martedì 9 ottobre 2012

Cagliari, un frate picchia una mendicante davanti a chiesa di S.Francesco da Paola.


Cagliari, un frate picchia una mendicante davanti a chiesa di S.Francesco da Paola
LA CHIESA DI SAN FRANCESCO DA PAOLA A CAGLIARI
Infastidito dalla donna che da alcuni giorni chiedeva l'elemosina davanti alla chiesa di San Francesco da Paola, in via Roma, a Cagliari, un anziano frate dell'Ordine dei minimi ha infierito su di lei a bastonate.
E' un episodio che sa dell'incredibile non solo perché accaduto davanti a un edificio di culto ma perché l'autore dell'aggressione è un uomo la cui vita è improntata al modello di umiltà e carità di San Francesco. "Un anziano frate che vive nel convento dell'Ordine dei Minimi - raccontano i testimoni - ha colpito la mendicante con un bastone sulle gambe e gettato via il cartello con cui incoraggia all'elemosina". Una versione dei fatti che coincide con quanto riferito dalla vittima della violenza, Giuliana P., 64 anni, di Barisardo. Sull'Unione Sarda in edicola il dettagliato racconto della furia da cui il 'padre' si è lasciato travolgere.




Virtù teologali: fede, speranza e carità.

Nella dottrina della Chiesa cattolica queste virtù, a differenza delle virtù cardinali, non possono essere ottenute con il solo sforzo umano ma sono infuse nell'uomo dalla grazia divina. (wikipedia)


La grazia divina non è stata infusa al fraticello....


Mafia, slot machine truccate: arresti tra le forze dell'ordine.


slotmachine
Avrebbero imposto e gestito ‘slot machine’ truccate e controllate dalla mafia, con un danno di svariati milioni per l’erario. Con questa accusa sei appartenenti alle forze dell’ordine sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Caltanissetta assieme ad altre quindici persone. Diciannove gli arrestati, mentre agli altri due sono stati concessi gli arresti domiciliari. Corruzione, concussione e frode informatica i reati contestati.
Ad altre 21 persone, responsabili dei bar e dei circoli ricreativi dov’erano installati i videogiochi illegali, è stato notificato un provvedimento di interdizione dall’esercizio dell’attivita’ d’impresa a bar e circoli ricreativi coinvolti nell’inchiesta. Le 42 misure cautelari sono state emesse dal gip del Tribunale di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo, su richiesta della Dda.
Tra gli arrestati ci sono un sostituto commissario di polizia, un assistente capo della polizia penitenziaria, un assistente capo della polizia di Stato, due marescialli della Guardia di Finanza e un vigile urbano. Avvisi di garanzia hanno raggiunto altri militari della Guardia di Finanza e alcuni dipendenti civili del ministero dell’Interno.
Il giro d’affari sarebbe gestito da tre fratelli imprenditori, Matteo, Salvatore e Luigi Allegro, arrestati anche con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Dello stesso reato risponde il sottufficiale degli agenti di custodia. Nell’indagine sono coinvolti anche alcuni funzionari di banca per il reato di riciclaggio. Avrebbero omesso di segnalare eventuali operazioni sospette. Già in una precedente operazione, alla famiglia Allegro erano stati sequestrati beni per 5 milioni di euro.
La presunta organizzazione avrebbe monopolizzato il settore dei videogiochi, costringendo gli esercenti a installarli nei loro locali. Con un telecomando o un codice segreto, gli apparecchi si trasformavano in ‘slot machine’ o videopoker, che eludevano il fisco con incassi in nero e nello stesso tempo riducevano l’ammontare della vincita a discapito dei giocatori.

Maxi-liquidazioni ai deputati uscenti all'Ars si rischia un nuovo buco di bilancio. - Antonio Fraschilla


Maxi-liquidazioni ai deputati uscenti  all'Ars si rischia un nuovo buco di bilancio

Un "contributo di solidarietà" a chi non viene rieletto. A Speziale, recordman delle legislature, spettano 180 mila euro. Già prevista da Palazzo dei Normanni una spesa di oltre 730 mila euro.

In questi giorni i ragionieri dell'Assemblea stanno incrociando le dita. Sperano con tutto il cuore che il maggior numero possibile di deputati uscenti venga rieletto, perché in caso contrario le casse di Palazzo dei Normanni, già fragili, andrebbero in frantumi e a rischio sarebbero gli stipendi di tutti gli inquilini dell'Ars. Agli onorevoli dell'Isola in caso di mancata rielezione mamma Assemblea eroga infatti un "assegno di solidarietà ". Proprio così, "di solidarietà ", per chi ha guadagnato nel corso dell'anno almeno 12 mila euro nette al mese. Già alla fine della scorsa legislatura l'Ars si è trovata con un buco da 4 milioni di euro per pagare questa sorta di liquidazione ai non eletti e la stessa scena potrebbe ripetersi il mese prossimo. 

Intanto chi ha scelto di non candidarsi, da Giovanni Barbagallo a Lillo Speziale, frequentatori da diversi lustri degli affreschi di Sala d'Ercole, l'assegno spetta subito, eccome. Secondo il regolamento delle retribuzioni dei deputati, "al termine del mandato parlamentare l'onorevole riceve dal fondo di solidarietà un assegno pari all'80 per cento dell'indennità lorda di una mensilità moltiplicata per il numero degli anni di mandato effettivo". I conti sono presto fatti. Al decano dell'Ars Lillo Speziale, 21 anni di permanenza continua tra i corridoi di Palazzo dei Normanni, spetta un assegno da 179.844 euro, in parte già incassati perché i singoli deputati possono chiedere un'anticipazione del contributo. Un assegno a sei cifre lo incasserà anche Giovanni Barbagallo, vicino di banco di Speziale, e da 16 anni filati inquilino di Sala d'Ercole: per lui l'assegno ammonta a 137.024 euro. "Ma ho già avuto delle anticipazioni ", dice l'esponente democratico, anche lui non ricandidato. Un assegno di poco inferiore ai 100 mila euro, per la precisione di 94.204 euro, è quello che invece spetta a Carmelo Incardona, deputato di Grande Sud che a sorpresa ha deciso di non presentarsi nuovamente in lista. Al
quarto posso, al momento, tra gli assegni più pesanti da incassare c'è quello di Salvatore Termine del Pd: per lui in arrivo almeno 51.384 euro.

Il contributo spetta, chiaramente, anche a chi ha solo questa legislatura alle spalle. Con differenze di qualche mese: per esempio Bernardo Mattarella è subentrato ad Anna Finocchiaro, candidata governatrice sconfitta da Lombardo, dopo sei mesi dall'insediamento del-l'Ars, così adesso gli spetta un assegno di 34.256 euro. Per tutti gli altri uscenti non ricandidati, con solo questa legislatura alle spalle, l'assegno sarà di 38.256 euro: tra questi Francesco Musotto, Ignazio Marinese, Massimo Ferrara, Roberto Corona e Guglielmo Scammacca Della Bruca. Il conto totale al momento fa 735 mila euro. Cifra, questa, che potrebbe salire a dismisura: considerando i ben 76 uscenti candidati, che sperano in un altro mandato, in caso d'insuccesso di massa l'Ars si troverebbe a dover erogare "assegni di solidarietà" per almeno altri 3 milioni di euro. Soldi che al momento in cassa non ci sono, considerando la grave crisi di liquidità in cui versa Palazzo dei Normanni. Una crisi che al momento ha impedito anche il pagamento degli stipendi, dopo che un gruppo di funzionari ha pignorato l'Ars per ben 28 milioni di euro chiedendo il riconoscimento di scatti di carriera. Piove insomma sul bagnato.


http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/10/05/news/maxi-liquidazioni_ai_deputati_uscenti_all_ars_si_rischia_un_nuovo_buco_di_bilancio-43934363/

"Dateci tre motivi per non astenerci" Pioggia di adesioni all'appello.




Ridurre a 50 i componenti dell'Ars, abolire il finanziamento ai gruppi parlamentari e ridurre i compensi dei deputati regionali al 50 per cento di quelli dei senatori. Tra i sottoscrittori anche Ivan Lo Bello, Antonello Montante, Franco Battiato, Franco Scaldati, Rosanna Pirajno. Se sei d'accordo registrati sul sito di "Repubblica Palermo" e sottoscrivi l'appello di Giovanni Fiandaca e Cosimo Scordato.

La gravissima crisi della politica, che in Sicilia si è tradotta nel dissennato sperpero di risorse finanziarie enormi, impedisce di considerare le imminenti elezioni regionali una normale tornata elettorale. Come cittadini, non possiamo esercitare col dovuto senso di responsabilità il nostro diritto di voto senza verificare, preventivamente, se sussistano le condizioni minime perché si avvii una inversione di tendenza nel governo politico della Sicilia.

In questa situazione, astenersi dal voto diventa una tentazione irresistibile, come forma di obiezione di coscienza democratica volta a denunciare la necessità di terapie più radicali. Pertanto, l'unica via che riteniamo percorribile per evitare la scelta astensionista consiste in una precisa assunzione, da parte di tutti i candidati a presidente, dei seguenti tre obiettivi programmatici, da realizzare entro il primo anno della nuova legislatura regionale: 
1. ridurre a 50 il numero dei componenti dell'Assemblea regionale siciliana;
2. abolire il finanziamento dei gruppi parlamentari, garantendo il funzionamento degli uffici con dipendenti dell'Assemblea; 
3. ridurre i compensi dei deputati regionali in modo che non superino il 50% delle corrispondenti somme previste per i senatori.

Tra i big che hanno firmato il documento c'è Ivan Lo Bello, vice presidente nazionale di Confindustria, e il presidente regionale Antonello Montante, il cantante Franco Battiato, gli attori Ficarra e Picone, gli scrittori Santo Piazzese e Roberto Alajmo, Pina maisano Grassi, Claudio Barone (segretario regionale Uil), Maurizio Bernava (segretario regionale Cisl). Ma anche intellettuali e artisti, dai registi teatrali Franco Scaldati e Vincenzo Pirrotta all'architetto Rosanna Pirajno. Ci sono Franco Di Maria, decano di Psicologia all'università, Ferdinando Siringo, presidente del Centro per i servizi di volontariato (Cesvop), Antonio Riolo, segretario confederale della Cgil siciliana. C'è padre Francesco Michele Stabile, parroco a Bagheria, e padre Francesco Romano, parroco ad Altarello. E poi medici, docenti, avvocati. "Non è un invito a rinunciare al diritto di voto  -  spiega Scordato, rettore di San Francesco Saverio all'Albergheria  -  ma un modo per scuotere i candidati e indurli a impegnarsi nella lotta contro sperequazioni e latrocini pubblici perpetrati a danno dei cittadini in una regione che vanta le indennità più alte per i deputati, gli stipendi d'oro dei manager e il numero più elevato di onorevoli e impiegati all'Ars". 

Bari, maxi sequestro di taralli pugliesi: “Prodotti con la crusca per cavalli”. - Rosaria Malcangi


Bari, maxi sequestro di taralli pugliesi: “Prodotti con la crusca per cavalli”


Operazione della Forestale. Le confezioni finivano sulle tavole di tutta Italia e anche all'estero come eccellenza del "Madre in Puglia". L'azienda compariva anche tra le 36 accreditate all'Atlante dei prodotti tipici agroalimentari della regione.

Sequestrati nel Barese taralli prodotti con crusca destinata ai cavalli. Gli anelli di pasta di pane non lievitata, prodotti tipicamente pugliesi, finivano sulle tavole di tutta Italia e anche all’estero. A produrre i taralli “taroccati” è la “Fiore di Puglia S.p.A.”. L’azienda vanta tra i suoi clienti Auchan, Carrefour, In’s Mercato, Md Discount, Autogrill. Valica anche i confini nazionali raggiungendo i palati di tutta Europa, nonché i consumatori di Russia, Cina, Giappone e America.
L’azienda figura tra le “eccellenze” del “Made in Puglia”. Visto che compare nell’elenco delle 36 imprese del Tacco d’Italia, produttrici di “prodotti tradizionali” accreditate sul portale www.tipicipuglia.it. A quest’ultimo fa riferimento l’Atlante dei prodotti tipici agroalimentari pubblicato dalla Regione Puglia, in una versione ancora disponibile in rete. Per quanto Dario Stefàno, assessore regionale alle risorse agroalimentari, spieghi: “Quel portale doveva essere da tempo oscurato. L’idea di creare una mappa delle aziende di prodotti tipici è stata abbandonata dalla Regione perché ingestibile”.
Il tarallificio sul proprio sito dichiara una capacità produttiva di cento quintali al giorno di taralli. Ma può sfornare quotidianamente anche 10 quintali di friselle, 25 quintali di pasta secca, 15 quintali di biscotti e pasticceria. Conta 60 dipendenti distribuiti su tre stabilimenti, che occupano una superficie di 12mila metri quadrati. Infine vanta un fatturato annuo di circa 6 milioni di euro. Sotto accusa è finita non tutta la produzione, ma la linea di taralli “integrale” e “multi cereale”.
Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Bari hanno sequestrato 2700 confezioni di taralli, da 250 grammi e 500 grammi. Sui cartoni pronti alla commercializzazione, oltre al logo che recita “La natura in tavola”, è stampato anche l’avviso sulla corretta conservazione. Si legge “contengono ingredienti genuini, privi di conservanti, quindi temono il caldo e l’umidità”. Peccato che i guai iniziano a monte. L’accusa mossa alla ditta dai forestali è proprio quella di spacciare per “genuini” prodotti che non sono tali.
I militari del Nucleo agroalimentare hanno bussato alla porta del tarallificio inseguendo tutt’altro. Dovevano accertare la correttezza dei dati stampati sulle etichette dei prodotti da forno. In particolare l’uso di olio Dop (Denominazione d’origine protetta), così come segnalato sulle confezioni dei taralli. Stando alle fatture, era tutto in regola. L’azienda effettivamente acquista olio Dop da alcuni fornitori. La sorpresa è arrivata però durante l’ispezione ai locali di produzione, dove i forestali hanno trovato quattro sacchi di crusca etichettati come “mangime” provenienti da un’azienda locale. A quel punto gli agenti di polizia giudiziaria sono ritornati a indagare tra le carte. La documentazione presente in azienda ha confermato che il tarallificio si rifornisce regolarmente di mangime per animali da una ditta pugliese.
L’ispezione è stata estesa anche ai magazzini dove vengono stoccate le materie prime. La visita ha aggiunto altri elementi alla presunta frode. Nei depositi è stata trovata crusca, sempre destinata agli animali, invasa da parassiti. I veterinari della Asl competente hanno prelevato alcuni campioni sia dal prodotto imbustato e destinato alla commercializzazione sia dalle materie prime. Sarà l’Arpa Puglia (Agenzia regionale prevenzione ambientale) ad accertare eventuali altre tossicità presenti nei campioni prelevati. L’amministratore unico della ditta è stato denunciato all’autorità giudiziaria. Deve rispondere di “vendita di sostanze non genuine come genuine” e di “commercio di sostanze alimentari nocive”.
Raggiunti al telefono, i proprietari tagliano corto e dichiarano che si tratta di una “bufala inventata dai giornalisti”. Intanto, in attesa degli esiti delle analisi effettuate sui campioni, il fascicolo è finito sulla scrivania del pm Michele Ruggiero, sostituto procuratore della Repubblica al tribunale di Trani. A lui il compito di vagliare anche eventuali altri reati.

lunedì 8 ottobre 2012

Antonio Paladino, un candidato per due in Sicilia

paladino

L'uomo che alle regionali siciliane cambia partito e presidente (da Micciché a Crocetta) sullo stesso suo manifesto.

Le imminenti elezioni regionali in Sicilia sono piene di sorprese. Il lavoro - nemmeno così oscuro - di Lombardo. L'esclusione di Fava. La "marmellata politica" che appoggia Crocetta. Ma ancora non avevamo visto il candidato "double face", che salta da una casacca all'altra in corso d'opera. E'Antonio Paladino e i suoi manifesti stanno invadendo la Rete. 
Il faccione di Paladino, che a molti ricorda un Fiorito senza barba, appariva in un manifesto con il simbolo di Grande Sud e l'apparentamento al candidato presidente Gaetano Micciché. Ma nel giro di una notte, come sottolinea Alfio Sciacca del Corsera, Paladino ha cambiato "ragione sociale" ed eccolo con lo stesso manifesto, ma con il simbolo dell'Udc e l'apparentamento al candidato presidente Rosario Crocetta. Roba che nemmeno (a proposito di Sicilia) il grande Pirandello.
Lo slogan è rimasto lo stesso ("Sosteniamo lo sviluppo ed il lavoro"), nonché l'espressione. E' semplicemente scomparso il "Dott." che precedeva il suo nome e cognome. Paladino è un dottore commercialista di Catania. Pudore, forse, in un paese che dà del dottore soprattutto a chi non lo è. O un semplice refuso.  
E' sempre Alfio Sciacca a scrivere la morale di questa storia: "Le elezioni in Sicilia sono ormai un festival di alleanze che si scompongono e ricompongono rapidamente. E allora può succedere che un candidato cambi casacca dalla sera alla mattina ma restando sui manifesti elettorali con due magliette diverse".
Spostandoci da Palermo a Roma, nella capitale si direbbe: ndo cojo, cojo. Attendiamo supercazzole d'ordinanza sul cambio di casacca del dottor Paladino. 

http://elezioni.myblog.it/archive/2012/10/08/antonio-paladino-candidato-sicilia-regionali-manifesti.html?fb_action_ids=414655561935430%2C414655305268789&fb_action_types=og.likes&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%22414655561935430%22%3A398372666901560%2C%22414655305268789%22%3A120036388148606%7D&action_type_map=%7B%22414655561935430%22%3A%22og.likes%22%2C%22414655305268789%22%3A%22og.likes%22%7D&action_ref_map=%5B%5D

Niente Imu per la Chiesa ma Grilli non ci sta.

Imu per la Chiesa cattolica, strada complicata

Il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto del Tesoro per l'applicazione dell'Imu agli enti non commerciali, compresi quelli di proprieta della Chiesa. Il ministro dell'economia Grilli: l'obiettivo del governo resta quello di assoggettare tutti all'Imu.

Il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto del ministero dell'Economia e Finanze per
l'applicazione dell'Imu sugli enti non commerciali, e quindi anche sulla Chiesa. Due le strade percorribili, a questo punto, per rimediare: emanare subito una norma ad hoc che modifichi l'articolo 91-bis del Dl 1/2012 e affidi al ministero dell'Economia la disciplina dell'intera materia attraverso un suo decreto; oppure inserire l'intero regolamento in un disegno di legge. Ma in questo caso i tempi tecnici sarebbero più lunghi.


"Non è demandato al Ministero - scrivono i giudici di Palazzo Spada - di dare generale attuazione alla nuova disciplina dell'esenzione Imu per gli immobili degli enti non commerciali. Sulla base di tali considerazioni deve essere rilevato che parte dello schema in esame è diretto a definire i requisiti, generali e di settore, per qualificare le diverse attivita' come svolte con modalita' non commerciali. Tale aspetto esula dalla definizione degli elementi rilevanti ai fini dell'individuazione del rapporto proporzionale in caso di utilizzazione dell'immobile mista "c.d. indistinta" e mira a delimitare, o comunque a dare una interpretazione, in ordine al carattere non commerciale di determinate attività".
 
Per il Consiglio di Stato "l'amministrazione ha compiuto alcune scelte applicative, che
non solo esulano dall'oggetto del potere regolamentare attribuito, ma che sono state effettuate in assenza di criteri o altre indicazione normative atte a specificare la natura non commerciale di una attivita'. Basti fare riferimento - si legge nel provvedimento - al criterio dell'accreditamento o convenzionamento con lo Stato per le attività assistenziali e sanitarie o ai diversi criteri stabiliti per la compatibilità del versamento di rette con la natura non commerciale dell'attività. In alcuni casi - spiegano i giudici - è utilizzato il criterio della gratuita' o del carattere simbolico della retta (attivita' culturali, ricreative e sportive); in altri il criterio dell'importo non superiore alla metà di quello medio previsto per le stesse attivita' svolte nello stesso ambito territoriale con modalita' commerciali (attivita' ricettiva e in parte assistenziali e sanitarie); in altri ancora il criterio della non copertura integrale del costo effettivo del servizio (attivita' didattiche)".

Per i giudici di Palazzo Spada "la diversità e eterogeneita' di ciascuno dei criteri rispetto alla questione dell'utilizzo misto conferma che si e' in presenza di profili, che esulano dal potere regolamentare in concreto attribuito. Tali profili potranno essere oggetto di un diverso tipo di intervento normativo o essere lasciati all'attuazione in sede amministrativa sulla base dei principi generali dell'ordinamento interno e di quello dell'Unione europea in tema di attivita' non commerciali".

Grilli: l'obiettivo a far pagere l'Imu a tutti.
L'obiettivo del governo resta quello di "assoggettare tutti i soggetti" all'Imu. Lo ha detto il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, commentando a Lussemburgo la bocciatura del Consiglio di Stato.