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venerdì 11 giugno 2021

I piromani pompieri. - Marco Travaglio

 

L’altroieri il Corriere, che non fa neanche capoluogo, ha dichiarato guerra alla Germania (“Non è l’ora di prediche tedesche”) perché l’ex ministro Schäuble s’era permesso di criticare il governo italiano: ci fosse ancora Conte, benissimo; ma Draghi non si deve neppure nominarlo, se non con molta saliva. La Germania al momento non pare essersene accorta, ma vi terremo aggiornati. Ieri, poi, sono scesi in campo Massimo Franco e Stefano Folli, che viaggiano sempre in coppia come Ric e Gian, rispettivamente su Corriere e Rep. Il celebre duo, dopo aver puntellato e turibolato ogni governo che Dio mandasse in terra fino al 2018, cioè finché l’Italia finì sull’orlo della bancarotta, scoprì poi un’improvvisa vocazione guevarista e tupamara, bombardando il Conte-1 e il Conte-2 prima e dopo i pasti. Sempre sulle barricate, Max&Ste sparavano coi fuciletti a tappo sui “populisti” votati per sbaglio dagli elettori. Da fan sfegatati della “stabilità” purchessia, foss’anche per imbalsamare la mummia di B. a Palazzo Chigi, divennero scalmanati fedayyìn dell’instabilità. Non passava giorno senza che incitassero il loro piede di porco a scardinare il Conte-2 nel bel mezzo della pandemia e del Recovery. I loro mantra erano il Mes e gli inesistenti allarmi Ue per il Pnrr mal scritto, in ritardo, anti-Parlamento, senza governance, con governance ma con troppi tecnici (ben 300).

Poi arrivò Draghi, se ne fregò del Mes, copiò con qualche peggioramento il Pnrr, lo presentò in zona Cesarini, lasciò ben un’ora e un quarto al Parlamento per esaminarlo, varò una governance con 550 tecnici. E Gianni e Pinotto zitti e mosca. Riposta la kefiah nel cassetto, hanno rispolverato l’uniforme da pompieri. E la parola d’ordine pre-2018: nessuno tocchi il governo. Una vena di malinconia però increspa le loro maschere gaudenti: Conte ancora primeggia nei sondaggi e osa addirittura parlare. Folli non si dà pace: “Il ritorno in tv di Conte è stato commentato in modo negativo” (ne ha parlato col suo riportino) e non ha più “esercito” (e allora di che ti preoccupi?). Non solo “ha ripreso a parlare”, cosa già vergognosa in sé. Ma – quel che è più grave – ha “ripetuto formule ormai consunte del grillismo”: in effetti è bizzarro che il leader dei 5Stelle parli come un 5Stelle. Il pompierino Franco è, se possibile, ancor più affranto. Ha notato in Conte uno “smarcamento” da Draghi, e questo è già brutto. Poi ha scorto nel M5S una pericolosa “nostalgia di Palazzo Chigi”: in democrazia, nulla è più riprovevole del partito di maggioranza relativa che pretende financo di guidare il governo. Se chi prende il 33% dei voti s’illude di governare al posto di chi non ne ha mai preso uno, dove andremo a finire.

ILFQ.

lunedì 30 marzo 2020

Regione Calabria, le spese folli del Consiglio. Dirigenti pagati a peso d’oro e 351 dipendenti. - Riccardo Tripepi

Palazzo Campanella
Palazzo Campanella

Il segretario generale percepisce quasi 300mila euro l’anno, il presidente dell’Assemblea 165mila, i direttori di settore 137mila. In più c’è una pletora infinita di impiegati, con un rapporto di 12 unità per ogni consigliere.


Si apre il prossimo 9 marzo la legislatura regionale. Palazzo Campanella i suoi dipendenti si preparano dunque a intensificare il proprio impegno in attesa di capire quali saranno le decisioni, o le eventuali riforme, che la nuova Assemblea sul loro futuro. Mentre sono ancora in corso di svolgimento le procedure per alcuni concorsi, l’organico sembra essere sovradimensionato e ipercostoso.

Al momento, il personale interno del Consiglio, nel quale troveranno spazio i 30 consiglieri appena eletti, è composto da 351 unità a tempo indeterminato, con un’invidiabile media di 11,7 dipendenti per consigliere regionale. Nel numero sono compresi i nuovi assunti per carenza di organico nel 2010, che nella misura del 20% viene applicato nelle strutture speciali dei politici, lasciando spesso sotto organico gli uffici.

Impietoso il confronto con gli altri Consigli regionali italiani. A partire, ad esempio, da quello della Lombardia che risulta composto da 80 consiglieri e conta 268 unità a tempo indeterminato, con la media di 3,35 dipendente per consigliere regionale.

Alla spesa per i dipendenti già analizzata in precedenza, si aggiunge quella per i dirigenti che presenta alcuni tratti del tutto singolari.

Il segretario generale di palazzo Campanella percepisce un compenso pari ad euro 282.358,71 all’anno, così per come stabilito dalla legge regionale la n. 8 del 1996. Praticamente guadagna più dello stesso presidente del Consiglio che si ferma ad euro 165.600,00. La figura omologa alla giunta guadagna euro 160.217,66, ben 45.831,05 in meno di competenze stipendiali fisse.

Eppure diversa sembrerebbe la mole di lavoro per i due segretari: mentre in giunta regionale vi sono 13 dirigenti generali e circa 2.500 dipendenti, al Consiglio vi è 1 solo direttore generale e circa 351 dipendenti.

Le differenze tra palazzo Campanella e Cittadella proseguono anche per il capo di gabinetto: al Consiglio si prevede uno stipendio da Euro 202.437,39 mentre quello della Giunta soltanto Euro 140.578,68.
Le stesse differenze si riscontrano anche in ordine ai dirigenti di settore che sono 9 per 351 dipendenti in Consiglio per uno stipendio annuo da euro 137.478,07, un compenso superiore di circa 25.000 euro rispetto a quanto percepito dai circa 120 dirigenti di Settore della Giunta regionale.

Costi della politica necessari al funzionamento della macchina amministrativa e gestionale si dirà. Eppure un’operazione trasparenza all’interno dei palazzi del potere potrebbe essere un invidiabile biglietto da visita per la nuova Amministrazione regionale che potrebbe censire nel dettagli i costi e spiegare ai calabresi come vengono spesi i denari pubblici e per ottenere quali risultati.