“Che bellissima notizia”, esclama Rosario Rizzuto, presidente del Centro italiano di terapia genica e farmaci a RNA mentre guida verso Bologna. Un premio tempestivo e meritatissimo perché la scoperta dei due vincitori 2024 del Nobel per la Medicina, Victor Ambros e Gary Ruvkum, riconosce ai due scienziati americani il merito di aver compreso per primi il ruolo del microRNA nelle regolazione dei geni. “Un concetto rivoluzionario – continua Rizzuto – perché sui geni sappiamo moltissimo, ma su quei geni si siedono dei regolatori che stabiliscono il loro ruolo nella cellula e i due vincitori hanno capito che i microRNA, che si trovavano in giro ma ai quali non si attribuiva alcuna funzione, avevano non un ruolo casuale ma funzionale. Degli interruttori”.
Professore, un ruolo estremamente importante quello di regolazione dei geni, che può essere utile per affrontare – come del resto si sta cominciando a fare – anche patologie molto diverse tra di loro. Per non parlare del vaccino anti Covid che ha fatto conoscere le potenzialità a tutti quanti…
"Il microRNA è a tutti gli effetti un modulatore fine dell’orchestra delle nostre cellule. È vero, l’RNA è diventato noto per i vaccini antiCovid a mRNA, ottenuti clamorosamente in meno di un anno. Ma il campo dei vaccini a mRNA è solo una piccola parte delle potenzialità, perché in realtà con la scoperta premiata oggi, i microRNA e i siRNA, ogni cellula e ogni bersaglio all’interno della cellula diventa raggiungibile e può essere colpito”.
Per riuscire a fare del microRna un proiettile intelligente bisogna individuare per bene il bersaglio, però…
"Questo è il presupposto iniziale, certo. Ma se capisco quale particolare proteina ha un ruolo per esempio in un certo tipo di cancro posso immaginare molecole di microRNA capaci di raggiungere quella proteina e di correggerla. Una strategia che permette di “costruire” una molecola plastica in grado di arrivare direttamente lì dove è necessario che vada, intervenire e degradarsi subito dopo. Una medicina di precisione e personalizzata”
Come ricorda, in tempi di vaccini antiCovid il timore di alcuni, non suffragato da alcuna evidenza scientifica, era che l’RNA potesse modificare il patrimonio genetico umano.
"L’RNA è una molecola biologica che si degrada molto rapidamente, esercita la sua azione lì dove deve e poi sparisce. E’ una molecola sicura e certamente non modifica il patrimonio genetico”.
Come ci aiuterà a sconfiggere le malattie croniche, secondo lei?
"Serve un’azione molto mirata. Più siamo in grado di essere precisi e di individuare il meccanismo sbagliato alla base di una malattia e più avremo possibilità di successo. Serve una comprensione molecolare della malattia e una grande filiera in grado di trasferire questa tecnologia alla produzione di nuovi farmaci. Poi, certo, non tutti gli obiettivi sono così alla portata: agire sul cervello è più complicato che farlo sul fegato”.
Nel nostro Paese abbiamo le potenzialità per lavorare su questa tecnologia?
"Grazie ai fondi del PNRR abbiamo messo in piedi strutture di ricerca di grande livello ma bisogna investire di più e soprattutto dare continuità: non vorrei che i giovani assunti che stiamo formando ad un certo punto vadano all’estero. Abbiamo grandi potenzialità ma servono investimenti certi”.
Quali sono gli ambiti più promettenti dell’applicazione della tecnologia a microRNA?
"Tutte le malattie molecolari per definizione, come il cancro, che però ha tanti bersagli possibili. Ma anche le malattie neurodegenerative, per le quali non abbiamo cure adeguate, le malattie metaboliche, cardiovascolari, l’obesità, l’aterosclerosi. Tutte le malattie infiammatorie del fegato, come la cirrosi, o la fibrosi polmonare. Ma anche la sarcopenia, che provoca cadute degli anziani e trombosi da allettamento, riducendo la qualità della vita”.
Per uno scienziato è una specie di fiera dei balocchi: ovunque guardi vedi bersagli che possono essere colpiti. Tutto sta a trovarli, i bersagli…
"Nell’individuare i bersagli dobbiamo essere maniacalmente precisi. Ma non basta, bisogna poi capire se il problema è una eccessiva espressione o al contrario una minor espressione di alcune proteine. Quindi si deve cercare una sovraesposizione, o una sottoesposizione, come capita in alcuni tumori. Per essere chiari: se capisco che una particolare proteina è quella che voglio regolare allora introduco un microRNA in grado di spegnere una produzione eccessiva o di formare quelle proteina se al contrario c’è una sottoesposizione. Un interruttore, insomma. E noi siamo in grado di accenderlo e spegnerlo”.
Raccontato così cambia davvero le prospettive della Medicina futura…
"Le cambia radicalmente, e soprattutto cambia il tempo dalla scoperta all’applicazione terapeutica. Tempo che si è accorciato moltissimo. Grazie a una piattaforma “tipo”che permette di abbassare il colesterolo piuttosto che di inibire la degradazione muscolare. Davvero esaltante”.
https://www.repubblica.it/salute/2024/10/07/news/rosario_rizzuto_microrna_intervista-423540302/