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martedì 7 settembre 2021

Casa, acquirenti giovani e prezzi stabili. Ecco dove si risparmia. - Laura Cavestri

 

Nella prima parte del 2021 si conferma la preferenza degli investitori per il bilocale (39,9%) a seguire il trilocale (31 per cento).

Gli investitori restano, comunque, prudenti in questo momento, anche se il mattone attira ancora.

Le compravendite per investimento nel I semestre del 2021 hanno rappresentato il 16,3% del totale delle transazioni effettuate dalla rete del gruppo Tecnocasa. Tra queste Bologna e Palermo sono le uniche due che hanno registrato, rispetto a un anno fa, un aumento della percentuale per investimento, rispettivamente, del 30,5 e del 31 (nel 2020 era del 26,2% e 30,6 per cento) . Nelle altre realtà se ne segnala, invece, una contrazione, soprattutto a Verona (passata da 28,1% a 23,2%) e a Bari (da 30% a 25 per cento).

La mappa dei prezzi.

I prezzi, naturalmente, sono enormemente diversificati in base alla città, alla zona di riferimento e alla tipologia di appartamento.

Secondo un’elaborazione di Tecnocasa, sui prezzi al metro quadrato, tra centro, semicentro e periferia in una decina di capoluoghi che sono anche sedi universitarie, tra i monolocali, i più convenienti si trovano alle periferie di Lecce (1000-1400 euro al mq), Perugia (1100-1750 euro al mq) e Trieste (1300-1600 euro al mq circa). I più cari sono in centro a Milano, in un range al mq che va dagli 8500 a sfiorare i 10mila euro. Poco sotto, Roma.

Su fronte di bilo e trilocali, il minimo, alla periferia di Perugia, può essere sotto i 1000 euro al mq, mentre a Milano si parte da 2800-3mila euro al mq a salire.

Sulle aree centrali, spicca Milano (il minimo per un trilocale è di 6500 euro al mq), seguita da Roma (sopra i 5mila euro al mq per 3 vani) e Bologna (a 3500 euro al mq di base, in centro). Le più “abbordabili”, Genova, Lecce. Trieste, Bari e Perugia.

Congiuntura favorevole

Del resto, il mix di bonus fiscali - dal risparmio energetico all’arredo - e le condizioni di estremo vantaggio per accedere a mutui, si coniugano con un prezzo delle case usate in Italia, che - secondo l’ultimo indice dei prezzi immobiliari di Idealista - ha registrato un calo dello 0,4% ad agosto, attestandosi a 1.718 euro/mq.

Chi compra cosa compra?

Cosa si compra? Nella prima parte del 2021 si conferma la preferenza degli investitori per il bilocale (39,9%) a seguire il trilocale (31 per cento). Gli acquirenti sono soprattutto coppie (46,3%), dato in aumento rispetto ad un anno fa (43,6%) così come si segnala un leggero aumento tra i single (da 24,8% a 26,9%)

Infine, fa notare ancora Tecnocasa, aumentano gli acquisti per investimento nella fascia più giovane, tra 18 e 34 anni, con un interesse proprio nei giovani intorno ai 30-34 anni che hanno una situazione economica stabile e già in possesso della prima casa. Ma non di rado, dietro, ci sono i genitori, che intestano ai figli appartamenti non solo come prima abitazione, ma anche acquisti a scopo di investimento a sostegno dei reddito dei giovani.

Illustrazione di Giorgio De Marinis

IlSole24Ore

martedì 24 novembre 2020

Cashback, arriva il bonus per lo shopping di Natale. - Patrizia De Rubertis

 

Slittano al 2021 i rimborsi fino a 300 euro e il super incentivo da 1.500 euro. Subito 150 euro, ma i fondi sono limitati.

Rinviato a gennaio il cashback ordinario, in questo “Natale sobrio”, per dirla con le parole del premier Conte, ci sarà comunque spazio per il rimborso degli acquisti effettuati con carte di credito, bancomat e app, con esclusione però dell’online, sia per incentivare la lotta al contante ma soprattutto per stimolare i consumi falcidiati dalle restrizioni anti-Covid. L’ultimo tassello necessario per far partire il “Piano Italia cashless” è arrivato con la stesura del regolamento del ministero dell’Economia in cui emergono un paio di novità rilevanti per il tris di misure previste (il cashback, il super incentivo e il bonus di Natale), che potrebbero ridare agli italiani fino a 3.450 euro nel 2021 sommando i vari rimborsi. Dall’acquisto dell’auto alla fattura del meccanico, dall’abbigliamento al caffè al bar, vale la pena capire come funzionano i rimborsi e quanto si avrà indietro, direttamente sul proprio conto corrente.

Il meccanismo. Per richiedere i rimborsi bisogna essere maggiorenni, residenti in Italia e dichiarare che le carte registrate vengano utilizzate solo per acquisti al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione. Serve iscriversi all’app “Io” della Pa (si può accedere con Spid o carta d’identità elettronica) o su altri sistemi degli operatori convenzionati con PagoPa, fornire il codice fiscale e gli estremi delle carte con cui si faranno gli acquisti e l’Iban per l’accredito.

Cashback sperimentale. Il meccanismo ribattezzato bonus di Natale è l’ultima novità. Valido per il solo mese di dicembre, è un rimborso fino a 150 euro per tutti coloro che spenderanno almeno 1.500 euro (vale a dire il 10% di tutti gli acquisti). Per ottenerlo vanno fatti almeno 10 acquisti con carte e app (Apple Pay, Samsung Pay, Satispay o Paypal). Il rimborso verrà erogato a febbraio 2021. Ma se le richieste sforeranno l’importo di 227,9 milioni, il pagamento verrà proporzionalmente ridotto. Fondi che dovrebbero accontentare 1,5 milione di persone.

Piano ordinario cashback Saltata la campagna informativa prevista per presentare la misura (complice l’invito a rimanere a casa), è slittato anche l’inizio del vero e proprio cashback. Il regolamento del Mef prevede che il normale rimborso slitti da dicembre 2020 al primo gennaio 2021 per concludersi il 30 giugno 2022. Le modalità restano invariate: un rimborso del 10% delle spese effettuate per un massimo di 300 euro all’anno (150 euro a semestre). Vanno fatte almeno 50 operazioni sempre ogni sei mesi. Non si possono superare transizioni superiori a 3mila euro annui. I soldi saranno erogati a luglio 2021, gennaio 2022 e luglio 2022. Uno slittamento che ha permesso di prevedere un fondo di 1,7 miliardi nel 2021 e poi 3 miliardi nel 2022. Arriveranno molto probabilmente risorse aggiuntive.

Rimborso speciale. Al cashback ordinario si affianca un bonus di 1.500 euro che sarà erogato ai centomila consumatori che effettueranno più transazioni in tre semestri: gennaio-giugno 2021; luglio dicembre 2021; gennaio-giugno 2022. Ogni semestre il conteggio ripartirà da zero.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/24/cashback-arriva-il-bonus-per-lo-shopping-di-natale/6014204/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=oggi-in-edicola&utm_term=2020-11-24

domenica 12 luglio 2020

Aria SpA: 344 appalti Covid E si dimette il dg (indagato). - Andrea Sparaciari

Aria SpA: 344 appalti Covid E si dimette il dg (indagato)

Nuovo colpo di scena ieri nella vicenda “Camici regalati” dalla Dama spa: il direttore generale di Aria spa, la centrale acquisti della Regione Lombardia, Filippo Bongiovanni, ha rassegnato le proprie dimissioni. Si tratta di uno dei due indagati, insieme con il cognato del presidente Attilio Fontana, Andrea Dini, amministratore della Dama: finiti nel fascicolo della procura di Milano nell’indagine per turbata scelta del contraente per l’affidamento da 513mila euro concesso alla società dei familiari di Fontana.
Secondo il Pirellone Bongiovanni avrebbe chiesto di essere assegnato ad un altro incarico. Fonti vicine a Bongiovanni confermano che si tratta di vere e proprie dimissioni, sebbene tecnicamente si tratti di “richiesta di altro incarico”. Le stesse fonti poi ribadiscono il massimo rispetto per il lavoro degli inquirenti da parte dell’ex direttore, che attende con fiducia di chiarire i fatti.
E l’avvocato ed ex finanziere, fino a poche ore fa a capo dell’ente regionale finito nella bufera non solo per i camici, ma anche per le mascherine Fippi, probabilmente sarà una preziosa fonte di informazione per i magistrati.
Ed è chiaro che il suo addio – non del tutto inaspettato, visti i mai celati attriti col presidente di Aria, il forzista Francesco Ferri – lascia presagire nuovi sviluppi in una vicenda che si sta rivelando sempre più imbarazzante per il governatore lombardo. Nonostante il rifiuto di Fontana di presentarsi in Consiglio regionale per spiegare, l’inchiesta sta proseguendo spedita su tre filoni: la mancata sottoscrizione del patto di integrità (con la relativa dichiarazione di conflitto di interessi); il presunto “ruolo attivo” del governatore (che non è indagato), il quale si sarebbe adoperato per trasformare la vendita dei camici in donazione, dopo l’intervista a Report su Rai3; il mancato perfezionamento della fornitura – a quel punto “regalata” – con 2 mila camici mancanti.
Ma Bongiovanni, da dg di Aria, ha seguito anche molti degli acquisti effettuati dalla controllata regionale durante l’intera crisi Covid. Un oceano di affidamenti diretti, fatti in emergenza, rimasto a lungo oscuro, visto anche il continuo rifiuto dei vertici di Aria di riferire in commissione bilancio sulla propria attività. Ma il Fatto Quotidiano ha avuto la possibilità di consultare in esclusiva il rendiconto generale dei contratti stipulati da Aria tra il 23 febbraio e il 18 giugno. Si tratta di 344 appalti in totale, che vanno dalle mascherine, ai camici, dai test, ai tamponi, passando per le visiere. Una gigantesca lista della spesa dal valore di centinaia di milioni di euro.
Tra i fornitori, i grandi di Big Pharma, come Roche (16 affidamenti tra il 30 marzo e il 2 giugno per complessivi 2.746.233 euro), Arrow (16 affidamenti per 3.212.719 euro), Diasorin (quattro affidamenti, per complessivi 2.486.000), a sconosciuti che si accontentano di poche centinaia di euro, come Farmac-Zabban spa che per 40 mila cuffie copricapo fattura 1.152 euro. Nell’elenco degli acquisti della centrale lombarda figura anche il colosso multinazionale Amazon: sulla piattaforma, infatti, Aria spa diretta da Bongiovanni acquista altri camici, guanti, cuffie e mascherine per 795.647 euro.

lunedì 11 luglio 2016

Il mezzo corazzato più costoso al mondo? È italiano ed è il più scarso. - jepp magic

https://fattodavoi.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2016/06/image1-150x113.jpeg


Riconosco che può sembrare strano, un post dedicato ad un blindato. Semplicemente viste le cifre coinvolte, mi è caduto l’occhio su questa storia. Un acquisto di qualche miliardo di sistemi d’arma nuovi nuovi rende felici o almeno parecchio soddisfatte un bel po’ di lobby assortite. Ma andiamo con ordine.
Con due atti successivi, il governo italiano ha deliberato di acquistare 249 e poi 381 blindati (erroneamente definiti da molti giornali carri armati) Freccia, per un totale di 630 mezzi. Per una coincidenza strepitosa uno per ogni parlamentare.
Quanto ci costano? Presto detto: il primo lotto, nel 2009, ci era costato 1,6 miliardi per 249 mezzi, ma aveva compreso, ovviamente, anche la ricerca e lo sviluppo
(anche se il Freccia deriva strettamente, pregi e difetti, dal blindo Centauro). 6.43 milioni per ogni blindato.
La nuova fornitura, per altri 2.6 miliardi complessivi, e’ stata approvata a gennaio 2015, dal governo Renzi tanto impermeabile alle lobby da vedere il Capogruppo PD in commissione Difesa tentare invano di bloccare la decisione del governo, presa lo stesso giorno in cui si coronava, tra l’altro, il sogno da oltre 5 miliardi di euro dell’Ammiraglio De Giorgi, proprio perché a suo dire pesantemente inquinata dalle pressioni delle aziende di armamenti.

Intanto ecco qui la scheda tecnica.
Poi affrontiamo, una buona volta, il costo unitario del veicolo.
2.6 miliardi per 381 mezzi sono, in apparenza, 6.8 milioni a blindato. Il secondo lotto costerà quindi ancora di più del primo.
Più di un teutonico Leopard II. 5.74 milioni di dollari.
Più di un celeberrimo americano Abrams m1a2, da 6.2 a 4 milioni di dollari, o meno se comprato come “usato garantito”
Piu di un avanzatissimo israeliano Merkava IV. 4.5 milioni di dollari
Piu’ di un corazzatissimo inglese Challenger 2. 4.2 milioni di sterline.
Sono i migliori mezzi blindati occidentali in circolazione, i più potenti e sofisticati, con i sistemi di offesa e difesa più costosi e complessi. Possono resistere a qualunque cosa o quasi (in realtà i razzi a doppia testata cava, che cominciano ad essere in dotazione a molti gruppi, sono in grado di bucare, in certe condizioni, anche le loro corazze). Hanno cannoni precisissimi. Sistemi avanzatissimi di stabilizzazione del tiro, motori da 1500 cavalli, corazze stratificate e reattive, insomma stanno al Freccia come una Jaguar sta ad un pulmino Volkswagen.
Vi sembrano conti dubbi? Allora che ne dite dei 10 milioni stanziati nel 2011 per la progettazione lo studio e la realizzazione di due prototipi del Centauro II, un veicolo ovviamente più sofisticato e moderno del centauro ed almeno alla pari con il Freccia (senza contare le differenze di armamento) Si tratta di prototipi, quindi la costruzione non è in serie, molti apparati sono integrati per la prima volta etc etc etc. Eppure costano 5 milioni di euro l’uno. Oltre un milione di euro meno degli esemplari di serie del fantasmagorico veicolo “corazzato”.
A questo punto, credo ci aspetteremmo una via di mezzo tra la macchina di Batman e l’astronave di capitan Harlock.
Invece no. I veicoli in questione non sono in grado difendere i soldati che trasportano in caso di attacco con bazooka, missili spalleggiati o grossi calibri. Al più possono salvarli da uno IED. (Improvvised Explosive Device) non troppo potente o dalle raffiche di kalashnikov. Per resistere ad un cannoncino come il loro, da 25 millimetri (da confrontare con i 105 o 120 dei vecchi e nuovi carri) o da una mitragliata di una camionetta “tecnica” di qualche milizia, devono essere dotati di blindature aggiuntive, che ovviamente fanno lievitare il costo.
I blindo Centauro, utilizzati in Somalia e in Afghanistan sono stati in qualche modo ricoperti con piastrelle reattive in grado almeno di difendere gli occupanti da proiettili fino a 30 mm o razzi spalleggiati di modesta potenza. Di fatto, dei 250 mezzi realizzati solo 17 sono stati collaudati sul campo in Afghanistan e questo per il banal motivo che in realtà non sono particolarmente più sicuri di una camionetta blindata come il Lince, dato che costituiscono un bersaglio più pagante per i gruppi dotati di razzi, dai quali, come visto, non possono difendersi. Dalla loro, grazie alla relativa leggerezza, hanno una velocità massima di oltre 100 km l’ora che però risulta di scarsa utilità sul terreno urbano e fuoristrada, tipici dell’utilizzo di questi mezzi.
Non è ancora chiaro? Il Merkava ha dimostrato di non essere sempre in grado di difendere i soldati trasportati (sì perché può portare alcuni soldati oltre all’equipaggio, all’interno) pur avendo una resistenza equivalente ad oltre 600 millimetri di acciaio, ottenuta con una corazza complessa, cariche reattive, etc etc etc.
L’esercito israeliano ha però deciso di realizzare un trasporto truppe ancora più protetto del Merkava. A quanto pare il veicolo corazzato più protetto e sicuro al mondo si chiama Namer. Costo? Appena 3 milioni di dollari, meno della metà di un Freccia.
Breve sintesi: L’Italia ha quindi deciso di dotarsi del più caro veicolo blindato del mondo e, probabilmente, di tutti i tempi e un ragazzino con un qualunque residuato bellico e’ in grado di bucarlo.