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martedì 16 aprile 2019

Firenze, inchiesta sul degrado del “Giglio” sfiorito.

Droga: smantellato spaccio a Fortezza Firenze, 26 arresti

Spaccio di droga, risse, degrado in pieno centro. Viaggio in una città in crisi che si prepara alle elezioni comunali.

(panorama.it) – Perfino l’affabile cingalese in piazza della Repubblica, venditore di trottole volanti, sussurra furtivo: «Vuoi una canna?». No, grazie. Firenze, allo sbocciar di primavera, è un dedalo asserragliato. Orde di turisti, bivacchi selvaggi, clandestini piantagrane, ambulanti di tarocchi e spacciatori di tutto. L’apocalisse diventata ordinarietà. «Città dal fascino sottile» scriveva Stendhal. E adesso, ahilui, dalle grossolane brutture. Così, dal palco di un’anonima piazza periferica, Matteo Salvini arringa la folla. Accanto c’è Ubaldo Bocci, sessantenne con barba e capelli bianchi: è sulla sua spalla che s’è poggiato lo spadone leghista. A fine maggio tenterà l’inosabile: sfilare al Pd la Disneyland del Rinascimento. Il leader della Lega già lo chiama «Caro sindaco». Lui si schermisce, ma ci conta. «C’è molto da fare» sprona Salvini. «Non ci servono supereroi e belli da Pitti Uomo, ma serve gente che ami la città: compresi i quartieri dove non si può andare nei giardini perché spacciano».

L’altro Matteo, quel Renzi disarcionato, ribatte ribaldo: «Caro Salvini, prima di parlare dei risultati della mia città, sciacquati la bocca. Perché la mia città si chiama Firenze, e Firenze sa riconoscere da lontano i venditori di fumo. Viva la bellezza, viva Fiorenza». Da mesi, Renzi largheggia: dalle rive dell’Arno partirà la riscossa. L’ex premier, già sindaco della capitale medicea, medita vendetta, tremenda vendetta. Si frega le mani. Le amministrative, spera, saranno l’occasione per dare un buffetto all’arcinemico populista. Che gli ha sottratto potere, voti e popolarità.

Matteo contro Matteo. A Firenze è scoccata la campagna elettorale. Da una parte, Dario Nardella: delfino dell’ex Rottamatore. Dall’altra, Ubaldo Bocci: candidato del centrodestra. Del primo contendente molto si sa: ex diessino, poi renzianissimo, adesso zingarettiano. Anche se, malcelando imbarazzo, notifica: «Il mio partito è Firenze». L’altro è un neofita della politica: manager di Azimut, società di consulenza patrimoniale, e cattolico attivissimo nel volontariato. Dunque, Dario contro Ubaldo: il partitone della prossima tornata. L’inarrestabile Lega tenta di gabbare il declinante Pd. Buttando in campo gli endemici malanni del capoluogo toscano: degrado, criminalità e lassismo.

Nardella, reduce da un lustro al comando, mette le mani avanti: «Firenze non è una città più insicura di altre. Non abbiamo un’emergenza sicurezza». Le cronache degli ultimi mesi lasciano qualche perplessità. Una sequela di violenze: e non nelle lande periferiche, ma tra i palazzi rinascimentali del centro. Come la recente megarissa in piazza dei Ciompi: una spedizione punitiva, sul far della sera, con un gruppetto di nordafricani che aggredisce un tunisino con una mazza. O la singolar tenzone, due settimane fa, al mercato di san Lorenzo: cinque extracomunitari finiti all’ospedale. Oppure la furibonda lite, un mese orsono, in via dei Servi, a pochi passi dal Duomo. Una zona che, ogni weekend, diventa un ring urbano: cazzotti, spranghe, bottiglie, furti, spaccio. Residenti e commercianti, esasperati, fanno colletta per pagare un servizio di vigilanza. Per fortuna, arriva Nardella: «Non lasceremo che in via dei Servi viga la legge del più forte!».

Campa cavallo, gli rispondono i fiorentini. Già scossi dalla morte, il 10 giugno 2018, di Duccio Dini, 29 anni. In sella al suo scooter, una domenica mattina, è centrato da due auto che si inseguono: un regolamento di conti da poliziottesco americano. Sette rom vengono arrestati. Segue sommossa popolare, al grido di: chiudete i campi nomadi. A partire dal più problematico: il Poderaccio. «Lo smantelleremo» promette Nardella. La contingenza richiede determinazione e tempismo? «Ci vorranno diciotto mesi» indugia il sindaco. Nell’attesa, il campo rom rimane lì: intonso. Tra le usanze locali c’è il rogo di cataste di rifiuti e masserizie. Solo nelle ultime settimane, i vigili del fuoco sono intervenuti tre volte.

Nell’attesa di smobilitare, la scorsa estate è stata sgomberata l’attigua baraccopoli. Il 2 luglio 2018, mentre osserva ammirato la più salviniana delle ruspe in azione, Nardella annuncia: «Un altro intervento concreto su legalità e cura della città. Andiamo avanti con il nostro piano contro le occupazioni abusive». Già. Eppure, come documenta solerte il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, due mesi dopo i rumeni s’erano riaccampati: poche decine di metri più in là.

Tutto tace invece in un altro insediamento dei dintorni. È in una fabbrica dismessa: la Gover. Anche qui: cumuli di lerciume, carcasse d’auto, escrementi umani. A pochi metri, in via del Pesciolino, c’è una distesa di palazzoni e un parco giochi. L’olezzo arriva fino agli scivoli. Niente paura, però. Rinascita imminente. Già il 18 aprile del 2012 il predecessore di Nardella, l’indimenticato Renzi, deflagra: «Così non può andare avanti! Bisogna mettere a posto». Agli inferociti residenti spiega che il tempo dei cincischiamenti è finito: o intervengono i proprietari dell’area, altrimenti ci pensa il Comune. Ruspa! Com’è finita, non smette di ricordarlo il solito Donzelli, con periodiche e urticanti incursioni. L’ultima è di qualche settimana fa. Solita solfa: «Insicurezza, sporcizia, degrado» cataloga il deputato. «Ormai gli abitanti della zona sono in balia degli abusivi». 

Altra cavalcata trionfale è quella degli immobili occupati. Un anno fa, in risposta a un’interrogazione di Arianna Xekalos, allora capogruppo dei Cinque stelle in consiglio e adesso alla guida della civica «Firenze in movimento», l’assessore al ramo ne conteggia ben 26. Diciassette sono di privati. Come l’ex hotel Concorde, dove lo scorso dicembre l’ennesimo incendio ha mandato sette persone all’ospedale. Quattro edifici, poi, sono pubblici. A partire dall’ex scuola Don Facibeni, sede del centro sociale Cpa occupata dal 2001. Tra le iniziative più acclamate del collettivo si segnala, un anno fa, l’incontro con l’ex brigatista Barbara Balzerani, in occasione del quarantennale del rapimento di Aldo Moro. L’opposizione, in testa il battagliero capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli, chiede l’immediato sgombero. Ma Nardella frena: «È un’operazione complessa». E aggiunge: «Se fosse stato facile, l’avrebbero sgomberato da vent’anni…». Inappuntabile.

Niente paura, però. L’arma segreta contro le occupazioni abusive c’è. E ha persino un nome: cabina di regia. Orpello di memoria craxiana e d’indimenticabile inutilità. Stavolta invece si fa sul serio. Regione, Comune, demanio, diocesi. Tutti uniti, meglio degli Avengers. Gli irregolari hanno le ore contate. Lo stesso dicasi per i turisti sudicioni e maleducati. Quelli sì, messi in riga come soldatini. Rieducati, uno dopo l’altro, a suon d’illuminate ordinanze. «Cos’è il genio?» ragionava il fiorentinissimo Perozzi di Amici miei. «È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione». Qualità sfoderate dal sindaco nella lotta ai bivacchi. I gitanti si sbracano indecorosamente? Lui fa bagnare con gli idranti gli scalini del Duomo e le altre zone di assembramenti. «Una misura gentile, che evita la multa» chiarisce Nardella. Talmente gentile da aver accolto il plauso dei turisti. Pronti a riaccomodarsi sui limpi gradini, dopo rapida evaporazione acquea. O a bagnarsi i calzoni in cerca di refrigerio.

Ben congegnata anche la soluzione per le code in via de’ Neri, dove c’è un’affollatissima rivendita di cibarie. Qui vige un’inflessibile ordinanza anti-panini. Impone consumazione dinamica, evitando ogni staticità. Insomma: bisogna mangiare in piedi, o meglio camminando. Passi lunghi e ben distesi. «Una risposta concreta e di buonsenso» esulta Nardella.

Magari il problema fossero solo i turisti maleducati… Ci sono quelli che scambiano i monumenti per latrine. Gli studenti ubriachi che vagano molesti nella notte. Le risse a colpi di bottigliate. E uno spaccio ormai capillare. Qualsiasi droga in qualsiasi angolo del centro. Ogni giorno: dalle 8 e 30 del mattino fino all’alba successiva. Malavita di strada che s’è ormai regolamentata. Del resto, nell’ultimo indice di criminalità pubblicato da Il Sole 24 ore, Firenze è la quarta provincia italiana per denunce di reati. «È diventata la città delle illegalità» bombarda Marco Stella, coordinatore fiorentino di Forza Italia. 

In ossequio al conterraneo Dante Alighieri, Nardella però «guarda e passa». Anzi: rilancia. «In questi cinque anni» gongola «abbiamo realizzato il 95 per cento dei punti del programma!». Urca! Nemmeno Renzi avrebbe osato tanto. L’allievo straccia il maestro. La dura realtà costretta a inchinarsi davanti a palmari evidenze numeriche: un nuovo Rinascimento è già cominciato. I colpevoli fiorentini, distratti dal logorio della vita moderna, se ne facciano una ragione. 

https://infosannio.wordpress.com/2019/04/15/firenze-inchiesta-sul-degrado-del-giglio-sfiorito/

sabato 20 gennaio 2018

Cantone indaga sull’assunzione di Nardella. - Davide Vecchi

Cantone indaga sull’assunzione di Nardella

Anac in azione -Dopo lo scoop del "fatto" sulla chiamata diretta si muove l'Anticorruzione.

Sarà l'autorità anticorruzzione guidata da Raffaele Cantone a far luce sulla correttezza o meno dell'incarico affidato per chiamata diretta dal sindaco Dario Nardella a Celeste Oranges che, per i casi del destino, oltre ad essere figlia del magistrato contabile che nel 2014 formulò la richiesta d'archiviazione di Matteo Renzi, appena 40 giorni prima di essere chiamata da Nardella era stata bocciata ad un concorso di Palazzo Vecchio.

Le opposizioni in Comune  hanno già presentato alcune interrogazioni : Tommaso Grassi, M5s e Fratelli d'Italia. E da Firenze sono partite due segnalazioni all'Anac che, però, può occuparsi esclusivamente di Nardella. 
Del possibile conflitto di interesse del procuratore amministrativo, invece, l'Anac non ha poteri di intervento nè di controllo. Le verifiche sulla posizione di Acheropita Mondera Oranges, da giugno alla guida della Procura della Corte dei Conti Toscana, può svolgerle il Consiglio della Corte dei Conti. 
"Prima di tutto si valuta se il suo operato possa avere dei condizionamenti" spiega una fonte apicale della Corte. " Si possono compiere accertamenti sul suo recente operato e si può agire a seguito di una specifica ovviamente." Dopo l'eventuale condizionamento si valuta "la compatibilità ambientale" e, " nel caso si ritenga legittima la sua permanenza nell'ufficio, si può adottare l'astensione da specifici interventi" ma è una strada "difficile per un organo di vertice" come in questo caso.

IL FATTO ha lungamente parlato con Acheropita Mondero prima della pubblicazione degli articoli. Martedì c'è stato un colloquio telefonico di circa 40 minuti. ma il procuratore ha chiesto che i contenuti non venissero divulgati. Abbiamo poi cercato la figlia Celeste, senza esito. 

In fine Nardella. Ancora ieri abbiamo rinnovato le domande al primo cittadino che non risponde e preferisce affidare una replica al Tgr della Toscana, bollando la vicenda come "un attacco vergognoso, segno del fatto che ormai siamo in campagna elettorale". 
Ancora. "Noi abbiamo rispettato tutte le regole. Non permetto che si facciano insinuazioni e calunnie". Insomma, Nardella continua a scappare. Attraverso il suo ufficio stampa fa sapere di avere ereditato un gruppo di lavoro già avviato in università. 
In quale ateneo, facoltà, dipartimento e con quale docente non è dato sapere. E nel decreto di nomina di Oranges da lui firmato non ne fa alcuna menzione. Anzi. E' scritto che la 28enne è stata scelta per il curriculum.

Ora se ne occuperà l'Anac. Alla quale sono stati già inviati due esposti, uno anche dall'Adusbef. "stiamo molto attenti a ogni segnalazione che ci arriva e non faremo eccezioni", esordisce Cantone. E spiega cosa, nel caso specifico, riguarderà la verifica: 
"Accerterà se il sindaco e l'ente hanno seguito le procedure eventualmente previste dal Piano di prevenzione della corruzione della città metropolitana di Firenze relativamente agli incarichi di questo tipo, compresi gli obblighi di trasparenza dell'avviso di selezione".

Quelle che appaioni come similitudini con altri casi, in particolare relativi alle nomine compiute al Comune di Roma da Virginia Raggi, in realtà secondo Cantone sono "totalmente diversi da questo". E spiega: "La nomina di Renato Marra era firmata dal fratello, quindi il conflitto di interessi era lampante" mentre "per quanto riguarda Romeo e Ranieri ce ne siamo occupati solo perchè fu la sindaca a chiedere all'Anac un parere, per sapere se era stata utilizzata una procedura corretta". Comunque. garantisce, ora si occuperà di Nardella.

https://www.pressreader.com/italy/il-fatto-quotidiano/20180120/281767039640579

mercoledì 13 luglio 2016

Sulla "groviera" fiorentina tutti zitti. Ma in che Paese siamo sprofondati? - Vittorio Emiliani

VORAGINE FIRENZE

Succedono cose strane a Firenze e ancor più nella informazione italiana. Notizia di domenica scorsa: il ministro dei Trasporti Graziano Delrio e il sindaco Dario Nardella "aprono" coraggiosamente all'ipotesi di una ampia revisione del faraonico progetto di stazione sotterranea per l'Alta Velocità voluto anni or sono. I dubbi - si legge sulle agenzie - riguardano "soprattutto la galleria, pensata per attraversare la città senza più incrociare il traffico dei pendolari, contestata dai No Tav fiorentini per le possibili ricadute sulle falde acquifere e la stabilità degli edifici di alcune zone". Hub fiorentino della TAV sarà la stazione di superficie di Campo di Marte già utilizzata da alcune Frecce d'argento che, per risparmiare tempo, saltano Santa Maria Novella. Saggiamente lo prevedeva il Piano Regolatore di Marcello Vittorini nel '92, sindaco il socialista Giorgio Morales...
Piccola notizia? "Notiziona" in realtà. Soltanto poche mesi fa, il 1° aprile (un pesce?), il ministero dell'Ambiente aveva sbloccato quegli scavi garantendo che i materiali potevano essere riusati. Già ma ci sono altri gravi inciampi, denunciati anche da Report di Milena Gabanelli, e cioè danni diffusi a una miriade di edifici soprastanti e pericoli seri per il sistema idrogeologico sotterraneo fiorentino messi a nudo dalla improvvisa grave voragine verificatasi sul Lungarno Torrigiani. Quanto sono costati i lavori per il tunnel che ora si pensa di abbandonare? Secondo i comitati fiorentini, ben 760 milioni di euro. Quando tutto poteva venire risolto in superficie. Eppure sulla stampa e in tv non se n'è quasi parlato. Forse perché "disturbava" Renzi e la sua immagine patinata? A pensar male...
V'è di peggio però. Da un anno numerosi esperti e intellettuali fiorentini (fra i quali il medievista Franco Cardini), in testa l'archeologa Lucia Lepore e l'architetta Giovanna Delbuono chiedono, in modo documentato, all'Unesco di inserire Firenze fra i "siti in pericolo". Tanto più dopo la voragine apertasi sul Lungarno. Essi denunciano tante "sbrigatività" per le tramvia sotterranea e/o per la TAV: abbattuti gli alberi storici del Viale della Rimembranza; alterate le sponde intangibili di un pericoloso torrente; a rischio l'equilibrio idrogeologico sotto Fortezza da Basso, Arco dei Lorena, Porta San Gallo; tagliati centinaia di lecci; manomesso il paesaggio urbano storicizzato e vincolato; crepe e lesioni per centinaia di abitazioni. E c'è la minaccia di altri bypass sotterranei sotto strutture ferroviarie già esistenti, con ripetute varianti di progetto e rincari di costi al km pari a 5 volte la tramvia di Padova, 2 volte la Linea C del Metro di Roma (incredibile).
I geologi denunciano da anni "l'incoerenza fisico-meccanica del sottosuolo fiorentino e la grande importanza del principale acquifero che si trova a 3-4-5 metri dal piano di campagna per quello che riguarda la stabilità delle fondazioni di tutti gli edifici di Firenze, ma anche dei grandi monumenti come la Cattedrale". Sotto Renzi e Nardella, soprattutto sotto il primo, palazzi importanti e di ex conventi demaniali (Santa Maria degli Angeli con la Rotonda brunelleschiana) sono stati venduti a privati e trasformati in alberghi o residenze di lusso. Con altri buchi per garage e parcheggi. Una groviera. L'esatto contrario della politica urbanistica più avanzata che riporta o mantiene in centro residenti di ogni ceto, coppie giovani, artigiani, offrendo a fitti economici alloggi, laboratori, botteghe qualificate, pedonalizza intere zone e crea all'esterno di esse parcheggi di scambio con le ferrovie locali e con le metropolitane di superficie. Sulla "groviera" fiorentina tutti zitti, o quasi. Ma in che Paese siamo sprofondati?