Visualizzazione post con etichetta Sicilia.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sicilia.. Mostra tutti i post

domenica 6 luglio 2014

Sicilia, 100 milioni di buco nella sanità. Corte Conti: “Bilancio incongruente”. - Giuseppe Pipitone

Sicilia, 100 milioni di buco nella sanità. Corte Conti: “Bilancio incongruente”

Tra gli altri rilievi della magistratura contabile anche il doppio dei dirigenti rispetto alle altre Regioni. Ma il presidente Crocetta è soddisfatto: "E' stato riconosciuto il lavoro fatto".
Quindici miliardi di euro di residui attivi, un dirigente ogni 9 dipendenti, cento milioni di buco nella sanità. Sono rilievi pesanti quelli che la Corte dei Conti ha riservato al bilancio 2013 dellaRegione Sicilia. I magistrati contabili, nei giorni scorsi, hanno dato il via libera all’esercizio di bilancio 2013, ma il ritratto dei conti regionali tratteggiato dal giudizio di parifica è impietoso. “Nel riconoscere la parifica del bilancio della Regione la Corte dei Conti riconosce al governo il lavoro già realizzato e le proposte di riforma contenute in alcuni significativi settori di intervento” ha commentato entusiasta il governatore Rosario Crocetta. Leggere il giudizio della Corte però consiglierebbe di frenare gli entusiasmi. “Incongruente” è l’aggettivo utilizzato più spesso dai magistrati per definire il bilancio di Palazzo d’Orleans.
Prima tegola, come capita ormai da anni, è il capitolo dei residui attivi, i crediti mai riscossi dalla Regione Sicilia, che hanno ormai raggiunto quota 15 miliardi di euro, 11 ereditati dalle passate amministrazioni. Diminuiscono, seppur di poco, i debiti della Regione: 5 miliardi di euro il passivo, che però presto potrebbe tornare a crescere “a causa della crisi economica e dei tagli imposti dallo Stato” scrivono sempre i magistrati contabili. Una vera e propria grana è invece rappresentata dalla Sanità che nel 2013 ha fatto registrare un buco di quasi cento milioni di euro.
Un capitolo a parte è invece rappresentato dalla questione inerente ai dirigenti: in Sicilia sono 1800: in pratica uno ogni nove dipendenti, più del doppio rispetto alle altre regioni dove il rapporto e di uno ogni venti. Il procuratore generale Diana Calaciura ha poi puntato il dito sulla dilagante corruzione nella pubblica amministrazione. Una corruzione che, secondo il magistrato, si mostra anche con il volto di “consulenze inutili e incarichi fiduciari”. “Lo diciamo anche noi da tempo” ha commentato Crocetta, finito nel frattempo al centro delle polemiche per un accordo siglato col ministero delle Finanze. “La Regione Siciliana – si legge nel testo sottoscritto il 5 giugno – si impegna a ritirare tutti i ricorsi contro lo Stato pendenti dinnanzi alle diverse giurisdizioni relativi alle impugnative di leggi in materia di finanza pubblica promossi prima del presente accordo, o comunque di rinunciare per gli anni 20014-2017 agli effetti positivi sia in termini di saldo netto da finanziare che in termini di indebitamento netto che dovessero derivare da eventuali pronunce di accoglimento”. In pratica il governatore rinuncia preventivamente ad incassare qualsiasi indennizzo dovuto alla vittoria di contenziosi contro lo Stato, in cambio di una rinegoziazione del patto di stabilità, che porterebbe liquidi per 500 milioni nelle casse regionali. “È un traditore dei siciliani – lo ha attaccato l’ex assessore al Bilancio Gaetano Armao – Con una firmetta disinvolta ha buttato a mare contenziosi che hanno e che avrebbero dato ingenti risorse alla Sicilia, ma soprattutto svilito ogni forma di autonomia finanziaria”.

martedì 11 febbraio 2014

Sicilia, i nomi e le foto dei 15 dipendenti regionali arrestati: hanno rubato 800.000 euro.



Sono quindici le persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Iban” dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo che hanno smascherato una truffa ai danni della Regione siciliana. Al centro dell’indagine le forniture dell’Assessorato alla Formazione professionale. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura, nei confronti di due imprenditori e tredici dipendenti regionali ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di peculato, truffa aggravata nei confronti dello Stato, turbata liberta’ degli incanti e falsita’ materiale ed ideologica. L’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare conclude una complessa attivita’ investigativa sviluppata dai Carabinieri della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Alessandro Picchi.

I provvedimenti sono stati notificati a Emanuele Currao, 46 anni, di Palermo, funzionario direttivo dell’amministrazione regionale, che e’ finito in carcere; all’imprenditore Mario Avara, 49 anni, di Palermo, anche lui condotto in carcere. Mentre sono finiti ai domiciliari Concetta Cimino, 67 anni, di Caltanissetta, dirigente dell’amministrazione regionale in pensione; Marco Inzerillo, 49 anni, di Lucca Sicula (AG), funzionario direttivo regionale; Gualtiero Curatolo, 47 anni, di Palermo, cassiere regionale; Maria Concetta Rizzo, 49 anni, di Palermo, istruttore direttivo regionale; Maria Antonella Cavalieri, 52 anni, di Palermo, istruttore direttivo regionale; Federico Bartolotta, 60 anni, di Palermo, istruttore direttivo regionale; Vito Di Pietra, 43 anni, di Palermo, collaboratore regionale; Giuseppina Bonfardeci, 51 anni, di Palermo, istruttore direttivo regionale; Giampiero Spallino, 43 anni, di Palermo, collaboratore amministrativo regionale; Carmelo Zannelli, 46 anni, di Palermo, collaboratore amministrativo regionale; Michele Ducato, 54 anni, di Palermo, funzionario direttivo regionale; Marcella Gazzelli, 48 anni, di Palermo, collaboratore amministrativo regionale; l’imprenditore Amedeo Antonio Filingeri, 51 anni, originario di Borgetto (PA).
Ammonta ad oltre 800.000 euro la truffa scoperta dalla Procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di 15 persone, tra cui tredici dipendenti regionali siciliani. E’ quanto confermano il Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo e dal Procuratore aggiunto Leonardo Agueci nel corso della conferenza stampa in corso in Procura. Si tratta di soldi publici distratti a favore degli indagati. Uno degli arrestati, Emanuele Currao, avrebbe anche realizzato con parte degli introiti, come spiegano i magistrati, un appartamento a Sciacca (Agrigento) che e’ stato sequestrato.

martedì 16 ottobre 2012

Elezioni Sicilia, Miccichè e il comizio nella piazza vuota



Una piazza desolatamente vuota e un gruppo di contestatori con tanto di striscione (“17 anni con Lombardo, Cuffaro, Dell’Utri, Berlusconi. Miccichè, togliti da..le liste elettorali”) hanno accolto l’ultimo comizio di Gianfranco Miccichè, leader di“Grande Sud” e candidato alla presidenza della Regione Sicilia. Il triste scenario, documentato da Officina93018 e rilanciato da Beppe Grillo nel suo blog, si è presentato a Santa Caterina Villarmosa, in provincia di Caltanissetta.

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/10/15/sicilia-micciche-comizio-nella-piazza-vuota/207573/

domenica 7 ottobre 2012

Mangia Franco, un “politico” onesto. - Tony Siino

Mangia Franco, un politico onesto


In extremis prima del divieto per la cartellonistica sono apparsi alcuni 6×3 del candidato (finto) Franco Mangia schierato nella lista 5 kili a sostegno del presidente Barabba. Al grido di «…ma quale pilu…vuliemu a pila!!» potrebbe mietere grandi consensi (ma non essere eletto) proprio per l’onestà dei suoi obiettivi: villa a sua moglie, SUV a suo figlio e cabina a Mondello a sua suocera… Dietro al cartellone ci sono i comici Matranga e Minafò, già protagonisti di una indimenticabile parodia di Massimo Costa alle comunali.

Eccolo in azione in video.



http://www.rosalio.it/2012/10/01/mangia-franco-un-politico-onesto/

mercoledì 26 settembre 2012

Sicilia, pignorati i conti dell’Assemblea regionale: stop agli stipendi. - Giuseppe Pipitone


Sicilia, pignorati i conti dell’Assemblea regionale: stop agli stipendi


I dipendenti del Parlamento più antico d'Europa domani non percepiranno lo stipendio: non era mai successo. Tutto nasce dalla sentenza del tribunale del lavoro che ha dato ragione a 76 dipendenti riconoscendo scatti d'anzianità dal 2005.

Per anni è stato l’obiettivo di ogni siciliano alla ricerca di un lavoro sicuro. Da domani però il mitico “posto fisso alla Regione” rischierà di perdere la simbolica aurea di stabilità eterna. Per la prima, infatti, ai dipendenti dell’Assemblea Regionale Siciliana non verrà, accreditato lo stipendio come accade ogni 27 del mese da 67 anni. A comunicarlo agli oltre trecento dipendenti dell’Ars una striminzita circolare che ha spiegato come i conti correnti del parlamentino siciliano siano al momento congelati e gli stipendi di settembre verranno quindi “differiti”. Come dire che le casse del parlamento più antico e ricco d’Italia sono al momento inaccessibili.
Ieri è stato infatti notificato a Palazzo dei Normanni un decreto ingiuntivo da quasi 24 milioni e trecentomila euro. Il congelamento dei fondi dell’Ars da parte del tribunale è dovuto ad un ricorso presentato da 72 dipendenti della stessa assemblea che lamentavano il mancato avanzamento di carriera. I dipendenti dell’Ars, assistenti parlamentari e amministrativi, hanno diritto ad un aumento di stipendio fisso ogni due anni fino al massimo di quattro mila e cinquecento euro netti.
Alcuni di questi scatti di carriera, e quindi di stipendio, sarebbero però stati ignorati dall’Assemblea regionale. I dipendenti hanno quindi fatto causa al loro datore di lavoro nel 2010 e nel marzo scorso hanno ottenuto una sentenza favorevole. Ma nonostante la sentenza sia divenuta esecutiva l’ente regionale ha continuato a fare orecchie da mercante, ignorando le sollecitazioni dei dipendenti. Che a questo punto hanno deciso di ricorrere alle maniere forti. Il problema è che dopo aver ricevuto il super pignoramento da quasi 25 milioni di euro, all’Assemblea regionale si sono accorti di non avere abbastanza denaro in cassa. E i conti correnti del parlamento più ricco d’Italia sono stati quindi sigillati dal tribunale.
Nel luglio scorso, causa di un errore nei fondi trasferiti dall’assessorato al Bilancio, erano slittati di qualche giorno gli emolumenti degli stipendi da 13 mila euro dei novanta deputati regionali siciliani. In quell’occasione il presidente dell’Ars, il pidiellino Francesco Cascio, aveva protestato animosamente contro il governo di Raffaele Lombardo per il lieve ritardo dell’accredito degli stipendi agli onorevoli. “L’assessore all’Economia, Gaetano Armao, tratta l’Ars alla stregua di un qualunque fornitore o di una partecipata della Regione. Ciò non è consentito” aveva tuonato dallo scranno più alto di palazzo dei Normanni.
Oggi, a proposito del maxi pignoramento, spiega invece di aver già fatto ricorso contro la sentenza che blocca i fondi dell’ente da lui presieduto. “Abbiamo ragionevoli speranza di vincere quel ricorso – racconta – anche perché nel frattempo le regole sugli scatti di anzianità sono state modificate dal Consiglio di presidenza”. Nel frattempo però tutti i 270 dipendenti dell’Assemblea rimarranno senza stipendio. E, ironia della sorte, tra loro ci sono anche i 72 dipendenti querelanti, autori del maxi decreto ingiuntivo, che in pratica hanno causato il blocco dei loro stessi stipendi e di quelli dei loro colleghi.