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lunedì 15 luglio 2024

Monolite mappa Sayhuite. - Linda Rosada

 

Lungo circa due metri e largo quattro metri, il misterioso monolite Sayhuite è un'enorme roccia contenente oltre 200 figure geometriche e zoomorfe, tra cui rettili, rane e felini. Trovata sulla cima di una collina chiamata Concacha, la pietra è stata scolpita come modello idraulico topografico, completo di terrazze, stagni, fiumi, tunnel e canali di irrigazione. Le funzioni o gli scopi della pietra non sono conosciuti, ma i ricercatori ritengono che il monolite sia stato usato come modello su scala per progettare, sviluppare, testare e documentare il flusso d'acqua per progetti pubblici di acqua e per insegnare ai vecchi ingegneri e tecnici i concetti e le pratiche obbligatorie. La roccia è stata “modificata” più volte, con materiale nuovo, che sia modificando i sentieri dell’acqua o aggiungendo completamente rotte. Sebbene i creatori rimangano un mistero, il monolite fornisce agli archeologi una visione sulla cultura della popolazione precolombiana. Gli archeologi hanno stabilito che il sito era un centro religioso inca, dove si svolgevano rituali e cerimonie di culto dell'acqua. Il monolite è un indizio importante perché rappresenta un flusso simile a quello dell'acqua tra le sculture. I moderni ingegneri ipotizzano anche che il monolite sia una rappresentazione dei sistemi di irrigazione presenti nella cultura Inca.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=7493480447423132&set=a.436321106472470

Ivaniza De Souza
 Interviene:

È molto semplice ed evidente, questo monolite è una mappa. Sono un geografo, per me questo è ovvio.

martedì 15 agosto 2023

La mappa babilonese del mondo fa luce su prospettive antiche. - MRReese

 

Si dice che una tavoletta di argilla danneggiata scoperta alla fine del 1800 a Sippar, in Iraq, sia la mappa più antica del mondo. Fu scoperta sulle rive del fiume Eufrate e pubblicata nel 1899. Ora conservata al British Museum, la tavoletta di argilla danneggiata risale al 600 aC e raffigura una prima interpretazione della disposizione del mondo. A 122 x 82 mm, la piccola mappa ci dà uno sguardo su come i babilonesi vedevano il mondo che li circondava, sia fisicamente che spiritualmente.

La tavoletta contiene una mappa del mondo mesopotamico, con Babilonia al centro. Contiene immagini accuratamente incise e scrittura cuneiforme. Babilonia è circondata da due cerchi concentrici che rappresentano l'oceano, chiamato "acqua amara" o "mare salato". È etichettato con Babilonia, Assiria ed Elam. Otto aree triangolari etichettate come "Regioni" o "Isole" circondano il Mar Salato e sono etichettate con distanze, descrizioni delle regioni e descrizioni di grandi eroi e bestie mitiche che vivevano in ciascuna regione. Le paludi meridionali sono indicate nella parte inferiore della mappa da due linee parallele, e una linea curva vicino alla parte superiore mostra i Monti Zagros. Il fiume Eufrate è mostrato scorrere dalle montagne sopra, attraverso Babilonia, fino alle paludi sottostanti. Al centro della mappa ci sono sette aree etichettate che sembrano rappresentare le città.

Tre delle isole sono etichettate come:

  • “luogo del sol levante”
  • “il sole è nascosto e non si vede nulla”
  • “oltre il volo degli uccelli”

Lo schizzo sottostante mostra uno schema dettagliato della mappa e viene fornita una legenda che mostra le etichette di ciascun elemento.

Schizzo della mappa babilonese del mondo

1. "Montagna" (accadico: šá-du-ú)
2 . "Città" (accadico: uru)
3. Urartu (accadico: ú-ra-áš-tu)
4 . Assiria (accadico: kuraš+šurki)
5. Der (accadico: dēr)
6. Sconosciuto
7. Palude (accadico: ap-pa-ru)
8. Elam (accadico: šuša)
9. Canale (accadico: bit-qu)
10 Bit Yakin (accadico: bῑt-ia-᾿-ki-nu)
11. " Città" (accadico: uru)
12. Habban (accadico: ha-ab-ban)
13. Babilonia (accadico: tin.tirki), divisa dall'Eufrate
14 - 17 . Oceano (acqua salata, accadico: idmar-ra-tum)
18-22Oggetti mitologici

Si ritiene che la mappa avesse lo scopo di trasmettere l'intero contenuto del mondo. È unico nella sua inclusione delle isole al di là dell'oceano. Tutte le altre mappe prodotte nello stesso periodo erano localizzate nell'area in cui erano state create, non includevano la terra oltre l'oceano, perché l'oceano era considerato la fine di tutte le terre.

Il vero significato dietro il contenuto della mappa è stato contestato. Mentre molti dei luoghi sono mostrati nella loro posizione corretta, alcuni hanno affermato che la mappa ha lo scopo di mostrare la visione babilonese del mondo mitologico. Le 18 bestie mitologiche menzionate nella scritta sulla mappa alludono all'epopea babilonese della creazione in cui il nuovo mondo fu creato dopo che gli animali mitologici furono espulsi nell'"Oceano Celeste". Altri dicono che i babilonesi si dedicarono alla cartografia per assistere nella loro esportazione delle eccedenze agricole. Mentre i babilonesi erano ben consapevoli di altri popoli, come i persiani e gli egiziani, i creatori della mappa escludevano specificamente quei popoli dalla mappa. La posizione di Babilonia sulla mappa mostra che i babilonesi credevano di essere il centro del mondo.

Rappresentazione artistica della mappa babilonese del mondo

Rappresentazione artistica della mappa babilonese del mondo. Fonte immagine: cartografia-immagini

La scoperta di manufatti come la mappa babilonese del mondo può rispondere a molte domande sui popoli antichi, sul modo in cui vivevano e sul modo in cui vedevano il mondo, aprendo anche nuove domande. Qual era il loro scopo nel creare questa mappa? Voleva essere un'interpretazione letterale del mondo geologico che li circondava o una rappresentazione del mondo mitologico in cui credevano? Domande come queste potrebbero non trovare mai risposta. 

Immagine di presentazione: La mappa del mondo babilonese. Credito: Il Museo Britannico

Fonti:

Mappa del mondo - Il British Museum

La più antica mappa del mondo esistente: The Basement Geographer

Cartografia – Antica Sapienza

Il raggiungimento della maggiore età nell'evoluzione della cartografia - Pianeta divertente

Il mondo babilonese - Immagini cartografiche

Di Mr Reese

https://www.ancient-origins.net/ancient-places-asia/babylonian-map-world-sheds-light-ancient-perspectives-002135?fbclid=IwAR0adfJOHLyeGF96UQpQ4Rb-efHnkz_35XuSdOlNPCCUHz43T9DbD7zF3WY

sabato 2 aprile 2022

Completata la mappa del genoma umano, Dna senza segreti. - Enrica Battifoglia

 

Ci sono voluti 21 anni e tecnologie avanzatissime, ma finalmente il Dna umano non ha più segreti e diventa più facile fare passi in avanti nella medicina personalizzata, con la diagnosi di malattie finora impossibili da riconoscere, nella genetica delle popolazioni e nella possibilità di riscrivere il Dna.

I risultati sono pubblicati in sei articoli in un numero speciale della rivista Science, che a questo traguardo dedica la copertina.

"E' come avere un vocabolario" del Dna, osserva il genetista Giuseppe Novelli, dell'università di Roma Tor Vergata. "Abbiamo dei termini di riferimento che finalmente rendono possibile fare la diagnosi di alcune malattie" rare, caratterizzate da sequenze genetiche instabili.

"Non basta sequenziare il Dna: bisogna saperlo leggere e bisogna interpretarlo. In caso contrario, risulta molto difficile fare la diagnosi malattie dovute a sequenze ripetute, con interruzioni che in passato non si potevano vedere".

Il grande libro della vita era stato tradotto per la prima volta nel 2001, ma i computer di allora non erano riusciti a decifrare tutti i passaggi e avevano lasciato degli spazi bianchi, che complessivamente corrispondevano all'8% del genoma. Solo adesso queste lacune sono state colmate e diventa possibile leggere il Dna umano dall'inizio alla fine senza interruzioni, grazie al lavoro fatto dal consorzio internazionale chiamato Telomere-to-Telomere (T2T). "Stiamo vedendo capitoli che non sono mai stati letti prima", scrivono i ricercatori. I nuovi capitoli corrispondono a 200 milioni di lettere, che complessivamente equivalgono all'informazione contenuta in un cromosoma. Era come avere una mappa di new York senza Manhattan, dicono i ricercatori.

"Se ottenere il sequenziamento del Dna è come mettere insieme un puzzle, il genoma di riferimento è avere l'immagine del puzzle finito sulla scatola: ti aiuta a mettere insieme i pezzi", ha detto uno degli autori della ricerca, l'ingegnere biomedico del National Institute of Standards and Technology (Nist), Justin Zook. Le parti mancanti comprendono sequenze che si ripetono molte volte e ora è chiaro che proprio nelle ripetizioni si nasconde il segreto della diversità umana, osserva la genetista Rachel O'Neill, dell'Università americana del Connecticut e responsabile scientifica del progetto T2T. Per portare alla luce questo lato ancora nascosto del Dna umano "ci sono voluti nuovi metodi di sequenziamento del Dna e di analisi computazionale", rileva il genetista Francis Collins, consulente scientifico della Casa Bianca ed ex direttore del National Institutes of Health (Nih). "E' valsa la pena aspettare", aggiunge, perché "adesso emerge una varietà di sorprendenti caratteristiche architettoniche, con importanti conseguenze per la comprensione dell'evoluzione umana, della variazione e della funzione biologica". Il nuovo libro del Dna è anche a prova d'errore, considerando che i ricercatori hanno utilizzato una sorta di correttore automatico, un programma chiamato Merfin che analizza le sequenze e corregge gli eventuali errori.


https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2022/03/31/completata-la-mappa-del-genoma-umano-dna-senza-segreti-_b824c874-fd47-4ea4-b577-aee08bccecad.html

venerdì 24 luglio 2020

La più grande mappa 3d dell'Universo mai realizzata. - Sandro Iannaccone

Mappa Universo
Immagine: Perimeter Institute for Theoretical Physics.

Un’équipe di astrofisici ha ricostruito un’enorme mappa tridimensionale dell’Universo. Per mettere insieme tutte le immagini che la compongono ci sono voluti vent’anni


4 milioni di galassie, che comprendono svariati miliardi di stelle, quasar, pulsar, buchi neri, sistemi solari lontanissimi e chi più ne ha più ne metta. C’è di tutto nella mappa dell’Universo appena messa a punto da un’équipe di scienziati affiliati a oltre 30 istituzioni di tutto il mondo: si tratta infatti della mappa più grande e dettagliata mai realizzata finora, il cui completamento ha coronato uno sforzo iniziato ben vent’anni fa. Il contributo più grande è arrivato dalle osservazioni dello Sloan Digital Sky Survey (Sdss) e in particolare dall’esperimento extended Baryon Oscillation Spectroscopic Survey (eBoss) che ha raccolto dati da un telescopio ottico terrestre posizionato nel New Mexico.



“Si tratta”, ha spiegato Will Percival, esperto della University of Waterloo in Ontario, Canada, “di una carta che racconta la storia completa dell’espansione dell’Universo. Nella mappa sono racchiuse le misure più accurate dell’espansione dell’Universo su tempi molto lunghi, i più lunghi mai analizzati finora”. In questo senso, è come se la mappa riempisse un “buco” di 11 miliardi di anni – non poco, se si considera che l’Universo è nato circa 14 miliardi e mezzo di anni fa – e riassumesse tutte le conoscenze attuali sulla posizione e distribuzione della materia nello spazio. Sono visibili, per esempio, sia i filamenti di materia che i grandi “vuoti” in base alla posizione dei quali è possibile tornare indietro nel tempo e definire con precisione quale fosse la struttura dell’Universo nei primi momenti della sua vita. Esaminando stelle, quasar e galassie della mappa i ricercatori hanno compreso che l’espansione dell’Universo ha iniziato, per qualche ragione, ad accelerare in un certo momento della sua storia: una possibile spiegazione del fenomeno potrebbe essere legata all’effetto dell’energia oscura, un’entità elusiva e misteriosa la cui esistenza è tutt’altro che confermata. Come spesso accade nella scienza, le domande sono sempre molto più numerose delle risposte. E forse è bene che sia così.

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mercoledì 4 ottobre 2017

Le 44 aree ‘invivibili’ più inquinate d’Italia. La mappa del Ministero della Salute.

penisola22

Ben 44 aree del nostro Paese sono inquinate oltre ogni limite di legge. 

Dati più che allarmanti direttamente dal Ministero della Salute; in Italia esistono ben 44 aree inquinate oltre ogni limite di legge, in cui l’incidenza di tumori sta aumentando statisticamente a dismisura. Nelle zone maggiormente contaminate, le malattie tumorali sono aumentate anche del 90% in soli 10 anni.
I RISCHI PER LA SALUTE – Non meno di sei milioni di persone sono esposte a malattie potenzialmente mortali: tumori, malattie respiratorie, malattie circolatorie, malattie renali e neurologiche. La causa è quasi sempre il galoppante inquinamento industriale, che spinge l’incidenza oncologica ed in particolar modo il cancro alla tiroide, il tumore alla mammella ed il mesotelioma, ossia il tumore che nasce dalle cellule del mesotelio ed è associato soprattutto all’esposizione all’amianto.
Agli impressionanti dati del Ministero della Salute si aggiungono quelli di “Mal’Aria di Città 2016”, pubblicato da Legambiente.
L’inquinamento in Italia uccide quasi 60mila italiani e costa alle casse dello Stato almeno 47 miliardi di euro.
Basti pensare che nel 2015 in 48 capoluoghi di provincia più della metà del totale hanno superato i limiti di legge delle concentrazioni di Pm10 misurate dalle centraline, fissati in 50 microgrammi per metro cubo per più di 35 giorni. Si tratta del numero massimo di superamenti consentiti dalla legge in un anno.
LE AREE PIU’ A RISCHIO – Frosinone si aggiudica il triste primato di città dall’aria più inquinata: ha infatti superato i limiti di legge per ben 115 giornate; di seguito troviamo Pavia con 114, Vicenza con 110, e due capoluoghi di regione come Milano e Torino con 101 e 99 giornate di aria irrespirabile; Roma, con i suoi 65 giorni oltre la soglia d’attenzione, si posiziona al venticinquesimo posto.
Oltre al Pm10, gli apparecchi hanno registrato anche la concentrazione di Pm2.5, che a differenza del Pm10 – che ferma la sua corsa nei bronchioli – è purtroppo in grado di penetrare fino ai polmoni: le dimensioni delle sue particelle, infatti, non superano un quarto di centesimo di millimetro. Per legge questo tipo di inquinanti non dovrebbero superare i 25 microgrammi al metro cubo e, da questo punto di vista, la situazione appare leggermente migliore, in quanto troviamo solo Cremona (27), Milano e Monza (26) oltre il limite annuale.
Per quanto riguarda l’ozono, invece, i dati sono molto più gravi. Ben una città su tre ha superato il valore soglia e nel 2014, i limiti sono stati superati in 28 capoluoghi di provincia, con Rimini e Genova in testa.
Lo scorso dicembre il Ministero della Salute ha diramato una mappa che riporta le 44 aree d’Italia inquinate oltre ogni limite di legge. Si tratta di aree in cui il rischio di ammalarsi di tumori è più elevato rispetto alle altre e dove, appunto, si calcola che i tumori siano aumentati del 90% in soli 10 anni.
LE PROPOSTE – Il rapporto “Mal’aria di città 2016” di Legambiente si conclude con alcune proposte per combattere e per lo meno tentare di limitare l’inquinamento.
Prima di tutto, incrementare il trasporto su ferro e limitare la circolazione dei veicoli alimentati a gasolio, costruire nuove piste ciclabili nelle aree urbane, estendere su tutto il territorio nazionale il modello dell’Area C di Milano e stabilire per legge che tutti i proventi della sosta vengano investiti per rendere più efficiente il trasporto pubblico locale.

sabato 5 aprile 2014

Da 'Niente da dichiarare?' a 'Gli equilibristi' L'agenzia delle Entrate mappa l'Italia.




Roma - (Adnkronos) - Il fisco 'divide' il territorio in otto aree. I gruppi individuati sono stati nominati con il titolo di un film - GUARDA LA MAPPA - Il direttore AttilioBefera: "Necessario calibrare gli interventi in modo differenziato"

Roma, 5 apr. (Adnkronos) - Otto aree per un'azione più efficace sul territorio. L'Agenzia delle Entrate divide il territorio in gruppi di Province e sceglie e li nomina con il titolo di un film per richiamare in modo efficace un tratto distintivo di ogni cluster: 'Niente da dichiarare?', 'Stanno tutti bene', 'Gli equilibristi, 'Rischiose abitudini', 'Rischio totale, 'Non siamo angeli' , 'L'industriale' e 'Metropolis'.
A incidere sulla valutazione, che porta le province a essere inserite in un gruppo piuttosto che in un altro, sono numerosità del bacino, pericolosità fiscale e, a seguire, pericolosità sociale, tenore di vita, maturità della struttura produttiva, livello di tecnologia e servizi e, infine, disponibilità e fruibilità di infrastrutture di trasporto.
Il nostro Paese, ha osservato il direttore Attilio Befera, in una recente audizione parlamentare "è, infatti, l'insieme di molteplici territori estremamente variegati per cultura, struttura produttiva e condizioni socio - ambientali, ed è necessario calibrare gli interventi in modo differenziato perché la condizione socio-economica è un fattore che influenza l'adempimento spontaneo".
Incrociando i dati dell'Istat con la mappa dell'Agenzia delle Entrate si riscontra che ci sono 11,2 milioni di residenti nelle province 'Rischio Totale'. Seguono i 9,4 milioni di cittadini di altri due gruppi: i'Metropolis', ovvero i 7,1 milioni di residenti delle province di Roma e Milano, e i 'Niente da dichiarare'. Ci sono poi 23,3 milioni di cittadini che abitano in province che il fisco considera tranquille: sono il gruppo 'Industriale' e 'Stanno tutti bene'.