Nuova Sport Car e Bagagli: amministrazioni giudiziarie sotto inchiesta.
PALERMO - Dal consulente che guadagnava 5 mila euro al mese senza autorizzazione del giudice alle scarpe, 240 paia, scomparse dal magazzino. La gestione della Nuova Sport Car di Isola delle Femmine e dei negozi Bagagli di Palermo e provincia sono state tutto fuorché trasparenti.
L'inchiesta dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria è partita ascoltando le parole del dipendente di una concessionaria di macchine di Gela, nel Nisseno: “.... ma come si può prendere i soldi per vendere le macchine... c'è proprio lo schifo, lo schifo, lo schifo... mille euro dieci macchine... guardano solo alla propria tasca”. Il riferimento era a Giuseppe Rizzo, il direttore commerciale voluto da Virga alla Nuova Sport Car. La storia del pizzo sulle forniture delle macchine in uscita dalla concessionaria non è stata riscontrata, ma è venuto fuori tutto il resto.
A cominciare dallo stipendio mensile di Rizzo, pagato nonostante Virga non fosse stato autorizzato da Fabio Licata, giudice delegato della misura di prevenzione Rappa. Anzi, a giudicare dalle parole pronunciate da Virga, Licata aveva definito il compenso “una follia”. “Licata chiamò la Saguto su questo e disse ma tu hai mai autorizzato qualcuno a cinquemila euro al mese?... dice è una follia - raccontava Virga ad Alessio Cordova -... bisogna pensare una giustificazione di questo... non c'è nessun contratto di assunzione.... sul discorso di Giuseppe (Giuseppe Rizzo, ndr) se noi ne usciamo vivi... si trova una soluzione diversa...”.
La soluzione era, secondo l'accusa, quella di fare carte false per giustificare il compenso legandolo a fantomatiche provvigioni. Talmente false che Virga definiva il suo piano “una supercazzola” da prospettare al giudice, salvo poi rendersi conto che “se il problema è direttamente Rizzo e non abbiamo nemmeno modo di difenderci, siamo fottuti”.
Per la gestione della concessionaria Virga si avvalse della collaborazione, oltre che di Rizzo, anche di Alessio Cordova e Dario Majuri. Sono tutti indagati anche perché avrebbero ottenuto dei prezzi di favore per le macchine comprate da alcuni loro parenti. Gli sconti ammonterebbero a dodici mila euro. A proposito di macchine, Vincenzo Corrado Rappa, a cui la Nuova Sport Car è stata di recente restituita dal Tribunale, ha spiegato in aula a Caltanissetta, dove si è costituito parte civile, che “quando la concessionaria la gestivo io le auto aziendali erano solo due, ora ne ho trovate 68”.
Fra queste potrebbe esserci anche la Mercedes classe C di cui Rizzo parlava a Cordova. Majuri, stando alle sue parole intercettate, “si è assicurato la C station, da più di un mese, una 220 grigia, io pensavo che lo sapessi”. Oppure potrebbe esserci anche l'autovettura a cui faceva cenno Cordova: “... Alessandro la macchina la deve pagare.. Alessandro ci deve dare la macchina... noi gli abbiamo fatto il passaggio è nostra la macchina”.
Alessandro Kallinen Garipoli, pure lui indagato, era coadiutore di Virga nella gestione dei negozi Bagagli, il primo sequestro affidato da Saguto al giovane avvocato Walter, figlio di Tommaso, presidente di una sezione del Tribunale e membro del Csm (nella scorse settimane Tommaso Virga è stato assolto a Caltanissetta dall'accusa di abuso d'ufficio in un troncone del processo principale). Anche la gestione dei negozi, andati di recente in confisca perché considerati di proprietà della famiglia mafiosa Milano di Porta Nuova, non si è contraddistinta per la trasparenza.
Nel 2015 le cimici piazzate dentro la concessionaria di macchine registrarono il triste resoconto che un consulente fiscale faceva a Virga, Majuri e Cordova: “.. ci dovete mettere un punto... quella persona si è fottuta soldi, ma assai, ve lo assicuro io al 100 per cento... è un comportamento inaccettabile... per fortuna non sono io l'amministratore perché altrimenti gli andrei a rompere le corna”. Virga replicava: “.... gli ho detto chiaramente... Alessandro mi devi trovare i giustificativi... mi basta che siano credibili...”. Era Cordova a fornire le cifre del buco: “... mancano 7 mila euro, 6 mila euro, pigliamo noi i soldi, li mettiamo e appariamo tutte cose... però si deve togliere da in mezzo ai piedi”. Virga, Majuri e Cordova sono anche indagati perché avrebbero omesso di denunciare le appropriazioni indebite di Garipoli.
A quest'ultimo la Procura contesta 14.935 euro per l'amministrazione Rappa
(sono i compensi per attività che non avrebbe mai svolto) e 25.251 euro per l'amministrazione Bagagli nella quale, per stessa ammissione di Virga, “è stato perso il controllo della situazione... dal magazzino mancano 240 paia di scarpe... oggi c'è uno là dentro che ruba, che è dipendente se oggi noi lo allontaniamo ce ne usciamo meglio”. Garipoli ammetteva che nella contabilità del 2013 “c'è un bordello”. Così diceva a una commercialista secondo la quale, “mancano 12 mila euro... più altri soldi.... penso che mi manchino gli incassi di Bagheria, per 6 mila euro a dicembre 2013...”. In realtà, ultimati i conti, all'appello mancherebbero 25 mila euro, prelevati in contanti delle casse dei punti vendita. E le scarpe? Mai scovate, tranne le nove paia che i finanzieri trovarono a casa di Garipoli durante una perquisizione.
https://livesicilia.it/2019/03/01/macchine-soldi-e-scarpe-sparite-supercazzola-nei-beni-sequestrati_1039614/
Non si salva nessuno, tutti ad arraffare l'afferrabile a portata di mano...