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lunedì 10 giugno 2024

È esplosa una stella a 95 milioni di anni luce dalla Terra: guarda la foto della supernova.

 

La supernova è avvenuta nella galassia NGC 3524: la stella è esplosa quando sulla Terra c’erano i dinosauri e solo ora ne vediamo la luce.

Le esplosioni stellari non sono affatto rare e per questa ragione vengono individuate sempre più spesso. Stavolta la supernova c’è stata nella galassia lenticolare NGC 3524 sita a 95 milioni di anni luce dalla Terra ed è stata classifica di tipo Ia (è più luminosa della galassia intera). Di seguito, ecco la foto dell’esplosione (l’evento è stato battezzato come SN 2024inv) del nostro amico astrofisico Gianluca Masi del Virtual Telescope Project:

SN 2024inv supernova stella
L’immagine straordinaria dell’esplosione della stella ripresa da Manciano (Grosseto). Credit: The Virtual Telescope Project

Ma come muoiono di preciso questi colossi?

Nel caso classico delle supernovae tipo II, formanti una stella di neutroni o un buco nero, abbiamo stadi di bruciamento successivi che si susseguono nel modo intuitivo che conosciamo: bruciamento elio, fine elio e contrazione, accensione e bruciamento del carbonio, fine carbonio e contrazione, accensione del neon fino a bruciare prima l’ossigeno, poi il silicio e produrre un nucleo di ferro appena prima del collasso finale. A questo punto, la densità centrale raggiungerà valori abbastanza alti da indurre catture elettroniche nei nuclei atomici, trasformando la quasi totalità di protoni in neutroni (ed emettendo neutrini, che forniranno la “spinta” decisiva alla supernova), formando così una stella di neutroni, o un buco nero se la massa e sufficientemente alta. Eventi potentissimo, bellissimi tanto quanto potenzialmente distruttivi.

Fonte, immagine di copertina (rappresentazione artistica) credit M. Kornmesser / ESO

https://www.passioneastronomia.it/e-esplosa-una-stella-a-95-milioni-di-anni-luce-dalla-terra-guarda-la-foto-della-supernova/

martedì 26 marzo 2024

Simulata al computer l’esplosione termonucleare che avviene in una stella di neutroni. - Marco della Corte

 

Le simulazioni al computer ci stanno fornendo nuove informazioni sul fenomeno conosciuto come esplosione termonucleare e il comportamento delle cosiddette “stelle cannibali”.

Quando una stella di neutroni assorbe materiale da una compagna binaria vicina, la combustione termonucleare instabile del materiale accumulato può produrre un’esplosione incontrollabile che invia radiazioni X in tutto l’Universo.

L’esplosione termonucleare è tuttavia un processo che ha bisogno di ulteriori approfondimenti: come esattamente queste potenti eruzioni si evolvano e si diffondano sulla superficie di una stella di neutroni rimane un mistero. Cercando però di replicare i brillamenti di raggi X osservati utilizzando simulazioni, gli scienziati stanno imparando di più sui loro dettagli, nonché sulle stelle di neutroni ultra-dense che li producono.

Esplosione termonucleare, Zingale: “Una visione più dettagliata”.

Michael Zingale è astrofisico computazionale presso la State University di New York a Stony Brook. Lo studioso ha affermato sull’esplosione termonucleare: “Possiamo vedere questi eventi accadere in modo più dettagliato con una simulazione. Una delle cose che vogliamo fare è comprendere le proprietà della stella di neutroni perché vogliamo capire come si comporta la materia alle densità estreme che si troverebbero in una stella di neutroni”.

Cosa sono le stelle di neutroni.

Le stelle di neutroni sono alcuni degli oggetti più densi dell’Universo. Sono ciò che rimane dopo che una stella massiccia ha terminato la sua vita, ha esaurito il carburante ed è esplosa in una supernova. Mentre il materiale esterno viene lanciato nello spazio, però, il nucleo dell’atro collassa sotto la gravità, formando una palla super densa di circa 20 chilometri (12 miglia) di diametro, che racchiude in quella piccola sfera una massa pari a quella di 2,3 Soli circa.

Si ipotizza che la materia schiacciata in modo così denso sia un po’ “atipica”, se volessimo utilizzare un eufemismo. Gli scienziati possono tuttavia studiare le loro esplosioni termonucleari per comprendere di più su ciò che rimane di queste stelle. Non possiamo esattamente avvicinarci a un corpo celeste formato da neutroni per osservarlo più da vicino, per ragioni ben valide come la distanza oppure il pericolo che una simile stella potrebbe arrecare. Possiamo però raccogliere tutte le informazioni possibili sui raggi X che fuoriescono da essa, grazie alle nuove tecnologie e simulazioni, come quella descritta nell’articolo in questione.

Approfondimenti sull’esplosione termonucleare.

L’esplosione termonucleare è un fenomeno estremamente potente che avviene quando nuclei atomici leggeri si combinano per formare nuclei più pesanti, liberando enormi quantità di energia. Questo processo è al centro del funzionamento delle bombe atomiche e delle stelle, incluso il nostro Sole. Qui di seguito proponiamo una panoramica più dettagliata dell’evento:

  1. Fusione nucleare: l’esplosione termonucleare è principalmente il risultato di tale fusione, che avviene quando due nuclei atomici leggeri, tipicamente isotopi di idrogeno (come deuterio e trizio), si combinano per formare un nucleo atomico più pesante, come elio. Durante questo evento vengono rilasciate enormi quantità di energia sotto forma di radiazione elettromagnetica (luce) e particelle ad alta energia.
  2. Condizioni estreme di temperatura e pressione: affinché la fusione nucleare avvenga efficacemente, è necessario creare condizioni estreme di temperatura e pressione simili a quelle presenti nel nucleo delle stelle. Queste condizioni possono essere raggiunte tramite due principali metodi: la compressione di una miscela di isotopi di idrogen, ad esempio quando esplode una bomba atomica, o tramite reazioni di fusione nucleare all’interno di una stella.
  3. Bomba termonucleare: chiamate anche bombe a idrogeno, esse sfruttano il principio della fusione nucleare per generare un’enorme esplosione. Queste armi sono una via di mezzo tra una bomba atomica tradizionale (detta anche a fissione) e un secondo stadio che utilizza la radiazione e il calore generati dalla fissione nucleare per avviare e accelerare la fusione nucleare di isotopi di idrogeno, come il deuterio e il trizio. Questo processo rilascia quantità di energia molto maggiori rispetto alle armi a fissione sola.
  4. Reazioni nucleari nel Sole e nelle stelle: le stelle, compresa la nostra, generano energia attraverso reazioni di fusione nucleare costanti, come quella di idrogeno in elio. All’interno del nucleo stellare, le enormi pressioni e temperature causate dalla gravità convergente rendono possibile la fusione nucleare. Questo processo continua per gran parte della vita di una stella, mantenendo il suo equilibrio termico e luminoso.

In sintesi, l’esplosione termonucleare è un processo in cui nuclei atomici leggeri si combinano per formare nuclei più pesanti, rilasciando enormi quantità di energia. Questo fenomeno è fondamentale per comprendere il funzionamento delle bombe atomiche e il processo di produzione di energia all’interno delle stelle.

https://reccom.org/esplosione-termonucleare-al-computer/

domenica 10 marzo 2024

Sta per esplodere una stella (una nova) a 3mila anni luce dalla Terra e sarà visibile a occhio nudo! - Valerio Novara

 

Gli scienziati prevedono che un nuovo sistema stellare, a 3.000 anni luce dalla Terra, diventerà presto visibile a occhio nudo. Ecco perché

Si prevede che un sistema stellare situato a 3.000 anni luce dalla Terra, diventerà presto visibile ad occhio nudo. Questa potrebbe essere un’opportunità irripetibile poiché l’esplosione della nova si verifica solo ogni 80 anni circa. T Coronae Borealis, o T CrB, è esplosa l’ultima volta nel 1946 e gli astronomi ritengono che lo farà di nuovo tra febbraio e settembre 2024.

Sarà visibile a occhio nudo?

Il sistema stellare, normalmente di magnitudine +10, che è troppo debole per essere visto ad occhio nudo, passerà alla magnitudine +2 durante l’evento. Questa avrà una luminosità simile a quella della stella polare, Polaris. Una volta che la sua luminosità raggiungerà il picco, dovrebbe essere visibile ad occhio nudo per diversi giorni e poco più di una settimana con un binocolo, prima che si affievolisca nuovamente, forse per altri 80 anni. Mentre aspettiamo la nova, parliamo un po’ della costellazione della Corona Boreale, o Corona Settentrionale, un piccolo arco semicircolare vicino a Boote ed Ercole. È qui che l’esplosione apparirà come una “nuova” stella luminosa.

La Nova della Corona Settentrionale.

Questa nova è solo una delle cinque presenti nella nostra galassia. Ciò accade perché T CrB è un sistema binario con una nana bianca e una gigante rossa. Le stelle sono abbastanza vicine che quando la gigante rossa diventa instabile a causa dell’aumento di temperatura e pressione e inizia a espellere i suoi strati più esterni, mentre la nana bianca raccoglie quella materia sulla sua superficie. L’atmosfera bassa e densa della nana bianca alla fine si riscalda abbastanza da provocare una reazione termonucleare fuori controllo, che produrrà la nova che vedremo dalla Terra.

https://www.passioneastronomia.it/sta-per-esplodere-una-stella-una-nova-a-3mila-anni-luce-dalla-terra-e-sara-visibile-a-occhio-nudo/?fbclid=IwAR2QU1jJ3PzWSQJOlr37FpwFaZioFtIGXzFEAfyOoYOXvQYJHkbZcSWd2lw

mercoledì 6 novembre 2019

Cosa sappiamo dell’esplosione della cascina in provincia di Alessandria.


(Ufficio Stampa Vigili del Fuoco/LaPresse)

Nella notte fra lunedì e martedì un’esplosione in una cascina disabitata a Quargnento, in provincia di Alessandria, ha causato la morte di tre vigili del fuoco e il ferimento di altri due vigili del fuoco e di un carabiniere. L’esplosione principale è avvenuta verso l’1.30, quando i vigili del fuoco erano arrivati sul posto per effettuare un sopralluogo dopo che una prima esplosione era avvenuta circa un’ora prima, sempre nella stessa cascina. La seconda esplosione ha fatto crollare l’edificio, le cui macerie hanno sotterrato i tre vigili del fuoco.

Nei sopralluoghi successivi al crollo sono state trovate in un edificio adiacente alla cascina due bombole di gas inesplose, collegate con dei fili elettrici a un timer. Secondo il procuratore capo di Alessandria, Enrico Cieri, questa circostanza farebbe pensare che il crollo della cascina sia stato causato dall’esplosione di natura dolosa di alcune bombole di gas. In attesa dei risultati dei rilievi del Reparto investigazioni scientifiche (RIS) dei carabinieri, la procura ha aperto un’indagine contro ignoti per omicidio plurimo e disastro. Al momento non ci sono indagati, ma i giornali di oggi scrivono che le ipotesi degli investigatori si starebbero concentrando proprio sul proprietario della cascina, Giovanni Vincenti detto Gianni, e sul suo passato.

La Stampa scrive che Vincenti, che ha 55 anni, aveva comprato la cascina e alcuni terreni circostanti 23 anni fa. Su quei terreni aveva aperto un maneggio, chiamato Rivabell, che gestiva con il figlio Stefano; la cascina ne era diventata la club house. Le attività del maneggio, però, col tempo cominciarono ad andare male, scrive il giornale, e i rapporti con il figlio si incrinarono: così Vincenti vendette il centro ippico, che oggi si chiama Duende, e nel 2016 mise in vendita anche la cascina, al prezzo di 750mila euro. Da allora però la casa non aveva trovato acquirenti; Vincenti si era trasferito a vivere ad Alessandria, lasciando la cascina disabita.

I giornali raccontano anche che Vincenti aveva avuto diversi problemi economici, e cause legate a truffe e lavori non pagati. Repubblica scrive che Vincenti era stato oggetto di molte cause «per truffe nel commercio dei cavalli» e che nel 2003 «un primo rogo doloso aveva bruciato un fienile». Inoltre, aggiunge il giornale, «dopo un pestaggio mai chiarito, era pure finito in ospedale». Un vicino di casa ha raccontato al Corriere della Sera che due imbianchini avevano anche fatto causa a Vincenti per un mancato pagamento. Il figlio di Vincenti, intervistato dalla Stampa, ha detto che in passato il padre non aveva mai ricevuto minacce, e sempre la Stampa riporta il commento di una persona che abita vicino alla cascina crollata, Giuseppe Dell’Erba, che ha detto di aver telefonato a Vincenti dopo l’esplosione, e che quest’ultimo gli avrebbe risposto: «Mi hanno fatto un dispetto». Vincenti è stato interrogato dai carabinieri, ma al momento non risulta indagato.


https://www.ilpost.it/2019/11/06/quargnento-alessandria-esplosione-cascina/

lunedì 13 agosto 2018

Un grosso meteorite è esploso vicino a una base aerea USA in Groenlandia.

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Un grosso bolide è esploso sopra una base americana che si trova in Groenlandia. L'energia rilasciata è stata da piccola bomba nucleare.

Una combinazione di circostanze ha fatto sì che il fenomeno, avvenuto qualche giorno fa sopra una base aerea dell'Us Air Force in Groenlandia, abbia generato una serie di illazioni circa le possibili cause.

La notizia è circolata qualche giorno fa: il 25 luglio scorso, nei dintorni di una base aerea americana di Thule, in Groenlandia, sarebbe esploso un gigantesco oggetto. Poche le notizie certe, difficile districarsi nel marasma di illazioni e di bufale che si è ben presto innescato, tirando in ballo puntualmente anche gli alieni. La presenza, sullo scenario, della una base militare, dunque avvolta da tutta la riservatezza del caso, ha fatto sì che per capire cosa sia realmente successo ci sia voluto qualche giorno. Ora, finalmente, sappiamo qualcosa di più.

COME UNA PICCOLA ATOMICA.  A dare ufficialmente una prima versione dei fatti è stato successivamente Hans Kristensen, responsabile del Nuclear Information Project per la Federation of American Scientists: la sera del primo agosto un tweet spiegava che “un bolide è esploso con una deflagrazione pari a 2,1 chilotoni, 43 km al di sopra del radar di preallarme missilistico posizionato alla base aerea di Thule, in Groenlandia”. Nessun esperimento misterioso da parte dei militari, insomma. E nessuna interferenza di oggetti volanti alieni...


Il tweet del ricercatore del JPL della NASA.

 

Al momento nessuno ha rilasciato informazioni circa le dimensioni del bolide che, secondo stime di esperti, doveva raggiungere qualche decina di metri. Al tweet ha fatto poi eco Ron Baalke del Jet Propulsion Laboratory delala NASA, il quale riferiva di un evento accaduto il 25 luglio, anche in questo caso localizzato in corrispondenza della base americana. La traiettoria del bolide, probabilmente molto inclinata, ha fatto che l'evento si sia concluso senza grandi conseguenze (una traiettoria più verticale avrebbe invece potuto provocare effetti anche disastrosi).


La base aerea americana di Thule in Groenlandia per il controllo di eventuali missili in rotta verso gli Stati Uniti.

E I MILITARI? Da parte della base militare degli Stati Uniti non è stato diramato alcun annuncio ufficiale e questo ha fatto nascere il sospetto che la base stessa non abbia rilevato l’evento oppure che abbia preferito soprassedere. Il fenomeno del 25 luglio è paragonabile a quanto avvenne nel 2013 sopra la Russia, quando un bolide esplose a 22 chilometri di quota causando ingenti danni a una cittadina sottostante, Chelyabinsk, e provocando centinaia di feriti a causa dei vetri degli edifici andati in frantumi.


Un bolide cadde anche sulla Russia nel 2013 causando centinaia di feriti.

venerdì 12 agosto 2016

Polveri di supernova nei fondali oceanici. - Davide Patitucci



La firma dell’esplosione in un particolare radioisotopo, osservato da un team di fisici della Technical University of Munich (TUM) in cristalli di magnetite di origine batterica: lo studio su PNAS.


Circa 2,7 di milioni di fa, quando la Terra sta entrando nel Pleistocene, i residui di un’esplosione di supernova investono il Sistema solare. Questa pioggia incessante di materia e radiazione si protrae per circa un milione di anni. E lascia tracce fossili nel nostro Pianeta. Un gruppo di ricercatori tedeschi della Technical University of Munich (TUM) si è messo a caccia di queste impronte fossili piovute dal Cosmo. Fino a trovarle, nel cuore di due sedimenti dell’Oceano Pacifico, in alcuni nanocristalli di magnetite prodotti da batteri magnetotattici, microrganismi con la peculiare caratteristica di disporsi lungo le linee del campo magnetico terrestre.

La firma dell’esplosione di supernova, come illustrato in uno studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), è rappresentata da un raro radioisotopo del ferro: il Ferro-60 (60Fe). “Questo radioisotopo - si legge nello studio - non è frutto di un meccanismo di produzione naturale. Quindi, l’osservazione di atomi di 60Fe all’interno di riserve terrestri è la prova della deposizione diretta, all’interno del Sistema solare, di materiale proveniente dall’esplosione di una supernova”. Secondo gli autori, la stella progenitrice della supernova apparteneva all’Associazione OB Scorpius-Centaurus, a circa 300 anni luce dal Sistema solare.

Le supernove rappresentano lo stadio finale della vita di stelle con massa superiore a dieci volte quella del Sole. Una volta esaurito il combustibile nucleare, quando i processi di fusione nucleare diventano insufficienti a compensare la forza di gravità, il nucleo di queste stelle collassa. Il risultato è la violenta espulsione degli strati superficiali della stella. Un’esplosione talmente luminosa da provocare una emissione di radiazione che può, per brevi periodi, superare quella di una intera galassia. 
Gli astronomi stimano che, in un intervallo di tempo che può andare da qualche settimana a qualche mese, una supernova possa emettere la stessa energia liberata dal Sole nel corso della sua intera esistenza.

Secondo gli esperti, le esplosioni di supernove sono fondamentali per l’evoluzione del Cosmo. Giocano, infatti, un ruolo chiave nel disseminare nel mezzo interstellare di elementi chimici pesanti, portando ad esempio alla nascita di nuove stelle. In questo senso, si può dire che gli esseri umani sono, letteralmente, polvere di stelle. Gli elementi chimici di cui sono formati sono stati, infatti, forgiati all’interno delle fornaci nucleari di stelle poi esplose. 

Crediti Foto: NASA/Swift/Skyworks Digital/Dana Berry