giovedì 31 agosto 2017

India: strage di bambini, in due ospedali ben 1.414 morti.



Solo nel 2017 centinaia decessi per encefalite e altre malattie.

Le polemiche per le morti di bambini, e soprattutto di neonati, nell'ospedale di Gorakhpur, nello Stato di Uttar Pradesh (India settentrionale), hanno fatto emergere oggi i contorni di una vera e propria 'strage degli innocenti', la cui dimensione si presenta già ora enorme: si tratta di ben 1.414 decessi quest'anno in due soli ospedali pediatrici. La dimensione di questa tragedia, sottolineano gli operatori sociali, potrà essere valutata concretamente soltanto con il passare dei giorni grazie alle verifiche in corso in altri centri medici indiani specializzati nel trattamento dei minori.
Così, dopo giorni di silenzi e mezze ammissioni, il dottor P.K. Singh, direttore del Baba Raghav Das Medical College di Gorakhpur, ha ufficialmente ammesso oggi all'agenzia di stampa Pti che i bimbi deceduti per encefalite e per altre patologie nel mese di agosto in vari reparti della sua struttura non sono stati 131, come si era detto finora, ma ben 290. "Di questi - ha precisato - 213 sono morti nell'unità di rianimazione del reparto neonatale, e altri 77 in quello riservato agli affetti di encefalite". Da gennaio, ha ricordato, i decessi di bambini, specialmente per encefalite, "da noi sono stati 1.250".

mercoledì 30 agosto 2017

Senza casa.

Risultati immagini per coppie senza casa
Leggo di "Persone senza casa, uomini e donne che vivono una condizione drammatica ed estrema di povertà, gente che in un attimo si trova fuori da tutto, fuori dal circuito dei diritti e dalle relazioni."

E penso che mi è capitato di vederne qualcuno, ma non mi è mai capitato di vedere qualche ricco prelato dar loro aiuto, solo gente comune, caritatevole. 
Sorge, quindi, spontanea una domanda: Che se ne fa la chiesa di tutte le ricchezze che possiede?
Come e a chi destina le proprietà immobiliari delle quali ha il possesso?

Reddito di inclusione, nasce il REI: 20 milioni all'anno per la lotta alla povertà estrema. - Anna Maria De Luca

Reddito di inclusione, nasce il REI: 20 milioni all'anno per la lotta alla povertà estrema

Reazioni al momento tutto sommato positive delle organizzazioni umanitarie italiane e dal Terzo Settore.

ROMA - Si registrano le prime reazioni positive - sebbene con qualche critica relativa a presunte insufficienze - nel mondo delle organizzazioni umanitarie italiane del Terzo Settore, all'indomani della decisione del Governo che ieri ha approvato il decreto attuativo che definisce finalmente anche in Italia il REI, Reddito di Inclusione Sociale come misura strutturale nel Piano Nazionale di Lotta alla Povertà:  20 milioni per le povertà estreme, a partire dal 2018. Il ministro Poletti:  “Per la prima volta il nostro Paese ha uno strumento permanente di contrasto alla povertà fondato sul sostegno al reddito e sull’inclusione sociale. Uno strumento che impegna tutte le istituzioni e le comunità locali a stare a fianco dei più deboli“.
 
Chi sono i beneficiari

Le persone senza casa, in Italia,   sono  oltre 50 mila (secondo l'ultima indagine ISTAT del 2014) e sono lontane dallo stereotipo con cui spesso vengono rappresentate.   “Sono uomini e donne - dice Cristina Avonto, Presidente della Federazione Italiana Organismi per le persone senza dimora –  che vivono una condizione drammatica ed estrema di povertà, gente che in un attimo si trova fuori da tutto, fuori dal circuito dei diritti e dalle relazioni. Fino ad oggi quello che sembra rimanere per loro - pensando che basti - è un pasto caldo e un posto letto in qualche struttura. Dare un sostegno economico significa invece dare loro riconoscimento e dignità. Significa dare loro un'opportunità per rialzarsi. Se si rafforzano i servizi, se li si pensa in termini innovativi, se si inizia a fare una presa in carico seria e personalizzata, allora si è in grado di creare le condizioni di un effettivo percorso di dignità, le persone smettono di essere "gli scarti" della nostra società per tornare ad essere cittadini!"

Cosa accadrà. La buona notizia è che, a partire dal 1 gennaio 2018,   le persone senza dimora potranno avvalersi “di un sostegno concreto per provare a percorrere la strada del proprio riscatto e del reinserimento nella società”, commenta il fio.PSD (Federazione Italiana Organismi per le persone senza dimora) che definisce l’operazione “un grande traguardo conquistato con anni di impegno e lavoro condiviso con Alleanza contro la povertà e con il Governo”.  Il Rei sostituisce il Sia, sostegno all’inclusione attiva. L’importo dell’aiuto corrisponde al massimo a quello dell’assegno sociale per chi ha più di 65 anni ed è senza reddito, pari a 485 euro al mese (l’importo dipenderà dal numero dei componenti e dalla situazione familiare). I richiedenti devono avere  un valore dell’ISEE  non superiore ai seimila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro.

Come funziona il fondo. Il Fondo Povertà riserverà  20 milioni di euro all'anno per la lotta alla povertà estrema. Questi stanziamenti si sommano ai fondi (50 milioni di euro per due anni) che i Comuni e le Regioni riceveranno dal Ministero a partire dal prossimo mese di settembre per sostenere politiche innovative per le persone senza dimora (housing first e housing led per le politiche abitative, ma anche nuovi modi di accogliere e incontrare le persone per strada e nei servizi di bassa soglia, rimettendo al centro la persona, la sua dignità e i suoi diritti).  Il REI è articolato in due componenti: un beneficio economico erogato su dodici mensilità, con un importo che andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti; una componente di servizi alla persona identificata, in esito ad una valutazione del bisogno del nucleo familiare che terrà conto, tra l’altro, della situazione lavorativa e del profilo di occupabilità, dell’educazione, istruzione e formazione, della condizione abitativa e delle reti familiari, di prossimità e sociali della persona e servirà a dar vita a un “progetto personalizzato” volto al superamento della condizione di povertà. Tale progetto indicherà gli obiettivi generali e i risultati specifici da raggiungere nel percorso diretto all’inserimento o reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale, nonché i sostegni, in termini di specifici interventi e servizi, di cui il nucleo necessita, oltre al beneficio economico connesso al ReI e, infine, gli impegni a svolgere specifiche attività, a cui il beneficio economico è condizionato, da parte dei componenti il nucleo familiare.

Come si richiede. 

Al ReI si accederà attraverso una dichiarazione a fini ISEE “precompilata”. È un’importante innovazione di sistema, che caratterizzerà l’accesso a tutte le prestazioni sociali agevolate migliorando la fedeltà delle dichiarazioni da un lato e semplificando gli adempimenti per i cittadini dall’altro. Il REI sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente. Il decreto disciplina anche le possibili espansioni del REI, in termini di graduale incremento del beneficio e dei beneficiari. In presenza di maggiori risorse o di risparmi strutturali, l’estensione della misura potrà essere realizzata mediante l’adozione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

La Rete della protezione e dell’inclusione sociale. Il decreto istituisce inoltre la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, presieduta dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei diversi livelli di governo. E’ una struttura permanente di confronto e programmazione delle politiche sociali, nonché di coinvolgimento nelle decisioni programmatiche del terzo settore, delle parti sociali e degli altri stakeholder. La Rete si articola in tavoli regionali e territoriali e ha l’obiettivo di rendere più omogeneo il sistema superando le attuali sperequazioni territoriali.

Il Comitato per la lotta alla povertà. Nello specifico del REI e al fine di agevolarne l’attuazione, il decreto prevede l’istituzione del Comitato per la lotta alla povertà, quale organismo di confronto permanente tra i diversi livelli di governo e specifica articolazione tecnica della Rete e l’istituzione dell’Osservatorio sulle povertà quale gruppo di lavoro permanente, con il compito di predisporre un Rapporto biennale sulla povertà, in cui sono formulate analisi e proposte in materia di contrasto alla povertà, di promuovere l’attuazione del REI, evidenziando eventuali problematiche riscontrate, anche a livello territoriale, e di esprimere il proprio parere sul Rapporto annuale di monitoraggio sull’attuazione del REI.


http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2017/08/30/news/reddito_di_inclusione_nasce_il_rei_20_milioni_all_anno_per_la_lotta_alla_poverta_estrema-174187834/

Ed ecco pronto l'ennesimo guazzabuglio che favorirà i soliti ignoti che risultano poveri in canna anche se, lavorando in nero, stanno meglio di tanti altri.
Chi ne ha veramente bisogno non godrà di alcuna agevolazione.
Un film già visto.
Sembra lo specchietto per le allodole in prossimità delle elezioni.
Tanto non si saprà mai chi ne avrà usufruito realmente, in quale misura, in base a quali parametri...
Molto probabilmente è destinato agli amici degli amici in cambio di voti.
PS. Notare che sarà attuabile dopo le probabili elezioni, a partire dal 2018, previa dimostrazione di abnegazione indiscussa (voto di scambio).

Merkel, sì a un Fondo monetario europeo. - Francesca Gerosa

Angela Merkel

La cancelliera tedesca è favorevole alla trasformazione dell'Esm in un Fondo monetario dei Paesi dell'area euro, a un ministro delle Finanze dell'eurozona e a un bilancio per l'euro, di piccola entità, per aiutare i Paesi che stanno facendo le riforme ma sono costretti ai limiti di spesa per rispettare il Patto di Stabilità.

Sì a un ministro delle Finanze dell'eurozona e alla proposta di trasformare l'Esm (il meccanismo europeo di stabilità) in una sorta di Fondo monetario dei Paesi dell'area euro. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, durante una conferenza stampa oggi a Berlino, ha aperto a queste due possibilità e ha aggiunto di essere favorevole alla creazione di un bilancio per l'euro, però di piccola entità, per aiutare i Paesi che stanno facendo le riforme ma sono costretti ai limiti di spesa per rispettare il Patto di Stabilità.

"Sono a favore di un bilancio per l'euro", ha detto, "ma non di centinaia di milioni, bensì di piccole quantità per cominciare. Per fare le riforme quando non ci sia il margine a causa del Patto di stabilità e crescita". Secondo la cancelliera tedesca il principale scopo dell'iniziativa sarebbe quello di aiutare nella fase delle riforme i Paesi che altrimenti sarebbero costretti a fare dei tagli che non aiuterebbero la competitività. Angela Merkel ha citato esplicitamente la Spagna.
Inoltre, la cancelliera tedesca si è detta d'accordo con la proposta del ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, che ha parlato di convertire il meccanismo europeo di stabilità in uno strumento simile al Fondo monetario. "Sarebbe una riforma importante", ha osservato in merito, "che dimostrerebbe al mondo che la Ue ha i meccanismi per superare situazioni inattese".

Lo scorso 20 aprile Schaeuble aveva affermato che il Fondo monetario internazionale "si è stancato di occuparsi sempre dei problemi europei". Ragion per cui gli europei dovrebbero considerare di effettuare eventuali futuri salvataggi senza l'aiuto del Fmi. In pratica, secondo il ministro tedesco delle Finanze, l'Esm potrebbe assumere le funzioni del Fmi in futuro.
Infine, Angela Merkel ha specificato di non avere nulla in contrario alla creazione di un ministero delle Finanze dell'eurozona, anche se restano le distanze con la posizione espressa dal presidente francese, Emmanuel Macron. "Un ministro dell'Economia e delle Finanze dell'eurozona che promuova la competitività e abbia la capacità di appoggiare finanziariamente i Paesi che presentano piani concreti di riforme sarebbe auspicabile", ha concluso.


Hanno la sfacciataggine di far passare una mannaia per aiuto umanitario ...
Il loro unico problema è aumentare il numero di figure istituzionali per tenersi buoni gli epurati e avere la possibilità di tenere sotto ricatto intere popolazioni tramite i loro governanti.
Pecunia non olet.
PS. Subito dopo l'approvazione, preparatevi ad un adeguato aumento delle tasse....

martedì 29 agosto 2017

Assange rivela i finanziatori dello Stato Islamico.



Nell’intervista esclusiva rilasciata al giornalista australiano John Pilger, il fondatore di Wiki Leaks, Julian Assange, rivela contenuto di una mail che dimostra come coloro che finanziano l’ISIS sono gli stessi che finanziano la Fondazione Clinton.
La mail fu inviata da Hillary Clinton al suo capo della campagna, John Podesta, dove la candidata alle presidenziali manifestava che l’attuale Stato Islamico è finanziato dai governi di Arabia Saudita e Qatar, e questo avviene  non per iniziativa di un qualche principe canaglia che utilizza il denaro del petrolio per questo fine (come alcuni hanno cercato di far passare) mentre il loro governo non sia d’accordo.
Sono esattamente i governi di Arabia Saudita e Qatar quelli che hanno finanziato e stanno tuttora finanziando lo Stato Islamico, come afferma Assange sulla base di questa mail e di altre da lui intercettate.
Nell’intervista con il fondatore di WikiLeaks, che risale al Novembre del 2016, Assange aveva aggiunto che il denaro catarita e saudita viene ripartito in molte parti, includendo molti media occidentali (giornali e Tv). Vedi: Vedi: Youtube.com/Watch
Assange segnalava  la Hillary Clinton come un elemento centrale e rappresentativo dell’establishment statunitense e del sistema di consenso di Washington e delle sue influenze: “Lei, la Clinton svolge il ruolo di catalizzatore. Ci sono molti ingranaggi nel meccanismo: dalle grandi banche, come la Goldman Sachs, fino agli elementi principali di Wall Street, passando per i servizi di intelligence, il personale del Dipartimento di Stato, i sauditi, ecc.. assicurava Assange.
In un’altra mail filtrata, si dimostra che la Fondazione Clinton aveva ricevuto un milione di dollari dal Qatar. Detta Fondazione non aveva informato inizialmente il Dipartimento di Stato, secondo quanto informa la Reuters.
Come si evince dalla posta elettronica della Clinton, il Qatar aveva promesso questo denaro dal 2011 per il 65° compleanno di Bill Clinton, ed aveva sollecitato una riunione con l’ex presidente statunitense in persona l’anno successivo per consegnarli un sostanzioso assegno circolare.
Le rivelazioni di Assange tornano attuali considerando che, poche settimane fa,  è arrivata  la notizia che Mrs Hillary Clinton, 69 anni, ha deciso di ritentare le sorti politiche ripromettendo un successo nelle elezioni di medio termine.
«Le elezioni di metà mandato o medio termine (dall’inglese Midterm Elections) si tengono negli Stati Uniti e riguardano il Congresso, le assemblee elettive dei singoli Stati, e alcuni dei governatori dei singoli Stati. Non riguardano l’elezione del presidente degli Stati Uniti.
Tale tornata elettorale si tiene il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre degli anni pari e riguarda i 435 membri della Camera dei rappresentanti e un terzo dei 100 membri del Senato (alternativamente 33 o 34). Le elezioni di metà mandato si tengono a metà del mandato presidenziale (4 anni), e da ciò deriva la loro denominazione.
Il ritorno alla politica attiva di questa donna, ormai quasi settantenne,  mai sazia di sconfitte brucianti,  rasserena i cuori e le menti dei repubblicani: è la garanzia che vinceranno loro le elezioni di mezzo termine. Non sembra che la Clinton si sia mai sentita minimamente in imbarazzo per le rivelazioni scottanti fatte da Assange sulle sue fonti di finanziamento e per le accuse di collusione con i responsabili del terrorismo internazionale.
La Clinton fra l’altro è la diretta responsabile e suggeritrice dell’operazione di aggressione fatta dagli USA ed i suoi alleati contro la Libia, incluso il brutale omicidio del leader libico   Gheddafi, per la cui notizia  è rimasto famoso il suo ghigno di soddisfazione.
Sarà però tutto da vedere come i suoi colleghi democratici prenderanno la cosa. Si potrebbero avanzare serissimi dubbi che il partito possa nuovamente coagularsi attorno al suo nome: è una perdente nata ma soprattutto una “losca figura”.
Traduzione e sintesi: Luciano Lago

sabato 26 agosto 2017

I sei nonni / Ha Sapa Mount Rushmore prima della scultura.

Foto

Il Black Hills in Sud Dakota è una zona che è storicamente legata a diverse tribù, tra cui i Sioux, Cheyenne, Arapaho e Kiowa. Come area sacra, è stata utilizzata per entrare in contatto con il mondo degli spiriti e per ottenere il potere spirituale. Fu qui che molti indiani hanno condotto cerimonie come ad esempio la ricerca della visione, la Danza del Sole, e altro. E 'qui che si sono riuniti i sacri medicine-impianti-di cui avevano bisogno per la guarigione e per uso cerimoniale.

Nel 1870, gli americani sono stati diffondendo voci che che le Black Hills erano libere, che erano una zona che gli indiani non ha utilizzato. Spedizioni illegali nella zona in qualche modo ignorato tutte le parti di caccia indiane che hanno incontrato, e quali sono stati riportati nelle loro riviste, e ha detto di un'area vuota in attesa di “sviluppo” da non-indiani che avrebbe redento l'area dal paganesimo e rendere una parte della moderna America.

Il furto delle Black Hills dal Sioux è stato ampiamente riportato da entrambi storici e media popolari. Il furto, però, ha coinvolto più di solo prendendo la terra: è anche coinvolto rinominandolo. Tutte le caratteristiche geografiche all'interno della Black Hills avevano nomi indiani nel 1877, ma nel corso dei prossimi due decenni, questi nomi sono stati sostituiti da nomi non indiani.

Nel 1884, New York City avvocato Charles E. Rushmore è venuto a Black Hills per controllare i titoli legali per alcune proprietà. A tornare al campo, un giorno, ha chiesto Bill Challis circa il nome di una montagna. Bill è segnalato abbia risposto:


“Non ha mai avuto un nome, ma da ora in poi chiameremo Rushmore”.

Con questo commento casuale, la montagna conosciuta per i Sioux, come sei diventato Grandfathers Mount Rushmore. Il nome Sioux era stata una parte importante della loro tradizione orale e la loro associazione con la terra. Il nuovo nome riflette l'American mancanza di preoccupazione per la storia del territorio e l'importanza di avvocati nella loro società.

La ricchezza generata dall'oro e il bestiame nelle Black Hills non era sufficiente a soddisfare l'avidità americana. Dal 1920, le persone erano alla ricerca di nuovi modi di sfruttare le Black Hills. In altre parti del paese, il turismo è stato dimostrando di essere una risorsa economica, e così, nel 1923, Doane Robinson, lo stato lo storico South Dakota, si avvicinò con l'idea di portare i turisti (e il loro denaro) nello stato. La sua idea era quella di commissionare uno scultore di trasformare uno dei alto e stretto, formazioni rocciose di granito nelle Black Hills in memoriali di grandi figure dalla narrazione mitica del West americano. Nella sua visione, vide memoriali giganti a eroi come George Armstrong Custer, Meriwether Lewis, William Clark, e forse il capo Sioux Nuvola Rossa, che stare insieme una nuova autostrada e attirare i turisti lontano dal Parco Nazionale di Yellowstone.

Il problema successivo è stato come portare la visione in realtà. Per risolvere questo problema, Robinson si rivolse a Gutzon Borglum, figlio di immigrati danesi mormoni che aveva fatto il dieci settimane trekking lungo il sentiero mormone attraverso terre indiane a Salt Lake City. Borglum è stato uno dei più famosi scultori del tempo. Borglum era stato coinvolto con l'intaglio di una massiccia bassorilievo agli eroi della Confederazione a Stone Mountain, Georgia. Borglum era un membro del Ku Klux Klan e Stone Mountain è stato utilizzato come un sito per rivitalizzare il Klan.

Robinson aveva inizialmente immaginato le incisioni su una serie di caratteristiche geologiche conosciute come “gli aghi”, ma Borglum trovato inadatte per intaglio e selezionato i sei Grandfathers (Mount Rushmore) invece. Il nuovo piano è stato assalito dai naturalisti che ha sottolineato che sarebbe dissacrare la bellezza naturale delle Black Hills. Robinson ha risposto:


“Dio fa solo un Michelangelo o un Gutzon Borglum una volta in mille anni”.


Borglum ha cambiato la visione originale del progetto e ha proposto un “Santuario della democrazia” che si concentrerà sui ritratti presidenziali. Avrebbe stato seguito:
“Lo scopo del memorial è quello di comunicare la fondazione, l'espansione, la conservazione, e l'unificazione degli Stati Uniti con le statue colossali di Washington, Jefferson, Lincoln e Theodore Roosevelt.”
Nel 1926, ha iniziato Borglum carving i volti di quattro presidenti di una montagna delle Black Hills, terra sacra al popolo Lakota. Lo scultore, che ammirava Destino Manifesto e vide la conquista del Lakota e il furto della loro terra sacra come giustificabile, dedicato alle sculture all'espansione degli Stati Uniti. Dal punto di vista di Borglum, Manifest Destiny, un'espressione di superiorità razziale, era un'espressione dell'ordine legittimo del mondo.


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I "nuovi americani" non hanno solo usurpato il suolo, ma hanno anche cancellato la storia dei nativi e nascosto le loro origini.
Esecrabile!

venerdì 25 agosto 2017

Residenza e moneta digitali, così l'Estonia abbatte i confini e fa soldi. - Giuseppe Timpone

Residenza e moneta digitali in Estonia

L'Estonia rilascia la residenza online e ora inizia ad emettere la moneta digitale per beneficiare la sua economia. Vediamo in cosa consistono queste misure rivoluzionarie.


Nel 2014, il governo di Tallinn lanciò la cosiddetta “e-residency”, un piano per assegnare la residenza digitale a chi ne avesse fatto richiesta. I numeri stanno premiando l’idea innovativa, perché da allora ben 22.000 persone di 128 stati diversi hanno ottenuto la residenza virtuale, di cui 1.200 britannici. Le richieste di questi ultimi sono letteralmente esplose dopo il referendum sulla Brexit, segno che l’Estonia starebbe attirando migliaia di persone preoccupate del futuro del Regno Unito e dei suoi rapporti con l’Europa.

Ma di cosa stiamo parlando esattamente? 
Ti basta la carta d’identità e il numero di telefono, se sei un’azienda versi anche la quota di 50 euro e nel giro di un paio di settimane ti sarà rilasciata la residenza digitale, che ti consentirà di godere di facilitazioni sul piano burocratico e di effettuare anche pagamenti. Per capire del perché di una simile iniziativa, si dovrebbero leggere le dichiarazioni del rappresentante del governo estone, Taavi Kotka, che spiega come il piccolo stato baltico registri tassi di nascita inferiori a quelli della mortalità. Ora, aggiunge, per un’azienda è importante godere di un mercato di sbocco per le proprie merci di una certa dimensione, ovvero di un numero di clienti tendenzialmente crescente. Poiché di bambini in Estonia non ne nascono e di stranieri che vogliano trasferirsi qui non ve ne sarebbero, ecco l’espediente della residenza digitale. Di fatto, anche solo non spostandosi fisicamente, uno straniero avrebbe la possibilità di acquistare e vendere come se risiedesse nel paese.

Estonia emette moneta digitale.
Da qualche giorno, Tallinn ha raddoppiato la scommessa e sul suo blog, Kaspar Korjus, responsabile del programma di e-residency, annuncia l’emissione di una moneta digitale, chiamata “Estcoin”, da parte dello stato estone. A tale proposito vi sarà una ICO (“Inital Coin Offering”), attraverso la quale verranno raccolti fondi destinati al potenziamento delle infrastrutture digitali dell’Estonia, già molto avanzate. In un secondo momento, spiega, il denaro potrebbe essere impiegato per sostenere con iniziative di capitale venturing le società degli e-residenti.

Con gli Estcoin, si potranno effettuare pagamenti per ottenere servizi pubblici e privati. 
Le monete digitali non potranno essere contraffatte, per cui non saranno utilizzabili per scopi criminali e verranno gestite da una partnership pubblico-privata, mentre potrebbe anche essere adottata come mezzo di pagamento globale.

E qui arrivano i possibili problemi, perché l’emissione di una moneta da parte dello stato sarebbe in contrasto con i Trattati della UE, che vietano tali pratiche per gli stati aderenti all’Eurozona. Contrariamente ai Bitcoin e alle altre “criptomonete”, infatti, qui saremmo in presenza di una moneta parallela, emessa dallo stesso stato, per quanto non paragonabile a quella ufficiale. Non è il primo esempio di doppia moneta circolante in uno stato, ma di certo il più pernicioso in questa fase, perché se accettato da Bruxelles, offrirebbe argomentazioni valide a quanti negli altri stati membri dell’Eurozona vorrebbero introdurre una moneta parallela all’euro, come la proposta di questi giorni rilanciata dall’ex premier Silvio Berlusconi.