Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 23 settembre 2012
La macchina trasversale (e impunita) del fango.
In Italia la libertà di informazione si è trasformata in libertà di diffamazione.
Lettera di Enrico Sassoon (*)
"Caro direttore,
le vicende riguardanti Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle e Gianroberto Casaleggio sono state ampiamente riportate dai media nei mesi passati, con una forte accelerazione nelle scorse settimane fino a oggi. Questa attenzione, di norma scarsamente informata, quasi sempre maliziosa e ostile, mi ha toccato marginalmente, ma non lievemente, in quanto socio della Casaleggio Associati. Poiché da oggi lascio la società, ritengo utile chiarirne i motivi, per evitare ulteriori distorsioni dei fatti.
I motivi sono due. Il primo riguarda la mia presenza, come socio di minoranza, nella Casaleggio Associati. I media hanno speculato in merito interpretando il mio ruolo come rappresentante di più o meno precisati «poteri forti» intenzionati a infiltrare, tramite la Casaleggio Associati, il blog di Beppe Grillo e, tramite Gianroberto Casaleggio, il movimento politico. In breve, non rappresento alcun potere forte, né in generale né nello specifico, né ritengo che alcun potere forte si senta rappresentato da me. La prova del contrario la lascio ai maliziosi interpreti che si sono finora beati nel richiamare fantasiose teorie complottistiche degne di romanzi d'appendice più che di una stampa seria e informata.Non conosco Beppe Grillo, non ci siamo mai incontrati né scambiati telefonate, mail o sms. Non ho partecipato alla gestione del suo blog in seno alla Casaleggio Associati, dove non ho mai ricoperto cariche operative; non ho mai avuto a che fare con il Movimento 5 Stelle, con il quale intrattiene relazioni il solo Casaleggio nelle forme e nei modi da lui stesso ripetutamente chiariti anche su questo giornale. Lascio la società perché i miei interessi personali e professionali sono altrove, ma anche per spezzare il filo delle speculazioni interessate. Mi auguro che serva.
Il secondo motivo è ben più grave e si sostanzia in una valanga apparentemente inarrestabile di diffamazioni e calunnie di violenta intensità, basate su ancor più farneticanti teorie del complotto, che sono apparse e continuano ad apparire in blog e siti di diversa connotazione: da quelli di ispirazione esplicitamente nazi-fascista a quelli di tendenza diametralmente opposta (come i Meet Up di supporto a Grillo) passando per una varietà di blog e siti di varia natura che vanno dai circoli vegetariani a club politici o territoriali delle più diverse tendenze. In questi luoghi la teoria assume i toni foschi del complotto pluto-giudaico-massonico di memoria zarista e hitleriana. L'attribuzione di rappresentante dei poteri forti origina da qui, per assumere contorni decisamente deliranti e razzisti.
Dal mio cognome ebraico si è risaliti a una famiglia con lo stesso nome che operava 250 anni fa nella Compagnia delle Indie che commerciava in droghe e spezie con Cina e India: tanto basta per vedermi associato, un quarto di millennio dopo, a una «potente dinastia di narcotrafficanti». E non si parla di un pazzo isolato: sono decine i siti che riportano queste piacevolezze, associandomi volta a volta a Bilderberg, Massoneria, Mossad, Illuminati, Lobby delle multinazionali, circoli esoterici e altre amenità di questo tipo da far impallidire Dan Brown o l'Umberto Eco del «Cimitero di Praga».
La cosa è seria e va avanti da anni senza che alcuno di questi luoghi di indecenza ne sia mai stato chiamato a rispondere, sotto il profilo della controinformazione e della legge. La questione che va qui sollevata, al di là di quella strettamente personale, è quella della Rete. Luogo democratico per eccellenza, al quale chiunque può accedere per dare voce alle proprie opinioni, può diventare arena di violenza incontenibile, diffamazione incontrastabile, vera e propria delinquenza mediatica.
Il primo punto è dunque come fare in modo che si salvaguardi la libertà di opinione ed espressione con la necessaria tutela di chi, per un motivo o per l'altro, venga preso di mira con intenti diffamatori e, nel caso in specie, anche razzisti. Ma i fatti non si fermano qui, perché la teoria del complotto dei poteri forti, che va avanti in Rete da almeno quattro anni, da un paio d'anni a questa parte è stata acriticamente assunta anche dai media «ufficiali», ossia radio, televisione e carta stampata. Avevo erroneamente giudicato tutto sommato sgradevoli ma innocui quei siti e blog, prevedendone un progressivo declino in funzione della palese idiozia dei riferimenti e argomentazioni.
Mi sono dovuto ricredere quando due anni fa, nel numero 5/2010 di «MicroMega» è stato pubblicato un articolo di una ventina di pagine che riprendeva le elucubrazioni reperibili in Rete, rielaborandole in modo apparentemente neutrale e dando loro un crisma di credibilità. Da lì a filtrare nella stampa «ufficiale» il passo è stato breve. Il teorema dei poteri forti è stato da allora ossessivamente riproposto, sempre in totale assenza di verifica alla fonte, spesso senza nemmeno modificare espressioni e terminologia di altri articoli e servizi, in un trionfo di «copia e incolla». Di recente, ad esempio, ho avuto il dubbio privilegio di sentirmi associato su La7 dal direttore di Rai4 Carlo Freccero ai poteri forti e al Bilderberg, per la felicità degli ospiti presenti. Altri, come l'ex politico Gianni De Michelis, hanno dichiarato a Radio24 che certamente dietro al successo di Grillo si ritrova la «destra americana». Decine di articoli e servizi televisivi hanno sostenuto e sostengono ogni giorno il teorema dei poteri forti dediti a infiltrare il Movimento, non si sa bene se per legittimarlo o delegittimarlo.Un'informazione distorta e malata, che impone una seria riflessione." Enrico Sassoon
(*) lettera pubblicata dal Corriere della Sera il 23/9/2012
http://www.beppegrillo.it/2012/09/la_macchina_tra.html#commenti
Ingredienti della cucina naturale: le patate. - Maura Lugano
Le patate (nome botanico solanum tuberosum) sono il più famoso e appetibile tubero della nostra cucina, sostentamento dell’intero continente europeo durante le carestie che lo hanno colpito, specie nell’800. Originarie del Sud America, per la precisione dal Perù, dalle sponde del lago Titicaca, il più alto lago del mondo, è nata la capostipite di tutte le patate, poi portata in Europa dai missionari tornati dai viaggi al seguito di Pizzarro, tra fine Cinquecento e inizi del Seicento.
La facilità con cui vengono coltivate e riprodotte ha fatto sì che se ne diffondesse il consumo in tutti i climi, compreso il Nord Europa, associando la propria immagine ad una cucina povera e di sussistenza, il pane dei poveri, come spesso la si definisce.
Le patate si sono diffuse anche in Cina nel XVII secolo per merito dei commercianti che percorrevano la via della seta. Attualmente la Cina è addirittura tra i maggiori produttori e consumatori di patate a livello mondiale e la sua diffusione è molto importante per le necessità alimentari nelle aree contadine più disagiate.
La patata è costituita prevalentemente da amido e acqua, con pochissimi grassi ma con valore energetico non trascurabile, superiore a quello medio delle verdure e più simile a quello dei legumi, e che accresce in base alla tipologia di preparazione e cottura, più elevato se fritte, meno elevato se cotte al vapore.
Piuttosto povera di proteine presenta più interessanti apporti di sali minerali, come potassio, importante per la funzionalità dei muscoli, la contrattilità del miocardio e la ritenzione idrica, il selenio, antiossidante e importante per la fertilità dell’uomo, il fosforo, utile per la struttura di denti, ossa e cellule, e ferro, fondamentale per tutte le funzioni biologiche. Dal punto di vista vitaminico sono presenti le vitamine C, P, K, B1, B2 e B6.
Alcuni accorgimenti vanno adottati per la conservazione delle patate, infatti la temperatura ideale per conservare le patate è tra 2° e 7°, mentre a temperature inferiori la patata addolcisce tasformando il suo contenuto in zuccheri. Inoltre l’eccessiva esposizione alla luce favorisce la produzione di solanina, sostanza alcaloide presente soprattutto nella buccia della patata, che può essere tossica se ingerita in quantità eccessive.
Parlando di cucina naturale un consiglio finale per tutti è d’obbligo: evitare il più possile il consumo delle patate fritte precotte in busta, molto in voga per la praticità di preparazione e per il sapore, poiché contengono quantità svariate di acrilamide, sostanza tossica e additata dallo IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, come cancerogena per l’uomo.
Fiori stranissimi in natura.
L'orchide italica (Orchis italica Poir., 1798), nota volgarmente come uomo nudo, è una pianta della famiglia delle orchidacee.
Come ricorda l'epiteto specifico, è una delle più diffuse orchidee selvatiche in Italia. Deve il nome comune alla forma del labello del fiore che sembra imitare il corpo di un uomo, compreso il sesso; ma questa sola caratterizzazione potrebbe portare a confonderla con la Orchis simia.
La orchidea scimmia (Orchis simia Lam., 1779) è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, diffusa nel bacino del Mediterraneo.
Fondi Pdl, l'allarme della Corte dei Conti: «Reati impensabili».
ROMA - «Le priorità oggi sono le dimissioni della Polverini e lo scioglimento del Consiglio regionale. Per farlo è necessario un atto di forte rottura: abbiamo avviato la raccolta di firme per le dimissioni dei consiglieri regionali del Pd». È quanto annuncia in una nota il capogruppo del Pd in regione Lazio, Esterino Montino.
«I consiglieri del gruppo Pd - sottolinea Montino - condividono l'analisi e l'appello del segretario regionale Enrico Gasbarra. Il centro destra ha ridotto la Regione Lazio in uno stato comatoso non piu sopportabile. Il limite di guardia è superato. Occorre uno sforzo corale per costringere questa Giunta alle dimissioni e allo scioglimento del Consiglio regionale come previsto dal documento presentato venerdi scorso insieme a tutti i gruppi d'opposizione. La parola deve tornare ai cittadini, solo cosi si esce dalla crisi attuale e si da un segnale di forte rinnovamento nella politica regionale».
«Le priorità oggi - spiega il capogruppo Pd - sono le dimissioni della Polverini e lo scioglimento del Consiglio regionale. Per farlo è necessario un atto di forte rottura: abbiamo avviato la raccolta di firme per le dimissioni dei consiglieri regionali del Pd. Spero che l'iniziativa venga accolta anche da tutti i consiglieri di opposizione da tutti coloro che non sopportano piu di assistere inermi alla deriva della Regione Lazio».
La Corte dei conti «è molto preoccupata e ne sente tutto il disagio perché sono fatti gravissimi in cui noi stessi, che pur siamo abituati a conoscere patologie, non pensavamo che, ove fossero vere, si potesse giungere a tanto». Lo dice Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei conti, sul caso Regione Lazio. La Corte dei conti «è molto preoccupata e ne sente tutto il disagio perchè sono fatti gravissimi in cui noi stessi, che pur siamo abituati a conoscere patologie, non pensavamo che, ove fossero vere, si potesse giungere a tanto». Lo dice Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei conti, sul caso Regione Lazio.
Indaga anche la Corte dei Conti. Non solo la procura di Roma, scende in campo anche la Corte dei Conti e i consiglieri del Pdl alla Pisana rischiano l’accusa di danno erariale. E soprattutto di vedersi chiedere indietro i soldi spesi in ostriche, champagne, sagre paesane e feste in toga. Il procuratore regionale del Lazio, Raffaele De Dominicis, ha già aperto un fascicolo sul business dei rimborsi e ha delegato la Guardia di Finanza ad acquisire tutti i documenti, in vista di una possibile restituzione collettiva dei soldi. Il grafico: le spese con la carta di credito dei conti Pdl.
«I consiglieri del gruppo Pd - sottolinea Montino - condividono l'analisi e l'appello del segretario regionale Enrico Gasbarra. Il centro destra ha ridotto la Regione Lazio in uno stato comatoso non piu sopportabile. Il limite di guardia è superato. Occorre uno sforzo corale per costringere questa Giunta alle dimissioni e allo scioglimento del Consiglio regionale come previsto dal documento presentato venerdi scorso insieme a tutti i gruppi d'opposizione. La parola deve tornare ai cittadini, solo cosi si esce dalla crisi attuale e si da un segnale di forte rinnovamento nella politica regionale».
«Le priorità oggi - spiega il capogruppo Pd - sono le dimissioni della Polverini e lo scioglimento del Consiglio regionale. Per farlo è necessario un atto di forte rottura: abbiamo avviato la raccolta di firme per le dimissioni dei consiglieri regionali del Pd. Spero che l'iniziativa venga accolta anche da tutti i consiglieri di opposizione da tutti coloro che non sopportano piu di assistere inermi alla deriva della Regione Lazio».
La Corte dei conti «è molto preoccupata e ne sente tutto il disagio perché sono fatti gravissimi in cui noi stessi, che pur siamo abituati a conoscere patologie, non pensavamo che, ove fossero vere, si potesse giungere a tanto». Lo dice Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei conti, sul caso Regione Lazio. La Corte dei conti «è molto preoccupata e ne sente tutto il disagio perchè sono fatti gravissimi in cui noi stessi, che pur siamo abituati a conoscere patologie, non pensavamo che, ove fossero vere, si potesse giungere a tanto». Lo dice Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei conti, sul caso Regione Lazio.
Indaga anche la Corte dei Conti. Non solo la procura di Roma, scende in campo anche la Corte dei Conti e i consiglieri del Pdl alla Pisana rischiano l’accusa di danno erariale. E soprattutto di vedersi chiedere indietro i soldi spesi in ostriche, champagne, sagre paesane e feste in toga. Il procuratore regionale del Lazio, Raffaele De Dominicis, ha già aperto un fascicolo sul business dei rimborsi e ha delegato la Guardia di Finanza ad acquisire tutti i documenti, in vista di una possibile restituzione collettiva dei soldi. Il grafico: le spese con la carta di credito dei conti Pdl.
Le indagini sulle altre regioni. «È necessaria una denuncia circostanziata» per l'apertura di un procedimento giudiziario da parte della Corte dei Conti che al momento può controllare solamente i bilanci delle Regioni e degli altri enti locali ma non gli atti come quelli di programmazione o di riparto delle risorse e così via ha spiegato Giampaolino. Giampaolino ha fatto questa precisazione rispondendo alla domanda se dopo l'apertura dell'istruttoria sui finanziamenti e lo spreco dei fondi da parte del Pdl in Regione Lazio la Corte dei Conti ha intenzione di estendere la sua attività ad altre Regioni.
Giampaolino ha ribadito che per fare ciò occorre una «denuncia circostanziata» e ha ribadito di augurarsi che il legislatore affidi alle varie corti regionali «il controllo preventivo dei regolamenti, degli atti di programmazione e di riparto delle risorse» degli enti locali. Inoltre ha di nuovo definito gli sprechi dei fondi nella Regione Lazio, qualora dimostrati, «gravi patologie che sono inimmaginabili».
E Batman finì protestato per sei assegni in un giorno. Alla fine c’è finito anche Francone nella lista più sgradevole che possa immaginare un riccone come lui. Quella dei protestati che distribuiscono assegni scoperti. Quelli che ci provano, insomma. Roba che se l’avessero saputo ad Anagni,mentre passava con il Suv pagato dalla Regione, invece che sussurrare «anvedi er Batman» gli avrebbero gridato dietro «’a buffarolo»
Fiorito, e Batman finì protestato per sei assegni in un giorno. - Massimo Martinelli
L’otto agosto provò ad acquistare beni per 63mila euro.
ROMA - Alla fine c’è finito anche Francone nella lista più sgradevole che possa immaginare un riccone come lui. Quella dei protestati che distribuiscono assegni scoperti. Quelli che ci provano, insomma. Roba che se l’avessero saputo ad Anagni,mentre passava con il Suv pagato dalla Regione, invece che sussurrare «anvedi er Batman» gli avrebbero gridato dietro «’a buffarolo».
Anche se adesso promette di restituire 400mila euro nella speranza di non finire in cella, Francone Fiorito «ci aveva provato» quando aveva capito che il suo mondo dorato era crollato, che la nave stava affondando. Un po’ come quei croceristi che mentre il bastimento imbarca acqua afferrano le posate d’argento in sale ristorante prima di correre alle scialuppe. Le sue posate d’argento, per usare la metafora, valevano 63mila euro e spiccioli. Ed erano rappresentate da sette assegni che Franco Fiorito provò a smerciare l’otto e il nove agosto. Sei assegni il giorno 8 e un altro il giorno 9. E siccome sul momento nessuno si permise di fiatare, perché tutti lo conoscevano come Il Federale di Anagni, Francone Fiorito pensò pure di aver beffato tutti, a cominciare da Franco Battistoni, quello che aveva preso il suo posto e sui era permesso di mettergli i bastoni tra le ruote.
Perché anche le date, in questa storia squallida di soldi sottratti, bloccati restituiti è importante. Comincia il giorno in cui Fiorito spedisce quella lettera che, secondo lui, dovrebbe ripulire la sua coscienza, il 18 agosto. Scrive ai consiglieri e alla Polverini; denuncia che non intende pagare le fatture di alcuni consiglieri del gruppo, perché sono sospette. Roba da poco, però. Ristoranti un po’ troppo esosi; qualche ricevuta da tremila che diventa da tredicimila; altri conticini per spesucce che oggettivamente non hanno niente di politico. Insomma, esempi di politicanti di bassissimo livello, ma finiva là. Ebbene Fiorito, che ogni mese di scaricava sui conti personali anche ottantamila euro del partito non si capisce perché, decide di fare il moralizzatore; blocca i pagamenti e scrive quella lettera. E scatena la reazione dei consiglieri, che cominciano a mettere il naso nei conti.
Comincia il così la fine di Batman. Alla fine di luglio non è più il capogruppo; al suo posto c’è Franco Battistoni, che oggi è il suo più acerrimo nemico. Già il 26 luglio gli scrive: «Caro Consigliere: a seguito della mia nomina a capogruppo sono a chiederti tutta la documentazione relativa alla contabilità del gruppo, ai contratti di consulenza, ai contatti di collaborazione e ai dipendenti del gruppo». Fiorito neanche risponde e continua a vivere alla grande. Va al Circeo, in villa, dove la costruzione abusiva della piscina gli da qualche problema con la Forestale.
Il 7 agosto, dopo aver scritto parecchie altre volte alla segreteria di Francone, Battistoni alza un po’ la voce: «On. collega Fiorito, premesso che il 24 luglio sono stato eletto alla presidenza del Gruppo Consigliare del Pdl al tuo posto, ti invito e ti diffido a voler consegnare entro due giorni tutta la documentazione contabile, i conti correnti e i libretti degli assegni. Sento il dovere che decorso tale termine dovrò prendere iniziative più incisive per il recupero della documentazione».
Francone la legge a modo suo, quella lettera perentoria. Due giorni, dice Battistoni? Significherà che per due giorni si può fare baldoria. Ed ecco che l’otto agosto firma sei assegni rispettivamente da novemilasettantacinque euro, diecimiladuecentoottantacinque euro, ottomilatrecentoquarantanove euro, ottomila euro, novemilaseicentoottanta euro e ottomilaquattrocentosettantamila euro.
L’ultimo assegno lo stacca il nove luglio; da diecimila euro. Tutti regolarmente incassati, salvo poi essere rifiutati dalle banche. Francone, come d’abitudine, aveva usato il blocchetto di assegni del Pdl. Ma Battistoni, pur avendo due giorni di tempo, era stato previdente. Il conto lo aveva già bloccato. E lui, l’uomo che in tv si vantava di guadagnare più del capo dello Stato, si ritrova adesso nella lista dei protestati. E per un po’ non potrà avere altri libretti di assegni oppure chiedere prestiti oppure mutui.
Anche se adesso promette di restituire 400mila euro nella speranza di non finire in cella, Francone Fiorito «ci aveva provato» quando aveva capito che il suo mondo dorato era crollato, che la nave stava affondando. Un po’ come quei croceristi che mentre il bastimento imbarca acqua afferrano le posate d’argento in sale ristorante prima di correre alle scialuppe. Le sue posate d’argento, per usare la metafora, valevano 63mila euro e spiccioli. Ed erano rappresentate da sette assegni che Franco Fiorito provò a smerciare l’otto e il nove agosto. Sei assegni il giorno 8 e un altro il giorno 9. E siccome sul momento nessuno si permise di fiatare, perché tutti lo conoscevano come Il Federale di Anagni, Francone Fiorito pensò pure di aver beffato tutti, a cominciare da Franco Battistoni, quello che aveva preso il suo posto e sui era permesso di mettergli i bastoni tra le ruote.
Perché anche le date, in questa storia squallida di soldi sottratti, bloccati restituiti è importante. Comincia il giorno in cui Fiorito spedisce quella lettera che, secondo lui, dovrebbe ripulire la sua coscienza, il 18 agosto. Scrive ai consiglieri e alla Polverini; denuncia che non intende pagare le fatture di alcuni consiglieri del gruppo, perché sono sospette. Roba da poco, però. Ristoranti un po’ troppo esosi; qualche ricevuta da tremila che diventa da tredicimila; altri conticini per spesucce che oggettivamente non hanno niente di politico. Insomma, esempi di politicanti di bassissimo livello, ma finiva là. Ebbene Fiorito, che ogni mese di scaricava sui conti personali anche ottantamila euro del partito non si capisce perché, decide di fare il moralizzatore; blocca i pagamenti e scrive quella lettera. E scatena la reazione dei consiglieri, che cominciano a mettere il naso nei conti.
Comincia il così la fine di Batman. Alla fine di luglio non è più il capogruppo; al suo posto c’è Franco Battistoni, che oggi è il suo più acerrimo nemico. Già il 26 luglio gli scrive: «Caro Consigliere: a seguito della mia nomina a capogruppo sono a chiederti tutta la documentazione relativa alla contabilità del gruppo, ai contratti di consulenza, ai contatti di collaborazione e ai dipendenti del gruppo». Fiorito neanche risponde e continua a vivere alla grande. Va al Circeo, in villa, dove la costruzione abusiva della piscina gli da qualche problema con la Forestale.
Il 7 agosto, dopo aver scritto parecchie altre volte alla segreteria di Francone, Battistoni alza un po’ la voce: «On. collega Fiorito, premesso che il 24 luglio sono stato eletto alla presidenza del Gruppo Consigliare del Pdl al tuo posto, ti invito e ti diffido a voler consegnare entro due giorni tutta la documentazione contabile, i conti correnti e i libretti degli assegni. Sento il dovere che decorso tale termine dovrò prendere iniziative più incisive per il recupero della documentazione».
Francone la legge a modo suo, quella lettera perentoria. Due giorni, dice Battistoni? Significherà che per due giorni si può fare baldoria. Ed ecco che l’otto agosto firma sei assegni rispettivamente da novemilasettantacinque euro, diecimiladuecentoottantacinque euro, ottomilatrecentoquarantanove euro, ottomila euro, novemilaseicentoottanta euro e ottomilaquattrocentosettantamila euro.
L’ultimo assegno lo stacca il nove luglio; da diecimila euro. Tutti regolarmente incassati, salvo poi essere rifiutati dalle banche. Francone, come d’abitudine, aveva usato il blocchetto di assegni del Pdl. Ma Battistoni, pur avendo due giorni di tempo, era stato previdente. Il conto lo aveva già bloccato. E lui, l’uomo che in tv si vantava di guadagnare più del capo dello Stato, si ritrova adesso nella lista dei protestati. E per un po’ non potrà avere altri libretti di assegni oppure chiedere prestiti oppure mutui.
Moda, dal Pirellone alla passerella: il 'consigliere' Minetti sfila per Parah.
Milano - (Adnkronos) - Il consigliere regionale Pdl ha presentato la nuova collezione primavera-estate 2013 firmata 'Parah New Generation'.
Milano, 23 set. - (Adnkronos) - C'era anche il consigliere regionale Nicole Minetti in passerella questa mattina a Milano per il Blue Fashion Beach. Insieme ad altre 19 modelle ha presentato la nuova collezione primavera-estate 2013 firmata 'Parah New Generation'.
In tutto cinque top brand del settore hanno sfilato per proporre ai buyer il meglio della moda mare. Venti uscite per ciascun brand e testimonial per interpretare al meglio il mood e lo spirito di ogni collezione. Oltre a Nicole Minetti di scena anche Le Serebro per Agogoa; Annalisa Minetti per Domani; Melissa Satta per Emamo'; Elisabetta Gregoraci per Paladini.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Moda/Moda-dal-Pirellone-alla-passerella-il-consigliere-Minetti-sfila-per-Parah_313724007828.html
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