lunedì 15 novembre 2021

Anagrafe online da lunedì. Mattarella scarica il primo certificato digitale.

 

Ecco i certificati che si potranno ottenere on line gratis.


Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scaricato, in anteprima, il primo certificato digitale attraverso la piattaforma "Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente".

Da lunedì sarà attivo il servizio che consentirà ai cittadini di ottenere i certificati anagrafici online, in materia autonoma e gratuita, accedendo alla piattaforma www.anagrafenazionale.interno.it disponibile anche attraverso l'indirizzo www.anagrafenazionale.gov.it.

I cittadini iscritti all'anagrafe potranno scaricare 14 certificati per proprio conto o per un componente della propria famiglia, senza bisogno di recarsi allo sportello.

Questi i certificati che si possono ottenere:

Nascita

Matrimonio

Cittadinanza

Esistenza in vita

Residenza

Residenza AIRE

Stato civile

Stato di famiglia

Residenza in convivenza

Stato di famiglia AIRE

Stato di famiglia con rapporti di parentela

Stato Libero

Anagrafico di Unione Civile

Contratto di Convivenza

Per i certificati digitali - precisa una nota del Ministero dell'Innovazione - non si dovrà pagare il bollo e saranno quindi gratuiti (e disponibili in modalità multilingua per i comuni con plurilinguismo). Potranno essere rilasciati anche in forma contestuale (ad esempio cittadinanza, esistenza in vita e residenza potranno essere richiesti in un unico certificato).   

Al portale si accede con la propria identità digitale (SPID, Carta d'Identità Elettronica, CNS) e se la richiesta è per un familiare verrà mostrato l'elenco dei componenti della famiglia per cui è possibile richiedere un certificato. Il servizio, inoltre, consente la visione dell'anteprima del documento per verificare la correttezza dei dati e di poterlo scaricare in formato pdf o riceverlo via mail.   

Grazie ad ANPR - conclude la nota - le amministrazioni italiane avranno a disposizione un punto di riferimento unico di dati e informazioni anagrafiche, dal quale poter reperire informazioni certe e sicure per poter erogare servizi integrati e più efficienti per i cittadini. Con un'anagrafe nazionale unica, ogni aggiornamento su ANPR sarà immediatamente consultabile dagli enti pubblici che accedono alla banca dati, dall'Agenzia delle entrate all'Inps, alla Motorizzazione civile. 

Ecco nel dettaglio il progetto, secondo quanto spiega una nota del ministero della Trasformazione Digitale.

Il progetto.

ANPR è un progetto del Ministero dell’Interno la cui realizzazione è affidata a Sogei, partner tecnologico dell’amministrazione economico-finanziaria, che ha curato anche lo sviluppo del nuovo portale. Il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri è titolare del coordinamento tecnico-operativo dell’iniziativa.

L’innovazione dell’Anagrafe Nazionale.

ANPR è un sistema integrato, efficace e con alti standard di sicurezza, che consente ai Comuni di interagire con le altre amministrazioni pubbliche. Permette ai dati di dialogare, evitando duplicazioni di documenti, garantendo maggiore certezza del dato anagrafico e tutelando i dati personali dei cittadini.

Per la Pubblica Amministrazione significa guadagnare in efficienza superando le precedenti frammentazioni, ottimizzare le risorse, semplificare e automatizzare le operazioni relative ai servizi anagrafici, consultare o estrarre dati, monitorare le attività ed effettuare analisi e statistiche. Per i cittadini vuol dire accedere a servizi sempre più semplici, immediati e intelligenti, basati su informazioni condivise e costantemente aggiornate, potendo così godere dei propri diritti digitali. Ma anche risparmiare tempo e risorse, evitando di duplicare informazioni già fornite in precedenza alle diverse amministrazioni che offrono servizi pubblici.

Numeri e servizi.

Ad oggi, ANPR raccoglie i dati del 98% della popolazione italiana con 7808 comuni già subentrati e i restanti in via di subentro. L 'Anagrafe nazionale, che include 5,7 milioni di persone dell’Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), coinvolge oltre 59 milioni di residenti in Italia e sarà ultimata nel corso del 2021. Sul portale è possibile monitorare l’avanzamento del processo di adesione da parte dei Comuni italiani.

I prossimi passi.

A questi primi certificati scaricabili online se ne potranno aggiungere facilmente altri senza modifiche al quadro normativo e nei prossimi mesi saranno implementati ulteriori servizi per il cittadino, come le procedure per effettuare il cambio di residenza.

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/11/14/anagrafe-online-da-lunedi.-mattarella-scarica-il-primo-certificato-digitale_ce00337d-ead0-4dee-93a6-a4d410f3c5c3.html

Nobili e il falso dossier per colpire “Report”. Con dati bancari veri. - Alessandro Mantovani


ALITALIA-PIAGGIO - C’erano copie di un estratto conto nei documenti contro la trasmissione, rifiutati da vari giornalisti e poi di fatto trasfusi nei video, nelle interviste e in un’interrogazione parlamentare del renzianissimo deputato romano sulla trasmissione di Sigfrido Ranucci.

Non chiamatelo “dossier Nobili” se no si offende. “Ma quale dossier? Non ho visto nessun dossier, nessun estratto conto”, giura Luciano Nobili. Ma insomma, c’erano copie di un estratto conto nel dossier contro Report, rifiutato da vari giornalisti e poi di fatto trasfuso nei video, nelle interviste e in un’interrogazione parlamentare del renzianissimo deputato romano sulla trasmissione di Sigfrido Ranucci. Erano i movimenti bancari di un ex manager di Piaggio Aerospace, sospettato di aver informato Report sulla presa di controllo di quell’azienda strategica, in epoca renziana, da parte degli Emirati Arabi Uniti. Non erano in un fascicolo giudiziario, come quelli di Matteo Renzi e di migliaia di indagati. Non era facile procurarseli legalmente. Magari provenivano da uomini d’apparato, investigatori privati, hacker. “Quel dossier me lo fece vedere un collega”, racconta Franco Bechis, direttore del Tempo. “Dissi al collega che noi non potevamo esibire come prova un documento come la distinta bancaria che, perfino, con rogatoria giudiziaria si sarebbe faticato ad avere”, ha scritto sul suo blog. Lo cestinò. Ora aggiunge: “Potevano accusarci di ricettazione”. Anche Augusto Minzolini, oggi direttore del Giornale, non utilizzò quelle carte.

Nella prima parte del dossier c’erano le supposte mail tra Ranucci e Rocco Casalino, allora con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, per concordare l’uscita del servizio su Alitalia e Piaggio, a fine novembre 2020, durante la crisi di governo. In quei mesi Report si occupava anche del Vaticano e di Cecilia Marogna, che coinvolgeva pezzi dei Servizi. Il 2 febbraio, dopo le dimissioni di Conte, Valerio Valentini sul Foglio e Bechis e Minzolini sui loro giornali accennano al carteggio, senza nominare Ranucci (“un conduttore Rai”) e almeno Bechis, ipotizzando che sia un falso, per dare conto dei veleni attorno ai negoziati sul nuovo governo. Casalino e Ranucci smentiscono le mail, nessuno le mostra. Mario Draghi giura il 14 febbraio.

La seconda parte del dossier arriva ad aprile, dopo che Report ha mandato in onda l’ex leghista “gelliano” Gianmario Ferramonti che parla di Maria Elena Boschi, la quale però nega i contatti. A Bechis la porta sempre il collega: c’era, scrive il direttore del Tempo, “una distinta di liquidazione Rai per 45 mila euro a una società (…) e un estratto conto di banca lussemburghese di una persona fisica che (…) secondo il collega sarebbe stata intervistata da Report con volto oscurato e voce distorta”. La tesi era che la Rai avesse pagato, con oggetto “Alitalia/Piaggio”, la Tarantula Luxembourg, società di produzione, che poi avrebbe girato i soldi a Francesco Maria Tuccillo, l’ex manager contrario agli Emirati in Aerospace.

Per Bechis è una “polpetta avvelenata”. Neppure Minzolini pubblica. La notizia esce solo il 3 maggio, all’indomani del servizio di Report sull’incontro all’autogrill tra Renzi e il dirigente dei Servizi Marco Mancini, poi pensionato. La tira fuori Nobili: “Voglio sapere se la Rai abbia o meno pagato una fattura alla società lussemburghese Tarantula e, se sì, perché ha pagato questa fattura, in virtù di quale servizio? La società Tarantula ha collaborato alla realizzazione del servizio su Renzi su Alitalia, su Piaggio Aerospace?”. E presenta un’interrogazione parlamentare.

“Con Tuccillo abbiamo parlato, ma non ci ha detto nulla e non l’abbiamo mai mandato in onda coperto”, dice Ranucci. “La fattura non esiste”, fa sapere Report. “I renziani hanno ricevuto e portato in Parlamento un dossier falso”, scrive Marco Travaglio nel libro I segreti del Conticidio (Paper First) uscito a fine maggio. Nobili replica a Report: “Anche noi abbiamo i nostri informatori”. L’interrogazione è rivolta al ministero dell’Economia, azionista Rai, ma viene bloccata alla Camera; il renziano Michele Anzaldi cortesemente rifiuta di portarla in Vigilanza Rai: “Sono eletto a Roma, è stato un atto di coraggio”, rivendica, alludendo al peso politico di Nobili. Viene ammessa solo il 27 ottobre. Ripulita. Non ci sono più i 45 mila euro e non c’è più il riferimento ai “rapporti economici fra la società lussemburghese e il dottor Francesco Maria Tuccillo”, di cui si poteva sapere solo in base all’estratto conto del dossier. Resta però Tuccillo, di cui Nobili non dovrebbe nemmeno conoscere il nome. “Lo sapevamo in tre in redazione”, dicono a Report. E chissà poi se il Mef potrà rispondere sui rapporti tra Report e una presunta fonte, coperti dal segreto professionale.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/15/nobili-e-il-falso-dossier-per-colpire-report-con-dati-bancari-veri/6392221/

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Materie prime. “Perché i gatti ci accompagnano in bagno? Anche così ci dimostrano il loro affetto”, “Questa foto è stata scattata ieri mattina nel bagno di casa: si può facilmente immaginare dove fossi seduto io e perché. Non credo di essere l’unico a ritrovarsi, poco dopo aver lasciato il letto, in una situazione del genere” (Fabrizio Rondolino, Corriere della sera-Scienza, 13.11). Ecco di chi era la colpa della macchina renziana spara-merda: del gatto.

Querelite. “Renzi: ‘In tribunale contro Travaglio e il mio vicino di casa’” (Adnkronos, 11.11). E se fossero la stessa persona?

Si è fastidiato. “Ho provato a vedere la discussione tra Renzi e Travaglio e ho provato la stessa sensazione di disagio di quando scanalando mi è capitato di vedere quelli che litigano al Grande Fratello. Quelli (sic, ndr) roba che provi pietà per loro, mista a un po’ di umano fastidio” (Luca Bizzarri, Twitter, 12.11). Oh, poverino, e adesso come facciamo?

The Genius. “Ho dato solidarietà a Renzi, la gogna avvelena la politica” (Irene Tinagli, vicesegretaria Pd, Messaggero, 9.11). Ergo lei solidarizza con quelli che la gogna la organizzavano. Un genio.

Clint Salvini. “Salvini mi fa venire in mente Clint Eastwood” (Susanna Ceccardi, eurodeputata Lega, Rai Radio1, 5.11). Per l’indimenticabile interpretazione in “Gran Burino”.

E allora Bibbiano? “Affidi illeciti e ‘sistema Bibbiano’: 4 anni per Foti, 17 a giudizio, anche il sindaco Pd per abuso d’ufficio” (Corriere della sera, 12.11). Ora Di Maio dovrà chiedere scusa di aver chiesto scusa al “partito di Bibbiano”.

Scandali nazionali. “Dalla mafia alla Lollo l’ultima giravolta del narciso Ingroia. L’annuncio in un video, sarà il suo avvocato” (Repubblica, 13.11). Un avvocato che accetta di difendere una cliente: dove andremo a finire.

Figlia di Papi. “Mio padre al Quirinale? È bastata la sola ipotesi e si è scatenata subito la macchina del fango” (Marina Berlusconi, Corriere della sera, 13.11). La sua.

Già Vazzi. “Il debito è un concetto del secolo scorso” (Francesco Giavazzi, consigliere economico di Draghi, Corriere della sera, 13.11). Quindi i suoi trent’anni di editoriali sul debito (anche in questo secolo) li buttiamo?

Autocoscienza. “Travaglio bue dà del cornuto all’asino” (Alessandro Sallusti, Libero, 13.11). E l’asino, comprensibilmente, si offende.

Ucci ucci. “È giunta l’ora di divorziare da Travaglio” (Andrea Marcucci, senatore Pd, Riformista, 10. 11). Ma chi t’ha mai sposato?

Noblesse oblige. “Dieci anni fa lo hanno abbattuto. Ora la storia dà ragione al Cav… Oggi è il padre nobile del Ppe” (Paolo Guzzanti, Giornale, 13.11). Uahahahahahah.

Sorpresona. “‘Sono omosessuale. Il coming out di Spadafora da Fazio” (Corriere della sera, 8.11). No, che notizia! E chi l’avrebbe mai detto?

Letture miracolose. “Gli avevano vietato di leggere la Cartabia al 41 bis: ora sta diventando cieco” (Dubbio, 12.11). Pensa se leggeva pure la Cartabia.

Due piccioni con una fava. “Ue, pressing di Letta: ‘5S nei progressisti’. E Calenda se ne va” (Repubblica, 12.11). Basta l’annuncio e i Socialisti europei già ci guadagnano.

Moiro Orfeo. “Accordo Agnoletti-Orfeo” (Matteo Renzi a Marco Carrai, 31.12.2017). “Mario Orfeo verso la riconferma al Tg3 nel segno della continuità” (Stampa, 12.11.2021). Le famose nomine dei Migliori che non ascoltano i partiti.

Memoria corta. “L’eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti è stata la madre della corruzione della politica” (Nadia Urbinati, Domani, 12.11). Infatti ai tempi di Tangentopoli c’erano sia il finanziamento pubblico sia le mazzette.

Al galoppo. “Progetto Islander, così Nicole Berlusconi ha tratto in salvo 500 cavalli” (Repubblica, 5.11). Per giustificare l’esistenza del Cavaliere e dello stalliere.

La Monarchia. “La classifica dei principi più eleganti al mondo. Con un illustre assente. Da Pierre Casiraghi al figlio del sultano del Brunei, passando per il principe Carlo d’Inghilterra, ecco chi sono i sette uomini reali cui la storica rivista britannica Tatler ha assegnato il titolo di arbiter elegantiarum. E vediamo anche chi manca” (Repubblica, 13.11). Ma questa Repubblica, con Sambuca Molinari, non si starà spostando troppo a sinistra?

Fine pena mai. “I grandi elettori mandino Berlusconi al Colle. L’elezione del Cavaliere sarebbe un risarcimento per lui e per quello che ha patito il Paese” (Piero Sansonetti, direttore del Riformista, Giornale, 7.11). Ma non era contro l’ergastolo?

Il titolo della settimana/1. “Amato vorrebbe una donna al Colle” (Corriere della sera, 11.11). “Voglio una donnaaaa!” (Ciccio Ingrassia, Amarcord di Federico Fellini, 1973).

Il titolo della settimana/2. “Fedez entra in politica? È giallo” (Riformista, 11.11). Epatite?

Il titolo della settimana/3. “Il peto di Biden terrorizza Carlo e Camilla” (Libero, 9.11). Ma non dovevano ridurle, le emissioni?


https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/15/ma-mi-faccia-il-piacere-245/6392217/

Ruffini (Agenzie Entrate): «Frodi per 950 milioni su bonus casa, urgente intervenire». -

 

I punti chiave.


Il monte totale delle frodi sui bonus edilizi, compreso il Superbonus ammonta a 950 milioni, «quasi un miliardo e quasi tutti monetizzati». È il dato aggiornato fornito dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, a in Mezz'ora su Raitre. Proprio per questo «era urgente intervenire» con il decreto varato dal governo sui controlli. Ruffini ha avvertito poi che «Sogei sta aggiornando le procedure», in questo fine settimana le operazioni sono state sospese, ma «all'inizio della prossima settimana verrà riaperto il canale» per le comunicazioni relative ai bonus edilizi.

Quasi 1 miliardo di truffe con i bonus edilizi.

Le frodi sulle cessioni di crediti dei bonus edilizi, compreso il superbonus, hanno raggiunto «950 milioni di euro, quasi 1 miliardo. Sogei sta aggiornando le procedure, questo fine settimana abbiamo fermato le procedure ma nella prossima settimana ripartirà tutto. L'istituto è corretto e va salvaguardato». Così il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, intervistato da Lucia Annunziata a Mezz'ora in più. «È ovvio che la risposta del governo è stata data ed è stata un decreto d'urgenza, se non fossero stati turbati non ci sarebbe stato». «Abbiamo ricevuto segnalazioni da cittadini che ci dicevano che avevano firmato le carte», ma che «non era stato avviato alcun lavoro» oppure, ha detto, «di lavori fatti da società che non sono nell'edilizia».

L’evasione fiscale sta scendendo.

Ruffini è poi intervenuto sul tema dell’evasione fiscale: «Negli ultimi anni il dato dell’evasione fiscale dei principali tributi è diminuito del 15%. Il fatto che diminuisca non vuol dire che l’Agenzia recuperi le somme, ma che i cittadini si stanno adeguando. L'evasione sta scendendo, siamo sulla strada giusta, ma dobbiamo continuare a fare sentire la presenza dello Stato». Mentre sugli 8 miliardi messi a disposizione nella manovra di bilancio per il taglio delle tasse «non è solo un numero, aliquote e basi imponibili, ma qualcosa di più complesso. La scelta di come spendere» la cifra «può influenzare molto e può essere particolarmente visibile nel portafoglio dei cittadini se usati in un certo modo, mentre meno evidente se spalmata. L’importante è che la scelta sia condivisa» da parte della maggioranza.

Con global minimum tax emersione delle tasse dei Big.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate è poi intervenuto sulla minimum tax globale sulle multinazionali, approvata dai leader del G20 nel vertice di Roma dopo anni di trattative, andrà a colpire in particolare i colossi del web cresciuti in questi anni, da Amazon a Facebook. I leader mondiali si sono impegnati ad attuarla entro la data del 2023, fissata nel quadro Ocse dove era stata sottoscritta da 136 paesi su 140. «L’economia digitale è difficile da intercettare. L'accordo sottoscritto dai Paesi e il risultato del G20» sulla global minimum tax «ci consente di evitare la fuga verso i Paesi a fiscalità privilegiata e questo consentirà una maggiore emersione di tasse».

https://www.ilsole24ore.com/art/ruffini-agenzie-entrate-frodi-950-milioni-bonus-casa-urgente-intervenire-AEX6oxw

domenica 14 novembre 2021

Alla corte di Bin Rignan. - Marco Travaglio

 

Riceviamo lezioni di giornalismo da autorevoli docenti, indignatissimi perché diamo notizie vere su Renzi (come su tutti) e perché i pm di Firenze indagano su notizie di reato. David Parenzo, noto per non aver mai dato una notizia in vita sua e sinceramente sgomento dinanzi all’oggetto misterioso, dice che pubblicare i finanziatori di un senatore indagato per finanziamento illecito fa di noi “soltanto dei guardoni”. Lui, intanto, non lo guarda nessuno. Alessandro Sallusti, passato dalla corte di B. a quella di R. come se facesse differenza, spiega che “non c’è da stupirsi” se la Bestiola renziana progettava di “distruggere” e “diffamare” i 5Stelle e due giornalisti, perché lo fanno tutti da sempre tranne lui. E cita “i film di Giovannino Guareschi” (che non ha mai fatto film) e le accuse (ovviamente vere) a vari politici, da Leone a B.. Ergo “Travaglio è il bue che dà del cornuto all’asino”. Quanta modestia. Sallusti è l’artefice della patacca su Dino Boffo, che su Avvenire osò criticare B. per i bunga-bunga e si ritrovò sul Giornale un’“informativa” giudiziaria (ovviamente mai esistita) che lo definiva “noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni”. Ma è anche l’unico direttore finito ai domiciliari per varie diffamazioni e graziato da Napolitano (con gran sollievo della Santanchè che l’aveva in casa come pena accessoria): il tutto perché pubblicò su Libero un pezzo che accusava un giudice di aver costretto una ragazza ad abortire e poi, scoperta la falsità della notizia, anziché rettificarla, la ripubblicò raddoppiando il danno.

Un’altra lezione giunge dall’ex pm Carlo Nordio: sul Messaggero definisce “processo politico”, “porcheria” e “nefandezza” l’inchiesta Open e “compiacenti” i giornali (due o tre) che la raccontano, per avere “vilipeso i più elementari diritti alla riservatezza”. E lui è una nota vestale della privacy: nel 2000 convalidò il sequestro dell’auto di un 25enne sorpreso dai carabinieri con una squillo e accusato inopinatamente di favoreggiamento della prostituzione, dopodiché il giovane, rincasato in taxi, s’impiccò con la cintura; e nel 2004 Bruno Vespa scoprì che dal 1998 Nordio s’era scordato nel cassetto il fascicolo sulle presunte tangenti a D’Alema e Occhetto, anziché trasmetterlo a Roma, dove giunse impolverato e prescritto. Potete ben intuire l’autorevolezza del pulpito.

Ps. In un vertice ad Arcore sulla corsa al Quirinale, “Dell’Utri ha detto che Renzi gli ha fatto sapere che, se la partita di Berlusconi diventa giocabile, lui è pronto a giocarla” (Stampa). Ora, noi non sappiamo se davvero Bin Rignan abbia parlato con Dell’Utri. Ma, se l’ha fatto, è stato solo per dirgli quello che ripete sempre agli amici B. e Verdini: “Pregiudicato!”.

https://www.blogger.com/blog/post/edit/2372701819119034825/1199653859162764004

sabato 13 novembre 2021

Col morto in casa. - Marco Travaglio

 

Molti lettori ci scrivono inorriditi per la macchina del fango renziana contro i 5Stelle e il Fatto. Ma soprattutto per il silenzio degli altri giornali (a parte La Verità) e dei tg. La spiegazione è semplice: hanno quasi tutti il morto in casa. Del resto, per quanto bassa sia la nostra considerazione di quel trust di cervelli, non possiamo credere che nel 2017 pensassero di fermare la marea montante anti-partiti che gonfiava le vele al M5S con un Rondolino, una Chirico e un commissario Iacoboni (quello dello scoop su Beatrice Di Maio, presunta Mata Hari putinian-grillina, poi rivelatasi essere la moglie di Brunetta). Basta scorrere giornaloni, tg e talk da riporto nell’ultimo anno prima delle elezioni del 2018 per ricordare che avevano tutti un solo obiettivo: sputtanare i 5S dimostrando che rubavano come gli altri. E, non riuscendo a trovarne neppure mezzo che lo facesse, nascondevano scandali e inchieste sui renziani (ma pure su B., promosso da Scalfari a diga anti-barbari), e pompavano microscandaletti grillini inventando notizie false o modificando geneticamente mezze verità per trasformarle in menzogne intere. Raggi e Sala imputati per abuso d’ufficio, lei senza prove e lui per due documenti d’appalto retrodatati a sua firma? Centinaia di titoli sulla Raggi, dipinta come una tangentista un po’ mignotta: infatti fu assolta. Zero tituli su Sala, dipinto come un tapino costretto a fare carte false per il nostro bene: infatti fu condannato e poi prescritto. E rubrica fissa su Spelacchio per impiccarvi la Raggi.

L’Appendino mostrificata come una serial killer per la tragedia di piazza San Carlo, causata da una gang di rapinatori. E l’inchiesta Consip sul Giglio Magico per tangenti promesse sul più grande appalto d’Europa prima oscurata e poi spacciata per un mega-complotto di Noe e Woodcock per far dimettere Renzi (che si era già dimesso). Grande rilievo alla colf in nero di Fico, che non era una colf e non lavorava per Fico, e alla “Cinquestellopoli” spacciata per un mega-furto di soldi pubblici, mentre i parlamentari M5S che non restituivano la quota di stipendio si tenevano soldi propri. Molto spazio allo scandalo del padre di Di Maio indagato per una carriola piena di calcinacci nell’orto. Poche righe per la soffiata di Renzi a De Benedetti sul dl Banche e ai 600 mila euro guadagnati in Borsa dall’Ingegnere. Il 2017 si concluse con la grande campagna dei giornaloni sui fake russo-grillini denunciati da Renzi alla Leopolda e sulla sua ideona di “una commissione parlamentare d’inchiesta con i poteri della magistratura per scoprire chi c’è dietro le fake news”, naufragata per mancanza di tempo. Peccato, sennò magari scopriva che dietro c’era lui. O chi per lui.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/13/col-morto-in-casa/6390625/

Un ex premier colpito e affondato. - Antonio Padellaro

 

Oggi la reputazione di Matteo Renzi si misura con il terrificante inglese alla corte di Mohammad bin Salman e dei Kennedy, o con la smandrappata banda rondolina che organizza figuriamoci la “Character assassination” per “distruggere” i Cinque Stelle e il Fatto. È la sindrome frustrata di un ex premier colpito e affondato, del vorrei ma non posso più, del lei non sa chi ero io, all’inseguimento a ritroso dello stile di vita precedente che ora indossa come uno smoking raffazzonato e che gli tira sui fianchi.

È l’ansia da io sono ancora qui che si sublima nel jet privato da 130mila euro per volare da Bill Clinton, richiesta che respinta dagli stremati amministratori di Open (“ha perso la testa”) diventa la ricerca a sbafo di un “amico riccone” che gli dia un passaggio. La ricerca costante di una rivincita con un contesto non sempre all’altezza finisce in parodia. Come con la tormentata, a dir poco, contabilità della fondazione. O quando si fantastica di 007 per organizzare la “contropropaganda antigrillina”. Perfino nella commistione tra politica e affari non c’è mai la sfida sfacciata al codice penale del suo modello Berlusconi. Ma si pigola asserendo che “non c’è reato”, come se lo sputtanamento fosse tutto sommato un prezzo equo da pagare.

Simile al George Dandin di Molière, che da contadino arricchito cerca di migliorare la sua condizione sociale sposando una nobile da cui viene regolarmente cornificato, Renzi non si accorge di essere usato dai suoi nuovi compagni di strada, compreso quel tizio del car sharing, che l’ha sfruttato come spot per poi mollarlo. Scarsa solidarietà gli giunge da Italia Viva, il partitino dell’uno virgola dove alla vigilia del si salvi chi può, e in attesa di trovare altre collocazioni, si cerca di non dare troppo nell’occhio. Anche perché la magistratura con Open non ha ancora finito. In tanti gli ridono appresso quando si pavoneggia da gran regista del governo dei Migliori, ma lo sanno anche i muri che gli è toccato il lavoro sporco, affondare il governo Conte, ricevendo in cambio una mancia ministeriale.

Forse l’ultima cosa sincera Renzi la disse a Matrix nel 2018: “Se vuoi accettare contratti milionari non fai il politico”. Una verità che ora gli si ritorce contro ogni sera, in ogni talk. Tu l’as voulu George Dandin.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/13/un-ex-premier-colpito-e-affondato/6390679/