lunedì 30 marzo 2015

Gli staccano il contatore dell’acqua per morosità. Pensionato muore di infarto ad Agrigento.

anziano-disperato

Il malore dopo un diverbio con gli addetti della società idrica. La famiglia ha presentato un esposto in Procura.

Muore per infarto davanti agli operai del gestore idrico che si erano appena presentati nella sua abitazione per effettuare il distacco del contatore dell’acqua. È successo a Lucca Sicula, paesino di 3.000 abitanti nell’entroterra agrigentino. La vittima si chiamava Salvatore Tafuro, pensionato di 68 anni.  

I suoi familiari hanno presentato un esposto alla Procura di Sciacca per accertare eventuali responsabilità. Il sindaco di Lucca Sicula Giuseppe Puccio ha informato dell’episodio il prefetto Nicola Diomede, che ha già convocato una riunione ad Agrigento lunedì mattina. 

Il pensionato si sarebbe sentito male durante la visita nella sua abitazione di alcuni operai della società Girgenti acque, quella che gestisce gli impianti idrici in provincia di Agrigento. Stando a quanto si apprende il pensionato sarebbe stato un utente moroso, e dunque non era in regola col pagamento di alcune bollette arretrate. Con gli addetti della società idrica sarebbe nato un diverbio. 
(8/11/2014)

http://www.lastampa.it/2014/11/08/italia/cronache/gli-staccano-il-contatore-dellacqua-per-morosit-pensionato-muore-di-infarto-ad-agrigento-O3Qk1hroROdi8G12AAMO0N/pagina.html

Arresto sindaco Ischia, la coop finanziava D’Alema e gli comprava libri e vino. - Andrea Palladino

Arresto sindaco Ischia, la coop finanziava D’Alema e gli comprava libri e vino

L'ex presidente dei Ds, non indagato, citato nell'inchiesta che ha portato in carcere il sindaco Pd di Ischia per i suoi rapporti con la coop rossa Cpl Concordia. Che finanziava - in modo legittimo - la fondazione Italiani europei. L'ex Psi Simone intercettato: "Mette le mani nella merda".

Lo schema è quello di sempre. Ci sono gli imprenditori, ci sono i politici e – nel centro della galassia degli appalti – i broker. Gente dinamica, sveglia, veloce. Mediatori in grado di avere i contatti giusti al momento giusto, capaci di macinare milioni di euro in contratti, movimentando mazzette e favori. Francesco Simone, secondo i magistrati di Napoli, il mestiere lo aveva nel sangue. Così come la passione per la politica, ereditata dalla sua passata vicinanza con la famiglia Craxi. Così come le giuste entrature e la capacità di capire chi contattare per creare il clima “favorevole ”attorno alla Cpl Concordia, il colosso cooperativo “rosso” che a fine mese gli pagava profumate commissioni. E il cui ex presidente Roberto Casari è indagato dalla Dda di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa, accusato di rapporti con la camorra casalese.
La rubrica telefonica di Simone – finito oggi agli arresti insieme ad alti dirigenti della cooperativa emiliana e al sindaco di Ischia Ferrandino – era decisamente ricca. La procura di Napoli ha evidenziato un nome di peso. Anzi, il nome, quello di Massimo D’Alema. Non è indagato, ma – come nel caso Lupi – si trova ora al centro di regali politicamente pesanti.
“Le mani nella merda”. Gli arresti sono scattati per uno specifico appalto, la metanizzazione dell’isola di Ischia. Secondo i magistrati napoletani il sindaco del Pd Ferrandino avrebbe ricevuto una serie di favori in cambio dell’aggiudicazione dei lavori: un contratto di 160mila euro con l’albergo della famiglia e l’assunzione come consulente del fratello. Il sistema, però, era più ampio. Cpl Concordia per il Gip avrebbe infatti organizzato e gestito un vero e proprio “sistema affaristico”, mantenendo contatti con “l’esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa cooperativa, ovvero l’onorevole Massimo D’Alema”.
“Queste persone poi quando è ora le mani nella merda ce le mettono o no?”, chiedeva al telefono il direttore commerciale della coop rossa Nicola Verrini a Francesco Simone. Secca la sua risposta: “D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose”. Un rapporto dunque stretto.
Massimo D’Alema, secondo le indagini del Noe, era un politico decisamente amato dalla Cpl Concordia. Nel 2014 la cooperativa rossa decide di acquistare cinquecento copie del libro “Non solo euro” (ma risultano anche acquisti delle opere dell’ex ministro di Forza Italia Giulio Tremonti) e duemila bottiglie di vino prodotte dalla azienda vinicola gestita dalla moglie. C’è di più. Durante una perquisizione nella sede dell’azienda i carabinieri hanno trovato tre bonifici da 20mila euro ognuno a favore della fondazione di D’Alema “Italiani europei”. Soldi tracciati e quindi leciti, ma che per i magistrati sono il segno inequivocabile della vicinanza tra la Cpl Concordia e l’esponente del Pd.
Nelle indagini è finito anche il nome dell’ex deputato del Pdl Pasquale Vessa che, secondo i magistrati, avrebbe favorito alcuni appalti della cooperativa nella zona di Salerno, ricevendo in cambio una “fittizia consulenza” con una società riconducibile al parlamentare.
Tunisia mon amour. La storia delle tangenti della coop emiliana passa per la Tunisia. Quasi un revival degli anni ’90, quando Bettino Craxi usò i suoi contatti storici con il nord Africa per crearsi il buen retiro ad Hammamet. E, secondo alcune deposizioni, il broker Simone avrebbe goduto di ottimi contatti in Tunisia proprio grazie al suo passato di segretario di Bobo Craxi.
Nel paese nordafricano sarebbero infatti passati i soldi da usare per il pagamento delle tangenti. Secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori Francesco Simone utilizzava una sua società tunisina per ricevere bonifici giustificati da contratti di consulenza, riportando in Italia i soldi per creare provviste in nero, distribuendo i contanti alle famiglie di amici che lo accompagnavano nei sui frequenti viaggi in nord Africa. In un caso – spiegano fonti investigative – una mazzetta di euro era stata nascosta in un passeggino, per passare la dogana all’ingresso in Italia.
Lo schema utilizzava anche passaggi di soldi estero su estero, con bonifici che partivano da San Marino per arrivare sui conti correnti tunisini riconducibili a Simone. Secondo la procura di Napoli il consulente della Cpl Concordia avrebbe corrotto anche alcuni funzionari di banche e doganieri tunisini, facendo così scattare nei suoi confronti anche l’accusa di corruzione internazionale.
Per ora la discovery dell’inchiesta si è concentrata solo sugli elementi indiziari relativi agli appalti di Ischia e di altri comuni minori della Campania. Le carte sono però coperte da numerosi omissis e – secondo fonti investigative – le indagini stanno proseguendo verificando diversi contatti con la politica. Le “mani nella merda” potrebbero essere tante.

domenica 29 marzo 2015

Truffa ai vip, Bruna Giri a Fiumicino: espulsa dalla Repubblica Dominicana.

Truffa ai vip, Bruna Giri a Fiumicino: espulsa dalla Repubblica Dominicana

L'ex procuratrice finanziaria Bruna Giri è atterrata a Fiumicino, dopo essere stata espulsa dalla Repubblica Dominicana e arrestata nei giorni scorsi a Santo Domingo dall'Interpool di Roma: è ritenuta una dei protagonisti di una truffa da 35 milioni di euro messa a segno nella capitale ai danni di alcuni clienti dell'alta borghesia romana cui venivano promessi investimenti con interessa da capogiro.

Accompagnata nel viaggio da due funzionari dell'Interpool dominicana la donna è arrivata alle 9.30 all'aeroporto di Fiumicino con un volo Meridiana da La Romana: è stata presa in consegna dalla Polaria, alla presenza dell'Interpool di Roma e della Guardia di finanza, e trasferita negli uffici della polizia giudiziaria per la notifica degli atti.

La donna era destinataria di una ordinanza di custodia cautelare in carico alla Finanza. All'arresto ha collaborato l'Interpool di Santo Domingo. La mega truffa era stata scoperta nell'agosto del 2011 quando erano scattate le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di otto persone.

Bruna Giri, occhiali scuri, golfino bianco, jeans e borsa a tracolla, ha lasciato l'aeroporto di Fiumicino alle 12.15 per essere portata dai militari della Guardia di finanza nel carcere romano di Rebibbia. Negli uffici della polizia giudiziaria si sono svolte le procedure per la notifica degli atti a suo carico.


http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/03/29/news/truffe_bruna_giri_a_fiumicino_espulsa_dalla_repubblica_dominicana-110747138/

Mafia, figlio di Provenzano fa da Cicerone per turisti. Trovata del touroperator Usa. - Giuseppe Pipitone

Mafia, figlio di Provenzano fa da Cicerone per turisti. Trovata del touroperator Usa

La sorprendente iniziativa di un'agenzia viaggi di Boston che ha messo nel paniere delle sue proposte l'incontro col figlio del capo mafia di Corleone. Perché lo faccio? "Per me si tratta di un' attività lavorativa importante in un settore in cui ho sempre creduto".

Arrivano in Sicilia, visitano Palermo, la Cattedrale, il teatro Massimo, le scalinate che fecero da cornice all’ultima scena del Padrino, quando Michael Corleone lancia un infinito urlo muto davanti al cadavere della figlia. Poi il gruppo di turisti statunitensi si sposta dalla scenografia alla realtà, andando a conoscere Angelo Provenzano, figlio di Bernardo, un padrino vero, il ragioniere di Cosa Nostra, il regista della Trattativa Stato mafia.
È una trovata inedita quella di un tour operator di Boston, Stati Uniti, che ha contattato il figlio maggiore di Provenzano mettendolo sotto contratto per inserirlo come attrazione principale in un “pacchetto” turistico più unico che raro: i viaggiatori statunitensi che arrivano in Sicilia possono incontrare Angelo Provenzano, porgli domande su suo padre, ascoltare la storia del capomafia di Corleone. “Perché lo faccio? Per me si tratta di un’ attività lavorativa importante in un settore, quello turistico in cui ho sempre creduto”, dice all’Ansa Provenzano junior, novello cicerone.
Un’ idea nata quasi per caso, dopo che nella primavera scorsa un gruppo di filmaker statunitensi appassionati della storia di Cosa Nostra ha lanciato l’idea al tour operator: a settembre quindi è iniziata la nuova attività di Provenzano junior, dopo un periodo di prova di grande successo. “Confrontarmi con una cultura diversa dalla nostra e scevra di pregiudizi è un’avventura stimolante” dice lui entusiasta. Dopo che gli accompagnatori forniscono ai turisti una sommaria ricostruzione della storia di Cosa Nostra, Provenzano racconta ai visitatori la sua storia e la difficoltà di portare un cognome così pesante. Quindi tocca ai turisti che gli pongono domande: quesiti che si riferiscono soprattutto alla storia del capomafia corleonese, ricevendo in cambio risposte garbate dal figlio, che insiste spesso sulla difficile condizione vissuta dai figli dei boss di Cosa Nostra. ” Vorrei una vita normale -dice - ma mi rendo conto che non c’è speranza”.
E mentre negli Stati Uniti i viaggi a Palermo con Provenzano Junior stanno raggiungendo vette di successo sempre maggiori, in Italia l’idea degli americani ha già scatenato polemiche. “Speriamo che i turisti abbiano anche la possibilità di essere indirizzati in via dei Georgofili, a Firenze, vicinissima alla Galleria degli Uffizi: siamo disponibilissimi a raccontare loro la vera storia delle famiglie di Cosa Nostra” dice Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, l’eccidio che il 27 maggio del 1993 fece 5 vittime, compresa una neonata di pochi giorni. Nel frattempo il tour operator di Boston si prepara alla stagione estiva, fissando per i suoi clienti ben due incontri a settimana con Angelo Provenzano, il figlio di Binnu ‘U Tratturi, oggi diventato meta turistica umana, tra il teatro Massimo e i mercati storici di Palermo.

Triste verità.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/28/mafia-trovata-tour-operator-usa-incontro-esclusivo-provenzano-jr/1546769/

Chi può negarlo?



https://www.facebook.com/122183891285488/photos/a.122184187952125.1073741828.122183891285488/225231134314096/?type=1&theater