Stop a ogni scudo di natura penale. Esclusione esplicita di ogni sanatoria per i redditi esteri. Impegno in sede di conversione ad ampliare il meccanismo del «saldo e stralcio» per la cosiddetta “evasione di necessità”, ossia concedere la possibilità di rimettersi in regola con l’amministrazione finanziaria a chi non è riuscito a versare le imposte dovute ma si è denunciato al Fisco.
Sono i tre punti su cui Lega e Movimento 5 Stelle hanno trovato l’accordo nel Consiglio dei ministri di sabato 20 ottobre. Via, quindi, ogni protezione dai reati di riciclaggio e autoriciclaggio ma anche da quelli tributari e via ogni appiglio a regolirrazioni di patrimoni detenuti oltreconfine. In pratica, si punterà ad aiutare chi ha dichiarato e non pagato le imposte per difficoltà economiche e allo stesso tempo si evita ogni assist ai grandi evasori.
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Nessuna causa di non punibilità.
È stato lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a spiegare in conferenza stampa dopo il Cdm che «a scanso di equivoci abbiamo anche valutato che tutto sommato poteva prestarsi a equivoci qualche causa di non punibilità, che avrebbe consentito di stimolare contribuenti ad aderire ma avrebbe dato un segnale di fraintendimento, quindi non ci sarà nessuna causa di non punibilità».
Niente scudi dall’estero.
«Dichiarazione integrativa riguarda il 30% in più di quanto già dichiarato con il tetto di 100mila per anno d’imposta: no a scudi di sorta all’estero», ha rimarcato il premier. Accolte, quindi, le richieste di escludere l’integrazione della dichiarazione per i redditi prodotti all’estero e del quadro RW per il monitoraggio dei patrimoni mobiliari e immobiliari detenuti oltreconfine. Questo di conseguenza dovrebbe portare a stralciare dalla sanatoria anche le imposte su case (Ivie) e attività finanziarie (Ivafe) all’estero.
«La dichiarazione integrativa già c'è nel nostro ordinamento, ma ora noi mettiamo un tetto: la norma è quella che si è letta in bozza ma precisando su base annua. Stiamo su 100mila di imponibile», ha precisato il vicepremier Luigi Di Maio.
Un intervento per l’evasione di necessità.
Ma l’accordo tra le forze di maggioranza ha anche natura additiva. Uno dei principi inseriti nel contratto di Governo ma che non è entrato nel decreto fiscale è quello di andare a inserire misure per il «saldo e stralcio» dei debiti tributari dei contribuenti in difficoltà che, come ha sottolineato il vicepremier Matteo Salvini «devono comunque aver presentato la dichiarazione dei redditi».
Fonte: ilsole24ore del 20/10/2018