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domenica 10 aprile 2022

Loro interpretano il nostro pensiero?


Leggo su "la Repubblica":

Sanzioni Russia, gli italiani favorevoli a restrizioni sull'import di gas e petrolio russo. Anche a costi più alti per le bollette. Quasi un italiano su due favorevole  a un blocco integrale delle importazioni da Mosca. Per il 60% è necessario un piano per la riduzione da fondi fossili. E l'80% degli intervistati ha già ridotto o è pronto a ridurre di un grado la temperatura dei termosifoni per ridurre i consumi.

Qui il link:

https://www.repubblica.it/economia/2022/04/08/news/sondaggio_yougov_energia-344643880/


Si, è vero, noi vogliamo sganciarci dall'importazione di gas e petrolio russo, ma solo per renderci indipendenti da chiunque e dopo che il nostro governo avrà predisposto ed effettuato la transizione necessaria per produrre noi stessi energie alternative e rinnovabili.

E' vergognoso dover leggere che il 54% di 1001 individui, e bisognerebbe cercare di sapere in quale contesto, ha deciso, in nome di 59,55 milioni di italiani, che siamo favorevoli alle restrizioni sull'importazione di gas e petrolio russi prima che ci si adoperi per produrne noi stessi.

Noi non vogliamo più dipendere da altri, siamo in grado di produrre energia senza doverla comprare altrove, è questo il nostro pensiero!

cetta

giovedì 17 dicembre 2020

Misure per Natale, salta il vertice in serata: manca ancora Italia viva. L’ipotesi è una zona rossa generale solo nei festivi e prefestivi.

 

Prima la riunione con i governatori, poi il vertice tra il premier e i capidelegazione: nel governo restano distanze su quali provvedimenti siano necessari per le festività, in attesa dell'incontro con la delegazione di Italia viva, che ancora non si è tenuto a causa dell'assenza della ministra dell'Agricoltura, impegnata a Bruxelles. I più rigoristi, Pd e LeU, spingono per la zona rossa dal 24 al 6, Conte e Cinquestelle pensano a misure ad hoc per i giorni festivi e prefestivi. A chiedere la stretta ora è anche il Veneto di Zaia, insieme a Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Molise.

Una giornata di incontrivertici e tavoli, ma il governo arriva a sera senza una decisione perché la capodelegazione di Italia Viva, Teresa Bellanova, è a Bruxelles per il negoziato sulle etichettature. E quando è rientrata in Italia ha fatto sapere, tramite fonti renziane, che non prenderà parte a nessun vertice e che invece si presenterà all’incontro con il premier Conte nell’ambito della verifica di maggioranza. Un incontro che era in programma nella mattinata di mercoledì 17 dicembre alle 9, ma che secondo quanto riferito da Italia Viva il premier Conte ha deciso di rimandare alle 18 a causa di una serie di impegni istituzionali. Le misure per il Natale rimangono quindi appese agli impegni della ministra dell’Agricoltura e creano non poco nervosismo all’interno della maggioranza, con il sospetto che i renziani vogliano aspettare il confronto con il presidente del Consiglio per la “verifica”. Alla fine, anche il punto finale di Palazzo Chigi tra premier e capidelegazione della maggioranza sulla stretta di Natale è stato rinviato alle prossime ore. Il tempo tuttavia stringe, tanto che fonti di governo spiegano come, a questo punto, sia davvero difficile che le nuove norme possano essere definite prima di 24 ore. In tal senso, restano ancora distanze su quali restrizioni siano necessarie per contenere i contagi da coronavirus. La prima riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione è cominciata all’ora di pranzo: al tavolo Roberto Speranza (Leu), Dario Franceschini (Pd), Alfonso Bonafede (M5s). Con loro anche il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.

L’ipotesi festivi e prefestivi – Franceschini, Boccia e Speranza si battono per misure da “zona rossa” continue, mentre è più prudente la linea del premier, sostenuto dal M5s nel volere un intervento più limitato. L’ala rigorista del Pd e il ministro della Salute spingono per una serrata generale dal 24 dicembre al 6 gennaio, ma nel governo esiste un’altra anima – compreso il presidente Conte – che vorrebbe misure più morbide fuori da festivi e prefestivi. E proprio questo potrebbe essere il punto di caduta nel vertice serale: le restrizioni più pesanti coinciderebbero con i week-end e i festivi. In questo modo, di fatto, gli unici giorni non ‘rossi’ sarebbero lunedì 28, martedì 29 e mercoledì 30 dicembre, lunedì 4 e martedì 5 gennaio. In ballo anche come calibrare le riunioni in famiglia per il giorno di Natale. Sul punto la Lega, durante un confronto con Speranza, ha chiesto una deroga proprio per il 25 dicembre. E sullo sfondo, come terza e più remota opzione, resta sempre l’ipotesi di un’Italia tutta arancione dalla vigilia di Natale all’Epifania.

Le Regioni per la zona rossa – Il confronto acceso e l’assenza di Bellanova hanno costretto a un aggiornamento, che era previsto in serata al rientro della ministra dal vertice di Bruxelles, al quale ha voluto presenziare di persona. Un aggiornamento che, stando a quanto riferito da fonti renziane, non ci sarà: la capo delegazione di Iv ha fatto sapere che non sarà presente. Bellanova sarebbe dovuta andare domattina alle 9 a Palazzo Chigi con la delegazione di Italia viva per l’incontro con Conte nell’ambito della verifica di governo, ma il premier in serata ha fatto sapere ai renziani di aver rinviato il vertice alle 18. Al netto delle questioni politiche, ci sono pochi dubbi sul fatto che verranno introdotte misure più restrittive. Tutta la discussione parte dal parere dato martedì dal Comitato tecnico scientifico, che a sua volta si è spaccato sulla possibilità o meno di fornire indicazioni specifiche sulle misure da intraprendere. Dal vertice con le Regioni che si è tenuto in mattinata invece è arrivata la spinta alla linea più dura: il presidente del Veneto Luca Zaia, insieme ai rappresentanti di LazioFriuli-Venezia Giulia Molise, ha chiesto la zona rossa per il Natale. “Nel periodo delle festività servono restrizioni massime, se non le fa il governo le facciamo noi – ha detto Zaia – Se non chiudiamo tutto adesso ci ritroveremo a gennaio a ripartire con un plateau troppo alto“.

Toti non vuole misure nazionali – Diversa la posizione del governatore ligure Giovanni Toti: Non vedo perché imporre alla Liguria una zona rossa per Natale quando i liguri in queste settimane si sono impegnati e sacrificati per far calare la curva del contagio e farci arrivare in piena zona gialla”, ha detto a L’aria che tira su La7. “Ci siamo dati delle regole i primi giorni di dicembre, decidendo di dividere il Paese in zone, e quelle regole hanno funzionato per contenere il covid. Non vedo perché cambiarle ora, alla vigilia delle festività natalizie”, ha commentato Toti. Che però non rappresenta la posizione di tutti i governatori, nemmeno di quelle del centrodestra. Come detto, Regioni come il Veneto e il Lazio, sempre in giallo, durante il vertice con il governo hanno spinto per una stretta.

La mozione sugli spostamenti – Intanto il Senato ha approvato la mozione di maggioranza sugli spostamenti tra i comuni nei giorni delle festività natalizie con 140 sì, 118 no e 5 astenuti. Poco prima, l’Aula aveva respinto la mozione dell’opposizione con 142 voti contrari. Il testo approvato a Palazzo Madama impegna il governo a “valutare il ridimensionamento o l’ampliamento delle misure di restringimento, come in materia di spostamenti tra comuni della stessa provincia o il ricongiungimento con parenti e congiunti stretti, attualmente al vaglio dell’esecutivo, sulla base di solidi dati scientifici e di ulteriori analisi che ne dimostrino l’imprescindibilità, onde bilanciare opportunamente sia i plausibili rischi di una nuova terza ondata pandemica sia le pesanti conseguenze di tali restrizioni sul tessuto socio-produttivo” e “nell’eventualità di nuove restrizioni, a prevedere misure di ristoro economico proporzionate alle perdite di fatturato anche nei confronti di quelle attività a cui inizialmente era stata indicata la via dell’apertura“.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/12/16/le-misure-per-natale-nuovo-vertice-in-serata-manca-ancora-italia-viva-lipotesi-e-una-zona-rossa-generale-solo-nei-festivi-e-prefestivi/6038343/

martedì 10 novembre 2020

Canzoni stonate sul Covid. - Gaetano Pedullà

 

Mentre Angela dalla spiaggia di Mondello ci canta che non ce n’è Coviddi (nella foto), con lo stesso sprezzo del ridicolo di un altro urlatore che però si esibisce al Papeete, altre cinque regioni – Abruzzo, Liguria, Umbria, Basilicata e Toscana – diventano zona arancione, e oggi la stessa sorte può toccare alla Campania. A precedere erano state venerdì scorso Sicilia e Puglia (arancioni) con Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta zone rosse. In un Paese che dunque ha sotto gli occhi di tutti la gravità della situazione, impazzano ugualmente negazionisti, fancazzisti e sobillatori di piazza, con l’incredibile seguito di idioti che poi si assembrano agli aperitivi, o di politicanti con i loro giornali di complemento che alimentano la paura e la frustrazione di chi è in difficoltà economica.

A questi agitatori si sono rivolti il Presidente della Repubblica, il Governo, molte istituzioni, uomini di cultura, personaggi pubblici, chiedendo una tregua mentre il Paese sta combattendo una guerra terribile, con i medici al fronte e migliaia di morti dall’inizio della pandemia. Tutto inutile. Neppure la scomparsa di tanti protagonisti del nostro tempo, campioni dello sport e artisti adorati, o i racconti angosciati di chi è finito in rianimazione e non si sa come ce l’ha fatta a uscirne, riescono a mettere in pausa la polemica politica. Un virus meno letale del Covid, certo, ma di cui allo stesso modo non ci riusciamo a liberare, con l’effetto di aumentare la confusione e il disorientamento di tutti.

Così Regioni, partiti di opposizione, plotoni di virologi, opinionisti e giornalisti irresponsabili stanno sfregiando il buonsenso, moltiplicando l’ansia e dividendo le energie necessarie per rafforzare la Sanità, fare arrivare prima possibile i sostegni finanziari previsti dallo Stato e accompagnare il Paese verso un’uscita più veloce possibile da questa tragedia. Poi ci sarà tempo per litigare e recriminare. Ma adesso questo livello di conflittualità non è più normale dialettica tra forze parlamentari e – se vogliamo abusare del termine – culturali, ma alto tradimento degli italiani che dalla classe dirigente si aspettano serietà e non collaborazione col nemico. E che nemico!

https://www.lanotiziagiornale.it/editoriale/canzoni-stonate-sul-covid/

domenica 11 ottobre 2020

Manifestazione ‘no mask’ a Roma: tensioni con la polizia. E gli organizzatori dal palco: “Rispettare regole, tenete su le mascherine”.

 

Gli agenti osservano a distanza il sit-in: allontanata una persona tra le proteste della piazza. Scambi di opinione anche tra manifestanti e staff, che dice: "Siamo obbligati a mettere le mascherine anche se alcuni di noi non condividono"

I manifestanti no mask si sono radunati in piazza, a Roma, per il sit-in contro l’uso della mascherina in funzione anti-Covid e in generale contro la gestione governativa della pandemia. Un migliaio i partecipanti alla ‘Marcia per la Liberazione’, voluta dagli organizzatori contro “l’utilizzo politico del Coronavirus”. Qualche tensione con cori quando i poliziotti hanno invitato i manifestanti senza mascherina a indossarla. Gli agenti hanno anche allontanato una persona e dalla piazza si sono levati altri cori di proteste. E non sono mancanti nemmeno gli scambi di opinione con lo staff. Dal palco infatti gli organizzatori hanno invitato al rispetto delle regole anti-Covid. “Siamo obbligati a mettere le mascherine anche se alcuni di noi non condividono”. E ancora: “Invitiamo a rispettare le regole“. Diversi i manifestanti che non indossano la mascherina. A quanto apprende l’Adnkronos dalla questura di Roma, alcune persone trovate senza la protezione su naso e bocca sono state identificate e saranno sanzionate in base a quanto previsto dalla misure di contenimento del Covid-19. Inoltre chi avesse violato le norme che regolano le manifestazioni pubbliche sarà denunciato all’autorità giudiziaria.

“Non ho la mascherina perché è sinonimo della sudditanza – dice uno dei partecipanti – L’unica paura che ho è la perdita della libertà. Non sono no vax, sono per la libertà di scelta perché senza libertà di scelta è una dittatura”. Tra bandiere tricolore e calamite sovraniste c’è chi, sempre senza mascherina, sottolinea: “Siamo qui a difendere la costituzione. Stanno distruggendo la nazione. Ci costringono a mettere le mascherine”. E chi sostiene: “Sappiamo che il virus è usato a fini socioeconomici. Sono convinto che questo schifo sia manovrato da politica, economia per imporre nuovo totalitarismo“. In piazza anche uno scheletro di plastica con la mascherina con su scritto “Non sono morto di coronavirus ma di fame” e bandiere del Fronte sovranista italiano. Tra i cartelli esposti “Non sono negazionista. Sono qui perché non voglio la dittatura” e “L come libertà optional mask”.

“La mascherina è dannosa, ci fa respirare la nostra anidride carbonica – afferma un dirigente sportivo venuto da Frosinone – Vogliamo un Comitato tecnico scientifico aperto anche ad autorevoli professori che la pensano diversamente e che nessuno ascolta. Perché non alzo la mascherina? C’è una legge che vieta il travisamento del volto. Se vogliamo rispettare le leggi rispettiamole tutte”. Tra i manifestanti è diffusa l’idea che il Covid non sia affatto così letale come si pensa e nessuno di loro sembra avere neppure un conoscente che si sia ammalato. “Tamponatevi il c…” è un cartello che spicca nel gruppetto. Un altro recita in inglese “la paura viene usata per controllarvi”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/10/flop-della-manifestazione-no-mask-a-roma-tensioni-con-la-polizia-e-gli-organizzatori-dal-palco-rispettare-regole-su-le-mascherine/5961637/

Dite: “Sappiamo che il virus è usato a fini socioeconomici. Sono convinto che questo schifo sia manovrato da politica, economia per imporre nuovo totalitarismo”.
Quindi, pur essendo contrari al governo che manovra questo schifo per imporre totalitarismo, voi lo assecondate non indossando le mascherine?
Fate il suo gioco?
Non avete ancora capito che più il contagio aumenta, più restrizioni ci saranno?
Più voi manifestate per far valere la vostra volontà e, scusate lo sfogo, la vostra dabbenaggine, più io, che non credo alle vostre scempiaggini e rispetto le regole, dovrò sopportare un altro lock down!
Siete la contraddizione personificata delle vostre elucubrazioni mentali!
Siete stupide insulse marionette manovrate da personaggi di scarso peso morale che vi usano per scopi reconditi che neanche conoscete, pedine utili per creare disordine e fare il gioco di chi vi comanda.
cetta.