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venerdì 14 giugno 2019

Gli attacchi odierni alle petroliere nel Golfo di Oman sono contro gli interessi dell’Iran – O no? - moonofalabama.org




Nelle prime ore del mattino, intorno alle 6:00 UTC, due petroliere nel Golfo di Oman sono state attaccate con armi di superficie. Entrambe le navi si trovavano a circa 50 chilometri a sud-est di Bandar-e Jask, in Iran, e a circa 100 chilometri ad est di Fujairah.
La Front Altair, una nave cisterna per il trasporto di petrolio grezzo lunga 250 metri e battente bandiera delle Isole Marshal, proveniva dagli Emirati Arabi Uniti e si stava dirigendo verso Taiwan. Il suo carico di 75.000 tonnellate di nafta si è incendiato e l’equipaggio ha dovuto abbandonare la nave.
La seconda nave attaccata è la Kokuka Courageous, una petroliera di 170 metri di lunghezza, battente bandiera panamense. Proveniva dall’Arabia Saudita e si stava dirigendo verso Singapore. La nave ha lo scafo aperto al di sopra della linea di galleggiamento, ma il suo carico di metanolo sembra essere intatto.
La nave iraniana di ricerca e salvataggio Naji ha raccolto i 44 membri dell’equipaggio delle due navi e li ha trasferiti a Bandar-E Jash. I prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 4%.
Questi attacchi arrivano un mese dopo che quattro navi ancorate nei pressi del porto di Fujairah (Emirati Arabi Uniti) erano state danneggiate da cariche esplosive attaccate agli scafi. Le indagini su questo incidente da parte degli Emirati Arabi Uniti non avevano indicato nessun colpevole, ma avevano suggerito che la responsabilità andava attribuita ad un’entità nazionale. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Bolton, aveva accusato l’Iran.
È probabile che forze mercenarie iraniane siano responsabili degli attacchi di maggio. Sembra però improbabile che l’Iran abbia qualcosa a che fare con gli attacchi di oggi.
I fatti di maggio erano stati seguiti da due attacchi di droni lanciati dalle forze Houthi nello Yemen contro il gasdotto saudita est-ovest, che consente ad una certa percentuale delle esportazioni saudite di evitare il passaggio attraverso lo stretto di Hormuz. Un terzo attacco era stato il lancio di un missile a medio raggio della Jihad islamica nella striscia di Gaza contro la città di Ashkelon, in Israele.
Tutti e tre gli attacchi erano stati avvertimenti diretti a tutti quei paesi che premono per un conflitto Stati Uniti-Iran, giusto per far capire che verrebbero seriamente danneggiati nel caso in cui l’Iran venisse attaccato.
L’attacco di oggi arriva però in un momento inopportuno per l’Iran. La rumorosa campagna anti-iraniana, iniziata da John Bolton ad aprile e a maggio, si era recentemente calmata.
Il presidente Trump sta cercando di costringere l’Iran a negoziare con gli Stati Uniti. Di recente, ha ricevuto alla Casa Bianca il Presidente della Svizzera. La Svizzera è la “potenza protettrice” che rappresenta gli interessi diplomatici degli Stati Uniti in Iran. Il ministro degli Esteri tedesco Maas era stato inviato in Iran per sollecitare concessioni da parte di Teheran. Attualmente, il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe è in visita a Teheran. Oggi ha incontrato il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Khamenei, ma non ha avuto successo nel convincere l’Iran a negoziare con Trump.
Anche se l’Iran continua a rifiutarsi di negoziare con gli Stati Uniti, almeno finché gli Stati Uniti manterranno le proprie sanzioni, non ha alcun interesse a turbare l’attuale fase diplomatica. L’Iran non avrebbe nulla da guadagnare da questi attacchi.
C’è qualcun altro che ha quasi silurato (letteralmente) gli attuali tentativi di mediazione?
Aggiornamento (11:30 utc, 7:30 orario del blog):
Alcuni tweet che il leader supremo dell’Iran ha rilasciato oggi, dopo il suo incontro con il Primo Ministro Abe, suggeriscono un motivo per cui l’Iran potrebbe essere costretto a compiere un gesto simile all’attacco verificatosi oggi:
Khamenei.ir @khamenei_ir – 9:36 UTC – 13 Jun 2019
Non crediamo affatto che gli Stati Uniti stiano cercando veri negoziati con l’Iran; perché trattative serie non verrebbero mai da una persona come Trump. La serietà è molto rara tra i funzionari degli Stati Uniti.
. @ AbeShinzo Il presidente degli Stati Uniti si è incontrato e ha parlato con lei alcuni giorni fa, anche dell’Iran. Ma dopo essere tornato dal Giappone, ha immediatamente imposto sanzioni all’industria petrolchimica iraniana. È forse questo un messaggio di onestà? Una cosa del genere dimostra che è disposto ad impegnarsi in veri negoziati?
Dopo l’accordo sul nucleare, il primo a violare immediatamente il JCPOA era stato Obama; la stessa persona che aveva richiesto trattative con l’Iran e che aveva inviato un mediatore. Questa è la nostra esperienza e, Sig. Abe, sappia che non ripeteremo la stessa esperienza.
La parola chiave qui è “petrolchimica“. Le petroliere colpite oggi erano cariche di nafta dagli EAU e di metanolo dall’Arabia Saudita. Entrambi sono prodotti petrolchimici e non semplicemente petrolio grezzo. Venerdì scorso, 7 giugno, gli Stati Uniti hanno sanzionato tutti gli scambi commerciali con il maggiore produttore petrolchimico iraniano. Queste sanzioni danneggeranno gravemente l’Iran.
Quando l’amministrazione Trump aveva iniziato a sanzionare, l’anno scorso, le esportazioni di petrolio dall’Iran, l’Iran aveva annunciato che non avrebbe giocato secondo le regole. Aveva affermato che si sarebbe rivalso nei confronti degli altri produttori del Golfo Persico, qualora non fosse stato in grado di esportare i suoi prodotti:
L’Iran ha minacciato di bloccare lo Stretto di Hormuz, un’arteria vitale per il trasporto del petrolio dal Medio Oriente. L’avvertimento è una risposta agli Stati Uniti, che stanno cercando di bloccare le esportazioni di greggio iraniano.

Il consigliere anziano per gli affari internazionali del capo supremo dell’Iran, Ali Akbar Velayati, ha dichiarato che il suo paese si vendicherà.
“La risposta più trasparente, completa e tempestiva era stata data da [Hassan] Rouhani, il presidente iraniano, durante il suo ultimo viaggio in Europa. La risposta era stata chiara: ‘se l’Iran non può esportare petrolio attraverso il Golfo Persico, allora nessuno potrà,’“aveva detto Velayati parlando alla riunione del Gruppo Valdai, in Russia. “O tutti esporteranno, o non lo farà nessuno,” aveva aggiunto.
Ora possiamo applicare la parola chiave usata oggi da Khamenei a queste frasi: “se l’Iran non può esportare prodotti petrolchimici attraverso il Golfo Persico, nessuno lo farà.” “O possono esportare tutti, o nessuno.”
Che l’Iran possa avere i suoi motivi non significa o prova che sia responsabile dell’attacco di oggi. Rischiare di affondare due navi cisterna straniere in acque internazionali non è una cosa che un Iran, solitamente prudente, farebbe a cuor leggero. Potrebbe averlo eseguito qualcun altro per potergli dare la colpa.
Comunque, indipendentemente dal fatto che l’Iran sia o no coinvolto, le parole di Khamenei sono un messaggio molto serio che Abe, l’inviato di Trump in Iran, capirà e riferirà alla Casa Bianca.
Moon of Alabama
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

sabato 27 maggio 2017

G7: intesa su freno al protezionismo. Trump e Merkel disertano le conferenze stampa finali.

G7: intesa su freno al protezionismo. Trump e Merkel disertano le conferenze stampa finali

Insolita decisione dei leader di Stati Uniti e Germania. Concluso il vertice con i Paesi africani sul tema delle migrazioni. Nuova riunione dei Grandi Sette fino alle 15. Prime indiscrezioni sul dossier: stallo sul clima, "più tempo agli Usa" per prendere decisione sull'accordo di Parigi.

TAORMINA - Quello di oggi è il secondo e ultimo giorno di quello che è stato definito "il G7 più impegnativo degli ultimi anni". Dopo la prima giornata di vertice, conclusasi con l'accordo sul terrorismo, restano ancora divergenze tra i leader riguardo al clima, alla questione migranti e al commercio internazionale. Secondo le prime indiscrezioni sul dossier finale del G7, è stata raggiunta un'intesa comune sul nodo della lotta al protezionismo. Stallo invece sul rispetto degli accordi di Parigi sui cambiamenti climatici: agli Stati Uniti è stato concesso più tempo per prendere una decisione.

Il vertice con i Paesi africani. Il programma di inizio mattina prevedeva all'hotel San Domenico a Taormina una sessione "outreach" dedicata al tema delle grandi migrazioni. Presenti i leader di Tunisia, Niger, Nigeria, Kenya ed Etiopia, alcune organizzazioni internazionali, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale. Assente la premier britannica Theresa May, ripartita ieri pomeriggio per seguire da vicino le indagini sulla strage avvenuta lunedì a Manchester. Al termine del vertice, foto di gruppo in giardino, prima dell'inizio del nuovo vertice tra i 'Sette Grandi'.

Ad aprire i lavori il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: "Quest'anno abbiamo messo al centro di questa sessione aperta i rapporti con l'Africa. Già Taormina e la Sicilia dicono quanto è importante per noi il rapporto con l'Africa, ci troviamo nel cuore del Mediterraneo e oggi la discussione si concentra sull'esigenza di partnership a tutto campo tra G7, organismi internazionali e Paesi africani". Il premier ha aggiunto che "oltre all'innovazione della produttività", all'Africa servono "infrastrutture di qualità e investimenti per lo sviluppo del capitale umano", per poi ricordare che il prossimo G20, in programma il 7 e 8 luglio in Germania, "avrà una linea di continuità con l'incontro di oggi, dedicando attenzione particolare all'Africa e all'attrazione degli investimenti". Il primo ministro italiano ha sottolineato come l'agenda del G7 debba dialogare "con quella per lo sviluppo per l'Africa, l'agenda 2063, che è un caposaldo strategico per lo sviluppo del Continente".

E al termine della sessione estesa ai leader dei Paesi africani è arrivato un post di Donald Trump su Twitter: "Un grande meeting del G7 oggi. Molte importantissime questioni in discussione. In cima alla lista naturalmente il terrorismo".

Il presidente americano ha anche comunicato che "molti Paesi della Nato sono stati d'accordo ad aumentare il loro contributo considerevolmente, come dovrebbero. Se il denaro comincerà ad essere versato la Nato sarà molto più forte".

Niente conferenza stampa finale per Trump e Merkel. A sorpresa, la cancelliera tedesca e il presidente americano non parleranno al termine della seconda giornata di lavori del G7. Merkel avrà solo un breve colloquio con i giornalisti tedeschi e non con la stampa internazionale. 


Trump invece lascerà Taormina dopo il pranzo di lavoro con gli altri leader, per recarsi alla base di Sigonella, dove parlerà in quello che secondo il suo portavoce Sean Spicer "non sarà solo un messaggio alle truppe" Usa. Poi l'imbarco sull'Air Force One che lo riporterà con la first lady Melania a Washington. Al suo posto, parleranno con la stampa il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, generale H.R. McMaster, ed il direttore del Consiglio economico, Gary Cohn.

Decisioni insolite, che sottolineano il gelo tra i due leader dopo le polemiche emerse ieri in seguito ad alcune dichiarazioni di Trump, che ha definito i tedeschi "molto cattivi" sul commercio internazionale. Si terranno invece regolarmente le conferenze del premier italiano Paolo Gentiloni alle 15, e a seguire, salvo cambiamenti di programma, quelle del presidente francese Emmanuel Macron, del premier giapponese Shinzo Abe e del premier canadese Justin Trudeau.

Commercio internazionale. Il tema del commercio internazionale risulta essere "ancora una questione aperta". Il nodo riguarda la decisione di includere o meno nel documento finale una condanna ad "ogni forma di protezionismo". Ma da quanto emerge, gli Stati Uniti, pur continuando a prediligere la strada degli accordi bilaterali, avrebbero accettato che nel comunicato finale sia inserita l'espressione "lotta al protezionismo". Un traguardo che, secondo fonti diplomatiche, è un grande successo della presidenza italiana e del G7 nel suo insieme.

Clima. Secondo quanto trapela da alcune fonti al G7, dopo "un confronto franco e onesto" sulla questione del clima ci sarà "un'unica dichiarazione a sette" al termine del vertice, nella quale i sei altri partner si impegneranno "a lasciare più tempo agli Stati Uniti per prendere una decisione sull'accordo di Parigi". Una presa d'atto dello stallo sul tema del rispetto dell'accordo sui cambiamenti climatici. I Paesi europei, sostenuti da Giappone e Canada, si sono impegnati a fondo per spiegare agli Usa le ragioni "non solo ambientali, ma anche economiche" che spingono a favore dell'accordo di Parigi.

Migranti. Il tema è ancora in discussione nella riunione di oggi, ma da quanto trapela da Taormina c'è consenso sulla formulazione degli impegni sui migranti nel comunicato finale dei Sette. Non vi sarà tuttavia un documento separato, allegato al comunicato, contenente un piano per la gestione dei flussi migratori.

Caso Russia-Ucraina. All'ordine del giorno anche una discussione sulla crisi tra Russia e Ucraina: nel dossier finale i Sette Grandi si impegneranno a prendere "ulteriori azioni" nei confronti della Russia, se non rispetta gli accordi di Minsk sull'Ucraina. Sulla necessità di non levare le sanzioni a Mosca ci sarebbe quindi anche l'accordo degli Usa.

Tensione a Giardini Naxos. Proprio mentre a Taormina i leader saranno impegnati nelle conferenze stampa finali, nella vicina Giardini Naxos è previsto un corteo "no summit", in cui sono attese più di tremila persone. Un'ordinanza del sindaco Lo Turco ha previsto per oggi la chiusura di negozi, scuole e uffici. Tuttavia, molte attività sono chiuse già da ieri per timore di scontri tra i manifestanti e le forze dell'ordine. I commercianti della zona hanno realizzato barriere in legno e alluminio a protezione delle proprie vetrine.


http://www.repubblica.it/esteri/2017/05/27/news/taormina_g7_secondo_giorno-166531413/

G7?
Più che di G7 io parlerei del G1+6...: gli USA + gli altri.
Grande confusione, pertanto, su "protezionismo" e "clima", uniche certezze, invece, sulle sanzioni alla Russia.
Gentiloni: "..all'Africa servono "infrastrutture di qualità e investimenti per lo sviluppo del capitale umano.."
Questi personaggi alquanto bizzarri, son bravi a stabilire ciò che serve alle altre popolazioni, mentre sono pessimi amministratori delle popolazioni che sono stati chiamati a governare.
Paradossi e dintorni.
"Niente conferenza stampa finale per la Merkel." 
Ha, ha, ha....La Merkel non si fida dei nostri giornalisti...neanche io mi fiderei...
"Trump, invece, lascerà Taormina per recarsi alla base di Sigonella."
Naturamente, Trump a Sigonella è a casa sua....