Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 14 dicembre 2021
B. È patriota? Allora Verdini è Silvio Pellico. - Antonio Padellaro
lunedì 13 dicembre 2021
Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio
Due gocce d’acqua/1. “Berlusconi al Quirinale lo vedo benissimo. Credo che sarebbe il Presidente più straordinariamente simile a Pertini” (Gianfranco Rotondi, deputato FI, Lnews, 4.12). Faceva la Resistenza sulle montagne di Castiglion Fibocchi nella brigata partigiana P2.
Due gocce d’acqua/2. “Care toghe, riflettete: Zaki e Pittelli, casi simili” (Tiziana Maiolo, Riformista, 11.12). Quindi Gratteri e Al Sisi pari sono e Zaki è indagato per ‘ndrangheta.
Sua Altezza. “Governare è una cosa seria, non si può governare a cazzo. Berlusconi ha dimostrato di saper governare: in politica estera è stato un gigante” (Alessandro Sallusti, direttore di Libero, Piazzapulita, La7, 2.12). Come faceva le corna lui, nessuno.
Un uomo schivo. “Burioni tra i vip della Scala: ‘Spero di poter tornare presto nell’ombra’” (Corriere.it, 7.12). Perchè rimandare a domani quel che potresti fare già oggi?
Voce del verbo. “Suppletive a Roma-1 Calenda rompe con il centrosinistra” (Repubblica, 11.12). Più che altro, rompe.
Esigenze. “Non credo ci sia nessuna esigenza dei Cinquestelle in Italia. Perché dobbiamo avere i M5S? Non esistono più” (Carlo Calenda, leader Azione, Zapping, Rai Radio1, 10.12). Un solo grido si leva dall’Alpi al Lilibeo: “Abbiamo una sola esigenza: Calenda!”.
Chi è stata. “È stata la mano di Mattarella. Perché la gente gli chiede a gran voce il bis? Disamina del settennato dopo la standing ovation alla Scala. Un Presidente che ha piegato i populisti e tenuto insieme il Paese con umanità durante la pandemia” (Repubblica, 9.12). È stata la lingua di Repubblica.
In che stato. “… com’è ridotta la tv italiana” (Francesco Merlo, Repubblica, 28.11). Figurarsi che la Rai renziana sganciava 240mila euro l’anno al “consulente” Francesco Merlo.
Rosatellum. “Conte non si candida? Mi dispiace un sacco perché sono convinto che avrebbe perso… Come alleato è meglio Berlusconi di Conte, perché Conte l’ho già provato… Berlusconi fa parte del Ppe, FI è un partito con cui siamo con serenità al governo” (Ettore Rosato, presidente Iv, Un giorno da pecora, RaiRadio1, 7.12). Poverino, non sa di essere al governo coi 5Stelle di Conte. Ma la mamma non gli dice proprio niente?
Trucchetti. “Il trucco di ‘Mani Pulite’ per arrestare gli indagati” (Libero, 12.12). Li interrogavano e quelli confessavano: i soliti mezzucci, signora mia.
Spingitori di presidenti. “Amato di tutte le riserve della Repubblica il vicepresidente della Consulta è sempre in cima. E’ un problem solver, ha una cassetta degli attrezzi infinita, un’intelligenza poliedrica e velocissima. Un Dottor Sottile figlio di ferroviere perfetto per il Quirinale” (Antonella Rampino, Dubbio, 10.12). Il piccolo fiammiferaio: che tenero.
Innocenti a loro insaputa. “Rosa e Olindo, 15 anni senza pentimenti. Pronta un’istanza per chiedere la revisione del processo. Condannati all’ergastolo non si sono mai arresi” (Gianluigi Nuzzi, Stampa, 11.12). Oltre a non pentirsi e a non arrendersi, hanno fatto di più: hanno confessato.
Libera stampa. “Bonomi: lo sciopero è un errore” (Messaggero, 11.12). “Perchè è un errore” (Dario Di Vico, Corriere della sera, 8.12). “Un sindacato per vecchi” (Francesco Merlo, Repubblica, 9.12). “L’assembramento irresponsabile che vuole Landini” (Foglio, 9.12). “I sindacati dimenticano i giovani” (Stampa, 9.12), “Salvini e Bonomi attaccano Cgil e Uil” (Stampa, 12.12). Atroce sospetto: la stampa italiana non c’entrerà mica qualcosa con la Confindustria?
Siete circondati. “Effetto sciopero: Cgil e Uil isolate. Landini e Bombardieri sotto assedio. La Cisl: ‘Errore’” (Giornale, 9.12). I due sindacati che scioperano circondati dall’unico che non sciopera. “Comandante, ho fatto dieci prigionieri!”. “Bravo soldato, portali qui!”. “Ma comandante, non mi lasciano venire!”.
Senti chi parla. “Ermini: ‘Fermare le porte girevoli tra politica e giustizia’” (Repubblica, 9.12). Parola del parlamentare del Pd piazzato da Renzi alla vicepresidenza del Csm.
Già-less. “25 anni che i Jalisse tentano di andare a Sanremo e vengono respinti. So cosa vuol dire. È esattamente la mia storia con la segreteria del partito!” (Gianni Cuperlo, Pd, Twitter, 6.12). Maledetto televoto
Il titolo della settimana/1. “Il Cavaliere vuole vincere, non partecipare, per questo continua a fare scouting di parlamentari” (Dubbio, 11.12). Eh, ecco, mo’ si chiama “scouting”.
Il titolo della settimana/2. “’Volevamo assumermi ma resto voi grillini’. Giuseppi confessa: ‘Dopo l’addio a Palazzo Chigi ho rifiutato incarichi vantaggiosi da alcune multinazionali’. Cosa fa Conte pur di non lavorare” (Libero, 11.12). Roba da ergastolo.
Il titolo della settimana/3. “La Commissione antimafia è solo un ‘poltronificio’. E se la chiudessimo?” (Aldo Varano, Dubbio, 8.12). Ora B. completa lo scouting e poi la scioglie lui, nell’acido.
Il titolo della settimana/4. “Calenda lo sfida e Conte fugge. Salta il patto Pd-Travaglio” (Riformista, 7.12). Uahahahahah.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/13/ma-mi-faccia-il-piacere-248/6423935/
sabato 11 dicembre 2021
Andrew Faber
giovedì 9 dicembre 2021
La pulce e l’elefante. - Marco Travaglio
Una delle migliori tecniche di disinformazione è quella di ingigantire le notizie marginali per minimizzare quelle fondamentali. Infatti si fa un gran vociare – come se ne andasse delle sorti del centrosinistra e del Quirinale – sul no di Conte alla candidatura a Roma-1, gabellato per un voltafaccia o financo una fuga del leader di partito più popolare d’Italia per paura di due noti frequentatori di se stessi. Un monumentale chissenefrega, tanto più che Conte non ha mai detto di sì e, dopo averci riflettuto, ha declinato come già aveva fatto per le Suppletive a Sassari, Siena e Roma-Primavalle. Naturalmente la stessa canea impazzerebbe se avesse accettato: si direbbe che vuole arraffare l’ultimo treno per garantirsi 15mila euro al mese, con annessa immunità dall’arresto e dalle intercettazioni. Invece, dopo il rifiuto, nessuno segnala l’anomalia di un politico che non cerca immunità né soldi, anzi non vede un euro da otto mesi (non ha riaperto lo studio legale per evitare conflitti d’interessi ed è in aspettativa dall’università), né lo vedrà fino alle elezioni: fa politica gratis.
Ieri intanto il nostro sito raccontava uno scandalo gigantesco: l’ex senatore FI Giancarlo Pittelli, ai domiciliari per concorso esterno in ’ndrangheta (ma tu guarda), scrive alla ministra FI Mara Carfagna per chiederle di “aiutarmi in qualunque modo”. E torna in carcere perché non poteva comunicare con nessuno, salvo i familiari conviventi. Nella lettera, oltre ai consueti insulti agli inquirenti, che sono una specialità della casa (“sono un innocente finito nelle grinfie di folli”, cioè di Gratteri che “manipola” intercettazioni e inventa “accuse folli” e di giudici “asserviti”), il galeotto annuncia alla ministra: “Stiamo preparando un’interrogazione parlamentare che Vittorio Sgarbi proporrà quale primo firmatario. Piero Sansonetti, che non mi ha mai abbandonato, conosce tutti gli atti e i particolari dell’inchiesta”. Cioè: il detenuto sospettato di ’ndrangheta prepara un’interrogazione che un deputato-postino (Sgarbi: ma tu pensa) presenterà come farina del suo sacco e i soliti trombettieri rilanceranno in edicola. Gran finale: “Per eventuali comunicazioni ti lascio il recapito di mia moglie…. Le tue telefonate come ben sai sono tutelate ex articolo 68…”. Cioè chiede a una ministra – suscitandole prevedibile imbarazzo e forse anche un po’ d’inquietudine – di chiamarlo sul numero della moglie, così né lei né lui saranno intercettabili. Di qui il riarresto, perché – scrive il giudice di Vibo Valentia – Pittelli vuole “instaurare contatti” per “incidere sul regolare svolgimento del processo”. Cose che accadono quando si manda al governo la Banda B. e, soprattutto, si medita di lasciarla lì anche in futuro.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/09/la-pulce-e-lelefante/6419495/
SARO' BREVE N. 84. - Rino Ingarozza
mercoledì 8 dicembre 2021
Scontro su bonus facciate almeno fino a giugno e sul 110% per le villette fino a fine 2022. - Marco Mobili
Tra i temi più caldi ci sono i lavori effettuati dalle persone fisiche finanziati con il 110% sulle unità immobiliari unifamiliari: nel mirino il “tetto” Isee di 25mila euro per poter accedere al Superbonus.
Scontro sulle unifamiliari.
Tra i temi più caldi e su cui c’è un’ampia convergenza tra tutte le forze politiche ci sono i lavori effettuati dalle persone fisiche finanziati con il 110% sulle unità immobiliari unifamiliari, più note come villette. Nel mirino di tutti i partiti è finito il “tetto” Isee di 25mila per poter accedere al Superbonus fino al 31 dicembre 2022. Il Partito democratico, ad esempio, con un emendamento firmato dalla capigruppo a Palazzo Madama, Simona Malpezzi, e dall’ex viceministro all’Economia Antonio Misiani, chiede di cancellare il riferimento all’Indicatore della situazione economica equivalente fino a 25mila euro, introdotto dal Governo per mitigare l’impatto finanziario della super agevolazione, e sostituirlo con la possibilità di beneficiare del 110% per i lavori sulle villette per le quali alla data del 30 marzo 2022 risulti effettuata la comunicazione di inizio lavori asseverata, la cosiddetta Cila, ovvero nei casi di demolizione o ricostruzione alla stessa data del 30 marzo siano state avviate le formalità amministrative per l’acquisizione del titolo abilitativo.
In questi casi, si legge nel correttivo Pd, la proroga del Superbonus potrà arrivare fino al 2025 con un decalage che prevede il 110% per i lavori effettuati fino al 31 dicembre 2022, che si riduce al 70% per i due anni successivi e passa poi al 65% nel 2025.
M5S contro il vincolo Cila.
Sulla cancellazione del tetto Isee anche il Movimento Cinque Stelle che, oltre a chiedere un rafforzamento delle proroghe sul 110%, chiede per le unità unifamiliari l’accesso al Superbonus per tutto il 2022 senza il vicolo della Cila e con interventi di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza che al 30 giugno abbiano raggiunto il 30% dello stato di avanzamento lavori.
Più diretta la Lega che chiede la cancellazione di ogni riferimento all’Indicatore economico per poter effettuare interventi con il 110% fino al termine del 2022.
Ma non c’è solo il Superbonus. Il confronto tra maggioranza e Governo è acceso anche sul bonus facciate. Alle forza politiche non piace la proroga al 2022 del bonus edilizio più gettonato dell’ultimo anno ma con una percentuale ridotta dal 90 al 60%. Italia Viva chiede di sopprimere la percentuale del 60% e prorogare il bonus facciate anche per il prossimo triennio. Mentre il Partito democratico chiede una proroga di almeno sei mesi così da consentire l’accesso al bonus per la riqualificazione delle facciate degli edifici nella misura del 90% fino al 30 giugno 2022.
La capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini, invece, chiede che la detrazione del 90% del bonus facciate spetti anche per le spese sostenute entro il 2025, nella misura del 70% per quelle del 2024 e del 65% per quelle sostenute nel 2025.
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Lesa Migliorità. - Marco Travaglio
Qualche spunto per il cabaret. Zerovirgola, il politico più impopolare, già convinto di aver ucciso il politico più popolare che però rimane tale, ora crede di avere bloccato la sua candidatura a Roma-1 facendogli paura: e tutti lo assecondano, come si fa con i casi umani. Carletto dei Parioli, suo compare di litigate e di mitomania, noto perché si candida a tutto, anche alla Federpesca, e sempre con un partito diverso, annuncia che correrà a Roma-1 per fare il deputato, essendo già eurodeputato (col Pd) e consigliere comunale (con Azione), dopo aver contribuito ad affondare Italia Futura (Montezemolo) e a farsi trombare con Scelta Civica (Monti). Ma, siccome Conte non si candida più, rinuncia precisando che avrebbe stravinto. Un po’ come quando si sentiva già sindaco di Roma (“vinco al primo turno”): poi arrivò terzo, mancando il quarto posto solo perché la destra gli aveva regalato Michetti.
Conte si esercita a spiegare perché il M5S non può votare B. al Colle: ieri gli è scappato detto che “ha il conflitto d’interessi”, ma ha subito rimediato aggiungendo che “ha fatto molte cose buone” (fortuna che non gli han chiesto quali). Con un altro po’ di training, forse riuscirà a rinfacciargli un eccesso di cerone. Il compito più ingrato spetta a Minzo: dopo i peana del padrone al Reddito di cittadinanza, deve registrare altre flautate parole di B. (“Il voto al M5S aveva motivazioni tutt’altro che ignobili. I 5Stelle hanno dato voce a un disagio reale che merita rispetto”), senza poter aggiungere “luridi bastardi”, sennò perde il posto. Ora che Mattarella dice no al bis, Cassese dichiara che “la rieleggibilità non è prevista neanche per i giudici della Consulta, secondo l’art. 135 della Costituzione: perché non dovrebbe valere anche per il capo dello Stato?”. Strano: nel 2013, quando l’amico Napolitano si fece rieleggere, non fece una piega. E il 13 agosto ’21 disse l’opposto: “La Costituzione non prevede che il mandato non sia rinnovabile: se è rinnovato nei termini previsti, è possibile”. Faceva prima a citare il proverbio toscano: “La legge è come la pelle dei coglioni: più la tiri, più si allunga”. L’intera stampa è listata a lutto per lo sciopero generale Cgil-Uil contro Draghi, tipico caso di lesa migliorità: “Incredulità di Draghi” (Rep), “Stupore nel governo” (Corriere), “L’ira di Draghi” (Messaggero), “Fermatevi, finché siete in tempo”, “Premier sbigottito” (Stampa), “Follia dei sindacati” (Giornale), “Ci mancava solo questo” (Libero). Tra le prefiche inconsolabili si segnala per acume Cappellini di Rep: “C’è il rischio che la piazza diventi l’occasione di un raduno di scontenti, No Vax compresi”. Ma a tutto c’è rimedio. D’ora in poi, se i sindacati vogliono proprio fare i sindacati, solo raduni di contenti.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/08/lesa-migliorita/6418771/