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venerdì 18 giugno 2021

La Sacra Famiglia. - Marco Travaglio


La metamorfosi del Festival dei Due Mondi in Festival dei Due Casellati, grazie alla contemporanea presenza a Spoleto dei due rampolli della presidentessa del Senato, fa di lei la candidata ideale per il Quirinale. Chi può meglio simboleggiare la festosa Restaurazione italiana? Non le manca nulla: il vitalizio extralarge che ingloba anche il periodo in cui fece danni al Csm (seguìto, per par condicio, dalla restituzione degli assegni ai senatori pregiudicati); i voli di Stato per qualunque spostamento anche minimo (un giorno il suo parrucchiere se la vedrà atterrare sul tetto); e la prodigiosa ascesa sociale dei due figli, di pari passo alla sua. Lei peraltro aveva già preannunciato il tutto nell’atto di citazione da 150mila euro al Fatto, in veste di “notissimo avvocato matrimonialista che ha sempre condotto grandi battaglie a tutela delle donne, dei minori e in generale della famiglia in tutte le sue espressioni”. Soprattutto la sua: nel 2005, sottosegretaria alla Salute, assunse la figlia Ludovica come capo della sua segreteria con uno stipendio – scrisse Stella sul Corriere – “di 60mila euro l’anno, quasi il doppio di un funzionario ministeriale con 15 anni di anzianità”: promozione strameritata, essendo la ragazza dedita “per ragioni familiari al cicloturismo”, ergo “punto di riferimento per il mondo a due ruote e del web, dov’è conosciuta come Ladybici”. Poi citava il figlio Alvise, “violinista, manager e direttore d’orchestra”, “considerato uno dei talenti emergenti”: soprattutto dal cuore di mammà. 

E lacrimava per i nostri articoli (“vituperio e vilipendio”) che segnalavano le strabilianti coincidenze fra i suoi viaggi istituzionali e i tour internazionali di Alvise nelle stesse località, pure in Colombia e in Azerbaijan. Ma per lei era “stalking mediatico”, che financo “la induce a rinunziare spiacevolmente e ingiustamente alla propria presenza ai concerti, e alla passione per la musica quando la musica è interpretata e diretta dal figlio”. Non ne ascolta nemmeno i dischi, per paura che la accusiamo di favorirlo. Immaginate come deve sentirsi ora, dopo avere scoperto sul Fatto che la sua amica Ada Urbani, “consigliere per lo sviluppo” del Festival dei Due Mondi, ha ingaggiato sia Alvise (per dirigere il coro di Santa Cecilia) sia Ludovica (testimonial della corsa SpoletoNorciaMtb). Bell’amica: a furia di dispetti, le farà perdere la causa col Fatto. Ora mettetevi nei suoi panni. Se va a Spoleto a vedere Alvise che dirige e la figlia che pedala, dicono che mancava solo lei per fare l’en plein. Se non ci va, dicono che è peggio la toppa del buco. Potrebbe andarci in bicicletta, ma poi il Fatto scriverebbe che fa pubblicità a Ladybici. No, no, meglio il classico volo di Stato, per non destare sospetti.

IlFQ

martedì 22 dicembre 2020

Padre videochiama la figlia di 6 anni e s’uccide. Era stato denunciato per maltrattamenti, moglie e figli allontanati grazie al codice rosso.

 

"Mi voleva ammazzare" aveva fatto mettere a verbale la donna al momento della denuncia per maltrattamenti. Lei con i suoi tre figli era stata trasferita in una comunità per vittime di violenza. L'uomo, che aveva diverse armi, si è suicidato con una pistola detenuta illegalmente. Ha lasciato un biglietto di offese contro la ex compagna.

Ha videochiamato la figlia di 6 anni e, quando la bambina ha risposto, si è portato la pistola alla testa e ha sparato, suicidandosi davanti a lei. È successo nella serata di domenica 20 dicembre a Ivrea in provincia di Torino. L’uomo di 53 anni, che era stato denunciato per maltrattamenti in famiglia, si è tolto la vita con una pistola detenuta illegalmente, dopo aver lasciato un biglietto sul tavolo in cui spiegava la ragione del suo gesto: vendicarsi della sua ex compagna, madre dei suoi tre figli. La donna, con i bambini, era stata trasferita in una comunità per vittime di violenza, dopo che circa un anno fa aveva denunciato l’uomo.

“Mi vuole ammazzare“, aveva fatto mettere a verbale la donna quando il 9 gennaio 2020 si era recata dai carabinieri per denunciarlo. Durante la perquisizione dell’abitazione, i militari avevano trovato delle armi, detenute legalmente dall’uomo: una pistola e un fucile ad aria compressa. Era scattato il “Codice rosso” e la donna e i figli erano stati allontanati da lui per proteggerli. Si erano trasferiti all’inizio dell’estate in una comunità.

Ma l’allontanamento non ha fermato le violenze: non più fisiche, data la lontananza, ma verbali e psicologiche, con minacce e insulti che il 53enne ha continuato a rivolgere alla donna. L’uomo aveva perso il lavoro e faceva il bibliotecario nella libreria del paese, impiego dal quale ricavava un piccolo sussidio. Domenica sera il gesto estremo, la decisione di colpire la figlia più piccola per colpire la donna, il biglietto pieno di accuse e insulti alla madre dei bambini. A dare l’allarme è stata una vicina che ha sentito il colpo, ma a nulla sono serviti i soccorsi. I carabinieri hanno sequestrato il biglietto e la pistola con cui si è tolto la vita, che, a differenza delle altre armi in suo possesso, non era registrata.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/12/22/videochiama-la-figlia-di-6-anni-e-si-suicida-era-stato-denunciato-per-maltrattamenti-moglie-e-figli-allontanati-grazie-al-codice-rosso/6044888/

martedì 29 maggio 2018

L’irresistibile ascesa dei rampolli Mattarella. Figlio e nipote, tra poltrone al top e salottini che contano. - Stefano Sansonetti

30 gennaio 2015
La famiglia, si sa, è importante. In questo caso non soltanto per una ragione di legami affettivi, ma anche per la rilevanza dei ruoli professionali ricoperti nella vita di tutti i giorni. All’interno della famiglia di Sergio Mattarella sembrano esserne più che consapevoli. Nella cerchia che ruota intorno al giudice costituzionale ed ex ministro Dc, ora impegnato nella difficile corsa al Colle, sono almeno due i discendenti celebri. A cominciare da uno dei 3 figli, Bernardo Giorgio Mattarella, che tra le tante poltrone occupa anche quella di capo dell’ufficio legislativo del ministro per la semplificazione, Marianna Madia. In più, al suo attivo, ha un fitta rete di contatti. Poi c’è il quasi omonimo Bernardo Mattarella, cugino del primo e nipote di Sergio, con all’attivo un incarico di capo della divisione finanza e impresa di Invitalia, società pubblica controllata al 100% dal ministero dell’economia.
LE POSIZIONI
A fare più effetto, però, è la fila indiana di incarichi inanellati nel tempo da Bernardo Giorgio, come detto figlio del candidato presidente della repubblica. Attualmente fa parte dello staff della Madia in qualità di capo dell’ufficio legislativo con un emolumento di 125.010 euro, di cui 75.600 come trattamento economico fondamentale e 49.410 come indennità di diretta collaborazione. Corposo il suo curriculum accademico, se si considera che è ordinario di diritto amministrativo all’università di Siena (in aspettativa) e professore della stessa materia alla Luiss. I suoi contatti con l’ateneo confindustriale sono certificati anche dal fatto che è direttore del master in management e politiche delle Pubbliche amministrazioni, organizzato dalla stessa università. Fitto il suo network di contatti istituzionali, dal momento che il figlio di Mattarella fa parte di Astrid, il think tank guidato dal presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini, con dentro ex giudici costituzionali come Giovanni Maria Flick,Valerio Onida ed Enzo Cheli. E proprio Cheli introdusse all’epoca un giovanissimo Bernardo Giorgio nel palazzo della Consulta, dal momento che nel 1996 lo reclutò nella veste di assistente. Lo stesso ruolo che l’illustre rampollo ha avuto con altri giudici costituzionali come Guido Neppi Modona (1997) e Sabino Cassese (2007-2009).
GLI ALTRI CONTATTI
In Astrid, peraltro, siede anche Giulio Napolitano, figlio dell’ex capo dello Stato. E il destino dei due famosi figli si incrocia pure all’interno dell’Irpa, di cui entrambi sono soci. Si tratta dell’Istituto di ricerche sulla pubblica amministrazione fondato nel 2004 dallo stesso Cassese. Tra le altre cose il figlio di Mattarella è stato dal 2008 al 2013 docente alla Scuola nazionale dell’amministrazione, un ente dove spesso e volentieri trovano una sistemazione “dorata” grand commis di Stato. Ed è stato consulente della Civit, all’epoca inutile Authority di valutazione della Pubblica amministrazione successivamente trasformata nell’attuale Autorità anticorruzione. Poi c’è il Bernardo Mattarella nipote. Il suo nome assurse agli onori della cronaca nel 2008, quando l’allora Sviluppo Italia (oggi Invitalia), allora come ora guidata da Domenico Arcuri, lo imbarcò come consulente, per poi promuoverlo a dirigente. Al punto che oggi il medesimo Bernardo Mattarella è il capo della divisione finanza della società pubblica.
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sabato 27 dicembre 2014

Marco Travaglio: carriera amici incarichi di Giulio Napolitano figlio di Giorgio. - Marco Travaglio

zzz

“Il primo, Giovanni, è in forza alla Direzione conflitto di interessi dell’autorità Antitrust, dando un tocco di surrealismo al tutto.
Il secondo, Giulio, classe 1969, è il più attivo nel bel mondo (si fa per dire) romano fra salotti, atenei, palazzi del potere e spiaggia di Capalbio. È l’Infante d’Italia, omologo dell’Infanta di Spagna Elena María Isabel Dominica de Silos de Borbón y Grecia che tanti guai ha procurato al povero Juan Carlos, accelerandone l’abdicazione (istituto previsto dai cerimoniali della Corona spagnola, non di quella italiana). Nel 2003, a 34 anni, Giulio già beneficiava – per la sua leggendaria bravura, s’intende, mica per i lombi e il lignaggio - di due consulenze legali da 15mila euro dalla giunta romana di Veltroni (la Corte dei conti accertò poi che le sue prestazioni potevano essere tranquillamente svolte dal folto ufficio legale del Comune e condannò la malcapitata funzionaria che l’aveva reclutato a risarcire 10mila euro).
Intanto Giulio era già passato a migliori incarichi,tra consulenze pubbliche (Coni, Federcalcio, presidenza del Consiglio) e fondazioni private o quasi (VeDrò di Letta jr. e Arel del duo Amato&Bassanini).
Sempre grazie ai meriti scientifici conquistati sul campo, partecipò alla stesura del decreto sulle Authority, che in ultima analisi fanno capo al Papà Re.
Poi fu chiamato dal n.1 dell’Agcom, Corrado Calabrò, a presiedere l’Organo di vigilanza sull’accesso alla rete Telecom.
Senza trascurare la travolgente carriera universitaria, all’ombra del suo maestro Cassese (di cui ha curato il Dizionario di diritto pubblico), amico del Genitore Regnante (che nel 2013 tenterà di issarlo sul suo trono).
Un’irresistibile ascesa, quella dell’Infante prodige, fin sulla cattedra di Istituzioni di diritto pubblico all’università Roma Tre. Lì, per puro caso, ha regnato per 4 mandati (15 anni) il magnifico rettore Guido Fabiani, marito della sorella di donna Clio, cognato di Giorgio e zio di Giulio. E lì, sempre in ossequio alla meritocrazia, insegnano il Divo Giulio e la cugina Anna Fabiani, figlia del rettore, mentre il di lei marito Alberto Tenderini, non potendo proprio insegnare, cura le iniziative sportive dell’ateneo.
Quando l’anno scorso l’amico Letta Nipote va al governo, due fedelissimi dell’Infante diventano finalmente sottosegretari. Alla Giustizia l’inseparabile Andrea Zoppini, avvocato, autore di libri a quattro mani con Giulio e ordinario di Diritto privato a Roma Tre, ça va sans dire (presto costretto a dimettersi da un’indagine per frode fiscale, poi archiviata). Al Lavoro l’indimenticabile Michel Martone, che si segnala per gaffe memorabili prima d’inabissarsi nel nulla.
Ma ci vuol altro per oscurare la stella di Giulio, che séguita a collezionare poltrone: riformato il diritto sportivo per il Coni di Giovanni Malagò, è commissario ad acta alla Figc di Giancarlo Abete.
Sulle prime Matteo Renzi pare infastidito dall’ubiquo Infante, ma poi – in piena “emulsione” con S.A.R. – si arrende. Il Colle storce il naso per il decreto Franceschini sulla Cultura? Ecco sbucare al suo fianco il consigliere Lorenzo Casini, altro gemello siamese di Giulio, con cui firmò l’imprescindibile “Prospettive della globalizzazione. Come uscire dalla crisi”.
La Madia tribola a partorire il decreto PA, respinto con perdite dal Quirinale? Chi meglio del rampollo, che le fu pure fidanzato, per lubrificare l’ingranaggio?
Lui nega tutto: quello avvistato qua e là dev’essere un fantasma, o un sosia. La Napoli del dopoguerra ironizzava sulla somiglianza fra Umberto di Savoia e Giorgio Napolitano, il “figlio del Re”. Ora che questi s’è incoronato da solo come Carlo Magno, Giulio è figlio di un re e nipote di quell’altro. Viva l’Italia, viva la Repubblica.