Visualizzazione post con etichetta Arata. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Arata. Mostra tutti i post

mercoledì 26 giugno 2019

Siri, l’intercettazione di Arata: “Ci lavora un secondo per guadagnare 30mila euro. Armando è un carissimo amico”.

Siri, l’intercettazione di Arata: “Ci lavora un secondo per guadagnare 30mila euro. Armando è un carissimo amico”

L'ex sottosegretario è indagato da parte della procura di Roma perché si sarebbe fatto corrompere dallo stesso ex deputato di Forza Italia. "Guarda che l' emendamento passa", diceva Arata il 10 settembre dell' anno scorso, mentre il suo telefonino - trasformato in trojan dalla Dia di Trapani - registrava ogni parola. Il riferimento era per una norma al decreto "rinnovabili" che avrebbe portato milioni di finanziamenti al mini eolico.

Siri ci lavora un secondo per guadagnare trentamila euro“. Parola di Francesco Arata, l’ex deputato di Forza Italia, ora detenuto nel carcere di Regina Coeli. Accusato di essere in affari con Vito Nicastri, il re dell’eolico considerato un finanziatore della latitanza di Matteo Messina Denaro, Arata è l’uomo che fa finire nei guai l’ex sottosegretario della Lega. Siri è indagato da parte della procura di Roma perché si sarebbe fatto corrompere da Arata con una mazzetta da trentamila euro. “Guarda che l’ emendamento passa“, dice Arata il 10 settembre dell’ anno scorso, mentre il suo telefonino – trasformato in trojan dalla Dia di Trapani – registrava ogni parola. Il riferimento era per una norma al decreto “rinnovabili” che avrebbe portato milioni di finanziamenti al mini eolico. “L’emendamento è importante. Sono milioni per noi l’emendamento, che cazzo”, dice Arata. Quell’emendamento non passerà mai”.
L’intercettazione, riportata da Repubblica, è agli atti dell’ ordinanza che il 12 giugno ha portato in carcere Arata e i Nicastri. Ma non si tratta dell’intercettazione integrale: i dialoghi, infatti, sono ancora coperti da parecchi omissis e oggetto di valutazione da parte della procura di Roma. È l’allegato I–44 del rapporto Dia di Trapani con numero di protocollo 2567 del 26 aprile del 2019. Secondo il giornalista Salvo Palazzolo, dietro quell’omissis, è celata anche la frase di Arata, riferita a Siri, “Io gli do 30 mila euro“. È a causa di quel dialogo che il procuratore aggiunto Paolo Guido ha inviato ai colleghi della Capitale la parte dell’inchiesta che riguarda Siri. I riferimenti di quell’intercettazione sono importanti, visto che in fase d’indagini, il quotidiano La Verità aveva ipotizzato l’inesistenza di quel dialogo. 
L’inchiesta per corruzione, però, aveva portato alla revoca delle deleghe di sottosegretario per Siri. “Siri è un carissimo amico, ma proprio caro“, diceva sempre Arata. “Armando – continuava – è uno che ama la Sicilia”. Sempre l’ex deputato di Forza Italia raccontava quando Siri gli aveva fatto un altro favore: “Il biometano l’ho fatto inserire anche nel programma tra Lega e Cinque Stelle, proprio da Armando Siri”. In quel periodo Arata stava lavorando proprio per creare un impianto di biometano in provincia di Trapani: “A Gallitello, la cosa si è fermata perché i Cinque Stelle ci contestano. Non ci possono contestare, perché io l’ ho fatto inserire, li ho fottuti, l’ho fatto inserire nell’ accordo di governo”. Anche ai vertici della Regione siciliana Arata vantava entrature di primissimo livello, come ha raccontato il dirigente Salvatore D’Urso: “Arata si presentava come ex deputato nazionale e referente nazionale per il centrodestra delle problematiche energetiche. Mi parlava dei suoi rapporti con esponenti di vertice della Lega, come Siri e Giorgetti, con i quali sosteneva di essere in familiarità al punto che qualche giorno dopo sarebbero stati ospiti a casa sua”. 
Leggi anche:

mercoledì 12 giugno 2019

Corruzione, arrestati Paolo Arata e il figlio: “Soci occulti del re dell’eolico Nicastri, finanziatore di Messina Denaro”.

Corruzione, arrestati Paolo Arata e il figlio: “Soci occulti del re dell’eolico Nicastri, finanziatore di Messina Denaro”

L'ex consulente della Lega per l'energia ed ex deputato di Fi è accusato anche di autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Il gip rileva un "elevato rischio di infiltrazioni di Cosa nostra" nei loro affari. Nella tranche dell'inchiesta finita a Roma è indagato l'ex sottosegretario leghista Siri, che avrebbe preso 30mila euro per presentare un emendamento con modifiche degli incentivi al mini-eolico.

Paolo Arata, ex consulente della Lega per l’energia ed ex deputato di Fi, e il figlio Francesco sono stati arrestati con le accuse di corruzioneautoriciclaggio e intestazione fittizia di beni su richiesta della Dda guidata da Francesco Lo Voi. Per gli inquirenti, i due sono soci occulti dell’imprenditore trapanese dell’eolico Vito Nicastri, ritenuto dai magistrati tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Gli Arata sono indagati da mesi per un giro di mazzette alla Regione siciliana – dagli 11mila ai 115mila euro l’una – che coinvolge anche Nicastri, tornato in cella già ad aprile perché dai domiciliari continuava a fare affari illegali. Le tangenti avrebbero favorito Nicastri e il suo socio occulto nell’ottenimento di autorizzazioni per i suoi affari nell’eolico e nel bio-metano. La Procura ha disposto anche il sequestro di otto società che operano nel campo delle energie rinnovabili.
Una tranche dell’inchiesta nei mesi scorsi è finita a Roma perché stando ad alcune intercettazioni gli Arata avrebbero pagato una mazzetta da 30mila euro all’ex sottosegretario alle Infrastrutture leghista Armando Siri. Che in cambio avrebbe presentato un emendamento, poi mai approvato, sugli incentivi connessi al mini-eolico, settore in cui l’ex consulente del Carroccio aveva investito.
Oltre che nei confronti dei due Arata il gip di Palermo Guglielmo Nicastro ha disposto l’arresto per Nicastri, la cui la misura è stata notificata in carcere in quanto già detenuto, e per il figlio Manlio, indagati pure loro per corruzione, auto riciclaggio e intestazione fittizia. A Nicastri, di cui la Procura ha recentemente chiesto la condanna a 12 anni per concorso in associazione mafiosa, il gip non ha dato l’aggravante dell’aver favorito Cosa nostra che, invece, gli era stata contestata dai pm. Nella misura cautelare però il gip lancia l’allarme “sull’elevato rischio di infiltrazioni di Cosa nostra” negli affari degli Arata e dei Nicastri. Ai domiciliari è finito poi l’ex funzionario regionale dell’Assessorato all’Energia Alberto Tinnirello, accusato di corruzione. Gli altri indagati nell’ambito dell’operazione della Dia di Palermo sono Giacomo Causarano, Francesco Isca e Angelo Giuseppe Mistretta.
“Arrestato Arata. Corruzione e mafia vanno combattute con durezza”, ha commentato in un tweet il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra. “Ora in Regione Sicilia chi aveva dato concessioni per i due parchi eolici in questione con grande leggerezza dovrà fornire risposte!”.

domenica 28 aprile 2019

Rinnovabili, figli di Nicastri e Arata ricorrono al Riesame Chiesta restituzione di pc e telefoni sequestrati dalla Dia.



Manlio Nicastri e Francesco Arata sono tra gli indagati dell'inchiesta della procura di Palermo, che coinvolge anche il sottosegretario leghista Armando Siri. Per i magistrati, il gruppo avrebbe agito nell'interesse del re dell'eolico ritenuto vicino al boss Messina Denaro.


Restituire i computer e i cellulari sequestrati su disposizione del tribunale. Questa la richiesta fatta dai legali di Manlio Nicastri Francesco Arata, figli rispettivamente del re dell'eolico Vito - imprenditore ritenuto vicino a Matteo Messina Denaro e su cui pende una richiesta di condanna a 12 anni per concorso esterno in associazione mafiosa - e Paolo,  ex deputato di Forza Italia e oggi consulente della Lega, che per i magistrati avrebbe portato avanti gli interessi di Nicastri.
A essere coinvolti nell'inchiesta, che coinvolge anche il sottosegretario leghista Armando Siri, sono gli stessi Manlio Nicastri e Francesco Arata. Per i magistrati entrambi hanno avuto un ruolo nell'attività di corruzione che si sarebbero registrate sia all'interno dell'assessorato regionale all'Energia che nel Comune di Calatafimi. Nel mirino della Dia sono finite mazzette per oltre 130mila euro. 
La famiglia Arata, per gli inquirenti, avrebbe inoltre fatto da prestanome per Nicastri, assumendo la titolarità di una piccola galassia di società attiva nel settore delle rinnovabili. Gli interessi di Nicastri - divenuto famoso per gli ingenti investimenti nell'eolico - ultimamente si sarebbero spostati su altre fonti alternative, come la produzione del biometano. Tale tecnologia è finita anche nel contratto di governo tra Lega e Movimento 5 stelle: a spingere affinché venisse fatto un riferimento alla necessità di investire in questo settore sarebbe stato il sottosegretario Siri. Per i magistrati, il senatore leghista avrebbe agito imbeccato da Arata in virtù del loro rapporto. L'ex parlamentare di Forza Italia sarebbe stato tra i principali sponsor di Siri per la nomina a sottosegretario.
https://meridionews.it/articolo/77176/rinnovabili-figli-di-nicastri-e-arata-ricorrono-al-riesame-chiesta-restituzione-di-pc-e-telefoni-sequestrati-dalla-dia/

Spero vivamente che i giudici respingano la richiesta. Questa gente, se verrà confermata e provata la colpevolezza contestata, va condannata a vita!