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mercoledì 26 maggio 2021

Vi serve un disegnino? - Marco Travaglio

 

C’è chi le cose le intuisce subito, chi dopo un po’ e chi mai. Eppure non era difficile capire perché Conte non doveva gestire i soldi del Recovery Fund che lui stesso (non la Von der Leyen o la Merkel, come raccontava l’altroieri a Ottoemezzo quel furbacchione di Bernabè, insieme a varie balle sui vaccini) aveva portato a casa il 21 luglio: perché il suo governo non obbediva a Confindustria e agli altri padroni del vapore, tutti puntualmente tornati a trafficare dopo la sua caduta, ben nascosti dietro il supercurriculum di SuperMario. Il bello è che molti continuano a non capirlo neppure ora che i Migliori hanno gettato la maschera. Non basta nemmeno che si parli di Paolo Scaroni – che nel ’96 patteggiò 16 mesi per le tangenti Techint al Psi in cambio di appalti Enel – alle Fs al posto dell’incensurato Battisti. Né che sia sufficiente un titolo del Sole 24 Ore contro il ministro Orlando – accusato di “inganno” per la proroga del blocco dei licenziamenti, annunciata in conferenza stampa con Draghi – per indurre il governo all’immediata retromarcia al fine di non contrariare troppo il padrone delle ferriere Carlo Bonomi, che si crede pure il padrone del governo e in effetti lo è.

Questo curioso esemplare di imprenditore senza impresa (non ne ha neppure una) si permette di accusare di “imboscata” il ministro del Lavoro senza che nessuno – tipo il premier – lo rimetta al posto suo. Silenzio di tomba, a parte la solidarietà a Orlando da un frammento del suo partito e da Patuanelli e le proteste dei tre leader sindacali (bentornati sulla terraferma: due mesi fa erano tutti a cena chez Brunetta, ora è arrivato il dessert). Cosa deve ancora accadere perché i giallorosa prendano atto di far parte non di un governo di unità nazionale, ma di centrodestra, dove comanda la minoranza Lega-Forza Italia Viva e la maggioranza M5S-Pd-Leu si limita a metterci i voti? Oggi, se tutto va bene, la Commissione di Indecenza del Senato, che ha già restituito il vitalizio ai ladri, lo ridarà anche agli ex senatori, per ribadire la prima legge della Restaurazione: la legge è uguale per gli altri. Nel 1993, per 4 autorizzazioni a procedere su 5 contro Craxi negate dalla Camera al pool di Milano, il Pds ritirò i suoi ministri dal neonato governo Ciampi. Non perché il voto della Camera fosse colpa del governo, ma perché Occhetto e persino Rutelli ritennero che allearsi con partiti che calpestavano il principio di eguaglianza fosse complicità. Ci pensino, 5Stelle, Pd e Leu, se oggi i loro alleati forzaleghisti compieranno l’ennesimo scempio sui vitalizi. Nel ’93 il governo Ciampi stava in piedi anche senza il Pds, mentre il governo Draghi senza i giallorosa va a casa: quando si ricorderanno di essere la maggioranza, sarà sempre troppo tardi.

IlFQ

giovedì 19 settembre 2019

RUSSIA E CINA HANNO DETERMINATO LO SGRETOLAMENTO DEL NUOVO ORDINE MONDIALE. - Jon Krister Hellevig



L’ultima settimana di agosto è stata piena di eventi portentosi. Solo qualcuno che non è stato sveglio negli ultimi anni potrà non rendersi conto di come questi eventi a prima vista scollegati facciano parte in realtà della stessa matrice. C’è stata una conversazione sempre più forte nei media mainstream su una recessione globale in avvicinamento, curve di rendimento invertite e rendimenti negativi, che ci dicono che il sistema finanziario occidentale è sostanzialmente in coma ed è tenuto in vita solo da generose iniezioni di liquidità IV dalla banca centrale. Almeno per il momento.
Successivamente abbiamo visto Trump ottenere nuovi successi con i suoi messaggi su Twitter in Cina nella sua grande contesa commerciale a colpi di dazi. Così di volta in volta e i mercati azionari si sono mossi come un ottovolante in reazione a ogni nuovo salvataggio di Twitter. Inoltre, abbiamo avuto sia Trump che Macron che parlavano soavemente del recupero della Russia e della modifica del nome del loro club in G8. Martedì scorso, in una stampa del G7 a Biarritz, i Rothschild hanno sciolto Macron per fargli recitare il “mea culpa”e hanno fatto un altro passo parlando dei motivi per cui improvvisamente bramavano un’amicizia con la Russia: “Stiamo vivendo la fine dell’egemonia occidentale”, ha detto Marcron. Nella stessa serie, il nuovo governo britannico sotto Boris Johnson stava dicendo ai suoi colleghi di Biarritz che ora è decisamente avviato per una Brexit senza accordo,
Forse la notizia più strana per coronare tutto è arrivata da Jackson Hole, nel Wyoming, dove i banchieri centrali occidentali si nascondevano per il loro pensionamento annuale. Il presidente della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, ha sorpreso tutti (almeno quelli che non erano presenti) annunciando che il dollaro USA aveva superato il suo momento migliore e che avrebbe dovuto essere sostituito da un qualcosa che i banchieri centrali ancora non hanno in mano.
Il Nuovo Ordine Mondiale sta morendo.
Quello che questi eventi hanno in comune è che i massimi responsabili dell’Occidente iniziano ad ammettere che il progetto globalista del Nuovo Ordine Mondiale, nella sua forma attuale, è defunto, o almeno si trova nella sua agonia. Tale progetto è andato a sbattere la testa contro un muro impenetrabile di quella che è la resistenza cino-russa. L’accesa propaganda totalitaria contro la Russia dal 2001 (quando il Nuovo Ordine Mondiale si rese conto che Putin non era il suo uomo); per il cambio di regime e rivoluzioni di colore nei paesi vicini ha fatto un buco nell’acqua. Hanno tentato colpi di stato a Maidan e a Mosca; e infine hanno provato con le sanzioni che, dal 2014, sono state fondamentali per la strategia degli imperi anglo-sionisti. Dovevano conquistare la Cina o la Russia per vincere l’egemonia mondiale assoluta. Prendendo il controllo di ognuno di loro, avrebbero abbinato il resto, e dopo tutto avrebbero conformato il mondo intero.
Giustamente loro consideravano la Russia il pezzo più debole e lottavano in quella direzione. Il Nuovo Ordine Mondiale voleva approfittare della debolezza della Russia nella forma della sua quinta colonna pro occidentale e di un’intellighenzia liberale scioccata (che domina i media, la cultura e gli affari, come a Hong Kong, BTW), che è costituzionalmente Incapace di pensare con i propri cervelli per sbarazzarsi degli stereotipi dell’era sovietica (“Unione Sovietica / Russia cattiva, occidente buono”).
Quindi si sono resi conto che le sanzioni economiche e culturali (ad esempio il divieto olimpico) insieme alla duplicazione della propaganda avrebbero spezzato il paese. Fortunatamente, il narod russo, la gente comune, ha visto tutto e non ha giocato insieme al nemico. Allo stesso tempo, la Russia esibiva il suo esercito risorto in Crimea e Siria, nonché le sue nuove e formidabili armi ipersoniche da fine del mondo. L’opzione militare per impadronirsi della Russia non era più nelle possibilità degli anglo USA sionisti..
L’economia russa sempre più forte.
Credendo nella propria propaganda, sbagliavano totalmente le loro previsioni. Ripetendo incessantemente i propri punti di discussione egoistici, devono aver davvero immaginato che l’economia russa non fosse altro che l’esportazione di combustibili fossili, che “l’economia russa è la dimensione dei Paesi Bassi”, che “la Russia non produce nulla” e che la Russia “non era altro che una stazione di servizio con bombe nucleari” (riuscendo in qualche modo a ignorare il significato della parte relativa alle armi nucleari). Credo seriamente che la propaganda fosse diventata così convincente che i leader occidentali e le persone dell’intelligence erano davvero venute per adattare la propria propaganda alla verità. Quel che è certo è che tutti i media occidentali, compresi quelli che dovrebbero essere le riviste di business più rispettate e tutti quei think tank, non avevano pubblicato una valutazione onesta dell’economia russa da 15 anni. Ogni pezzo che ho letto negli anni è stato chiaramente scritto con l’obiettivo di denigrare i risultati e lo sviluppo economico della Russia. Da nessuna parte sono stati trovati rapporti su come Putin nel 2013 avesse completamente rivisto l’economia trasformando la Russia nel paese principale diversificato più autosufficiente del mondo con tutte le capacità delle maggiori potenze industriali. In realtà, tendo a pensare che anche i presidenti degli Stati Uniti, Da Bush a Obama, furono nutriti nei loro rapporti dalla intelligence che questa aveva prodotto falsi rapporti sull’economia russa e sull’intera nazione. In realtà, si farebbe un ulteriore passo avanti nello scommettere che la CIA stessa alla fine credeva nella propaganda che aveva partorito.
Ma in realtà tutti i dati erano in vista. Ho preso la briga di compilare un rapporto sulle condizioni reali della nuova economia russa all’inizio della crisi del 2014. Nel rapporto, ho iniziato a dimostrare che la Russia aveva davvero modernizzato e diversificato la sua economia; che aveva una vivace industria manifatturiera in aggiunta al suo settore dell’energia e dei minerali; e che le loro entrate di bilancio e la loro economia in generale non dipendevano dal petrolio e dal gas come affermato. Tra le altre cose, notiamo che la produzione industriale della Russia è cresciuta di oltre il 50% (tra il 2000 e il 2013) mentre era stata completamente modernizzata. Nello stesso periodo, la produzione alimentare è aumentata del 100% e le esportazioni sono aumentate di quasi il 400%, superando tutti i principali paesi occidentali.
L’essenza dello studio può essere riassunta con questa citazione da lui:
«L’economia russa, pur devastata dalla crisi e colpita da anni di capitalismo predatorio e anarchico degli anni ’90, che Putin ha ereditato nel 2000, ha ormai raggiunto una maturità sufficiente a giustificare la convinzione che la Russia possa realizzare l’avanzamento industriale annunciato dal Presidente» .
Gli eventi hanno confermato questa idea. Ed è per questo che la Russia ha vinto la battaglia delle sanzioni.
Il rapporto rappresentava un appello ai leader occidentali a rinunciare alla vana speranza di distruggere la Russia attraverso le loro sanzioni e il rischio di una guerra nucleare. La Russia era invincibile anche da questo punto di vista. A tal fine, ho espressamente aggiunto questa lettera nell’introduzione al rapporto:
“Crediamo fermamente che tutti traggano vantaggio dalla conoscenza del vero stato dell’economia russa, della sua storia reale nell’ultimo decennio e del suo vero potenziale. Conoscere lo stato reale delle arie è ugualmente utile per gli amici e i nemici della Russia, per gli investitori, per la popolazione russa e, di fatto, per il loro governo, che non è stato molto espressivo nel dire progressi reali. Penso che vi sia un grande bisogno di dati precisi sulla Russia, in particolare tra i leader dei suoi nemici geopolitici. I dati giusti aiuteranno gli investitori a realizzare profitti. E i dati giusti aiuteranno i leader politici a mantenere la pace. Sapere che la Russia non è lo specchio del paniere economico rappresentato dagli occidentali, aiuterebbe ad evitare i nemici dal percorso di collisione con la Russia in cui si sono imbarcati.
Un rapporto di follow-up di giugno 2017 che copre gli anni delle sanzioni 2014-2016, ha mostrato come la Russia si stava rafforzando, indipendentemente dai tentativi di isolamento occidentali. Questo rapporto sottolineava che l’economia russa era diventata la più diversificata al mondo, rendendo la Russia il paese più autosufficiente del mondo.
In questo rapporto, abbiamo messo in luce il più grande errore dell’analisi della Russia guidata dalla propaganda. Questa era la ridicola convinzione che la Russia dipendesse presumibilmente interamente dal petrolio e dal gas solo perché quei prodotti costituivano la maggior parte delle esportazioni del paese. Confondendo le esportazioni con l’economia totale, avevano stupidamente confuso la quota di petrolio e gas sulle esportazioni totali, che era ed è ancora del 60%, con la partecipazione di queste materie prime all’economia totale. Nel 2013, la quota di petrolio e gas nel PIL russo era del 12% (oggi 10%). Se gli “esperti” si fossero preoccupati di guardare più da vicino, si sarebbero resi conto che dall’altra parte dell’equazione, le importazioni dalla Russia erano, di gran lunga, le più basse (in percentuale del PIL) di tutti i principali paesi. La differenza qui è che, sebbene la Russia non esporti una grande quantità di prodotti fabbricati, ne produce una percentuale di gran lunga maggiore per il mercato interno rispetto a qualsiasi altro paese al mondo. Prendere il 60% delle esportazioni per rappresentare l’intera economia da cui è stato creato il meme “La Russia non produce nulla”.
Infine, in un rapporto del novembre 2018, poteva dichiarare che la Russia aveva vinto la guerra di sanzioni che ne derivava come una superpotenza quadrupla: superpotenza industriale, superpotenza agricola, superpotenza militare e superpotenza geopolitica.
Macron si rende conto che la Russia è davvero una superpotenza.
Questi fatti hanno finalmente fatto capire che alcuni stakeholder chiave del regime globalista possono essere discerniti dal fatto che hanno affidato al loro presidente eletto fantoccio Macron di fare la pace con la Russia. Trump ha lo stesso incarico, che è evidente dalle sirene dei due leader nella direzione di Putin. Entrambi vogliono invitare Putin ai loro futuri incontri G7-8.
Come detto, Macron si è spinto fino a capitolare unilateralmente e ha dichiarato il declino dell’Occidente. Ha continuato a spiegare che la ragione di questo spettacolare cambiamento geopolitico è stata la nascita dell’alleanza Pechino – Mosca (di fatto) che ha causato un cambiamento terminale sulla scena mondiale. È interessante notare che ha anche incolpato apertamente gli errori degli Stati Uniti per il terribile stato delle cose e ha osservato che “non solo si dovrebbe incolpare l’attuale amministrazione (USA)”. Indubbiamente, il principale di questi errori, pensava Macron, era l’alienazione della Russia e la spinta del paese nel caldo abbraccio della Cina. È abbastanza chiaro che questo è ciò che vogliono rimediare, strappare l’orso al drago. Fortunatamente, questo è un sogno che non si avvererà. Bene, ci sarà un approccio buono e se l’Occidente ci proverà, ma dopo tutto quello che la Russia ha imparato finora non sarà possibile svendere la partnerschip con la Cina in nessun caso. Penso che Putin e i plenipotenziari russi abbiano chiaramente optato per un ordine mondiale multipolare. Questo non è sicuramente quello che i datori di lavoro di Macron e Trump hanno in mente, ma lasciarli provare.
Fino a quando Trump non era entrato in carica, la strategia del regime americano era stata quella di perseguitare la Russia da sola nelle sue ambizioni geopolitiche, ma ormai si era reso conto che la Russia era invincibile, specialmente nell’alleanza di fatto con la Cina. Disperato, l’impero ha aperto un altro grande momento di conflitto con la Cina. Essenzialmente andando di male in peggio.
L’ordine mondiale viene scosso come mai prima d’ora.
“L’ordine mondiale viene scosso come mai prima d’ora …”, questa è un’altra citazione di Macron. Ovviamente, si riferisce alle forze militari e geopolitiche dell’alleanza russo-cinese, ma certamente anche ai cambiamenti economici poiché l’Occidente ha perso e continuerà a perdere il suo dominio economico. Questo ci riporta a Mark Carney della Bank of England e al suo attacco senza precedenti al dollaro USA, sostenendo che era giunto il momento di porre fine al suo status di valuta di riserva globale. Come opzione, Carney ha affermato che le principali banche centrali occidentali emetterebbero una criptovaluta digitale. Cioè, una valuta NWO controllata dalle banche centrali. Ciò significherebbe effettivamente sostituire il cartello della Federal Reserve con un poster delle banche centrali occidentali (la Fed ne fa ovviamente parte).
Cosa avrebbe potuto far venire un’idea così radicale del declino dell’egemonia americana? Ovviamente, uno dei motivi è che le economie occidentali si trovano davvero in quell’estrema condizione critica che sempre più analisti avvertono. (Esamineremo i fatti economici di seguito). C’è una possibilità molto reale che saremo colpiti da una recessione della fine del mondo. Quel che è certo è che lo strano discorso di Carney potrebbe non essersi verificato in un normale contesto economico (così come l’ammissione di Macron che l’egemonia occidentale è finita). Secondo Zerohedge, The Financial Times, l’organo di partito dell’élite globalista, lo ha ammesso nel suo rapporto sull’incontro di Jackson Hole. I banchieri centrali “hanno riconosciuto di aver raggiunto un punto di svolta nel modo in cui hanno visto il sistema globale.

Putin e premier cinese.

C’era un’ammissione efficace che i banchieri centrali avevano finito i trucchi per far uscire le economie dal disastro di tutto, per non parlare dell’imminente recessione della fine del mondo. Secondo FT, Carney è arrivata al punto di mostrare la lettera di guerra dicendo: “Casi passati di tassi molto bassi tendevano a coincidere con eventi ad alto rischio come guerre, crisi finanziarie e fallimenti nel regime monetario”. Da un lato, questo può essere visto come un’ammissione di quanto siano profondamente tormentati dalla situazione finanziaria e da cosa potrebbe accadere quando crolla. D’altra parte, può essere visto come un passo di vendite degli asset, “solo noi possiamo ripararlo, fidati di noi, darci una carta bianca”. O più probabilmente, entrambi.
Nota dall’alto di Carney che dice: “Gli Stati Uniti non possono più essere considerati un attore prevedibile nella politica economica o commerciale”. Il presidente della Bank of England attacca direttamente il presidente Trump.
E solo un paio di giorni dopo, William Dudley, ex presidente della Federal Reserve Bank di New York (la più influente delle 12 banche della Federal Reserve che compongono il Federal Reserve System) ha fatto seguire un attacco diretto a Trump . Ma come si dice delle spie, non ci sono ex-spie e penso che lo stesso valga per l’élite finanziaria globale. E sì, infatti, Dudley è membro del Council on Foreign Relations. Dudley aveva scritto un pezzo d’opinione per Bloomberg intitolato “La Federal Reserve non dovrebbe permettere a Donald Trump”, in cui preme apertamente affinché la Federal Reserve danneggi deliberatamente l’economia per neutralizzare le politiche (cioè le guerre commerciali) del presidente ad interim. ed evitare le loro possibilità di rielezione rovinando deliberatamente l’economia.
Una cosa è certa, l’élite è disperata e in grave disordine. Molto probabilmente anche l’élite è divisa. Sembra che ci siano due fazioni globaliste in competizione tra loro e che vogliono seguire strategie molto diverse. Una fazione sostiene Trump e l’altra è contro di lui. Forse, uno che vuole fare le cose con forza e un altro che vuole vincere di nascosto. Potrebbe essere il Pentagono e il complesso militare-industriale di fronte all’élite finanziaria, che possiede anche i media. La mia argomentazione non dipende dalla veridicità di queste linee di demarcazione, ma ci deve essere una pausa nel contrasto tra le élite, altrimenti Trump sarebbe già stato espulso con tutta quella pressione su di lui.
Riassumendo,
il mondo occidentale è in crisi: la schiacciante dominazione geopolitica precedente è andata e viene; le soluzioni militari contro i principali avversari, Cina e Russia, sono prive di possibilità; le guerre ibride contro di loro sono fallite; Cina e Russia sono economicamente più forti che mai, troppo forti per l’avversario; e, per cominciare, le economie domestiche occidentali hanno una forma di crisi straordinaria, rischiando una depressione di proporzioni epiche.


*Jon Hellevig Nato il 26 febbraio 1962 (57 anni) Helsinki ,
Nazionalità Finlandese - Avvocato, scrittore e politico finlandese. Risiede in Russia, uomo d’affari finlandese che lavora in Russia dai primi anni ’90. È il managing partner della società legale con sede a Mosca Hellevig, Klein & Usov Llc. Hellevig ha scritto libri sulla legislazione e la società russe e scrive colonne per i media russi . Hellevig è stato candidato alle elezioni del Parlamento europeo nel 2014.


Fonte: Russia Insider
Traduzione: Sergei Leonov

mercoledì 7 settembre 2016

"LA NUOVA DEMOCRAZIA. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa" di Antonella Randazzo - recensione di Roberto Renzetti

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   LA NUOVA DEMOCRAZIA. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa - 
   Antonella Randazzo (Zambon Editore, 2007)

Con la sconfitta del nazifascismo abbiamo creduto di esserci liberati dai più pericolosi criminali. Ma oggi, alla luce di nuovi documenti e di nuove testimonianze, possiamo sostenere che così non è. I crimini sono stati soltanto spostati dall'Europa alle aree del Terzo Mondo, col pretesto di "portare la libertà" ai popoli. In nome della libertà e della democrazia sono stati commessi innumerevoli crimini e genocidi. 


Il titolo "La Nuova Democrazia", riprende la definizione che il dittatore Augusto Pinochet dette alla nuova situazione cilena creatasi dopo il massacro di migliaia di persone e la soppressione del governo eletto democraticamente di Salvator Allende. La Nuova Democrazia è una "democrazia senza popolo". Le "Nuove Democrazie" sono oggi tantissime, attuate e ancora, tragicamente, da attuare. 


Il mondo di oggi è tutt'altro che liberato da coloro che si arrogano il potere di commettere crimini, nel nome di un'ideologia che trova nel profitto e nel potere il suo unico Dio. 

Questa sconcertante realtà ci viene resa incomprensibile dai media, che mostrano immagini raccapriccianti di bambini in fin di vita per la fame e non ci spiegano a cosa tutto ciò è dovuto.
Impediscono l'emergere del paradosso di un Occidente che si professa evoluto e scientificamente avanzato, ma che non è capace di salvare molti esseri umani dalla morte per fame. Corpi di immigrati vengono mostrati galleggianti, senza vita, nello Stretto di Gibilterra, ma non ci spiegano le ragioni politiche ed economiche che costringono queste persone a fuggire dal loro Paese rischiando la morte. I media ci mostrano guerre e guerriglie ma non ci dicono chi produce e vende le armi che rendono possibile tutto ciò. 


E' arrivato il momento di mettere tutti i tasselli del puzzle al loro posto, per rendere possibile la totale comprensione della realtà. E per dire chi sono i responsabili dei crimini.
Questo libro fa luce sulle cause dei problemi più gravi che vessano l'umanità. Senza reticenze indica le cause e i suoi responsabili.
Leggendo questo libro il lettore imparerà inoltre a conoscere fenomeni economici che le facoltà di economia si guardano bene dall'insegnare: il principale merito di quest'opera è quello di aver finalmente spiegato in termini comprensibili il geniale e perverso meccanismo attraverso il quale un pugno di finanzieri nordamericani tiene in ostaggio i cittadini USA e del resto del mondo facendo pagare ai popoli oppressi persino gli stessi costi della repressione di cui essi sono vittime. 


Lo sapevate che la famosa "Federal Reserve Bank" non è né federale né pubblica, bensì di proprietà privata del gruppo Rockfeller?

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Nonostante il libro faccia impietosamente luce sugli orrori di cui alcuni esseri umani sono capaci, le conclusioni non sono pessimistiche. Al contrario, l'idea di fondo è che scovare i crimini sia il primo passo per non renderli impuniti e per realizzare un mondo migliore. Il libro non individua soltanto i crimini del gigante imperiale, ma anche i suoi piedi d'argilla.
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Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all'Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Diritti Umani e di Storia Coloniale. Ha pubblicato "In Africa Andammo. Gli Orrori negati dell'Africa italiana" (2005 - Bonanno Edizioni). Ha vinto il Premio Ibiskos 2005 con il saggio "Se il futuro è nero. L'Africa che nessuno racconta. Nel 2006 ha pubblicato "Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa 1870-1 943", (Kaos edizioni).


http://www.fisicamente.net/portale/modules/lykos_reviews/index.php?op=r&rev_id=6&cat_id=5

mercoledì 29 giugno 2016

BREXIT: IL VIZIO ASSURDO DELLA DEMOCRAZIA… - Rosanna Spadini

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Sullo schermo nero di "Black Mirror", serie tv britannica ideata e prodotta da Charlie Brooker, una fiction dal titolo "Messaggio al Primo Ministro" immagina che la principessa reale inglese sia stata rapita e che il sequestratore terrorista chieda come riscatto per la sua liberazione che il Primo Ministro faccia sesso con un maiale in diretta tv, sottoponendosi all'umiliazione del rapporto ripugnante davanti agli occhi disgustati dell'opinione pubblica ... naturalmente con la piena approvazione della Corona inglese. In pratica dunque il Primo Ministro viene sottoposto a ricatto e sacrificato dalla Regina in nome della ragion di stato … ma ora un dubbio assale … anche David Cameron doveva far sesso con un maiale ? Forse sì.

Infatti una verità ben diversa dalla narrazione mainstream, passata su tutti gli organi di stampa di questi giorni, ci dice che David Cameron è stato l'agnello sacrificale della corona britannica e della finanza della City … altro che democrazia !! Sembra che la regina l’abbia chiesto agli ospiti durante una cena “Datemi tre ragioni perché dobbiamo restare nella Ue …” (copyrightMaurizio Blondet),
e poi l’ufficio stampa l'avrebbe prontamente divulgato ai network nazionali. God save the Queen.

Sembrava strano infatti che i Panama Papers nell'aprile 2016 se la fossero presa anche con David Cameron, visto che erano stati pilotati dagli Usa, e che l'Uk è stato da sempre il loro alleato prediletto … infatti lo scandalo sui fondi offshore conservati a Panama nei documenti trapelati dal grande studio Mossack Fonseca, aveva individuato undici milioni di documenti che coinvolgevano capi di stato, politici, attori, sportivi … ma mancavano numerose presenze americane dalla lista del network internazionale offshore, attraverso il quale riciclare denaro ed evitare di pagare tasse.
Infatti solo 200 persone con residenza negli Usa erano state trovate all'interno del leak che ha rivelato i clienti dello studio di Panama … la ragione è molto semplice, creare una società di comodo negli Stati Uniti è piuttosto facile, e così nascondere la propria identità e il proprio denaro … quindi i cittadini americani avrebbero pochissimi motivi per andarsi a impantanare a Panama o in altri paradisi fiscali, lo si può fare in ogni stato americano, in Delaware, Nevada, o Wyoming.
Ora … dopo il Brexit, abbiamo capito il motivo per cui il primo ministro inglese era stato denunciato, anche se la vicenda è piuttosto complessa, e parte da lontano. La Brexit infatti non è stata una riedizione della Grexit … mentre per i greci l’idea di Europa non è mai stata messa in discussione, presi dalla sindrome del "pennello grande", in Gran Bretagna al contrario, la sensazione di sentirsi maestri di civiltà e padroni del globo è particolarmente condivisa, e storicamente sedimentata nella cultura british (Rudyard Kipling, Il libro della giungla).
E comunque mentre la rinuncia al Grexit è stata pilotata da sinistra (Tsipras/Syriza), il Brexit invece è stato determinato a tutti gli effetti da uno spostamento a destra del baricentro politico inglese, la campagna mediatica del “Leave” infatti è stata largamente egemonizzata dal clima di xenofobia fomentato da ampi settori del Partito conservatore, guidati dall’ex sindaco di Londra Boris Johnson … e dall'abilità propagandistica dell’Ukip di Nigel Farage … ma le vere regioni consistono nell'improbabile ed implicito patto d'acciaio tra la Corona, la City e la Cina.
Cameron infatti si è dimesso in previsione della prossima transizione della Gran Bretagna fuori dall’Europa, in favore del nuovo probabile governo Boris Johnson, un governo conservatore incalzato dalle ali più estreme, ricompattate dal successo elettorale. Cameron, definito troppo ingenuo per aver sottoposto temi di questa portata politica all'esercizio di un referendum democratico, ora è dunque costretto al sacrificio delle dimissioni … ma non certo per la sua presunta "ingenuità politica", quanto per la sacralità della ragion di stato. E le cause di questa liturgia sacrificale risalgono all'anno precedente, quando i rapporti finanziari tra Uk e Cina si sono rivelati prossimi ad una svolta di profonda collaborazione.
Il Presidente cinese Xi Jinping, in visita di Stato nel Regno Unito nell'ottobre scorso, si è rivolto alle Camere del Parlamento riunite a Westminster, rivendicando alla storia del suo Paese profonde radici di civiltà simili a quelle britanniche, e sostenendo che la Repubblica popolare odierna, ed il comunismo attuale, non sarebbero altro che una rinnovata forma del medesimo Impero ... insomma tra Imperi ci s'intende, e i giochi mondialisti negli ultimi tempi sono decisamente cambiati, perché Londra, al di là dell'inossidabile alleanza atlantica, ha vissuto un problema di emarginazione eurocratica, a partire dall'affermarsi della crisi del 2008 … poi strada facendo, il peso dell’euro ed il timore di una sua implosione, hanno assunto una centralità assoluta. 
Tutte le energie dell'Eurozona di gestione teutonica si sono concentrate sulle politiche fiscali, su un possibile sistema di aiuti per nuove difficoltà (QE), sulla vigilanza bancaria ed i relativi meccanismi … dal Fiscal Compact alla Banking Union, dall’Esm al Piano Junker, la Germania ha egemonizzato la politica economica europea, al solo fine di salvare l’euro, ed il conseguente sfruttamento dei paesi Piigs.  L'analisi parossistica dei problemi dell’euro, unilateralmente identificati con quelli dell’Europa hanno maturato la volontà di tagliare l'accordo ormai insostenibile tra Londra e Bruxelles.
All'interno della guerra monetaria globale del dopo crisi 2008, l’Inghilterra ha sentito l'impellente diktat d'individuare un nuovo destino al di là dell’Europa … per sé, per la sterlina e soprattutto per la City. Ma anche la Cina ha sentito la necessità di riassorbire gli squilibri globali cercando di governare la crescita mercantilistica di un'economia trainata dalla domanda estera, senza sacrificare lo sviluppo della dinamica autonoma interna.
Mentre l'urgenza della convertibilità dello yuan sul mercato dei capitali diventava sempre più pressante … per l’esigenza di trovare approdo stabile al sempre nuovo surplus estero, ma anche quella di affermare lo yuan come moneta di riserva nell’ambito del Fmi.
Le economie dei due Paesi si presentano complementari in questo momento storico: l'Uk possiede una tradizione plurisecolare nella gestione della finanza globale, ed ha un'industria finanziaria che produce un saldo estero attivo per 80 miliardi di euro annui … la Cina ha un enorme apparato produttivo nel settore manifatturiero.

Certo la Cina non trae alcun vantaggio dall'implosione dell’Europa e dell’euro, perché ciò favorirebbe il potere del dollaro, moneta di riserva globale … per questo Xi Jinping ha sollecitato il Regno Unito a non abbandonare l’Unione Europea, ed anzi a farsi promotore di più strette relazioni di questa con la Cina … ma la Corona inglese, alleata con la City, sente la necessità di ritrovare la propria autonomia e di sganciarsi dalla presa guerrafondaia degli Usa, soprattutto nel suo intento di allestire un attacco simulato alla Russia …
Ma il Brexit preoccupa soprattutto il mondo economico tedesco, l'Uk è per volumi di merci il terzo partner commerciale, e perché secondo i dati della Bundesbank riportati dal quotidiano Die Welt, il volume del commercio bilaterale si è attestato nel 2015 sui 183 miliardi di euro, con una crescita del 7 per cento rispetto al 2014 … la parte del leone l’ha fatta il protezionismo tedesco, il valore delle merci tedesche esportate oltre Manica è stato complessivamente di 95 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti altri 23 miliardi di euro in servizi … viceversa i britannici hanno venduto merci ai tedeschi per un controvalore di 41 miliardi di euro e servizi per 23 miliardi di euro. In un’intervista allo Spiegel online, il presidente di Euler Hermes Ron van Het ha sottolineato che “gli esportatori tedeschi sarebbero i primi a perderci in modo significativo” … solo l’industria automobilistica segnerebbe un meno 2 miliardi di euro, mentre quella chimica e quella meccanica, rispettivamente tra 1 e 2 miliardi di euro.

E comunque ha contribuito al Brexit anche "l'elettorato anziano e provinciale, poco istruito e più spaventato, povero di speranze e di reddito … l'Europa degli Erasmus e delle città cosmopolite è stata sconfitta da un'Europa periferica e di contado, invecchiata, sottoccupata e incattivita" … scrive oggi Michele Serra su "L'amaca".
Il quale forse si è reso conto che ormai siamo prossimi al collasso Ue … ma mentre riversa tutto il suo disprezzo verso le folle periferiche, abbruttite dalla misera responsabilità del referendum, non si accorge che la campagna per il Brexit è stata ampiamente sostenuta dalla Gentry e da Buckingham Palace, che hanno mobilitato gli organi di stampa per riprendersi l'indipendenza del paese.
Il Brexit è stato una risposta al declino degli Stati Uniti, e alla possibile prossima implosione dell'euro … le élites economico finanziarie cercano in primo luogo di riguadagnare la loro sovranità nazionale e di far pagare ai leader dell'Europa occidentale il maltolto degli ultimi anni. È anche probabile che francesi, olandesi, danesi e altri ancora cercheranno nell'imminente di rompere con l'Ue … in ogni caso, nel caos sociale e istituzionale incombente, anche le lotte dei lavoratori francesi contro la Loi Travail saranno determinanti per la destabilizzazione sociale, a differenza della scelta silente e disorganizzata dei loro compagni inglesi e italiani.
E al contrario di quello che scrive la stampa europea, la City di Londra potrà utilizzare la sovranità acquisita per sviluppare il mercato dello yuan, grazie ad un accordo con la Banca centrale della Cina … e poi potrebbe sviluppare le sue progressive mansioni di paradiso fiscale … è probabile che l'Inghilterra possa ottenere rapidamente il massimo profitto in questo senso.

Però anche se il Brexit è un ritorno alla sovranità nazionale, non garantisce certo la "sovranità popolare", e dunque quello che s'intende con il termine "democrazia". E mentre stiamo assistendo ad una criminalizzazione del dissenso senza precedenti, tramite il discredito verso vecchi ed ignoranti (quando il 64% dei giovani non ha votato), condotto da molti gazzettieri nostrani … Severgnini, Saviano, Serra, Gramellini, Scalfari, Padellaro … il Brexit rappresenta l'hub di tutti i dissensi elettorali contro l'Europa, a partire da: Danimarca 1993 sul trattato di Maastricth, Irlanda 2001 su quello di Nizza, Irlanda 2008 sul trattato di Lisbona, Francia e Olanda nel 2005 sulla costituzione europea, Grecia con il referendum 2015.

Cos'è dunque la "democrazia"? Se non quel vizio assurdo in nome del quale si sono giustificate tutte le moderne guerre imperialistiche euroatlantiche della Nato? Ed ora che l'Inghilterra decide di uscire dall'Ue col referendum, la democrazia d’improvviso appare un sistema antiquato, desueto, un esercizio sgradito e un vizio insensato. Ma il tempo del big bang si avvicina, ed ora più che mai il carrozzone dell'Europa si trova dinnanzi ad una scelta obbligata, tra cambiamento ed estinzione, data l’insostenibilità di un progetto condotto unicamente al fine di soddisfare le istanze economico finanziarie dei potentati d'interesse, delle banche e delle corporation internazionali.

Quindi il Brexit non ha raccontato certo un esercizio democratico, quanto piuttosto, ancora una volta, un progetto di tipo massonico finanziario, condotto da parte della Corona inglese, alleata con i centri finanziari della City, che prendono accordi d'interesse con la Cina, per arginare il protezionismo tedesco, evitare la prossima implosione dell'euro e controllare l'ingerenza militare della Nato, sempre più affamata di contingenti finanziari per la guerra contro Assad ed eventualmente anche contro Putin ... altro che democrazia !!

Riferimenti
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=126120&typeb=0&il-brexit-ridistribuisce-la-geopolitica-globale

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16609