Per la prima volta nella storia è stata rivelata un'onda prodotta dalla fusione di due stelle di neutroni e captata, dalle onde radio fino ai raggi gamma, la radiazione elettromagnetica associata. Il traguardo apre a numerose nuove scoperte.
L’astronomia sta per essere rivoluzionata. Per la prima volta nella storia, infatti, è stato catturato il segnale generato dalla fusione di due stelle di neutroni, così dense da costituire uno stato estremo della materia. Un traguardo reso possibile dai rivelatori a onde gravitazionali Ligo e Virgo e da 70 telescopi da Terra e spaziali, che aprono le porte a una vera e propria cascata di scoperte scientifiche. Grazie a queste rivelazioni, ad esempio, potrà essere confermata la teoria della relatività di Einstein che, oltre un secolo fa, sosteneva che le onde gravitazionali viaggiassero alla velocità della luce. Ma sarà anche possibile svelare il processo che porta alla formazione di metalli pesanti come oro, platino e uranio.
Astronomia "multimessaggero".
Nello specifico è stata rilevata un'onda gravitazionale prodotta dalla fusione di due stelle di neutroni ed è stata captata, dalle onde radio fino ai raggi gamma, la radiazione elettromagnetica associata alla poderosa esplosione avvenuta durante il fenomeno. Quello registrato è il primo evento cosmico nel quale vengono osservate sia onde gravitazionali che elettromagnetiche, avviando così l'era dell'astronomia "multimessaggero". Di fatto di una "nuova" disciplina che sfrutta osservazioni basate su segnali di tipo diverso e che estende notevolmente il nostro modo di "vedere" e "ascoltare" il cosmo. La scoperta è stata realizzata grazie alla sinergia tra le osservazioni nella banda elettromagnetica, realizzate da 70 telescopi a terra e nello spazio, e due osservatori: il Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory(Ligo) negli Stati Uniti e il rilevatore europeo Virgo, che si trova nel nostro Paese e al quale l'Italia partecipa con l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).
L’esplosione.
La fusione delle stelle di neutroni è avvenuta alla distanza di 130 milioni di anni luce dalla Terra, nella periferia della galassia NGC 4993, nella costellazione dell'Idra. Dall'esplosione è cominciata la corsa dei due segnali, che fisici e astrofisici sono riusciti a captare anche grazie a un lampo gamma avvistato dal satellite Fermi della Nasa, al quale l'Italia partecipa con l'Agenzia spaziale italiana (Asi). Un'avvistamento che ha consetito di fare una grande scoperta: la luce del lampo, stando alle rilevazioni, sarebbe arrivata 1,7 secondi dopo la registrazione dell'onda gravitazionale. Una differenza "calcolata in un numero estremamente piccolo" che confermerebbe che le due velocità sostanzialmente si equivalgono, dando ragione ai calcoli di Einstein nella sua teoria della relatività.
Svelato il mistero della genesi dei metalli pesanti.
L'osservazione della fusione della coppia di stelle di neutroni ha permesso agli astrofisici di cominciare a comprendere anche come si formano nell'universo i metalli più pesanti, come oro e platino. Dopo aver captato le onde gravitazionali e il lampo gamma, gli astrofisici sono riusciti ad individuare la posizione e puntare i telescopi spaziali in direzione delle due entità che sono così dense da essere considerate l'anticamera dei buchi neri. In questo modo sono riusciti a registrare la fusione della coppia di stelle nella luce visibile osservando i segnali spia della formazione dei metalli pesanti.
L'annuncio in contemporanea in Italia,
Europa e Usa. L'annuncio della nuova fondamentale scoperta, in cui l'Italia ha giocato un ruolo fondamentale, è stato dato in contemporanea nel corso di tre conferenze stampa simultanee organizzate a Washington dalla National Science Foundation, in Germania dall'Osservatorio Europeo Australe (Eso), e a Roma dal Miur in collaborazione con l'Infn, l'Istituto nazionale di Astrofisica e Asi, e alla presenza della ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli.
Risultati senza precedenti.
Secondo Gianluca Gemme, coordinatore nazionale del rivelatore Virgo per l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), quelli presentati il 16 ottobre sono risultati "senza precedenti". Per il fisico, infatti, la scoperta delle onde gravitazionali "è stata un momento storico, ma la ricchezza delle osservazioni venute in seguito è ancora superiore perché il numero di strumenti e di comunità scientifiche coinvolti in questa nuova osservazione non ha precedenti. Credo sia un fatto unico".