giovedì 26 novembre 2015

Legge Stabilità, Boeri: “Con taglio spese informatiche pubblica amministrazione Inps non potrà lavorare”.

Legge Stabilità, Boeri: “Con taglio spese informatiche pubblica amministrazione Inps non potrà lavorare”


L'allarme del numero uno dell'istituto: "Rischiamo di non poter accendere le macchine e erogare i servizi" e "sarà indebolito il contrasto all'evasione". L'economista ha anche detto che la riduzione del 50% della spesa corrente prevista dal maxiemendamento approvato dal Senato "viene da una proposta di Ibm per Confindustria".

La maggior parte delle spese informatiche dell’Inps sono “incomprimibili“. Di conseguenza il taglio del 50% della spesa corrente previsto dalla legge di Stabilità renderà “impossibile” per l’istituto di svolgere le proprie funzioni. Non solo: “Rischia di indebolire il contrasto all’evasione“. A lanciare l’allarme è stato il presidente Tito Boeri nel corso di un’audizione alla Camera. Ma l’economista ha anche messo sul tavolo un’accusa ulteriore: “Questi provvedimenti vengono da una proposta di Ibm per Confindustria di novembre di quest’anno e arrivano all’ultimo secondo in Stabilità”. Il cofondatore de lavoce.info, che ha già avuto modo di criticare la manovra perché sulle pensioni “fa interventi selettivi” e “crea asimmetrie”, ha definito “grave” la decisione del governo.
“Pensavamo ad una svista, ma poi l’intervento è stato confermato con il maxiemendamento” su cui il Senato ha votato la fiducia venerdì scorso. In base al quale l’obiettivo andrà raggiunto in tre anni, non uno come nella prima versione, sarà limitato alla “spesa corrente” e non riguarderà i canoni dei servizi di connettività, cioè per esempio l’accesso alla banda larga. Un ripensamento non solo insufficiente (la norma resta “distorsiva e penalizzante”) ma dietro al quale l’economista ha ipotizzato ci sia uno specifico interesse: l’esclusione delle spese in conto capitale e di quelle effettuate tramite la centrale acquisti Consip permetterà infatti di continuare a comprare nuovo hardware, ma andrà scapito di “manutenzionelicenze d’uso, connettività della fonia e sicurezza“. Ne farà le spese anche, si fa notare dall’entourage di Boeri, “il personale tecnico informatico che gestisce servizi come La mia pensione, che permette di simulare quale sarà l’ammontare del futuro assegno”.
L’economista ha spiegato che su 350 milioni di spesa corrente 198 sono appunto “incomprimibili”. “Sono spese necessarie al funzionamento del sistema Inps e a fornire i servizi dell’istituto”, ha continuato il professore.  “In questo modo – ha detto – rischiamo di non poter accendere le macchine e erogare i servizi. È un intervento draconiano. Mi auguro che su questa decisione si torni indietro. Dal taglio sono esonerati il ministero dell’Economia e le agenzie fiscali nell’ottica della lotta all’evasione, lotta che fa anche l’Inps: si pensi che ci sono 208 milioni di linee di codice casellario” con “17 milioni di posizioni attive, 15 milioni per i lavoratori dipendenti, 25 milioni di lavoratori attivi. Queste banche dati sono fondamentali”. Insomma, “questa norma che resta nel maxi emendamento potrebbe fortemente penalizzare il lavoro per il contrasto evasione fiscale e contributiva“.
Il presidente Inps ha ricordato che le banche dati richiedono una manutenzione costante e, rispondendo a un’osservazione di un membro della Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria, si è detto contrario a trasferirle fuori dall’istituto. No al “disegno privatistico”, ha chiuso le porte Boeri, perché “si tratta di patrimonio che deve esser messo a disposizione” ed “è per questo che abbiamo siglato convenzioni con altri enti della Pa”: “La direzione di marcia deve essere la messa in rete dei dati. Il principio per cui si deve trasferire tutto al di fuori è pericoloso” e “non ci sembra la formula più efficiente”. Inoltre “è molto importante che le banche dati e l’attività ispettiva siano molto intrecciati tra loro”.
L’attacco di Boeri arriva a poche settimane dalla pubblicazione sul sito dell’Inps della proposta di legge per una riforma complessiva del sistema previdenziale e assistenziale. Proposta che era stata già girata all’esecutivo la scorsa estate, ma è rimasta inascoltata. E, una volta diffusa nella sua completezza, ha immediatamente scatenato polemiche perché prevede tra l’altro penalizzazioni per 250mila pensionati i cui assegni non sono giustificati dai contributi versati e una sforbiciata pure per i vitalizi dei politici.

mercoledì 25 novembre 2015

Scandalo Università, le raccomandazioni dei saggi: Barbera spinge Pizzetti junior. - Antonio Massari

Scandalo Università, le raccomandazioni dei saggi: Barbera spinge Pizzetti junior

Dall'inchiesta della Procura di Bari emerge un sistema di scambi di favori per aggirare il sorteggio dei commissari in base alla riforma Gelmini e assecondare gli interessi dei baroni ai concorsi universitari. Il costituzionalista de Vergottini chiede notizie di due "protette". Pressioni anche per l'ex ministro di Berlusconi Anna Maria Bernini. Barbera si informa sul figlio dell'ex garante della privacy: "Per l'Università Europea c'è il ragazzo che mi interessa?". Ma il concorso salta per rivalità interne.

Poco importa che quel concorso, che vedeva favoriti la senatrice Anna Maria Bernini e Federico Pizzetti, figlio dell’ex garante della privacy, si sia concluso con un nulla di fatto. Vedremo perché. Quel che importa è conoscere le pressioni, gli scambi, il sistema che ha pervaso un concorso universitario nel 2010, con la riforma Gelmini in vigore. Ed è ancora più importante scoprire che, a esercitare queste pressioni, queste “pesanti interferenze”, siano stati anche due autorevoli giuristi: Augusto Barbera e Giuseppe de Vergottini, tre anni dopo assurti al rango di saggi, su nomina del premier Enrico Letta e benedizione del presidente Napolitano. A Barbera e De Vergottini è stato affidato il compito di riformare la nostra Costituzione. Sono gli stessi che tartassavano di telefonate il commissario Silvio Gambino. Il futuro saggio Augusto Barbera, definito negli atti “sponsor” di Pizzetti, chiede a Gambino: “Per (l’università, ndr) Europea c’è il ragazzo che m’interessa?”. “Sì”, gli risponde Gambino, “è un ragazzo molto preparato”. De Vergottini invece contatta Gambino per chiedergli se, sempre all’Europea, il professor Giuseppe Ferrari intenda agevolare due candidate milanesi. Poi chiama lo stesso Ferrari e anch’egli s’informa su Pizzetti.
La “rete criminale” dei professoroni.Il sistema della cooptazione non è certo una novità. Ma lo scenario disegnato dall’inchiesta “do ut des”, condotta dal pm barese Renato Nitti in collaborazione con la Guardia di finanza, supera le peggiori fantasie: tradimenti, scambi, pressioni. La preoccupazione del sistema – secondo gli investigatori – non è garantire un futuro alla ricerca scientifica ma reclutare “burattini” che, nei futuri concorsi, asseconderanno gli interessi dei baroni. Non manca nulla: neanche il “testamento” orale di Giorgio Lombardi, professore di Diritto pubblico comparato all’Università di Torino, scomparso tre anni fa e drammaticamente raccolto nelle intercettazioni. L’inchiesta riguarda gli esami di prima e seconda fascia nei rami di Diritto costituzionale, pubblico comparato, canonico ed ecclesiastico: l’esito finale – è l’accusa – non ha avuto nulla a che vedere con il merito. Gli inquirenti parlano di una “rete criminale”, che coinvolge alcuni tra i docenti più autorevoli, e mira a far prevalere la logica del “favore” su quella del “merito” e della “giustizia”. Barbera e De Vergottini, insieme con altri tre saggi – Beniamino Caravita di Toritto, Carmela Salazar e Lorenza Violini – e 35 professori ordinari sono stati denunciati dalla Guardia di finanza: accuse che, a vario titolo, spaziano dall’associazione per delinquere alla corruzione, dal falso alla truffa aggravata. La riforma Gelmini, con il sorteggio dei commissari, doveva eliminare le “raccomandazioni” ma il “sistema” si attrezza immediatamente per neutralizzarla: orienta la formazione della rosa, affinché siano sorteggiati commissari “arrendevoli”. Quella rosa, secondo l’accusa, non s’è trasformata nella “libera elezione” di “giudici” che devono valutare il candidato “più meritevole”. E per chi non s’adeguava c’erano minacce e intimidazioni. Il sorteggio delle commissioni giudicatrici avviene nel gennaio 2010. E subito parte la sfida tra i due rivali del diritto pubblico comparato: Lombardi e Giuseppe Franco Ferrari.
Il testamento del “capo di tutti”.
“È il decano, è il capo di tutti”: così viene ricordato in un’intercettazione Giorgio Lombardi, morto da pochi giorni, nel maggio 2010. Pochi mesi prima, al telefono, sostiene: la riforma Gelmini ha delle norme complicate che però non daranno troppo fastidio. E con Ferrari–collega alla Bocconi di Milano – ingaggia la corsa per recuperare i voti dei docenti che, di lì a poco, avrebbero formato la rosa dei sorteggiabili. Ferrari si rivolge al collega Pier Giuseppe Monateri, che può agire sugli eleggibili del gruppo di diritto privato comparato. E nell’estate 2009 Monateri gli invia una lista di 20 nomi affidabili. Una seconda mail elenca i probabili vincitori di concorso: 8 su 11 ce la faranno. E quindi: più voti ci si accaparra, nella rosa del sorteggio, più è possibile manipolare le future maggioranze nelle commissioni. Gli altri professori intercettati commentano: Ferrari ha vinto le elezioni ma Lombardi è in maggioranza nei concorsi che gl’interessano e, in fondo, è lui che ha vinto l’estrazione. De Vergottini dopo il sorteggio parla di “tragedia”: hanno vinto i lombardiani. C’è chi sostiene: a Lombardi basta scrivere su un foglietto i suoi nomi e la partita è già vinta a tavolino. Ma l’obiettivo di Lombardi qual è? Eccolo: Anna Maria Bernini e Federico Gustavo Pizzetti devono diventare professori di Diritto pubblico comparato. La prima, professoressa associata di Diritto pubblico comparato a Bologna, in quel periodo era parlamentare del Pdl e ministro del governo Berlusconi. Il secondo è figlio di Francesco Pizzetti, ordinario di Diritto costituzionale a Torino, all’epoca dei fatti presidente dell’Autorità garante per la privacy. Per l’accusa, la Bernini, in passato aveva aiutato il figlio di Lombardi per la sua carriera diplomatica e gli aveva anche promesso un sostegno per l’eventuale elezione a giudice costituzionale. A maggio si consuma il dramma personale di Lombardi che, ammalato, è sul punto di morire: dieci giorni prima di spirare, parla al telefono con il collega Luca Mezzetti, al quale dice parole che suonano come una sorta di testamento.
Le promesse dell’ex garante per la carriera del figlio.
“Ora sei tu il padrone”, gli dice, consapevole che dovrà abbandonare l’impegno per il concorso. E gli affida Bernini e Pizzetti, pregando Mezzetti di non affossare le candidature, spiegandogli che può contare sui commissari Gambino, Ganino e Giovanni Cordini. Lo invita alla prudenza con il rivale Ferrari. Dieci giorni dopo Lombardi muore. E in poche ore si consuma il tradimento: Mezzetti contatta Ferrari parlandogli di “interessi comuni”. Nell’estate 2010 gli investigatori si concentrano sul concorso che riguarda Pizzetti e Bernini, nell’Università cattolica romana dei Legionari di Cristo, e si convincono che il rettore, padre Paolo Scarafoni, al centro delle indagini, è consapevole degli illeciti. Lombardi lascia il ruolo di commissario a Mezzetti, che a sua volta lo cede a Ferrari, anche lui dimissionario. Il concorso finisce nel nulla: ma gli investigatori, dalle intercettazioni, apprendono delle pressioni di Pizzetti senior che, in cambio della nomina di suo figlio, s’impegna a premere sui colleghi torinesi, commissari nell’Università Roma Tre, per favorire un’allieva di Ferrari.

martedì 24 novembre 2015

Marte sta perdendo una luna, ma avrà un anello.



Rappresentazione artstica di Marte con l'anello formato dai detriti della sua luna più grande, Phobos (fonte: Tushar Mittal using Celestia 2001-2010, Celestia Development Team; Berkeley University)

Rappresentazione artstica di Marte con l'anello formato dai detriti della sua luna più grande, Phobos (fonte: Tushar Mittal using Celestia 2001-2010, Celestia Development Team; Berkeley University)

Phobos sta precipitando ed esploderà in una nube di detriti.


Un anello può coronare una travagliata storia d'amore, anche nello spazio. E' il caso del pianeta Marte, che sta stringendo sempre più forte a sè la maggiore delle sue lune, Phobos. Quest'ultima, che mostra già sul 'volto' i primi segni di sofferenza, è pronta a farsi annientare in questo 'abbraccio' mortale come una vera eroina romantica, per poi disperdersi in frantumi: tutto per poter regalare a Marte uno splendido anello, destinato a cingere il Pianeta Rosso per ben 100 milioni di anni.

Un finale strappalacrime, dunque, che però non faremo in tempo a vedere, dato che accadrà nell'arco dei prossimi 20-40 milioni di anni. A prevederlo sono due planetologi dell'Università della California a Berkeley, che pubblicano i risultati sulla rivista Nature Geoscience. 

La protagonista assoluta dell'articolo è proprio la luna 'suicida' Phobos, che orbita a circa 6.000 chilometri da Marte. Letteralmente 'rapita' dalla sua attrazione gravitazionale, Phobos gli si sta avvicinando di 2 metri ogni 100 anni, come hanno stabilito qualche giorno fa gli esperti della Nasa: i solchi che stanno comparendo sempre più numerosi sulla sua superficie sarebbero proprio i segni impressi dall'abbraccio del pianeta. 

Secondo i calcoli dei due ricercatori di Berkeley, la luna marziana sarebbe composta da materiali piuttosto morbidi, destinati ad andare in frantumi nel giro di 20-40 milioni di anni: i blocchi più grossi potranno ricadere sulla superficie di Marte, generando nuovi crateri, mentre i frammenti più piccoli si potranno disperdere dando vita ad un anello (denso quanto i più famosi anelli di Saturno) che è destinato a persistere per un lungo periodo, fino a 100 milioni di anni.

SCUSATE ! SCUSATE! SCUSATE ! AD NAUSEAM (IL POST CENSURATO DA FACEBOOK). - ROUA NABOULSI

fb


(Questo post è stato censurato da Facebook. Ecco quanto riporta al proposito un articolo di Russia Today: “questo post ha avuto 9000 condivisioni e 12000 like, prima che Facebook lo rimuovesse lunedì perché non avrebbe rispettato le sue regole. In seguito all’inchiesta di Russia Today, il gigante dei social media ha ripubblicato il post ammettendo di aver fatto un errore”. lesakerfrancophone.net)

***
Quel che è successo ieri sera a Parigi è terribile. Ho fatto tardi per seguire le informazioni, non riuscivo a crederci, e chiedo sinceramente scusa a tutte le persone toccate da questi orribili attacchi. Com’era prevedibile, la comunità internazionale ha risposto dimostrando a Parigi una solidarietà inossidabile.

Il giorno prima al mio paese, il Libano, è esplosa una bomba che ha ucciso 43 persone. Nessuno ha pregato per noi. Nessuno si è fatto un esame di coscienza. Nessun leader mondiale ha tenuto per noi discorsi a notte fonda. Nessuno ha cambiato la foto del proprio profilo. Non c’era alcun hashtag. Facebook non ha attivato l’opzione con cui si faceva sapere: “sono sano e salvo”. Solo silenzio. In Siria è pure peggio: una sofferenza per ogni parola scritta e centellinata su Facebook. La Siria non ha diritto a nulla. Solo altro silenzio.
Nel solo mese di ottobre 73 palestinesi sono stati uccisi da Israele. Silenzio.

Il mese scorso quasi 100 persone sono state uccise dalle bombe esplose nel corso di una manifestazione pacifica ad Ankara. Altro silenzio.

Quest’anno almeno 3500 persone sono state uccise nelle guerre in corso in Nigeria, Camerun, Ciad e Niger. Silenzio.

A questo punto non sono nemmeno più arrabbiata, sono solo stanca. Sfinita. Sfinita perché un attacco che provoca 2300 morti in una prigione a cielo aperto come Gaza non riceve quasi alcuna attenzione, ma appena succede qualcosa in Europa, o appena qualcosa succede ai bianchi, tutti sono scossi, e sinceramente credo che lo siano in buona fede.

Non sto dicendo che non bisogna essere scossi. Non sto dicendo che le persone che ieri hanno perso la vita non meritano le nostre lacrime, perché ovviamente le meritano. Erano persone innocenti, e ora sono morte. In quanto arabi, sappiamo più di chiunque altro quanto è doloroso, e dovremo tutti quanti conservare il loro ricordo.

Ma quanto a noi… Non meritiamo anche noi qualche lacrima? Forse non siamo sufficientemente umani? Siamo forse troppo arabi per voi? Troppo neri per voi? Troppo “altri” per voi? Davvero per voi è così difficile compatirci per via del colore della nostra pelle? 

E invece, non una parola.

E poi, come se non bastasse, c’è dell’altro. 

Dopo la scarsa considerazione che avete per noi, ci colpite. 
Ma fino a che punto, come esseri umani, siamo insignificanti, inferiori? 
È qui che arriva il meglio. 
La parte che preferisco. 
Doverci scusare. 
Ci viene richiesto di scusarci. 
Si pretende che lo facciamo. 
Ora NOI dobbiamo scusarci per le azioni peggiori che da lunghissimo tempo i barbari ci fanno subire. 
Noi siamo le vittime. 
Quel che voi patite per mano di questi estremisti è una frazione minuscola di quello che patisce la Siria. 
Di quel che patisce il Libano. 
Lo subiamo regolarmente ogni giorno, senza eccezioni. 
E adesso, come si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto, ci vien domandato di chiedere scusa. 
Ci considerano responsabili. 
Le principali vittime e i rifugiati di questa tragedia devono pagare. 
Come se non avessimo già abbondantemente pagato con il nostro sangue, la nostra terra e la nostra dignità.

Scusate! Chiediamo scusa a voi, che avete occupato le nostre terre, le avete spolpate, ve le siete spartite fra di voi come se si trattasse di oro.

Scusate! A voi, che ci avete derubato delle nostre ricchezze, della nostra dignità e della nostra libertà.

Scusate! A voi nell’andarvene via avete lasciato dietro di voi solo rabbia e rovine

Scusate! A nome di coloro che, disillusi, marginalizzati e lasciati rimanere indietro, si sono gettati a corpo morto nell’estremismo

Scusate! A voi che state soffrendo per la loro barbarie

Scusate! A voi che li autorizzate a farci subire tutto questo, che li incoraggiate e che fornite loro le risorse di cui hanno bisogno per nutrirsi. Vi chiediamo scusa se, in fin dei conti, si sono rivoltate contro di voi.

Scusate! Se sono venuti a cercarvi.

Vi chiediamo scusa. Sperando che troverete ragioni per perdonarci».

Roua Naboulsi


***
Fonte: http://lesakerfrancophone.net

Link: http://lesakerfrancophone.net/pardon/
16.11.2016
Traduzione a cura di MARTINO LAURENTI per www.comedonchisciotte.org

Nota del Saker Francophone:
Un’ultima domanda: “perché questi attentati colpiscono sempre la gente comune, che non ha alcun potere decisionale, senza toccare gli interessi di chi conduce le danze?”

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15880

lunedì 23 novembre 2015

Morto raro rinoceronte bianco, ne restano solo tre.


Un rinoceronte bianco del Nord © Ansa

In uno zoo in Usa, era della rara specie del Nord. Aveva 41 anni.

Uno degli ultimi quattro rinoceronti bianchi settentrionali presenti al mondo è morto ieri al Parco zoo safari di San Diego, in California. 
Nola, una femmina di 41 anni, che era nel parco dal 1989, è stata soppressa dopo un grave peggioramento della sua salute, rendo noto lo zoo californiano. 
I restanti tre rinoceronti bianchi del nord (Ceratotherium simum cottoni), tutti anziani, sono gelosamente custoditi in Kenya. 
La sottospecie è stata decimata dai bracconieri, che uccidono il rinoceronte per le sue corna. 
Nel tentativo di preservare la specie, lo zoo di San Diego ha preso possesso all'inizio del mese di sei femmine di rinoceronte bianco meridionale dal Sud Africa. 
I ricercatori della struttura stanno lavorando allo sviluppo di embrioni di rinoceronte bianco settentrionale da impiantare nelle sei nuove arrivate, che serviranno come madri surrogate.

Farmaci, nozze Viagra-Botox: nasce colosso da 150 miliardi di dollari.

Farmaci, nozze Viagra-Botox: nasce colosso da 150 miliardi di dollari


Trovata l'intesa per la fusione tra Pfizer e Allergan. Per ragioni fiscali il nuovo quartier generale sarà in Irlanda: polemiche negli Usa.


 - E' stata raggiunta l'intesa tra Pfizer, la società del Viagra, e Allergan, azienda leader del Botox, per una fusione che porterà alla nascita della maggiore casa farmaceutica del mondo, con un valore di 150 miliardi di dollari. Lo annuncia il Wall Street Journal. Non mancano le polemiche: per ragioni fiscali il nuovo quartier generale sarà in Irlanda, già sede di Allergan.

L'accordo prevede che Pfizer paghi 11,3 azioni proprie per ogni titolo Allergan e una piccolo componente in contanti. L'intesa è una delle maggiori fusioni della storia, più grande di quella da 108 miliardi di dollari di Ab InBev per comprare SABMiller.

E si tratta, sottolineano molti addetti ai lavori, della maggiore fuga all'estero di una società americana per pagare meno tasse. Per sfuggire alle norme americane, l'accordo e' strutturato come una "fusione inversa", con Allergan che acquista Pfizer. Il colosso che nascerà dall'unione sarà guidato dall'amministratore delegato di Pfizer, Ian Read, con l'amministratore delegato di Allergan, Brent Saunders, numero due.

Governo e Bankitalia salvano 4 banche in crisi con operazione da 3,6 miliardi. - Stefano Barnabei

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ROMA (Reuters) - Il governo in accordo con la Banca d'Italia ha creato quattro nuove banche nate dalle ceneri di Cassa di Risparmio di Ferrara, banca delle Marche, Banca Etruria e Cassa di Risparmio di Chieti, che sono state così fatte rinascere risanate con una operazione da 3,6 miliardi, usando le nuove norme europee sui salvataggi e il Fondo di risoluzione nazionale.
Per creare le nuove quattro banche, spiega Banca d'Italia descrivendo l'operazione, le perdite sono state coperte azzerando prima di tutto le azioni e le obbligazioni subordinate. Queste banche sono state depurate infatti delle loro sofferenze, dopo una ulteriore svalutazione che ha abbassato il valore da 8,5 miliardi a 1,5 miliardi, secondo criteri di liquidazione indicati direttamente dalla Commissione Ue, che ha approvato l'intera operazione come compatibile con gli aiuti di Stato.
Queste sofferenze svalutate delle quattro banche sono state messe in un veicolo, bad bank, dotato di un capitale minimo e verranno cedute a specialisti nel recupero crediti.
Il Fondo di risoluzione nazionale, gestito dall'autorità di risoluzione, ha potuto intervenire solo dopo il contributo di azioni e bond junior e ha ripianato quindi le perdite residue per 1,7 miliardi e ricapitalizzato poi le quattro banche per complessivi 1,8 miliardi.
Le quattro banche buone, bridge banks, avranno lo stesso nome delle vecchie preceduto dalla parola "Nuova" e saranno presiedute da Roberto Nicastro, ex dg di Unicredit, nominato assieme agli altri amministratori dalla autorità di risoluzione della banca d'Italia che provvisoriamente gestisce questi istituti. Le banche saranno messe subito in vendita al miglior offerente per poi retrocedere al Fondo di Risoluzione i ricavi della vendita.
La liquidità necessaria per utilizzare subito il Fondo è stata fornita con un finanziamento ponte da 3,6 miliardi a 18 mesi e a tassi di mercato da Unicredit, Intesa e Ubi.
Le quattro banche hanno una dimensione piccola o media, con una quota del mercato nazionale dell'1% circa in termini di depositi.