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mercoledì 31 agosto 2016

Lavoro, a luglio disoccupazione giovanile è salita di 2 punti al 39,2%. Occupati giù dello 0,3%, inattivi in aumento di 0,4%.

Lavoro, a luglio disoccupazione giovanile è salita di 2 punti al 39,2%. Occupati giù dello 0,3%, inattivi in aumento di 0,4%

Il tasso complessivo dei senza lavoro rilevato dall'Istat è calato dall'11,5 all'11,4% perché ci sono più scoraggiati, cioè persone che hanno smesso di cercare un posto. Positivo l'andamento del tasso di occupazione degli over 50, mentre per i più giovani scende.

A luglio il mercato del lavoro italiano ha tirato il freno. Dai dati Istat diffusi mercoledì emerge infatti che gli occupati, dopo quattro mesi di aumento, sono tornati a calare scendendo dello 0,3% (-63mila unità) rispetto a giugno. Nel frattempo gli inattivi  sono aumentati dello 0,4% (+53mila) e il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi, è risalito di 2 punti percentuali rispetto a giugno, tornando al 39,2%. Cioè il livello dell’inizio dell’anno. L’istituto sottolinea come dal calcolo siano esclusi i ragazzi che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. L’unico dato positivo è il calo della disoccupazione generale, che è passata dall’11,5 all’11,4%. Ma questo dipende appunto dal fatto che ci sono più persone “scoraggiate“, che hanno smesso di cercare lavoro per cui dal punto di vista statistico non fanno più parte della platea dei disoccupati.  
Tornando agli occupati di tutte le fasce di età, rispetto allo stesso mese del 2015 sono 266mila in più (+1,2%). Il calo su base mensile è attribuibile sia agli uomini sia – in misura maggiore – alle donne e riguarda gli autonomi (-68mila), mentre restano sostanzialmente invariati i dipendenti. C’è però molta variabilità nelle diverse fasce di età: si conferma la tendenza di un calo degli occupati under 49 e di un aumento di quelli over 50, per effetto dell’aumento dell’età pensionabile. In particolare a luglio si sono contati oltre 48mila occupati cinquantenni in più rispetto a giugno (+0,6%) a fronte di 43mila occupati sotto i 25 anni in meno (-4,4%), 38mila occupati tra i 25 e i 34 anni in meno (-0,9%) e 29mila occupati tra i 35 e i 49 anni in meno (-0,3%). Anche nel confronto con lo scorso anno l’aumento maggiore dell’occupazione riguarda i lavoratori più anziani (+402mila, +5,4%), mentre tutte le altre fasce di età risultano in calo tranne gli under 25 (+9mila, +1%).
La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta anch’essa dopo quattro mesi di calo. L’aumento riguarda le donne a fronte di una sostanziale stabilità degli uomini. Il tasso di inattività risulta pari al 35,2% (+0,2 punti percentuali), prosegue l’Istat.
Nell’arco del trimestre maggio-luglio l’aumento degli occupati (+0,7%, pari a +157mila) si associa ad un calo degli inattivi (-1,3%, pari a -185mila), mentre i disoccupati risultano in aumento di 4mila unità.

lunedì 13 maggio 2013

Politiche giovanili, la beffa del fondo per l’occupazione svuotato dai partiti. Thomas Mackinson


Politiche giovanili, la beffa del fondo per l’occupazione svuotato dai partiti


Letta ha dichiarato che sostenere il lavoro dei giovani sarà la sua "ossessione". Ma gli stanziamenti dedicati, falcidiati dagli ultimi governi, vanno a iniziative opache e non sono monitorati. La Compagnia delle Opere, ad esempio, si accaparra un importo superiore al costo del suo progetto e si tiene il resto. Poi c'è il sito per giovani imprenditori, che costa 350mila euro e fa 20 utenti al mese.

Un fondo per i giovani che non ha più fondi, gestito in modo caotico e opaco, che premia progetti a volte misteriosi e spesso non rendicontati. E che in cinque anni ha visto scivolare via oltre 500 milioni di euro. E’ il ramo secco dello Stato su cui Enrico Letta punta per legittimare ulteriormente il suo governo di larghe intese, con tanto di impegno pubblico a fare dell’occupazione giovanile la sua “ossessione”. Le radici le ha proprio in ufficio, nella presidenza del Consiglio, titolare del “Fondo politiche giovanili”, una cassa di finanziamento falcidiata dai tagli e da cui più soggetti hanno attinto. C’è, ad esempio, la Compagnia delle Opere che si fa finanziare un progetto, spende meno del previsto, e si tiene la differenza. Ci sono le domande di partecipazione a un bando da un milione di euro che nessuno si è premurato neppure di aprire e restano lì, sigillate, a invecchiare come il vino. Un museo che organizza master per under 30 ma ci mette le sue guide e ci realizza un cofanetto promozionale. E poi c’è un sito, giovaneimpresa.it, che doveva diventare il punto di riferimento per tutte le iniziative pubbliche di sostegno all’imprenditorialità giovanile. Ma, in realtà, è divenuto l’emblema di come vanno le cose quando la politica mette il cappello sui giovani: è costato 350mila euro, attinti sempre dal fondo di cui sopra, ma è un relitto nella rete che totalizza 200 visitatori in dieci mesi, 20 al mese, meno di uno al giorno.
Tutto con il logo della Presidenza del Consiglio, quella che – in continuità tra centrosinistra e centrostra – ha formalmente elevato il tema dell’occupazione giovanile, issandolo come una bandiera sul tetto di Palazzo Chigi. Enrico Letta era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio quando Romano Prodi, il 17 giugno del 2006, un mese dopo l’insediamento, istituiva il primo fondo. Per due anni, però, rimase dormiente: i decreti attuativi arrivarono tardi, quando il governo dell’Unione si era già polverizzato. Nel 2008 Berlusconi se li ritrovò predisposti e pensò bene di crearci attorno perfino una delega ad hoc, quella di Giorgia Meloni, rigorosamente senza portafoglio. Tutti, sinistra e destra, a dire che l’importante è investire sui giovani. Ma i numeri dicono il contrario, raccontano un’altra storia: i fondi per le politiche giovanili sono stati via via svuotati e tagliati negli anni fino a lasciare le briciole. Molti programmi, in nome dei vincoli di spesa e dell’austerità, dovranno presto limitarsi a utilizzare i residui passivi delle gestioni precedenti, altri non riceveranno più un euro. Nel complesso la “dote” giovani è calata di due terzi in quattro anni.
Il capitolo di missione dedicato allo sport e al servizio civile, ad esempio, è sceso da 173 a 71 milioni (nella nota di previsione del 2013 a 64) con un taglio del 60%. Tanto che è appena stata depositata un’interrogazione per chiederne l’integrazione. Scorrendo poi le singole voci del bilancio della Presidenza si capisce meglio cosa intendesse Mario Monti quando un anno fa parlava di una “generazione perduta sulla quale mi chiedo se valga la pena investire”. Già nella nota di bilancio 2011 si spiegava che sul “Fondo di credito ai giovani” (cap. 848) “non è possibile allocare alcuna nuova disponibilità”. Idem per il “Fondo di garanzia per l’acquisto prima casa” (cap. 893), istituito nel 2008, che tre anni dopo non sarà neppure finanziato. Stesso destino per il “Fondo per le comunità giovanili” (cap.884).
La Corte dei Conti, a marzo, ha cercato di capire come sono stati spesi i soldi per il “Fondo per le politiche giovanili”. I magistrati contabili rilevano alcune “criticità” evidenti , sia in ordine ai progetti finanziati, sia alla loro successiva gestione e rendicontazione, perlopiù sparpagliate su diversi ministeri, enti locali e di diritto pubblico come Invitalia o l’Agenzia nazionale per i Giovani. Il fondo, questo è certo, sta toccando il fondo: nel 2008 erano stati stanziati 150 milioni, che sono divenuti 100 l’anno successivo, poi 81 e infine 12 per il 2011. Insomma, l’investimento sui giovani anche per questo capitolo è decisamente in picchiata.
Le iniziative finanziate sono spesso opache e a volte del tutto “disallineate” agli scopi del finanziamento. Alcuni esempi? Un bando del 30 dicembre 2008 da 4,8 milioni ha finanziato un portale (www.giovaneimpresa.it) che alla fine della fase di test non ha superato i 200 accessi in 10 mesi ma è costato la bellezza di 350mila euro. “In seguito – scrivono i magistrati – si è fermato per la mancanza di ulteriori fonti di finanziamento, ed il portale è diventato, in sostanza, uno strumento ad uso della Comunicazione istituzionale del Ministro della Gioventù”. Una scatola vuota “il cui quadro complessivo evidenzia una sostanziale incorenza anche per la falcidia che ha subito nel tempo il Fondo per le politiche giovanili, il cui stanziamento per il 2012 è limitato a 8 milioni di euro”.
Un altro bando sotto la lente è quello del 23 gennaio 2008 per la “legalità e crescita della cultura sportiva”. Importo, 1 milione di euro. L’amministrazione non ha mai trasmesso il decreto di approvazione dell’iniziativa alla Corte in quanto “irreperibile”, con buona pace della legalità in calce al bando. Si scoprirà che non era mai stato emanato. Le domande di partecipazione erano però arrivate in plichi sigillati, numerate e catalogate. Alla fine vengono ammessi 55 progetti, ma quelli che hanno ricevuto il finanziamento, a tempo scaduto, saranno solo due.
“Manca un reale monitoraggio”, infine sui cofinanziamenti per 19 milioni di euro gestiti in compartecipazione con sei regioni. “I progetti si concludono con una mera presa d’atto delle relazioni che ne indicano la conclusione”. Tra questi il progetto della Compagnia delle Opere da 710mila euro dal nome emblematico: “Potter – Progetto e occasione per tessere trame educative”. I soldi servono a finanziare esperienze di lavoro e attività extrascolastiche. La nota si chiude con un rilievo non da poco: tra le fonti di finanziamento e la spesa effettiva c’è uno scostamento significativo, ma la quota pubblica che doveva essere pari al 70% non è stata rimodulata sulla spesa effettiva e la restituzione della somma eccedente non è mai avvenuta. In pratica la Cdo ha messo a carico del pubblico quanto avrebbe dovuto finanziare in proprio. Tanto pagano i giovani.
465mila euro messi a disposizione della Fondazione Centro Studi G.B. Vico per giovani imprenditori si scoprirà che sono andati a beneficio di un’altra categoria. Con quei soldi la Fondazione pagherà l’instradamento a 47 potenziali guide turistiche per il proprio museo vichiano (oltre a un confanetto promozionale sul filosofo di cui porta il nome). “Evidente che l’attività realizzata dal soggetto attuatore si focalizzano su tematice e azioni legate ai propri interessi che non ripondono a quelli del bando”. Anche per l’età dei destinatari della formazione: il bando indicava una fascia d’età compresa tra i 15 e i 30 anni, delle 47 unità che hanno ricevuto formazione, 21 superano i 30 anni ed in alcuni casi i 50 “e comunque non si forniscono notizie circa gli ulteriori sviluppi sotto il profilo dell’inserimento lavorativo dei soggetti coinvolti nella formazione”. Li chiamavano giovani. E gli sottraevano il futuro.

martedì 8 gennaio 2013

Lavoro, tasso disoccupazione giovanile a novembre 37,1%. Record dal ’92.


Lavoro, tasso disoccupazione giovanile a novembre 37,1%. Record dal ’92


Secondo l'Istat il tasso di disoccupazione a novembre resta all’11,1%, lo stesso livello di ottobre e quindi ancora ai massimi da gennaio 2004. A novembre 2012 tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro, ovvero disoccupate, sono 641 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione. Italia quarta per livelli di disoccupazione tra i giovani in Europa.

In Italia più di un giovane, tra i 15 e i 24 anni, non aveva un lavoro nel mese di novembre. Un dato drammatico se si pensa che è lo stesso tasso del 1992. Secondo i dati dell’Istat, infatti, il tasso di disoccupazione giovanile è stato pari al 37,1%: record assoluto, ai massimi sia dalle serie mensili, ovvero da gennaio 2004, sia dalle trimestrali, cominciate nel quarto trimestre di venti anni fa. A novembre 2012 tra i giovani italiani le persone in cerca di lavoro sono 641 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione nella stessa fascia d’età.
In generale a novembre gli occupati sono 22 milioni 873 mila, in diminuzione dello 0,2% sia rispetto a ottobre (-42 mila) sia su base annua (-37 mila). Il tasso di occupazione, pari al 56,8%, è in diminuzione di 0,1 punti percentuali “nel confronto congiunturale e invariato rispetto a dodici mesi prima” informa l’Istituto di statistica. Il tasso di disoccupazione a novembre resta all’11,1%, lo stesso livello di ottobre e quindi ancora ai massimi da gennaio 2004, inizio serie mensili, e dal primo trimestre del 1999, guardando alle serie trimestrali. Su base annua il tasso è in aumento di 1,8 punti.   
In termini generali la fotografia dell’Istat non è meno infelice. A novembre il numero di disoccupati resta vicino ai 2,9 milioni, precisamente pari a 2 milioni 870 mila, in lieve calo (-2 mila) rispetto a ottobre ma solo perché la diminuzione riguarda la sola componente femminile).  Su base annua, invece, la disoccupazione cresce del 21,4%, ovvero di 507 mila unità. A novembre 2012 gli occupati sono 22 milioni 873 mila, in diminuzione dello 0,2% sia rispetto a ottobre con un calo di 42 mila unità, sia su base annua, con una diminuzione di 37 mila unità. 
“A novembre l’occupazione maschile cala dello 0,2% in termini congiunturali e dell’1,5% su base annua. L’occupazione femminile cala dello 0,2% rispetto al mese precedente, ma aumenta dell’1,7% nei dodici mesi – rileva l’Istat -. Il tasso di occupazione maschile, pari al 66,3%, diminuisce rispetto a ottobre di 0,2 punti percentuali e di 0,9 punti su base annua. Quello femminile, pari al 47,3%, cala di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali, mentre cresce di 0,9 punti rispetto a dodici mesi prima”.
Rispetto a ottobre la disoccupazione aumenta dell’1,3% per la componente maschile e diminuisce dell’1,7% per quella femminile. “In termini tendenziali la crescita interessa sia gli uomini (+28,3%) sia le donne (+14,0%) – continua l’Istat -. Il tasso di disoccupazione maschile, pari al 10,6%, cresce di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre e di 2,2 punti nei dodici mesi; quello femminile, pari al 12,0%, cala di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e aumenta di 1,2 punti rispetto a novembre 2011″. Il quadro che ne emerge è quello di una crescita del numero di coloro che non hanno un’occupazione: “Il numero di inattivi aumenta nel confronto congiunturale per effetto della crescita sia della componente maschile (+0,1%) sia di quella femminile (+0,4%). Su base annua si osserva un calo dell’inattività sia tra gli uomini (-3,0%) sia tra le donne (-3,6%)”. 
“L’aumento della disoccupazione e le previsioni negative per il 2013 non sono un fallimento del governo Monti” dice il ministro del LavoroElsa Fornero, intervistata da Radio Capital. “Ci sono forze e tendenze di lungo periodo e noi paghiamo errori di lungo periodo – ha spiegato -. C’è molto nella riforma del lavoro che tende a contrastare la precarietà, soprattutto per giovani e donne, ma si deve dire che il lavoro non si fa a comando ma ricostituendo l’economia e migliorando la formazione”. Fornero ha sottolineato che al centro della riforma “c’è l’apprendistato” e che nei due mesi che restano lavorerà “ogni giorno per una aggiunta di costruzione al nuovo apprendistato”.  E sulla definizione dei giovani come schizzinosi, Fornero precisa: “E’ un episodio che rivela le difficoltà avute nella comunicazione. Io non ho detto che i giovani sono ‘choosy‘. Un tempo usavo dire ai miei studenti di non esserlo, oggi invece i giovani non sono nella condizione di esserlo, perché hanno solo lavori precari. E’ quasi il contrario di quanto mi è stato attribuito. Poi dire che non lo avevo detto è stato inutile, pazienza”.
Anche a livello europeo i dati sono sconfortanti. Cresce ancora il record di disoccupazione nell’Eurozona. A novembre 2012, secondo i dati Eurostat depurati dalle variazioni stagionali, ha raggiunto l’11,8% (11,7% a ottobre), pari a 18,8 milioni di persone. Nello stesso mese del 2011 i senza lavoro erano il 10,6%. In 12 mesi la disoccupazione ha colpito 2,015 milioni di persone in più. Nell’insieme dell‘Unione europea a 27, la disoccupazione a novembre scorso è stata registrata al 10,7%, stabile rispetto al mese precedente. A novembre 2011 era al 10,0%. Secondo l’ufficio europeo di statistica i senza lavoro nei 17 paesi della valuta comune in un mese i disoccupati sono cresciuti di 113.000 unità. In Italia la disoccupazione di novembre è all’11,1%, stabile rispetto a ottobre 2012. Dodici mesi prima era al 9,3%. In un anno i senza lavoro sono aumentati in 18 degli stati membri della Ue-27, si è ridotta in sette tra i quali la Germania (da 5,6% a 5,4%) e le repubbliche baltiche.
Gli aumenti più forti su base annuale, in Grecia (dal 18,9% al 26,0% registrato da settembre 2011 a settembre 2012), Cipro (dal 9,5% al 14,0%), Spagna (dal 23,0% al 26,6%) e Portogallo (dal 14,1% al 16,3%). A novembre scorso il tasso di disoccupazione giovanile nell’Eurozona ha raggiunto il 24,4% (24,2% ad ottobre), pari a 3,788 milioni di persone. Rispetto ad un anno fa, quando era al 21,6%, ci sono 420mila giovani disoccupati in più. L’Eurostat, per l’Ue a 27, indica un tasso di disoccupazione giovanile del 23,7%.  L’Italia, con il 37,1% di disoccupati tra i giovani fino a 25 anni registrato a novembre scorso, è quarta nell’Eurozona per i livelli di disoccupazione giovanile. A ottobre era al 36,5%, nel novembre 2011 al 32,2%. Peggio, soltanto la Grecia (57,6%, dati di settembre 2012), la Spagna (56,5%) ed il Portogallo (38,7%).
E "loro" che fanno? Si preoccupano di cucire alleanze e assicurarsi il posto in poltrona anche comprando voti, sempre ed esclusivamente con i nostri soldi.

venerdì 30 novembre 2012

Disoccupazione record tra i giovani A ottobre superata la soglia dell'11%.


Disoccupazione record tra i giovani   A ottobre superata la soglia dell'11%


Secondo l'Istat, il dato aumenta di 2,3 punti nei dodici mesi. Per la fascia d'età 15-24 anni è il dato peggiore sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia dall'inizio delle serie trimestrali, IV trimestre 1992. Grilli: "Peggioramento atteso". Camusso: "2013 ancora più pesante".

ROMA - Cresce la disoccupazione in Italia, superando la soglia dell'11% e raggiungendo l'11,1%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su settembre e di 2,3 punti su base annua. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e provvisori). Si tratta del tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie mensili). Guardando alle serie trimestrali è il maggiore dal primo trimestre 1999. "È chiaro che anche l'occupazione soffre, è un dato ovviamente negativo, ma atteso", ha detto il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, commentando la disoccupazione record, aggiungendo: "Se l'economia rallenta non si può pensare che l'occupazione migliori, anche nei nostri dati c'è un peggioramento nel 2013".

Giovani sempre più senza lavoro. Ancora più preoccupanti i dati che riguardano la disoccupazione giovanile (15-24 anni): a ottobre il tasso è al 36,5%, il livello più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia dall'inizio delle serie trimestrali, IV trimestre 1992. In questa fascia d'età, le persone in cerca di lavoro sono 639 mila. Il tasso di disoccupazione under 25 risulta così in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 5,8 punti nel confronto tendenziale. Analizzando i dati relativi al terzo trimestre 2012, invece, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale dal 26,5% del terzo trimestre 2011 al 32,1%, con un picco del 43,2% per le giovani donne del Mezzogiorno. Nel complesso nel terzo trimestre il numero deidisoccupati manifesta un ulteriore forte aumento su base tendenziale (+30,6%, pari a 581.000 unità). La crescita, diffusa su tutto il territorio nazionale, interessa entrambe le componenti di genere e in oltre la metà dei casi persone con almeno 35 anni. La crescita, spiega l'Istituto di statistica, è dovuta in un caso su due a quanti hanno perso la precedente occupazione. Il tasso di disoccupazione medio trimestrale (dati grezzi), fa sapere sempre l'Istat, è pari al 9,8%, in crescita di 2,1 punti percentuali rispetto a un anno prima. Nel dettaglio, l'indicatore passa dal 6,7% del terzo trimestre 2011 all'8,8% per gli uomini e dal 9% all'11% per le donne.

Sono 2 milioni e 870mila i senza lavoro. Il numero dei disoccupati, pari a 2 milioni 870 mila, aumenta del 3,3% rispetto a settembre (+93 mila unità). Su base annua si registra una crescita del 28,9% (+644 mila unità). La crescita della disoccupazione riguarda sia la componente maschile sia quella femminile.

Record anche di precari: 2,9 milioni. Nel terzo trimestre i dipendenti a termine sono 2 milioni 447 mila a cui si aggiungono 430 mila collaboratori, sommando le due categorie si arriva a 2 milioni 877 mila lavoratori precari, il massimo dall'inizio delle serie trimestrali relative, dal III trimestre 2004. Se si guarda solo ai dipendenti a tempo il record è dal III trimestre 1993.

Bersani: "Dato impressionante". La disoccupazione giovanile in Italia "è impressionante", ha commentato Pier Luigi Bersani nel corso del videoforum di Repubblica Tv. "Se non diamo un minimo di sprint all'economia - dice il leader del Pd - è inutile che ragioniamo su politiche specializzate. Ci si sta restringendo la coperta. Io chiedo: siamo solo in recessione? Possiamo riprenderci? Bisogna convincerci che bisogna fare un minimo di politiche espansive, per andare oltre al rigore. Serve qualcosa d'altro". 

Camusso: "2013 ancora più pesante". Bonanni: "Dobbiamo fare di più". Angeletti: "Nemmeno l'anno prossimo vedremo la luce". "I dati sulla disoccupazione sono la conferma che l'effetto recessivo della politiche economiche che ci sono state è stato molto profondo", ha commentato il segretario della Cgil, Susanna Camusso, durante un convegno presso la sede della Provincia di Roma. "Perché la scelta - prosegue Camusso - di non occuparsi delle politiche industriali da un lato e di sostegno dall'altro determina un crescente crisi dell'occupazione". E ha aggiunto: "Il 2013, sul piano occupazionale, sarà ancora più pesante del 2012, che già è stato l'anno più pesante della crisi". A margine di un convegno sulla maternità, poi, il numero uno di Corso d'Italia ha sottolineato che "c'è un tema che riguarda la cig in deroga e il suo finanziamento, circa 970 milioni per il 2013. Una cifra - ha proseguito Camusso - che come ha già detto la conferenza delle Regioni è assolutamente insufficiente per traguardare il 2013 e forse anche i primi mesi del 2013".

Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, i dati diffusi dall'Istat sono "drammatici", soprattutto per quanto riguarda i giovani e le donne. È "inutile piangersi addosso", ha sottolineato Bonanni, ma "bisogna fare tutti  insieme qualcosa di più" senza scaricare la responsabilità su altri".

Non vede la luce nemmeno per l'anno prossimo il leader della Uil, Luigi Angeletti: "In Europa le cose non vanno bene, ma in Italia vanno peggio. Nel mese di ottobre abbiamo perso 3mila posti ogni giorni, dall'inizio dell'anno 2mila ogni giorno. Nel 2013 continueremo ad essere in recessione, il quadro è drammatico perché dietro i numeri ci sono le persone. Credo che migliorerà- continua il sindacalista-, ma non che usciremo dalla recessione. È auspicabile e probabile che stiamo risalendo dal fondo ma non vedremo la luce nemmeno nel 2103 saremo sempre dentro il pozzo. La cosa da fare è ridurre le tasse sul lavoro, non esistono ricette migliori. A testimonianza di ciò potrei sostenere quello che è accaduto: più tasse, più disoccupati. È un'equazione semplice. Perché il nostro sistema economico perde competitività. Lo stato nonostante le tasse non avrà mai risorse necessarie. Questa è una drammatica illusione che molta gente continua a coltivare. La festa è finita? Per noi lo è già da un po'".

Sacconi: "Governo torni a legge Biagi". "Prosegue a un ritmo allarmante la crescita della disoccupazione, quella generale come quella giovanile", ha commentato il senatore del Pdl ed ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. "Solo nell'anno del governo Monti - dice - si è incrementata di 2,3 punti e di 600mila unità. E il governo deve ora riflettere da un lato sulla insufficienza delle politiche di crescita e, dall'altro, sui vantaggi immediati che potrebbero dare la immediata correzione della riforma del lavoro in termini di ritorno alla legge Biagi per le tipologie flessibili, un deciso sostegno all'apprendistato, la defiscalizzazione del salario di produttività definito dagli accordi di prossimità".

Confcommercio: "Dati confermano stato di crisi". Per l'Ufficio Studi della Confcommercio, i dati sulle dinamiche registrate dal mercato nel lavoro ad ottobre "segnalano l'accentuarsi delle difficoltà di ampi strati di popolazione a trovare un'occupazione. Infatti, il deciso aumento del tasso di disoccupazione è sintesi di una contenuta diminuzione degli occupati (-8 mila unità in un mese, -45 mila in un anno) e in misura particolarmente ampia della crescita delle persone che cercano attivamente un lavoro (+93 mila in un mese, +644 mila in un anno)".

Sono 18,7 milioni i disoccupati dell'Eurozona. Nell'Eurozona a ottobre sono stati registrati 18,7 milioni di disoccupati, pari all'11,7% dato in crescita (+0,1 punti) rispetto al mese precedente. Su base annua l'aumento della disoccupazione è stato di +1,3 punti (10,4% a ottobre 2011), colpendo 2,16 milioni di persone in più in 12 mesi. Lo rende noto Eurostat. I tassi più alti restano quelli di Spagna e Grecia, entrambe sopra il 25%, con una disoccupazione giovanile che si spinge verso il 60%.