sono rimasti in ginocchio.
Sono numeri di una vera e propria catastrofe, ma, in maniera molto italiana, di fronte ai dati di fatto si arriva all'anniversario con una presa d'atto venata di fatalismo. La più italiana delle scuse è infatti stata riesumata per scaricare le colpe: la burocrazia. Una scappatoia molto usata dalla Dc di una volta che defletteva ogni accusa su questo onnicomprensivo e incomprensibile concetto. La burocrazia come grande bocca di uno stato Leviatano, sul quale e contro il quale è impossibile intervenire.
Ma davvero non ha padri e madri la burocrazia che ha ucciso la ricostruzione del territorio del terremoto? Con questa inchiesta di Gabriella Cerami abbiamo provato a descrivere almeno una parte dell'itinerario delle regole che non hanno funzionato. E come vedrete anche solo da questo breve lavoro della Cerami, le regole sono tutto meno che orfane. Hanno autori, storia, percorsi e responsabilità. Alla fine di un anno drammatico, soprattutto per chi lo ha vissuto nelle aree colpite, ammettere questa verità è l'unico modo omaggiare davvero le vittime e i sopravvissuti.
Tutto il sentimentalismo rovesciato sul cratere del terremoto, e tutte le visite compunte delle autorità, non basteranno in questo anniversario a oscurare il fatto che il dossier della ricostruzione riposa come un macigno sulle scrivanie dell'attuale governo Gentiloni. Che dal 5 dicembre siede a Palazzo Chigi, e che non può certo più invocare (come scudo e come scusa) la figura e l'operato di Renzi.
Ci aspettiamo dunque in queste ore dal Governo qualcosa di più dell'impegno "a fare di più e meglio", qualcosa di più della resuscitazione del nato morto progetto "Casa Italia". Ci aspettiamo la indicazione degli snodi che non hanno funzionato, e il cambiamento dei responsabili che non hanno agito o non hanno saputo farlo. Decisioni non italiane per una storia che fin qui è stata, come si diceva, fin troppo italiana. E di cui le prossime urne terranno sicuramente conto.

sabato 1 ottobre 2016

Il terremoto ad Amatrice è un affare per Pd e coop. - Giuseppe Marino



L'appalto di un miliardo per la costruzione delle case di legno vinto da un consorzio di Legacoop.

Manco il tempo di iniziare a parlare di ricostruzione e già s'insinua il sospetto che il «modello Emilia» in salsa amatriciana si traduca in una pioggia di appalti per le coop rosse.
Dell'area culturale e geografica vicina al commissario per la ricostruzione Vasco Errani del resto fanno parte alcuni giganti delle costruzioni. La voce che ha messo in allarme il mondo produttivo reatino è che sia già pronto un «pacchetto imprese» per le opere di messa in sicurezza dell'area del cratere, pacchetto privo di imprese locali.
Forse è solo una diceria. Ma qualche certezza intanto c'è. Una è che il primo appalto, quello per la costruzione dei Map, i moduli abitativi provvisori, ovvero le famose casette di legno che ospiteranno i terremotati fino a ricostruzione completata, sia andato a un gruppo di aziende in cui spicca il ruolo del Cns, un consorzio bolognese targato Legacoop di cui fanno parte 192 cooperative, tra cui una di quelle che facevano riferimento all'onnipresente Salvatore Buzzi. Il Cns, denunciano i Cinque Stelle, «ha già appaltato parte delle costruzioni a un altro gruppo, Cosp Tecnoservice che ha finanziato nel 2015 la campagna di Catiuscia Marini (la governatrice Pd dell'Umbria) sia pure con una somma modesta». L'altra certezza è che i sindacati del Lazio sentono già odore di bruciato e sono corsi a bussare alla porta della Regione per fissare i paletti. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil nei giorni scorsi hanno incontrato tre assessori regionali presso la Camera di commercio di Rieti, mettendo sul piatto tre richieste: far lavorare manodopera del posto, far lavorare aziende locali e trovare la copertura normativa necessaria a realizzare questi due obiettivi, mettendo in grado le imprese locali, che sono medio-piccole, di entrare nel giro degli appalti.
Anche sul versante degli imprenditori c'è più di qualche perplessità. «Già nei primi lavori i materiali sono arrivati da fuori - dice Gianfranco Castelli, presidente uscente di Unindustria Rieti e proprietario di un'azienda proprio ad Accumoli, epicentro del terremoto - se vogliono aiutare questo territorio devono almeno dare una chance di competere alle aziende locali». Il sindaco di Accumoli Stefano Petrucci avvisa i suoi conterranei: «Non possono pensare di partecipare a grandi appalti se non si consorziano e non acquisiscono le qualifiche necessarie».
Il terremoto è stato una tragedia terrificante. Il dopo terremoto, è inutile nasconderlo, può portare risorse a un territorio che conta tra le potenziali vittime anche la fragile economia locale. E i numeri sono giganteschi: la stima della Protezione civile è di 3-4 miliardi di danni. L'appalto delle casette è un primo piatto ricco. Bandito dalla Consip nel 2014, in via preventiva, vale 1,188 miliardi, pari a 1.075 euro al metro quadro. Una tariffa che, nota un'inchiesta dell'Espresso, è più cara di quanto pagato all'Aquila. E soprattutto è più di quanto costi qualunque casa ad Amatrice e dintorni, dove i prezzi arrivano a 840 euro al metro quadro. Per una villa.

mercoledì 24 agosto 2016

Forte terremoto tra Lazio e Marche, decine di morti ma si scava tra le macerie. Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto distrutte.

Terremoto nel centro dell'Italia © ANSA


Tre le scosse: la prima, la più forte, di magnitudo 6.0.


Violento terremoto nel centro Italia: il bilancio al momento di 22 morti accertati, 11 nel Lazio di cui sei ad Accumuli e 5 ad Amatrice, in provincia di Rieti, e 11 nelle Marche a Pescara del Tronto e Arquata (Ascoli Piceno). Vengono però segnalate molte persone sotto le macerie e il bilancio delle vittime è destinato a salire. "Decine di vittime, tanti sotto le macerie, stiamo allestendo un luogo per le salme", dice infatti il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. 
Tre le scosse più forti. Una di magnitudo 6 è stata registrata alle 3:36. L'epicentro a 2 chilometri da Accumoli (Rieti) e 10 da Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) ed Amatrice (Rieti). L'ipocentro è stato a soli 4 km di profondità. Seconda e terza scossa sono state registrate alle 4:32 e 4:33. Hanno avuto epicentro in prossimità di Norcia (Perugia), Castelsantangelo sul Nera (Macerata) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Gli ipocentri sono stati tra gli 8 e i 9 km. Oltre 50 finora (alle 6:40) le repliche di magnitudo superiore a 2, cinque delle quali di magnitudo 4 o superiore.
Gravissimi danni ad Amatrice, dove il corso principale è devastato. "E' un dramma. Metà paese non c'è più", ha detto il sindaco, "le strade di accesso sono bloccate". L'ospedale di Amatrice è inagibile. Feriti e barelle vengono curati anche in strada davanti all'ospedale. Le ambulanze stanno trasferendo i feriti a Rieti, mentre i pazienti del nosocomio vengono trasferiti in altri ospedali. All'arrivo alle porte di Amatrice, provenendo dall'Aquila sulla strada 260 Picente, il Ponte chiamato 'A tre occhi' sopra il torrente Castellano è pericolante, si è affossato dopo il crollo di un muro sottostante. Già a 15 km da Amatrice nelle frazioni di Montereale (L'Aquila) la gente è in strada. A 10km sono visibili sugli edifici crepe e cadute di intonaco.
AMATRICE ALLE PRIME LUCI DELL'ALBA. DISTRUTTA
Situazione molto grave anche ad Accumoli. Un uomo di 65 anni è stato estratto vivo dalle macerie di una delle abitazioni crollate ad Accumoli, secondo quanto riferiscono fonti sanitarie. Il recupero è avvenuto in un altro punto rispetto a quello dove si sta cercando la famiglia composta da una giovane coppia e due bambini. Sul posto sono al lavoro due escavatori. L'impiego della ruspa si alterna con le ricerche a mani nude, svolte da squadre dei Vigili del Fuoco e del soccorso alpino e speleologico della Guardia di Finanza.
Due persone sono morte nel crollo della loro abitazione a Pescara del Tronto, una frazione di Arquata vicina all'epicentro, pochi chilometri prima di Accumoli, provenendo dalla Ss4. Si tratterebbe di una coppia di anziani coniugi. Una bambina di pochi mesi, sembra nove, è stata estratta morta dalle macerie ad Arquata del Tronto. La bambina era nell'abitazione con i due genitori e sono stati estratti ancora vivi dalle macerie e portati in ospedale.  "Un unico blocco di macerie sulla strada, si scava". Questo quello che si vede all'arrivo del paese. "Siamo costretti a lasciare l' auto e a proseguire a piedi - dice la reporter dell'ANSA - la gente piange mentre cammina e si avvia verso il paese". Due bambini di 4 e 7 anni, fratellini, sono invece stati estratti vivi dalle macerie. Si sono salvati in quanto la nonna, dove erano ospiti, li ha infilati insieme a lei sotto al letto. La donna risponde da sotto le macerie. Tutta la frazione continua ad essere inaccessibile dalla statale. I volontari portano acqua e coperte.
Questo terremoto "è paragonabile, per intensità, a quello dell'Aquila anche se lo scenario è diverso", ha detto il capo del Dipartimento Protezione Civile Fabrizio Curcio.
Anche una nuova forte scossa, alle 4:34, è stata avvertita in tutto il centro Italia. In Abruzzo, all'Aquila, Teramo e Pescara la gente è scesa in strada. Forte rumore di crollo dalla parete est del Corno Piccolo sul Gran Sasso. A seguito del terremoto alcuni giunti di pilastri che sorreggono i viadotti della A25 tra Pratola e Cocullo (L'Aquila) si sarebbero mossi. Al momento sono in corso controlli, la circolazione resta comunque aperta e regolare.
CROLLA TUTTO NEL SUPERMERCATO CONAD DELL'AQUILA
In Umbria al momento non ci sono segnalazioni di danni. Popolazione in strada anche a Norcia. Nessun danno ad Assisi per le Basiliche di San Francesco per il forte terremoto avvertito anche nella città umbra. Lo ha detto all'ANSA padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento. La scossa ha svegliato l'intera comunità francescana. I frati e il capo restauratore Sergio Fusetti si sono subito nella Basilica superiore e in quella Inferiore per verificare la situazione. Al momento non risultano danni ma le verifiche proseguiranno nelle prossime ore.
E' stato mobilitato l'Esercito per far fronte all'emergenza. Una componente del 6/o reggimento Genio di Roma, con mezzi speciali, è partita verso le zone colpite dal sisma.